Nel racconto di Titina si parla di un mestiere antico: lo spazzacamino
Alessandro ce ne  propone un altro, molto antico, ma prima ci racconta come ci è arrivato a farlo diventare il mestiere della sua vita. Ce lo racconta col cuore e con tanta passione.

 

LEGGENDO ARTICOLI, POST E COMMENTI, SI SCRIVE TANTO DI CRESCITA, DI AUMENTO DI PRODUTTIVITA’, DI ALTA FINANZA, DI GLOBALIZZAZIONE E DI DISOCCUPAZIONE.

STIAMO RINCORRENDO UN SISTEMA…… E IL NOSTRO SAPERE DELLE MANI?

PICCOLO RACCONTO DI VITA  “DELLA MIA VITA”
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Tornando indietro negli anni (1952-53) appena adolescente, mio padre ebbe il desiderio di farmi conoscere il mondo del lavoro, quindi con una decisione famigliare un po’ sofferta (mio padre con esperienze di vita molto emancipate e mia madre più legata a tradizioni di vita piccolo borghesi )  mi accinsi a questa avventura che mi ha accompagnato poi per tutta la vita.

Poiché andavo ancora a scuola,  -facevo allora l’avviamento al lavoro-  questa esperienza fu riservata al sabato; avevo molta apprensione, anche perché oltre ad esse per me un’avventura sentivo le varie problematiche di cui ragionavano i miei.

via della Dataria Apostolica


Un sabato mattina, io e mia madre, prendemmo il filobus che da Monteverde scendeva per via Dandolo imboccava viale Trastevere, ponte Garibaldi fino a Torre Argentina; poi a piedi, Via dei Cestari, piazza della Pigna, il Collegio Romano, si traversava corso Umberto, fino ad arrivare in via della Dataria Apostolica detta anche Salita di Monte Cavallo, perché alla sua sommità c’erano le scuderie di Palazzo Reale (oggi centro espositivo d’importanti mostre).

Al numero 93 c’era la STAMPERIA o meglio “rilievografia” un particolare tipo di stampa antichissima.

Mia madre mi lasciò all’inizio della via e controllò che entrassi.
Già mi angosciò la vetrina per la sua bellezza e la osservai solo di sfuggita: tutti stemmi colorati e miniati.

Entrando tante scatole e carte da lettere pronte per la consegna.
Mio padre  mi venne incontro e mi portò nella sala stampa e ne rimasi intimorito; allora mi sembrò grande.
Sulla destra mio nonno che con i suoi attrezzi incideva o miniava, lungo le pareti tre bilanceri per parte con i relativi stampatori, non posso descrivervi l’emozione ed il disagio…..


“Ciao Alessà, che c’è?  se’ venuto a da’ na mano ? “…..
Un simpatico modo di rompere il ghiaccio di Aldo e Teresfero, i due stampatori più anziani.

Mio padre mi portò al suo bilancere (ancora ci lavoro) e mi disse “mettiti lì e guarda, poi ti dico cosa devi fare”. Guardai le mani di mio padre prendere l’incisione, inchiostrarla, pulirla, rimetterla a posto, prendere la carta, interporla, dare il colpo e… hop là! una copia stampata; movimenti da ripetersi centinaia…migliaia di volte.

Osservai con tanta attenzione che ancora oggi dopo 60 anni ripeto gli stessi identici movimenti delle mani di mio padre e con lo stesso bilancere.
Poi ad una certa ora mi portò a fare colazione in un bar a FONTA DI TREVI …… allora l’ambiente era vivo, fruttarolo, pizzicarolo, macellaro, orefice, fornaro, tutti amici… e mio padre mi presentava.
Poi mi disse: “adesso in bottega io ti passerò le copie e tu le stenderai come ti faccio vedere io, ma quello che devi fare è rubare con gli occhi specialmente quello che fa tuo nonno, il lavoro più importante è il suo, se lui non incide la matrice noi non possiamo stampare…”   ed io rubai!

Cosi tutti i sabati andavo, prima accompagnato fino ad un certo punto, poi da solo e, nel pomeriggio, si tornava a casa a volte a piedi, a volte in bicicletta, passando spesso per piazza San Cosimato a fare spesa.

Il sogno di mio padre era quello che io diventassi incisore e affiancassi il nonno finite le scuole, ma questo purtroppo non avvenne, per motivi che esulano dal concetto lavoro; ma io rubai, rubai tanto che ancora oggi con quella refurtiva ci campo di rendita.

E’ una professione stupenda, pensare, disegnare, incidere, stampare……….. insomma creare con “IL SAPERE DELLE MANI”

38 Commenti a “IL SAPERE DELLE MANI scritto da Alessandro Giarè”

  1. roberto grazioli asti scrive:

    un bellissimo modo di narrare la propia esperienza, e vero i vecchi artigiani non avevano la passione d’insegnare, forse era un metodo collaudato, se il giovane aveva il talento di rubare al maestro il movimento delle sue dita, sarebbe diventato un artista.

  2. elisabetta8mi scrive:

    ALESSANDR…io come tanti altri ho rubato il mestiere guardando*sono felice x esserci riuscita e senza falsa modestia ero e sono orgogliosa di questo*ai miei bimi ho insegniato ..che le manine sono in grado di fare molto *non li ho mandati alla scuola materna facevamo tutto insieme con buona volonta’*erano 5 bimbi tempo e soldi pochi ma tanta voglia di fare*i negozianti mettevano via i cartoni x me,compravo le tempere,coloravo riso che facevo asciugare,dei legumi,pastae motite,vinavil e si partiva*la pazienza è la virtu’ dei forti ,era importante che capissero questo*abbiamo lavorato molto con tanta gioia*oggi sono persone in grado di fare e di apprezzare i lavori degli altri*volevo dire che il sapere delle mani è un dono e non puo’ finire*gli artigiani sanno bene quanta fatica si faccia ma ne vanno orgogliosi sono sicura di questo*grazie x lo spazio e il tempo*

  3. elisabetta8mi scrive:

    Commenti abilitati Lorenzo commentero’ il tuo articolo ,ok ciao

  4. elisabetta8mi scrive:

    ciao paola se funziona i tuoi sforzi saranno ripagatii ciao ti voglio bene

  5. alessandro31.rm scrive:

    vista l’ora vi pregherei di non far caso alla sintassi ne all’ortografia buona notte a tutti

  6. alessandro31.rm scrive:

    Commenti abilitati….”” IL… NOVO VINO…””

    Recentemente invitato da amici in un viaggio tuistico in Asazia per visitare dei mercatinia Colmar, Strasburgo ecc, e visto che li ce una produzione abbondantissima di legnami ne approfittai per ricercare dei legni adatti al mio lavoro: gli amici alsaziani incuriositi hanno voluto sapere la finalità di questi legni. Entusiasti, mi presentarono altri loro amici e m’introdussero in una confraternita di assaggiatori di vini che ogni anno vengono in italia a caccia di vini. Assistei ad una loro cerimonia….. per me un po inusuale e goliardica ma per loro importantissa; bardati con mantelli di velluto nero, grembiule di pelle, medaglie e bicchierini appesi e un bel tricorno in testa, richiamarono alla mia mente i celti e le loro popolazioni: non cè che dire un bel spettacolo, ma da quello che ho percepito usanze ataviche accostate alla natura IL VINO.
    Icuriositi dalle mie ricerche e spiegategliele, mi commissionarono un lavoro, che accettai con piacere, una serie di bottoni personalizzati in tagliati in legno di bosso, ci lasciammo con un po di rimpianto da parte mia perche cominciavo ad assimilare i loro costumi, potei visitare solo Colmar con le sue casette notturne tutte adornate, dove in ogni casa esponevano i loro manufatti. Merletti, ricami, manufatti in legno di tutti i tipi e tanto vino caldoooooooooooo. A Strasburgo solo i mercatini ma vi garantisco che vale la pena andarci luci, colori, decorazioni…..un’apoteosi.
    Ci accordammo per l’estate quado scese tutta la truppa dei sommeliè per il loro giro di assaggi e acquisti nelle langhe; non vi racconto nei particolari la consegna dei bottoni….chiamati nominalmente da me romanaccio ma fu una festa lostesso e dovetti anche passare l’esame di assaggiatore, che scena con il sugeritore che mi indicava gusto, retrogusto colore tipo di uva, anno, comunque fu festa con tanto di pergamena con la promozione.
    Seguirono giorni di visite nelle varie aziende vitivinicole……….belle ! delle coltivazioni bellissime,ordinate, cantine con la reception con signorine in mini che offrivano assaggini per degustare meglio, furono giorni di degustazioni e aquisti e mentre assistevo alle loro degustazioni pensavo al “” VECCHIO VINO “” Quando nel 1960 a Monterotondo dove presi la residenza, nel periodo di vendemmia non cera tinello con le botti di legno fuori a matare, muli che andava e venivano dalle vigne con i bigonzi carichi di uva, chi macinava, chi torceva le vinacce, le donne che portavano le pizze appena sfornate dal forno comune; insomma loro degustavano e io confrontavo il vino novo col vino vecchio, le botti di legno belle panciute di legno antico a quelle cisterne di acciaio asettiche e anonime, il brulichio di persone ai bottoni dei MACCHINARI: Tutto bello indubiamente ” ma io preferivo il vecchio vino, non tanto per il sapore ma PER IL CALORE CHE EMANAVA perchè fatto con il sapere delle mani.

  7. alessandro31.rm scrive:

    Ringrazio Riccardo e Paola delle indicazioni; ho letto con piacere l’articolo di Riccardo anche non mancandomi la competenza in materia: il mio voleva essere un suo coinvolgimento nel sapere delle mani, ma visto che già si era coinvolto precedentemente decade questo stimolo, spero in altri coinvolgimenti.

  8. paolacon scrive:

    Confermo che l’articolo può molto interessare nel quadro dell’artigianato, dei lavori scomparsi, del “SAPERE DELLE MANI”
    Cercare nell’archivio: COME OTTENERE CARTA A MANO scritto e spiegato da Riccardo2.co
    Pubblicato il 11/02/2011

  9. Riccardo Avanzi scrive:

    Alessandro c’è un vecchio articolo in parliamone dove anche tu potrai fare la tua carta in casa, con poca spesa.
    Un caro saluto da Riccardo.

  10. alessandro31.rm scrive:

    MARC52 ho visionato il video,lo stemma, il monogramma e posso dirti che c’e molto pantografo tridimensionale un esperto lo nota,la seconda fase del video è puramente una esibizione commerciale, per una industria avere un incisore che incide uno stemma a mano uscirebbe con costi proibitivi non industriali, semmai qualche ritocchino per camuffare e dargli un tono di manualita. Lo dico per esperienza perche so quanto impegno c’e nell’incidere uno stemma; mentre io lo faccio per passione e divertimento, loro lo fanno per guadagno, e se fatto a mano uscirebbe un prodotto fuori mercato e per questo si avvalgono di pantografi tridimensionali poi ritocco a mano.

  11. alessandro31.rm scrive:

    Grazie Mark vedo che ti ho stimolato nella ricerca.

  12. alessandro31.rm scrive:

    “” il rubare con gli occhi è stato per me l’unica scuola”” perchè fui subito introdotto nel mondo di produzione grafica,quindi non ho fatto ne istituto d’arte, quindi la scuola della zecca era utopia…..MA “” La mia voglia di rubare “” era tanta, perciò sono un autodidatta.
    Hai introdotto un altro imprtante argomento, le carte speciali, io ne uso, specie per i miei lavori di stampa a secco, Fedriconi,Fabriano,ecc. ma essento industrie cartarie non rendono piu il mio prodotto esclusivo; ultimamente mi sono orientato, nei prodotti delle cartiere amalfita che producono carte esclusive fatte a mano: Ma questo è il tuo campo e lascio a te l’onere d’illustrarci le varie tecniche di lavorazione, dalle macchine continuo tornando a ritroso al foglio creato al telaio in vasca.
    Comunque sono lieto di aver stimolato i tuoi ricordi e spero ancora di leggerne altri.

  13. marc52 scrive:

    Alessandro, nel precedente commento alludevo proprio all’incisione in rilievo, molto bella e di un certo prestigio.
    DICE L’ULTIMA DICITURA DEL FILMATO: “CERTI RISULTATI NON CAPITANO PER CASO”

    La Calcografia è una preziosa tecnica di stampa che si avvale della maestria dell’ incisore. Il soggetto viene inciso a mano su placca d’acciaio con appositi strumenti, detti “bulini”, realizzando così stampati in smaltorilievo con inchiostri colorati, o “a secco”, senza l’applicazione del colore.(Dicitura sotto il filmato)

    Incisione per Calcografia – Arti Grafiche Guercio
    http://youtu.be/pD1TIJe7jlM

  14. Riccardo Avanzi scrive:

    Complimenti Alessandro racconto bellissimo della tua gioventù.
    Tornando al passato con la memoria mi hai fatto ricordare, quando sono entrato in cartiera Sottrici nel 1972, non ero più ragazzino, ma per me è stato la stessa cosa, il Direttore aveva deciso che io avrei dovuto diventare conduttore di macchina continua, però ricordo come fosse ieri che mi disse;” i vecchi non ti diranno nulla, ma ti fà balà l’occh, ( ma tu fai ballare l’occhio)
    Ho avuto la fortuna di vedere all’opera nelle stamperie didattiche di Fabriano chi praticava la rilievografia, rimasi stupefatto da tanta maestria, la stessa cosa fu quando visitando il museo della zecca di stato vidi all’opera chi con la stessa tecnica creava cartamoneta, o dal punzone con un colpo ben assestato da una goccia d’argento estraeva una moneta dal disegno bellissimo, come facevano già nella Grecia antica, per non dire nell’epoca Etrusca.
    Da li è nata la mia passione che poi per trent’anni è stato anche il mio lavoro, fare le carte speciali.
    Grazie Alessandro per averci regalato questo gioiello di vita.

  15. alessandro31.rm scrive:

    Franco loso bene cosa vuol dire, dopo 40 anni passati in stabilimento grafico ho visto anche quello di tracollo, ed è per questo che lotto per non cancellare le memorie, per me questo non è un progresso.

  16. franco muzzioli scrive:

    Ho vissuto abbastanza da vicino la storia di una casa editrice ,le “Edizioni Aldine”, del mio povero genero e di mia sorella.
    Pubblicavano anche copie anastatiche di libri del 600 e 700 per la Bibioteca Vaticana, hanno pubblicato per Franco Cosimo Panini.
    Edizioni molto belle come la “Bibbia Pauperum” e trattati di architerttura del Vignola e di altri.
    L’ingresso dell’informatica ha precipitato anche loro in una situazione di concorrenza insostenibile.

  17. alessandro31.rm scrive:

    Mark non vorrei annoiore, ma lella mia lunga vita di lavoro, sempre nel campo grafico, ho sperimentato tutte le fasi dell’evoluzione della stampa e la sua storia mi affascina, mi sono fermato al digitale perche non ha niente di umano ma solo tecnologia e come avrete capito da moei precenenti commenti io metto al centro la natura e tutte le sue creature, uomo compreso.
    Riguardo la stampa e la sua storia potrei scrivere di esperienze personali e di letture di testi di studio partendo dagli incunaboli e via dicendo, alla xilografia da me sperimentata alla serigrafia artistica, ma vi annoierei, gia sono contento di avervi stimolato e spero che anche Titina e altri si esprimano con il loro sapere.
    grazie a tutti alessandro

  18. marc52 scrive:

    Verissimo Edis, il resto e tecnologia dozzinale

  19. edis.maria scrive:

    Marc, il pregio del lavoro di Alessadro consiste proprio in ciò che scrivi nella tua ultima frase!!! Per questo è prezioso e pregevole, perchè pochi ne hanno la capacità!

  20. marc52 scrive:

    Non vorrei toglie nulla ad alassandro ma la tipolitografia, Franco è tutt’atra cosa, una volta da ragazzino le pagine dei giornali venivano composte in tipografia inserendo le parole di piombo poi inchiostrate,che a leggere il giornale ti sporcavi le mani perche stampati con degli inchiostri al petrolio Vi era poi la rotativa(rotocalco), che stampava il giornale. Oggi molti settimanali (ma gia da allora)usano carta patinata( la signora delle carte). Tutto oggi viene fatto con la scansione computurizzatale.Le foto, i disegni, i dipinti,Riprodotti fotograficamante o/e non) non vengono spedite via posta entro le 17 (orario di stampa) come allora, poi retinati e fatte le quadricromie per ottenere tutto l’iride dei colori( con il cyan, magenta, giallo). Adesso, il tutto avviene via internet inviati alla sede del giornale, dove scannerizzati appaiono poi sul cartaceo. Il brutto e che scomparirà tra breve anche il tradizionale giornale(cartaceo). Oggi già settimanali americani come il TIME (presto) il NEWSWEEK sono diventati on line. Per concludere Franco,per quanto riguarda il mestiere di Alessandro si parla di lavoro manuale, fatto con estro a tirature limitare.

  21. edis.maria scrive:

    Alessandro ti invidio profondamente , perchè hai delle mani preziose capaci di realizzare oggetti così personali. Io sono completamente una ” frana” nell’uso delle mie mani,in qualsiasi lavoro manuale! Spesso mi sono trovata in imbarazzo anche solo nel confezionare un pacco! Figurati!

  22. alessandro31.rm scrive:

    Franco siamo nel campo della migliore resa, siamo nell’editoria che esula dal mio voler esaltare la mano dell’uomo; avere un buon libro stampato con buona carta e ricercati caratteri leggibili quella si è editoria,ma avere la posta intasata da publicità stampata, quella è mondezza che comunque esulano dal concetto del sapere delle mani.

  23. franco muzzioli scrive:

    E’ chiaro che il miniato o anche le acqueforti ,le litografie, le xilografie, sono forme d’arte, dove agise il pittore .Lavora la pergamena, incide il legno, la lastra di rame con la perizia del grafico ,ma con la mano dell’artista. Mi riferivo a quei lavori più tipografici, che ora sono realizzati con mezzi più sofisticati e di miglior resa.

  24. alessandro31.rm scrive:

    Rispondo ancora visto che la mia risposta per Franco non passa:
    Si certo ci sono dei pantografi tridimensionali ad altissima precisione e velocità, ma è una macchina che con la passione non centra proprio nulla; il prodotto fatto a mano si distingue sempre, poi io nostalgico e romantico mi sono prefisso di esaltare il passato. Vuoi mettere una pergamena scritta a mano e miniata da una stampata in rotolitografia……… non ci sono paragoni, e in tutto l’artigianato è cosi.

  25. alessandro31.rm scrive:

    Commenti abilitati

    Ho risposto Franco, ma avendo postato la risposta da un altro pc il commento è in moderazione.

  26. marc52 scrive:

    Commenti abilitati
    alessandro, molto interessante il tuo lavoro, magari un po ripetitvo alla fine, nel momento del risultato finale(con il bilanciere). Ma…creativo, nella parte iniziale, dove devi incidere con ii bulino il tuo stampo. Intanto, hai sodisfatto la curiosita anche di Alba che voleva conscere i vari passaggi. Poi trovo molto bella l’ncisione in rilievo senza inchiostro molto fine ed elegante. Grazie.

  27. alessandro31 scrive:

    Ma certo che si Franco, ci sono dei pantografi compiuterizati che rasentano la perfezione, ma io sono un imperdonabile nostalgico e un romantico, non m’interessa la perfezione della macchina, ma il valore dell’essere umano, e poi vuoi mettere un prodotto fatto da una macchina o una pergamena scritta e miniata a mano? Poi la differenza si nota e come e questo vale per tutto l’artigianato, vestiti,scarpe, gioielli,mobili e quant’altro, è il valore dell’artigianato italiano che non si deve perdere.

    grazie a tutti

  28. franco muzzioli scrive:

    Volevo chiedere ad Alessandro…… non ci sono ora dei metodi compiuterizzati dove parti da una grafica, disegno, foto o altro e attraverso uno scanner passi alla realizzazione non manuale di un negativo per stampa, in gomma , pressofusione o altro?

  29. alessandro31 scrive:

    PER MARC52 DA PARTE DI ALESSANDRO31

    di Alessandro Giare’…

    Descrizione tecnica

    La rilievografia a punzone con cui stampo tutti i miei lavori si compone di due fasi ben distinte:
    1. l’esecuzione della matrice di stampa o punzone e
    2. l’esecuzione della stampa a colpo con bilanciere manuale.

    La matrice o punzone.
    Si esegue disegnando a mano libera o trasferendo una traccia che andrà poi ridisegnata su un blocchetto di metallo di cm. 7 x 10 spesso 2,5cm.
    La traccia può essere, il un testo di biglietto da visita, uno stemma araldico, il testo di una partecipazione di nozze, sigle per personalizzare scatole e cartoncini vari; stabilita la traccia, si procede all’incisione con i bulini (utensile manuale usato da incisori e orafi), intagliando con grazia d’intaglio in profondità, ultimato l’intaglio si leviga a lucido la matrice, finalmente pronta per la stampa ( notare che la matrice è negativa ).

    La stampa
    Si avvale di una pressione a colpo data da un bilanciere manuale. Dopo aver preparato la “contro-matrice” in cartone spesso e duro, positiva e, si procede all’inchiostrazione della matrice con l’utilizzo di un pennello e colori speciali. Terminata la fase di inchiostrazione si pulisce per strofinamento con della carta velina , così i colori rimangono solo nell’incisione. La fase successiva prevede che si interponga tra matrice e contromarce il cartoncino o foglio, si da il colpo di bilancere ( o pressa a colpo ) e il risultato è che la contro matrice spinge la carta nella matrice rilevando il calco del disegno e dei colori, ottenendo cosi effetto rilievo in colore, effetto che si può ottenere anche a secco senza inchiostri.
    Stampa di gran pregio, raffinata ed elegante, produzione limitata a centinaia di copie giornaliere perche per ogni stampa si ripetono le stesse operazioni.

  30. alessandro31.rm scrive:

    ” Sono esperienze che impreziosiscono la ragnatela variopinta dei mestieri della nostra Italia che creava ”

    Che creava……Il mio disappunto è proprio questo, perchè disperdere questo patrimonio di saperi che hanno fatto dell’Italia un paese dell’eccellenza; capisco e accetto che l’aumento dei consumi e dei costi portino ad una industrializzazione sempre più spinta snaturando il valore del prodotto, ma perchè cancellare! anzi bisogna esaltare e trasmettere almeno la conoscenza che non esiste; perciò ben vengano le mani di Titina, dello scalpellino, del calzolaio, della ricamatrice,pellettiere,intagliatore,falegname,ecc.ecc.un universo di saperi che non deve essere assolutamente disperso.

  31. Giulio Salvatori scrive:

    Bravo Alessandro,una grande e preziosa testimonianza.Credo che tutti noi abbiamo imparato il mestiere con gli occhi.Sono fermamente convinto che sia quell’Università della via che non si studia in nessun libro, ma è stampata nell’irto sentiero dell’esperienza, del sacrificio, della passione. Spesso è stata imparata per la necessità sotto la guida atavica dei nostri nonni.Sono esperienze che impreziosiscono la ragnatela variopinta dei mestieri della nostra Italia che creava .Grazie ancora.

  32. paolacon scrive:

    Titì raccontaci del tombolo per piacere, è un’arte “antica” ci piacerebbe tanto saperne di più

  33. Titina scrive:

    Molto molto interessante … la trasmissione dei saperi, in questo caso “Il sapere delle mani”è una ricchezza che tutti noi (con qualche anno in più) abbiamo a iosa e che dovremmo elargire a piene mani ai nostri figli, ai nipoti, come hanno fatto il papà e il nonno di Alessandro. Io, per esempio, amo moltissimo il bricolage e, a dire il vero, sono anche abbastanza brava; la mia nipotina (13 anni) mi ha sempre imitata e ora dà sfogo alla sua creatività, realizzando delle belle cose. Devo invece fare mea culpa per non avere insistito ad insegnarle il tombolo isernino che ho imparato a lavorare all’età di 8 anni e ancora lo lavoro … L’espressione “Il sapere delle mani” è grandiosa, Alessandro … complimenti!!!!

  34. alba morsilli scrive:

    Con la semplicità che ti distingue hai parlato del nobile mestiere di tuo padre e nonno sapendo che quella è arte.Leggendo Luigi Calamatta di Civitavecchia un tuo coreggionale grande maestro dell’incisione gli diedero la medaglia d’oroper aver inciso la Gioconda.Tu devi parlare delle fasi di lavoro è interessante

  35. sandra .vi scrive:

    Molto bello questo creare con il “Sapere delle mani”e’ una professione stupenda di tanta soddisfazione,e tu Alessandro l’hai descritta molto bene.Questo pensare,disegnare ,incidere,stampare ,da l’idea di vedere le mani che corrono veloci …..un colpo e….ecco la copia stampata .Grazie a Paola per aver postato l’articolo di Alessandro.

  36. franco muzzioli scrive:

    Sarei curioso di sapere che cosa hai”rubato”….non sarai diventato un famoso falsario ? Ehehe!
    A parte gli scherzi bell’affresco .

  37. marc52 scrive:

    Alessandro, molto bello e dettagliato, il tuo racconto di ragazzo di bottega. E’… molto interessante l’arte artigianale che hai appreso da tuo nonno e tuo padre. Sei un ‘artista del bulino. Io a casa posseggo tre acqueforti e una xilografia del mio lago, so che la xilografia usa una matrice in legno come si usava una volta. Trovo che il tuo sia un mestiere sempre in auge, anzi, rivalutato nelle scuole e per pochi adepti. complimenti sei un artigiano artista con le mani d’oro. Sarebbe bello vedere uno dei tuoi disegni che da matrice hai riportato su carta.
    Vorrei inserire un filmato preso da you tube sulla preparazione di un’acquaforte l’immagine rimane sempre più immediata è fa capire meglio il tipo di lavoro artistico(il disegno) ma anche artigianale che sta dietro, molto spesso ad un’opera d’arte. Come dici tu fantasia, disegno, manualità, padronanza del mestiere.

    Galleria Immagini – le Acqueforti Originali della città d’Arte di Firenze –
    http://youtu.be/zEe1CzJZjt4

  38. Lorenzo.rm scrive:

    Che bell’articolo, Alessandro. Un vero piccolo capolavoro. Grazie.

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