MATURITà, SI PARTE, oggi è il gran giorno!

Un pensiero ai quasi 500mila maturandi che affrontano stamani la prima prova dell’esame più importante della loro carriera scolastica: la maturità. Ed un ricordo…

C’è un film “La notte prima degli esami” che parla delle trepidazioni di fine adolescenza. Era un film in chiave comica, un po’ grottesca e surreale. Ma la paura e l’ansia c’erano tutte, anche se i ragazzi si nascondevano dietro un atteggiamento spavaldo.
Bene, questo pomeriggio si chattava un po’ in Eldy (con Lucia.tr e Franci) e noi, ormai nonne e lontane dall’apprensione degli esami, ci siamo ricordate che domani cominciano le grandi prove della “maturità”, per tutti gli studenti italiani.

L’esame fondamentale, la fine della carriera scolastica, poi l’indecisione per una scelta: il lavoro o il proseguimento degli studi.

 La fine di un ciclo importantissimo, formativo, impegnativo. Un alone di leggenda… il primo grande esame della vita.

Tutti gli esami sono importanti, sempre. Che siano stati quelli di quinta elementare, di terza media o di maturità,  hanno visto i ragazzi applicarsi a fondo e mettersi alla prova.

Tutti gli esami che si sostengono alla fine di un ciclo scolastico rappresentano una fine ed un principio.
Ma questo è una sorta di battesimo del fuoco perché, “dopo”, è la vita che aspetta al varco.

In un primo momento non volevo sottolineare questo evento, qui in Parliamone, ma poi mi sono ricordata di me, di come ho affrontato la prova, dell’inquietudine e dell’incertezza, e del senso di liberazione una volta terminata. Allora mi sono ricordata di tante cose, di tanti attimi messi in un cassetto dell’anima, della corsa per non arrivare tardi, delle attenzioni affettuose dei miei genitori e della loro partecipazione alle mie ansie.

Il ricordo della maturità è un composto di mito e nostalgia. La prima grande prova della vita superata. La sensazione che tutto stia per cambiare ed in effetti cambierà. L’odore dei libri sottolineati e risottolineati. I bignami. Le perfette strategie per copiare che inevitabilmente naufragarono. Tutti i rituali coscienziosamente seguiti  per sfuggire alla sfortuna. I quadri con i voti appesi alla parete e guardati col cuore a mille.
Sono sicura che siano poche le persone che non rammentano gli esami sostenuti, in particolare quello di maturità, l’esame per antonomasia.

Sembra che il 6% degli italiani, che l’hanno superato da tempo, sogni ancora questo mitico e terribile esame.
È possibile che questo accada, perché legato ad anni formativi e fondamentali per la crescita di ciascuno di noi, e vissuti con intensità.
Eppure, gli esami scolastici, soprattutto una volta passati, come appaiono  più semplici, confrontati con quelli della vita.
Ma chissà se, rifacendoli, saremmo promossi e “maturati”.

Ci si domanda anche quanto utili siano questi esami, se lo sono davvero, che importanza abbia affrontare una simile prova.
Ne discuterei e ci riflettere su volentieri. Che ne pensano gli eldyani?
Ma poi torniamo ai ricordi…

E voi, che ricordi avete dei vostri esami? Vi fa voglia di raccontare?
In ogni caso un grande “in bocca al lupo”! ai giovani.

21 Commenti a “Auguri di cuore ragazzi, oggi è il gran giorno!”

  1. mario33,co scrive:

    COME DICI TU: TUTTO DA SFATARE LUCIA!!!!Per la prima volta nella storia una donna ha raggiunto una posizione di alto livello internazionale all’interno della comunità matematica. Si tratta della norvegese Ragni Piene da poco eletta a rappresentare i matematici di tutta la scandinavia presso l’IMU, l’International Mathematical Union. Sembrerebbe un bel segno che qualcosa sta cambiando rispetto alla tradizionale convinzione che le donne non sono “portate per la matematica”.
    Ma sarà poi vero? In realtà se si va a guardare le cattedre universitarie in Europa si vede che la percentuale di quelle affidate a donne si aggira intorno al 2 per cento, laddove le donne laureate in matematica raggiungono quasi il quaranta per cento. Se poi si scende negli anni e si arriva all’infanzia e alla preadolescenza si scopre da test e riscontri di tipo scolastico che le bambine e i bambini riescono in matematica esattamente allo stesso modo.
    E allora dove sta l’inghippo? Difficile pensare che ci siano ragioni di tipo biologico come molti (uomini) vogliono pensare e alcuni hanno anche cercato di dimostrare, alimentando la leggenda di un “gene maschile della matematica”.
    Una biologia che si manifesta intorno ai tredici anni (questa è l’età in cui apparentemente le ragazze cominciano a perdere interesse per la matematica) risulta quanto meno curiosa. Restano dunque le motivazioni di carattere psicologico, sociale e familiare.
    Matematica al femminile
    Tratto da Scienza esperienza 19 marzo 2004
    Silvia Annaratone DATATO? MA… SICURAMETE LE COSE DOPO 10 ANNI SARANNO CAMBIATE A FAVORE DELLE DONNE!!!! QUINDI?

  2. lucia1.Tr scrive:

    Gli esami fra pochi giorni finiranno e, la maggior parte degli studenti che andranno all’università ha già fatto la scelta della facoltà, affrontando test che non sempre facili da superare. Mario33,co giustamente afferma che le donne sono più portate per lo studio e riescono a terminare gli studi con successo. Nel liceo classico che frequenta mia nipote, alcune ragazze, molto brave in matematica, sono state ostacolate dai genitori nella scelta di una facoltà scientifica con la motivazione: “ No, meglio di no, non fa per te, per una donna meglio una facoltà umanistica…”
    Ritengo quest’atteggiamento un grave errore, è provata l’equivalenza dei due generi, perché i cervelli maschili e femminili hanno la stessa capacità, le donne hanno un potenziale equivalente a quello dei maschi, il pregiudizio esiste e la scalata ai vertici della carriera per le donne è ancora difficile. Margherita Hack disse una cosa molto bella: “Alle donne soprattutto manca la grinta, una forma di autostima che è necessaria per progredire. Uno deve credere in quello che fa».

  3. franco muzzioli scrive:

    Cara Lucia ,non ho emozioni di quel tipo , è stato ,per me, molto più importante e qualificante, il primo giorno di lavoro ,la senzasione di una responsabilità che non era supportata dai genitori, la soddisfazione che ad un’attività intellettuale o manuale che fosse corrispondeva una mercede.
    Era la libertà , era l’indipendenza.
    Ecco perchè tanti giovani si sentono frustrati ,perchè rimangono con quel pezzo di carta in mano che li fa rimanere nell’eterna condizione di figlio/studente .
    Poi …se vogliamo….la scuola continua nella vita, giorno per giorno, con esami di “maturità” quotidiani………

  4. mario33,co scrive:

    Cara Alba, sei una grande donna! Sei per me la migliore di Eldy! Vedi… chi ha il pane non ha i denti, chi ha i denti non ha il pane. Io non mi sono diplomato ho fatto solo due anni di superiori non andavo male a scuola, risultavo intelligente, ma… svogliato. Erano gli anni dei Beatres, dei Rolling Stones, del rock. Mi sono fatto prendere dalla musica con un gruppetto di amici. Contemporaneamente ho scoperto la fotografia, ho girato tutto Como in cerca di un lavoro come ragazzo da bottega, che poi trovai. a 15 anni mi ritrovai a fare il tira piedi di uno dei più bravi fotografi della mia città. Con il senno del poi non potevo continuare gli studi? almeno diplomarmi? mi prendeva la matematica, leggevo molto, ero interessato a tutto quello che vita mi dava, ero curioso di tutto, i miei genitori fecero di tutto per invogliarono a continuare, ma, io avevo preso la mia decisione. Penso a te, che hai pianto per voler continuare gli studi! Le circostanze della vita non te lo hanno permesso. Penso cosa saresti potuta diventata con la tua curiosità della vita, con la tua intelligenza. Sono stato un asino a non diplomarmi! penso che voi donne (vedo mia nipote che fa l’università, ad ogni esame porta 30), vi è più congeniale lo studio. Insomma… voi donna/ragazze, per lo studio avete una marcia in più. Riuscite più di noi uomini. BRAVA ALBA!!!!!!

  5. lucia1.Tr scrive:

    No, carissimo Franco, l’esame di maturità è una prova unica e rimane indelebile in (quasi) tutti quelli che l’hanno affrontato. Segna una tappa importante per i giovani studenti, è la prima volta che si trovano davanti ad una commissione d’esame che non conoscono e devono dimostrare di aver acquisito, attraverso lo studio delle varie discipline, una maturità che permetterà loro di proseguire gli studi o di fare scelte lavorative. E’ una porta che si apre verso un futuro che non si conosce, finalmente finisce la dipendenza figlio-studente, inizia il tempo delle scelte autonome, è la prova della vita. Per questo non scordiamo questa prova e torniamo a sognarla con la paura e l’angoscia dei tempi passati.

  6. franco muzzioli scrive:

    Carissimi , ma volete mettere cinque anni di “studio” ,chiamiamolo così e cinquanta, sessanta e più anni di letture , ascolti, rapporti umani , esperienze……ma non c’è paragone scherziamo!

  7. alba morsilli scrive:

    vedi Gugliemo il mio non è piangersi adosso, tuttaltro sono orgogliosa di me stessa quello che sono riuscita a fare.
    poi oggi si parla di matutrità ed io per il passao vissuto l’ansia del giorno prima con i miei figli, si perchè io che facevo da padre e da madre lavorando di notte per essere libera di giorno per poteli seguire, hanno dato anche loro gli esami di stato, il maschio è geometra ed ora ha un attività molto avviata, la prima femmina è maestra elentare con indirizzo psicologico, anche se poi ha scelto un’altra strada e io ho sostenuto anche il suo nuovo cammino, ora è modellista da PRADA da molti anni, la più piccola è segretaria di azienda e svolge attuale lavoro.
    Come vedi una madre alleva tre figli senza diploma

  8. lucia1.Tr scrive:

    Voglio complimentarmi con Alba, un commento che mi ha commosso e fatto riflettere, uno spaccato della società dei primi anni sessanta, quando le famiglie non avevano le risorse per far studiare i figli, sono certa che il suo esame di quinta ha un valore in più rispetto ai diplomi presi senza nessun impegno. Gli scritti di Alba denotano una preparazione che va oltre le conoscenze scolastiche, e la sua voglia di sapere, d’informarsi, di partecipare ai commenti, è una dimostrazione che, nella vita, non si finisce mai d’imparare e che tutti possiamo portare un contributo importante nella società.

  9. alfred-sandro1.ge scrive:

    Potevo studiare e non l’ho fatto:
    posso solo dire mea culpa.
    Si era poveri ma la vita è lunga.
    molti come me hanno saputo sacrificarsi,
    studiare e lavorare, lavorare e studiare la sera,
    la notte.
    Non l’ho fatto. ho letto molto , non studiato ed ora sento la mancanza di quelle base.
    Non incolpo nessuno perchè una cosa importante
    l’ho imparata: se vuoi imparare, capire, migliorarti, hai
    tutti i mezzi per farlo, basta volerlo.
    È importante capire dove di vuole arrivare e come ci si vuole andare.

  10. franco muzzioli scrive:

    Paola mi ha invitato a raccontare, proverò a farlo nella maniera più sintetica possibile.
    Premetto che avevo “passati” tutti i cinque anni in un idilliaco 6 furbetto, che mi permise di non andare mai a ottobre.
    All’esame di stato (cioè il quinto anno) , le cose erano un pò cambiate, avevo conosciuto Anna e le giornate passavano più che sui libri in lunghe e piacevoli slimonate .
    Poi c’era il problema di “diritto” , il nuovo prof. era di corta momoria e di grande “bontà”. Nel primo trimestre mi interrogò “Muzzioli che cosa hai preparato ?” “L’usucapione prof!” (era l’unico argomento che avevo studiato).Infatti ottima figura ! Nel secondo trimestre stessa domanda e stessa risposta, nel terzo trimestre idem come sopra.
    Quel luglio (perchè la maturità allora si faceva in quel mese), il caldo era insopportabile , mi ricordo la sera prima in mutande a cercar di studiare un pò di diritto , che tranne l’usucapione ,era per me materia sconosciuta .
    Venne il mattino ed ero allucinato e stanco, ero uno dei primi ad essere interrogato. Mia nonna vedendomi così abbacchiato mi diede una pasticca di simpamina ,dicendomi “Vedrai che ti tira su”.
    Come forse sapete questo euforizzante passata qualche ora fa l’effetto contrario.
    Per una strana cabala di lettere estratte , invece che essere “uno dei primi”, sono stato “uno degli ultimi “.
    In diritto mi chiesero “le servitù prediali”non sapevo neppure facessero parte del diritto, bofonchia qualcosa cercando di collegarmi con l’usucapione , che in qualche modo ha attinenza , ma dando l’impressione a chi mi interrogava del caos totale.
    Venne subito dopo l’esame orale di “costruzioni”…qualcosa sapevo, ma l’intontimento era tale che guardavo con gli occhi sbarrati l’esaminatore ,ripedendo, credo, sempre la solita frase…..ergo a ottobre in diritto e costruzioni.
    Sono diventato geometra , quindi ad ottobre tutto OK! Ma non è che mi sia rimasto un gran bel ricordo della mia “poca” maturità!!!!

  11. gugli scrive:

    Alba la mia (Università, è stata quella della vita come la tua). Non dobbiamo piangerci addosso non avendo avuto i mezzi per studiare, ma la vita ci ha dato tante oppurtunità nell’apprendere e far si che il mio intelletto imparava, per quanto mi riguarda nel cammino della vita ho incontrato tante persone… dove non capivo…, domandavo a loro e leggevo tanto, cosi piano piano mi sono fatto una cultura generale (diciamo un autodidatta). Quindi Alba non mi sentio sconfitto,e nemmeno inferiore a nessuno, perchè non ho potuto studiare come vedi la vita mi ha dato tante altre opportunità di sapere. Concludo Alba mai scordare il passato…però nemmeno piangerci addosso. Esami ne ho ancora da fare….questa è l’università della vita.E come diceva Edoardo gli esami non finiscono mai. Ti saluto.

  12. mario33,co scrive:

    “L’ottanta per cento di un esame si basa sull’unica lezione a cui non sei andato, nella quale si parlava dell’unico libro che non hai letto.”
    (Arthur Bloch)

    Agitazione, voglia di finire. Trepidazione, speranza di non essere proprio il primo a dover parlare.
    E poi gioia, per avercela fatta. Emozione che – così com’è – non torna più.
    Eh sì! Perché se decidi di iscriverti all’università, un esame dopo l’altro sarà un’altra cosa ancora.
    Quindi goditi questi giorni. Vivi fino in fondo ogni sensazione.
    Calmati, ricomincia da capo se non sei proprio sicuro.
    Oppure lascia andare gli appunti. Segui ciò che senti dentro.
    Assecondati. E poi affronta tutto quanto. Perché lo sai fare.
    (Vittoria Coppola)

  13. alba morsilli scrive:

    Ho quasi vergogna di fronte a tanti ex maturandi ricordare i miei piccoli esami di 5 elementare, allora si diceva la licenza elementare perchè molti di noi bambini avevamo finito di studiare(non vi erano i mezzi e se vi erano si dava la precedenza ai figli maschi)tu eri una donna destinata alla famiglia e alla casa non serve studiare.
    Ecco come noi donne come eravamo calcolate.
    Perciò all’età di 11anni mi avviai nel mondo del lavoro, non hai ancora le ossa fatte, non importa ma tu devi rendere.
    Come un film mi rivedo, mi distinguevo dalle altre bimbe perchè ero gia goffamente formata sembravo più grande della mia età.
    Ero molto brava a scuola mi piaceva studiare mi veniva facile e poi tanta memoria.
    La maestra mi preparò anche agli esami di ammisione per proseguire sperando che qualcuno mi aiutasse, lo disse anche al mio papà ma lui per tutta risposta mi strinse al petto.
    le lacrime iniziarono a scendere non ce la facevo a fermarmi, mi sentivo come una condanata a morte.
    Mi risuonano ancora oggi le parole della bidella “io in tanti anni di lavoro non ho mai visto piangere una che lascia la scuola “Cari Maturandi di oggi e di ieri non sapete che cosa significa non provare le ansie le paure di affrontare l’esame.
    é vero ogniuno sente il proprio ma a noi che è mancato questa opportunità vi invidiamo anche se la vita mi ha portato a fare esami molti più grandi con scelte molto difficili.

  14. lucia1.Tr scrive:

    Ne è passato di tempo da quando ho affrontato questo esame… La notte prima degli esami, non andai al cinema, non uscii con il fidanzatino, perché i miei non me lo consentivano, non andai in giro con l’auto, perché i ragazzi non avevano l’auto e soprattutto non navigavo nella rete a caccia di qualche traccia per il tema, perché allora non esistevano i computer, mi limitai a ripassare per l’ennesima volta il programma di esame. Dopo giorni di paura e di ansia tremenda, venne il giorno degli esami. Ricordo molto bene, erano gli anni ’60, le prove scritte d’italiano, di latino e di matematica, la traccia del tema d’italiano: “Il sentimento dell’infinito nella poesia leopardiana”. Un argomento che avevamo trattato a lungo durante l’anno scolastico, cercai di scrivere con precisione e facendo molte valutazioni personali, lo rilessi tante volte prima della consegna, a tal punto che, una volta tornata a casa, riuscii a copiarlo senza grande difficoltà. Tutto si svolse tranquillamente, riportai risultati soddisfacenti e il ricordo di quegli anni mi è caro, credo nella scuola pubblica e reputo il lavoro degli insegnanti degno di riconoscimento e di apprezzamento.

  15. gianna scrive:

    Auguri infiniti ai nostri giovani,oggi rimane un giorno molto importante , e di forti emozioni ma sara’ per la laurea, la partenza per un vostro futuro di vita, “quel pezzo di carta” è importante dove incomincerete a costruire il vostro futuro, in bocca al lupo a tutti !!

  16. paolacon scrive:

    Raccontacele, se ti va, è vita vissuta, Franco

  17. franco muzzioli scrive:

    Sì in bocca al lupo !
    Ma non li invidio neppure per l’età, a diciotto anni non si è ne carne ne pesce , tante idee , tante sperenze , tanta confusione , preferisco età diverse ,più mature ,più consapevoli.
    L’esame poi…ho già avuto occasione di raccontarlo, entra nei miei incubi , forse perchè l’ho vissuto male.
    Roba lontana…..mi ricordo solo l’ultima studiata in mutande percè faceva un caldo infernale……e allora non c’erano i condizionatori.
    Ricordo più volentieri altri “esami” della vita…altre maturità!

  18. sandra .vi scrive:

    Un augurio a tutti i ragazzi che in questi giorni stanno affrontando gli esami di maturita’.Vengo dalla GRECIA ,ho seguito con trepidazione quelli di mio nipote .sno nandati magnificamente auguro a tutti voi lo stesso risultato.Ricordo i miei esami,l;ansia dei giorni d’attesa ,
    la mia fortuna era che tutta l;agitazione spariva completamente il giorno degli esami ,diventavo calmissima /Ricordo una mia compagna continuava prendere simpamina per restare sveglia ,un mattina ,appoggiata la testa sul banco si addormento’ .Era un esame di storia.

  19. lucia1.Tr scrive:

    Ora i nostri ragazzi sono al lavoro, fuori da tante previsioni, per il tema letterario è stato scelto Quasimodo. Del poeta siciliano vengono sottoposti agli studenti i versi «ride la gazza nera sugli aranci», dalla raccolta “Ed è subito sera”
    Endecasillabi immaginifici quelli di Salvatore Quasimodo, portatori di ricordi che riescono a farsi vivi e pulsanti. E così riaffiora il profumo di zagare fino a stordire, con l’acqua mossa del pozzo a sottolineare l’onda di marea, nero e arancio a confondersi giocando tra i rami. Una Sicilia fanciulla, mitica, leggera. Un bellissimo “ricordo”, un tassello che “torna al cuore”.
    …..E tu vento del sud forte di zàgare,
    spingi la luna dove nudi dormono
    fanciulli, forza il puledro sui campi
    umidi d’orme di cavalle, apri
    il mare, alza le nuvole dagli alberi:
    già l’airone s’avanza verso l’acqua
    e fiuta lento il fango tra le spine,
    ride la gazza, nera sugli aranci.”
    (Salvatore Quasimodo)

  20. Lorenzo.rm scrive:

    Sì, ragazzi, tanti auguri. Oggi è un giorno importantissimo per voi, come lo è stato per i vostri genitori e per i vostri nonni. Come lo è per tutte le prove importanti della vita. E non fatevi fuorviare da chi vi dice che, tanto è inutile, che il “pezzo di carta” non vale niente. Studiate e provatevi. La fortuna c’è, ma anche la preparazione. Grazie, Paola.

  21. lucia1.Tr scrive:

    In bocca al lupo ragazzi, è giunto il grande giorno, è solo una tappa importante, gli esami non finiscono mai… Non è ancora giorno, sono certa che molti non avranno dormito poco, ricordo con un pizzico di nostalgia la febbrile attesa della vigilia, il sonno agitato, i pronostici sul titolo del tema. L’esame di maturità continua a riapparire nei sogni di molti di noi, a volte come un incubo, come la prova più importante che segna la fine del figlio studente e apre a un mondo nuovo, in cui saremo chiamati a fare scelte che determineranno il nostro futuro. Ora aspetto di conoscere la traccia del tema, poi tornerò a commentare di nuovo, a dopo!

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