Ho notato con piacere che il post “la vecchia valigia” di Titina, ha suscitato interesse in molti degli Eldyani ed evocato ricordi.
Ricordi di emigrazione, di tempi diversi, più o meno difficili, di racconti, di nonni, di zii, o di vicini di casa, di amici di amici.
Ognuno di noi credo abbia qualcosa da narrare e che il richiamo di questo breve scritto ha riportato alla mente.
Io una storia ce l’ho, ma lascio lo spazio a quegli altri che ne hanno anche loro una. Poi vi racconterò la mia, se volete.

Coraggio, lo spazio è vostro.

Un piccolo aneddoto
Quando Albert Einstein sbarcò negli Stati Uniti, come tutti gli emigrati, ricevette un modulo da compilare. Tra le molte domande cui bisognava rispondere ce ne era una che chiedeva:
“A quale razza appartieni?” E lui rispose: “A quella umana!”

 

La partenza



6 Commenti a “A voi la penna dei ricordi…”

  1. paul candiago scrive:

    Gentili Signori:
    dice il Fiume acqua passata non macina piu’.
    Penso sia tempo per vivere il tempo attuale che, per una ragione o l’altra, mostra che non si va per nulla bene a riguardo di come abbiamo impostato la Nazione per il futuro delle generazioni giovani.
    La responsabilita’?: a ognuno la sua risposta.
    La mia:una cultura e mentalita’ sociale vecchia di secoli e sbagliata,sotto molti aspetti politici e di impostazione economicaanche se di ceppo piu’ che mai geniale, ora mostra i frutti che da per non aver allargato la monocultura nazionale a dimensioni globali come lo hanno capito cinquant’anni fa molte altre nazioni.
    Buon Natale e buon Anno a tutti, Paul

  2. alessandro31 scrive:

    Il discorso e complesso e risale all’unità d’Italia, certe situazioni come la questione meridionale italiana o la questione africana sono volute: il meridione italiano ha foraggiato manodopera al nord, l’Africa ha foraggiato l’occidente di tante sue ricchezze …( e non dico depredato nei due casi )Mi sono imbattuto spesso nel nord in situazioni di altezzosa sufficenza anche verso me che sono romano figuriamoci verso gli attuali migranti e sarebbe ora di prendere in seria considerazione queste problematiche; ma credo che l’ostacolo maggiore oggi sia la paura nell’affrontarlo senza considerare che apparteniamo tutti alla stessa razza….. l’Umana.

  3. marc52 scrive:

    SIAMO NOI GLI EXTRACOMUNITARI DI UNA VOLTA
    La mia famiglia emigro da Avellino nel 1957. Mio padre aveva un negozio di parrucchiere da uomo e da donna. Sono stato un emigrante fortunato avevo 4 anni, Sono nato in una cittadina come Avellino non in un paesino sperduto dell’Irpinia mio padre aveva il suo negozio, i miei nonni avevano la campagna limitrofa alla citta. Non stavamo male! Fu quasi un voler cambiare per curiosità da parte di mio padre. mio zio brigadiere della finanza un pò fece da “diavolo tentatore.”
    Ci integrammo subito, si comincio a parlare subito l’italiano, nessun dialetto, tra le mura domestiche, anche perché mio padre con il suo lavoro era a contatto con un pubblico locale, si adeguo subito. mia madre, commessa in un negozio in svizzera, altrettanto. Noi seguivamo a ruota, con l’asilo prima, e con le scuole dopo. Pero… ho visto tanti miei amici essere chiamati “terroni,” vivere in case fatiscenti, avere una vita disagiata, trovare difficolta ad integrarsi. Nella vicina Svizzera gli italiani li chiamavano in modo dispregiativo “cingali.”Siamo stati un po’ gli “albanesi” degli anni 50/60.

    Emigranti http://youtu.be/Cqj0jhZdTlg

    DAMIANO MAZZONE in “EMIGRANTI” canzone (SICILIANA)
    http://youtu.be/rWtg41kNb1U

  4. Lorenzo.rm scrive:

    Certo, anch’io sono emigrato dalla mia terra, la Sicilia, non con la valigia avvolta nello spago come gli emigranti classici ma con una valigia sola. E sono diventato subito un cittadino romano. E lo sono sempre e ancora. Mai frequentati ambienti di nostalgici siciliani anche se talvolta mi piace parlare in dialetto, ma quasi sfottendo. Poi ho scelto la Sardegna come patria di elezione. Condivido il detto di Einstein: siamo tutti di una razza, quella umana, ma cerchiamo di vivere al meglio nel territorio che ci è stato concesso.

  5. elisabetta8mi scrive:

    Ilracconto di Titina ,ha rimosso molti ricordi tristi x tanti e non solo emigranti,,,ma nella poverta’ vi era tanta umanita’ che oggi sembra sia molto lontana da questa societa’ dell io,,e dell’essere,,Anche oggi la poverta’ esiste,,ma l’umanita’,,paola e Titina grazie ,,,avete rimosso un macigno,,mi auguro che la vera umanita’salti fuori.

  6. alessandro31 scrive:

    Non ho ricordi di parenti emigrati, ma di ricordi tristi ne posso citare molti, e non solo gli emigati hanno avuto una vita triste; ma anche chi non e migrato: Vero Paola apparteniamo alla razza umana ma……. forse allora tra gli emigranti c’era L’umanità quella che non c’è oggi.

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