Buongiorno signora maschera

Il carnevale di Venezia, il più aristocratico carnevale del mondo!

Nasce nel 1094, lo testimonia un documento del Doge Vitale Falier.

La Serenissima, le oligarchie veneziane, riprendendo da panem et circenses (pane e circo, giochi, divertimento) dell’antica Roma, dando la possibilità ai suoi concittadini di potersi sfogare per allentare in molti casi le tensioni sociali, rivolgendosi soprattutto ai ceti più bassi.

Giochi, musica, balli in maschera. Con la possibilità dell’anonimato, dettate da maschere e costumi. Dando loro la possibilità di sfrenarsi anche in modo ironico e goliardico, prendendosi gioco di loro con irriverenze, nei confronti dell’aristocrazia, dei potenti e dei governanti.

Nel 1296, con un editto, il carnevale a Venezia diventa una festa pubblica, dichiarando festivo il giorno precedente la Quaresima.
Allora il carnevale cominciava il 26 dicembre e finiva al mercoledì delle ceneri. I cittadini si mascheravano nascondendo la propria identità, celando estrazione, ceto sociale, sesso, religione. I mascherati si adeguavano al loro mascheramento disinibendosi, diventando delle altre persone.

Anche il saluto diventava anonimo “buongiorno signora maschera”.

Pregiudizi, inibizioni e maldicenze si perdevano in un grande palcoscenico fatto di attori e spettatori.
Il 1271, segna la data di una vera produzione e  nascono scuole di tecniche per la costruzione delle maschere, con vari materiali quali l’argilla, la cartapesta, le garze, il gesso.

Nel XVIII secolo nascono maschere classiche come:

la Baùta: maschera bianca, con mantello nero, indossata da uomini e donne e che serviva per celare i corteggiamenti

Baùta

La Gnaga: travestimento da donna per gli uomini una maschera con le sembianze da gatta, unita ad abiti femminili

Gnaga

La Moretta: travestimento femminile con cappellino e un bottone in bocca (detta muto) e una piccola maschera di velluto nero

Moretta

Piazza san Marco, Riva dei Schiavoni e tutti i maggiori campi di Venezia erano i luoghi dove ci si divertiva, ci si sollazzava con scherzi, burla e spettacoli.

Il carnevale si svolgeva non solo in luoghi aperti, ma… anche in ville, case private, dove la trasgressione prendeva aspetti anche estremi.

Giacomo Casanova, grande libertino, ne faceva da padrone e emulatore.

Due manifestazioni all’interno del carnevale facevano da contorno:

La festa delle Marie, con la benedizione delle future sposehttp://www.youtube.com/watch?v=9sbf3kGjR0k&hd=1

e il Volo dell’Angelohttp://www.youtube.com/watch?v=BjXfiPSao3s&hd=1

Quest’ultima manifestazione fu attribuita, per la prima volta, all’esibizione di  un equilibrista turco, che traversò lo spazio che congiungeva Palazzo Ducale al campanile di San Marco, camminando in equilibrio su una corda, con un bilanciere da funambulo.

Quest’anno il carnevale veneziano è iniziato il 14 febbraio e termina il 4 di marzo, un evento mondiale, che raccoglie visitatori da tutto il mondo.

La realizzazione delle maschere è diventa una vera arte culturale che si tramanda da padre in figlio, con artisti artigiani che nelle loro botteghe e nei loro studi costruiscono delle vere opere d’arte. Insomma il carnevale più “aristocratico del mondo”,  un carnevale dove l’arte si unisce alla cultura e la tradizione è di casa.

Pietro Longhi Carnevale a Venezia


9 Commenti a “Buongiorno signora maschera scritto da Marc52”

  1. alessandro32 scrive:

    Buon giorno a tutti; certo il carnevale visto come la festa della satira è un bello spettacolo,Alba…. ma mi pare che siamo un po tutti mascherati e nessuno è disposto a togliersi la maschera che ci protegge.

  2. marc52 scrive:

    Ringrazio vivamente Paola, per la sua impostazione grafica (foto, video),un’impaginazione, una scelta di foto e video, veramente bella. Unita ad una sottile e dotta scelta musicale. Grazie Paola

  3. alba morsilli scrive:

    La crisi ecomonica e la voglia di dimenticarla, i sogni della gente e la paura di vederli volar via.
    La magia e riti voodoo per scacciare i problemi dell’Italia, investita da corruzzione, casta e mafia. Questo è il tema della sfilata dei carri di Viareggio.
    I maghi della carta pesta famosi a far satira e a fotografare la realtà italiana : Berlusconi sfilerà in tutte le salse pronto anche a combattere con i falchi e le colombe.
    Renzi indosserà i panni di Don Matteo, ma appariràanche come “Renzi il Magnifico”Enrico Letta sfilerà da Babbo Natale con una slitta carica di tasse, Angela Markel da befana.
    Tra il sorriso questa è la farsa del carnevale

  4. sandra .vi scrive:

    La maschera Milanese e’ rappresentata da Meneghino .
    Ci sono due versioniMENEGHINO e’ una maschera della commedia del’ARTE creato verso la meta’ del ‘700 da Carlo Maria Maggi il cui vero nome era DOMENICO -DOMENEGHIN -MENEGHIN ..L,altra versione dice che Meneghin era il servitore della domenica di quelle signore che ,nno potendo permettersi domestici,tenevano uno solo la domenica .MENEGA =MENEGHIN

  5. Lorenzo.rm scrive:

    Un bellissimo servizio, che vedo opportunamente integrato dai commenti. I miei ricordi mi rimandano a quando ero ragazzo e tutto un paese vicino Catania si trasfornava in lunghe linee di domino indossati da maschi e femmine senza alcuna distinzione. Si ballava in tutte le strade ed in tutti gli angoli e non ci si riconosceva. Alla fine l’ovvia presentazione. E allora la sorpresa di avere ballato con chi non ti aspettavi.

  6. edis.maria scrive:

    Grazie Paola di aver rallegrato i miei commenti con due belle illustrazioni!

  7. edis.maria scrive:

    I gianduiotti! l gianduiotto o giandujotto (in piemontese giandojòt, IPA [ʤandʊ’jɔt]) è un cioccolatino a forma di barca rovesciata composto con cioccolata di tipo gianduia che si produce a Torino. Solitamente è avvolto in carta dorata o argentata.
    Viene ottenuto impastando il cacao e lo zucchero con la famosa nocciola tonda gentile delle Langhe,rinomatissima per la sua qualità.

  8. edis.maria scrive:

    La maschera di Gianduja

    Origine, storia, tradizioni della maschera di Torino

    La più importante maschera piemontese è nata nel 1798 ad opera del burattinaio Gian Battista Sales che grande successo aveva a quel tempo con il suo burattino Giròni; causa le possibili allusioni antinapoleoniche con il nome del fratello dell’imperatore Napoleone, Gerolamo Bonaparte, (infatti in dialetto piemontese Gerolamo si dice Giròni) la maschera dovette cambiare nome.

    Un anno dopo il Sales scoprì a Callianetto, dove esiste il famoso ciabot (casupola), paesello fra le ridenti colline astigiane, un certo Giöan d’la douja così chiamato perchè in qualunque osteria entrasse il nostro Giovanni chiedeva un boccale (douja) di vino.

    Giöan d’la douja era un contadino simpatico, buono, schietto, arguto e furbo; un tipo dalla faccia rubizza, che vestiva con tanto di farsettone viola e brache di fustagno, in testa aveva un tricorno con un codino rivolto all’insù, sulla cui punta spiccava un nastrino rosso.
    Il suo nome di Giöan d’la douja fu presto abbreviato in Gianduja e da burattino di grande successo a maschera di Torino, i passaggi furono brevi.

    Gianduja è quindi il galantuomo allegro, con buon senso e coraggio che ama il buon vino e la buona tavola; è il personaggio popolare simpaticamente presente in tante manifestazioni torinesi; la sua compagna è Giacometta.

  9. franco muzzioli scrive:

    Anche nelle maschere si differenzia un popolo, a Venezia il colto ed intelligente carnevale si svolge tra domini e bautte ,tra frizzi discreti ed eleganze congenite.
    A Modena, terra di contadini , di salumi e di vini non raffinati , abbiamo le maschere che ci rappresentano meglio. Sandrone Pavirone ,contadino dalle scarpe grosse e dal cervello fino ,che arriva in città con tutta la famiglia da bravo patriarca e tutta la festa del giovedì grasso è il suo sproloquio metà in dialetto e metà in italiano (in italiacano…come dice lui) dal balcone del municipio.
    Sandrone Pavirone

Scrivi un commento
nota:  I COMMENTI DEVONO ESSERE PERTINENTI ALL ARGOMENTO A CUI SI RIFERISCONO E NON DEVONO ESSERE INSULTANTI PER CHI HA SCRITTO L'ARTICOLO O PER UN ALTRO COMMENTATORE