Riprendiamo con un articolo di Marc52, che fa una riflessione sulla pubblicità, su quello che ci colpisce e quello invece che non fa impatto su di noi o che addirittura rifiutiamo.

La “casa del mulino bianco”

Riflettiamo un momento? Vorrei… riflettere su quanto la vita, la nostra società capitalistica, da importanza a certe cose abbastanza esteriori. Ma anche noi nel personale lo facciamo, forse perché educati, abituati, indirizzati, sull’apparenza. Il bell’aspetto ci compiace, ci fa piacere, ci fa accettare  di più il nostro interlocutore, “l’Altro”, ci illude.  Oggi, più di ieri, la pubblicità ci fa vedere case di professionisti, di impiegati, o quasi, mai di operai. Donne sempre in forma anche quando è presentato un prodotto per la linea di bellezza. La lavatrice che ha la serpentina piena di calcare, è tenuta da una massaia di bell’aspetto, in una  bella casa. Case da impiegati. Se pubblicizzano un prodotto sono tutti dedicati ad impiegate (non fanno mai vedere un’operaia).

Poi… c’è la famiglia del “Mulino bianco”. Casa felice, di famiglie felici, con figli felici, con al seguito animali felici. Non certo divorziati, separati che convivono divisi in casa.
Spesso se veniamo derubati, borseggiati, pensiamo ad un losco figuro, brutto,  trascurato, non pensiamo mai ad una persona distinta, dai modi gentili, dal vestire e dall’aspetto curato. Anche a livello psicologico siamo più propensi ad accettare persone di bell’aspetto piuttosto che persone sovrappeso, basse, sformate, trascurate e tendiamo, purtroppo, ad associare a persone cattive solo i brutti. E i poveri.

Ci rifletto… non so se nelle altre culture ci sia questo modo di vedere. Certamente ne siamo un po’ tutti inconsciamente, coinvolti. Può darsi che sia una cosa che prescinde dalla nostra cultura, dalla nostra educazione, intrinseca nell’essere umano.

Certo la nostra società porta carne al fuoco.
Ne rimaniamo quasi tutti influenzati.
Non è bello a dirsi ma… forse è cosi! Perché in fondo ci fermiamo alle prime apparenze, perché siamo, più o meno, cosi pronti a giudicare un nostro simile da come veste, da come è di aspetto?

È questa forse una forma di “razzismo” estetico?

Poi, molto spesso, conoscendo le persone, ci ricrediamo sulla loro indole, sui loro atteggiamenti e comportamenti.
Siamo veramente capaci, ma capaci, di accettare i nostri simili così come veramente sono, nel bello e nel brutto?
Siamo veramente capaci in questa società di accettare una pubblicità, più realista, fatta di persone comuni, anche sgradevoli a vedersi, proprio come siamo noi a volte?

Che ne pensate?

La famiglia felice…

e quella…
http://www.youtube.com/watch?v=VSPA4zPc2K8&hd=1

7 Commenti a “La “casa del mulino bianco” scritto da Marc52”

  1. alessandro32 scrive:

    Commenti abilitati

    ciao a tutti
    20 anni fa,viddi un cartone televisvo che mi colpì poi lo allontanai e lo misi nel cassetto dei ricordi; oggi ve lo racconto ‘ emblematico per charire il concetto senza tante parole.
    una moltidutine di omini che si accavallavano uno all’altro e i disparte un omino in una casetta checon un aggeggio sparava tanti piccoli razzetti che si conficcavano nella testa degli omini,che a loro volta s’inquadravano e marciavano compatti verso costruzioni; faccio presente che non era commentato, niente scritte o indicazioni, solo versi esclamativi degli omoni e iperativi dall’omino.
    Già 20 anni fa gia si capiva benissimo quale era la strada per il condizionamento delle persone, i sistemi televisivi e informatici…. e siamo stati condizionati tutti sia per il commerciale sia per altro ; senò non si capirebbe la lotta feroce che c’e stata e ancora ce per le frequenze televisive: e se notate la lotta adesso si è spostata sul web.

  2. rosmarie scrive:

    Articolo che invita alla meditazione!
    Perchè siamo tanto influenzati dalla pubblicità? Dov’è la nostra capacità di discernere, valutare cosa ci serve veramente? Perchè vogliamo a tutti i costi apparire e non essere mai di meno agli altri?
    Non dimentichiamoci mai che la pubblicità spesso è ingannevole, non rispecchia la realtà e alla fine la pagano i consumatori!

  3. sandra .vi scrive:

    Molto bello il tuo articolo Marc ,ma hai mai sentito dire che la pubblicita’e’l’anima del commercio? Ti pare che un prodotto venga reclamizzato se nn da una persona scelta ad hoc ,fior da fiore ,la miseria nn fa reclam .in quanto al canone Alba una presa in giro se ha un reddito minimo puoi permetterti un apparecchio TELEVISIVO

  4. elisabetta8.mi scrive:

    *Questo articolo è pura verta’,,,si Marco siamo nella societa’ dell’ apparire nn dell’essere,,Quanta tristezza in tutto questo belame,,i media fanno a pugni per farci vedere quello che puo’portaere soldi nelle loro tasche,,putroppo tanti nn riflettono e fanno il loro gioco,,io continuo a dire che bisogna recuperare i veri valori ,in quanto li abbiamo annullati,,x portare avanti solo l’apparenza che altro nn puo’ che farci scivolare sempre piu’ in basso,,il mio dispiacere piu’ grande è che stiamo passando ai giovani solo messaggi negativi,,,nn bisogna apparire ma ESSERE,,noi stessi,,Grazie Marco,,,

  5. franco muzzioli scrive:

    Caro Marc hai ragione , ma senza scomodare Lombroso , si può capovolgere il vecchio adagio che …”l’abito fa il monaco “….e come!
    Siamo in un mondo in cui l’apparire conta e anche noi che stigmatizziamo l’edonismo e la pubblicità , cerchiamo nel nostro piccolo di curarci nel vestire, dando l’impressione dell’ordine e non della trascuratezza.
    I poveri brutti e cattivi ,sono nell’immaginario comune.
    Se ti suona alla porta un ceffo con la barba incolta , sporco e malvestito, non pensi certo che sotto quei panni repellenti si annida l’animo di un poeta, la prima reazione è di sospetto e repulsione. Se invece suona alla porta una persona ordinata ,ben vestita ,dai comportamenti civili e dall’aspetto nobile , può essetre il peggior delinquente della terra , ma il primo approccio è diverso.
    Non c’è quindi da stupirsi se il “mercato” ti mostra case e persone da “mulino bianco” e non gli appartamentini disadorni di un operaio disoccupato.
    Si deve vendere e……si devono far desiderare le belle cose!
    Poi scatteranno per i singoli le giuste rivendicazioni sulla diversità di classe , sulla ghettizzazione della povertà……ma siamo in questo tipo di mondo ….e la lotta politica non è la stessa cosa che …….acquistar merendine.

  6. Lorenzo.rm scrive:

    Mario, hai posto un problema dalle tante sfaccettature: promozione pubblicitaria, di quale tipo, categorie sociali a cui è rivolta, se è “giusta” o no. In questi periodi di crisi, guardare spassionatamente i messaggi pubblicitari non è facile: spesso ci si sente prendere dall’ira e qualche volta verrebbe voglia di cambiare integralmente messaggi e promotori. Vedrai che aggiusteranno man mano il tiro corrispondendo alle nuove situazioni e adeguando i messaggi ai risultati raggiunti. Ritorno a quanto dicevo prima: uno che è completamente sereno e non ha interessi in gioco si sente spesso completamente estraneo e ha voglia di arrabbiarsi di brutto. Ma non è il caso, naturalmente. Tu hai buttato un bel sasso nello stagno e dobbiamo essertene grati.

  7. alba morsilli scrive:

    il tuo articolo conciglia con il mio pensiero sulla pubblicità del canone Rai.
    è una pubblicità ingannevole “il canone si deve il canone si vede” sappiamo tutti che è una imposta mal diregita.
    ma quella che vediamo nel spot è terrorismo mediatico.
    Tra le righe si legge senza canone non c’è tv.
    Gli ultrasettanta cinquenni con un dedito da (6 mila euro l’anno sono esenti)cioè i morti di fame.
    La pubblicità sta a noi mittenti usare il cervello non rispecchia mai la realtà, essi devono vendere e per far questo bisogna illudere la gente, a loro poco importa se le merendine fanno figli obesi.
    Però un lato positivo esiste crea tanti posti di lavoro,
    Non lasciamoci impappinare da tutte le apparenze di un spot
    mi viene voglia di dire “NON é ORO TUTTO QUELLO CHE LUCICA”

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