Alba Morsilli è genovese, genovese DOC, ma va speso a Milano, come ci spiega, e ci racconta di un angolo insolito di questa sua città d’adozione.

Milano-stazione centrale

Vado spesso a Milano a trovare le nipotine che, per strana combinazione, abitano in via Lazzaretto.

Non ci avevo mai pensato, prima di entrare in una chiesa, che poi seppi era  dedicata a San Carlo al Lazzaretto.

Lì, gentilmente, il sacrestano mi fece un po’ da cicerone, dicendomi che era la chiesa dell’antico Lazzaretto ed era l’unica cosa rimasta di tutto il complesso.

Stampa (Dal Re:1697-1766) Il Lazzaretto

Se guardate bene questa stampa vedete nel centro la chiesa in forma ottagonale: è la chiesa di San  Carlo situata al centro del Lazzaretto che fu costruito fuori dalle mure di Milano.

La chiesa fu costruita tutta aperta, per dar modo agli appestati di seguire le funzioni, senza doversi muovere, fu eretta per il volere di San Carlo Borromeo e per questo si chiama San Carlo al Lazzaretto.

come è attualmente la chiesa
il suo interno

Ritorniamo al sacrestano cicerone: “venga, venga, signora le faccio vedere una cosa”; aprì una botola dal coperchio di legno ed i miei occhi si spalancarono nel vedere resti di ossa umane.

Non si spaventi sono qui dalla peste del 1800

1880 il lazzaretto

 1880 il lazzaretto con lo sfondo di porta orientale, ora porta Venezia il corso attualmente per le compere di marche famose

qui avete la mappa per i milanesi che non conoscono ancora questo luogo e ci vorrebbero andare.

Conoscere la storia  delle belle arti vuol dire fermarsi a guardare, in tutte la città d’Italia, in una città come Milano.

Alba ci ricorda anche un bellissimo brano tratto dai “Promessi Sposi” 

« S’immagini il lettore il recinto del lazzeretto, popolato di sedici mila appestati; quello spazio tutt’ingombro, dove di capanne e di baracche, dove di carri, dove di gente; quelle due interminate fughe di portici, a destra e a sinistra, piene, gremite di languenti o di cadaveri confusi, sopra sacconi, o sulla paglia; […] e qua e là, un andare e venire, un fermarsi, un correre, un chinarsi, un alzarsi, di convalescenti, di frenetici, di serventi. »
(Alessandro Manzoni, I promessi sposi, capitolo XXXV.)

Alba ci ha raccontato della Milano meno conosciuta, avete anche voi  qualche angolo da raccontare?

8 Commenti a “Una Milano meno conosciuta scritto da Alba Morsilli”

  1. alba morsilli scrive:

    vedo ora il mio articolo, è stato un regalo di Paola ero in un posto che si può dire in isolamento.
    Un posto dove il dolore la faceva da padrone, dove il solo lavarsi la faccia era divento un problema, dove io che credevo di essere ammalata mi sono resa conto quante persone soffrono più di me, dove l’umanità infermieristica è nulla, siamo quando entriamo li dentro solo dei numeri, si dice la mala sanità io aggiungo anche che manca l’ettica professionale,
    un caro saluto atutti gli amici Alba

  2. enrica.co scrive:

    grazie Alba

  3. paolacon.rm scrive:

    Grazie Sandra,
    grazie di questo scorcio di Milano,
    hai risposto al mio invito a raccontare angoli delle vostre città!
    Speriamo che altri seguano il tuo esempio!!!!!

  4. sandra .vi scrive:

    Ricordi Paola che ti parlavo del “TUMBUN DE SAN MARC”?
    ho trovato questa foto e te la mando.
    In origine era un laghetto alimentato dalla Martesana; uno dei porti di Milano, con la Darsena, la posizione era strategica vista la vicinanza del Corriere dellla Sera, che riceveva i rotoli dalla cartiera Burgo di Corsico.


    Il laghetto di San Marco, ‘el Tumbun’ per i milanesi, alimentato dalla Martesana, era uno dei ‘porti’ di Milano, come la Darsena. La posizione era strategica per il Corriere della Sera, nella vicina Via Solferino, che riceveva qui i rotoli di carta dalla Cartiera Burgo di Corsico. Nella vecchia foto si vede il ponte di Montebello, o ponte De’ Medici, dal nome di Ca’ Medici sulla sinistra, ponte scomparso dai primi anni ’30 quando il laghetto fu ricoperto. Al posto del laghetto adesso c’è un parcheggio e un mercato settimanale.

  5. sandra .vi scrive:

    Bravissima ALBA da un’idea ti e’ venuto un bel articolo su questo pezzo di Milano quasi sconosciuto.Per vecchi milanesi il S.Carlino cosi’ lo si chiamava ,era caro e noto,e siamo felice che si sia provveduti al suo restauro.

  6. Lorenzo.rm scrive:

    Grazie, Alba. Conosco il posto, davvero un po’ particolare. Amo Milano da quando la frequentavo per lavoro. E me ne sono fatte di scorribande, preferenzialmente a piedi. Raggiungevo un quadrante prestabilito della città e camminavo, camminavo. Queste suggestioni che ci fa rivivere Alba sono dense di significato .

  7. franco muzzioli scrive:

    Quanti ricordi quest’ottagono piazzato lì in mezzo alle strade….per trent’anni tutti i mesi andavo in corso di porta Vittoria alla sede madre di una grossa industria italiana della quale ero funzionario e spesso utilizzavo quel percorso ,soprattutto nell’andata …e quella strana chiesa, un pò tetra era per me un gioioso simbolo di ritorno a casa.

  8. mar52 scrive:

    Commenti abilitati
    SENZA COMMENTO!!!
    Lo scrigno della memoria – Presentazione alla città del restauro del San Carlino
    Resoconto video della giornata del 12 marzo 2013, data di “Lo scrigno della memoria”, evento di presentazione pubblica alla città di Milano dell’operazione di restauro della chiesa di San Carlo al Lazzaretto.
    http://youtu.be/kR0kTQSj4zA

    Vox populi #3 – La voce del quartiere del Lazzaretto http://youtu.be/4Df998Muhws
    Vox Populi #2 – La voce del quartiere del Lazzaretto http://youtu.be/kR0kTQSj4zA

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