LEGGENDE...

Belle le leggende del nostro Paese… Bracco ce ne ripropone un’altra, raccontata da Paolo Marzi.

Continuiamo il viaggio nella storia e nelle leggende del nostro “Belpaese”.
Ancora una volta Paolo Marzi ci racconta, in modo semplice e comprensibile, un’altra storia, un’altra leggenda della Garfagnana e nel suo racconto c’è tutta la passione per questa valle.
E’ bene ricordare che le leggende traggono il loro contenuto dalle vicende di una comunità, da eventi che si presumono realmente accaduti, da fatti storici. Le leggende hanno una posizione precisa nel tempo, una determinazione di luoghi, date e personaggi.
In questo blog ritengo sia interessante questo tipo di narrazione perché appartiene a un genere popolare che più degli altri era raccontato per le vie e per le piazze. Intorno a uno stesso evento ciascuna regione, ciascun paese elaborava la “sua” leggenda inserendo notizie e aggiungendo informazioni diverse. In questi racconti perciò ognuno può ritrovare qualcosa di magico che lo ricollega alla propria terra.
Infatti, a supporto di quanto scritto sopra riporto integralmente il commento di un vostro caro amico, Giulio Salvatori, nel precedente racconto del Ponte del Diavolo:

“Si Bracco, le nomino spesso le Apuane, ma vista la tua capacità descrittiva, lascio a te la penna, da già che parlerai del Monte Procinto, non ti dimenticare il Monte Forato, semmai, ti sarò di supporto con qualche commento: Alla prossima”.

Il Monte Forato: la sua origine, la sua storia, la sua leggenda.

Tante cose nella Garfagnana sono uniche e meravigliose e proprio perché sempre sotto i nostri occhi poco le apprezziamo…Ad esempio, il monte Forato forse è unico nel suo genere mai però ci siamo domandati la sua origine e la sua storia.

Bene, allora facciamo un po’ di ordine. In passato era chiamato anche Penna o Pania Forata si trova (è bene dirlo) nonostante che sia ritenuto (giustamente) anche patrimonio garfagnino interamente nel comune di Stazzema (Versilia).
La geologia freddamente ci dice che: l’arco è naturale e cominciò a formarsi circa 220 milioni di anni fa e ci dice che la causa di ciò è dovuta dall’erosione di acqua e vento sulla roccia calcarea. Il monte ha una campata di 32 metri e lo spessore della roccia che forma l’arco è circa 8 metri mentre l’altezza è circa 12 metri. Da sempre, ha attirato scienziati, escursionisti e curiosi. Inoltre ha stimolato la fantasia popolare nella creazione di storie e di leggende sull’origine del foro stesso. Difatti si dice che un giorno San Pellegrino venne tentato dal diavolo a Bocca di Fornello (antico valico del sentiero tra Garfagnana e Frignano)  mentre era intento a costruire una grande croce di faggio che voleva sistemare bene in vista, sulla vetta dell’Alpe.
Dapprima si manifestò in un drago spaventoso con viscide squame e narici infuocate, poi lo stesso drago si trasformò in un’affascinante fanciulla che tentò di sedurre il santo, ma San Pellegrino rimase tranquillo per niente turbato dalla presenza di quelle strane creature di cui conosceva bene la natura e l’intento. Il diavolo decise allora di presentarsi di persona sotto il suo terribile aspetto e quando si trovò di fronte a San Pellegrino gli rifilò un bel ceffone, che lo fece girare tre volte su se stesso e cadere poi a terra tramortito.

L’eremita, ormai stanco delle angherie del diavolo, si alzò e ricambiò il ceffone con un altro più energico, che fece attraversare al diavolo tutta la valle del Serchio, mandandolo

a sbattere contro le Panie trapassandole da parte a parte.
L’impatto dette così origine a quella bizzarra apertura nella montagna oggi conosciuta come il monte Forato.

Ed infine ultima curiosità un quadro di Andrea Markò (pittore paesaggista di origini austriache) intitolato “Il monte forato nelle Alpi Apuane” del 1871 e conservato nel Museo di Palazzo Pitti a Firenze.
Gli onori quindi non finiscono mai!

Quadro di Markò 1871 conservato in Palazzo Pitti a Firenze

Cartolina d’epoca: Monte Forato-Apuane 1902

 

http://www.youtube.com/watch?v=T3hcMzKDcUg&feature=youtu.be


22 Commenti a “Continuiamo il viaggio nella storia e nella leggenda… proposto da Bracco”

  1. lucia1.Tr scrive:

    Confronto interessante, argomento su cui si potrebbe dire tutto e di più, voglio ancora aggiungere un pensiero.
    Il profitto prima di tutto, sfruttare al massimo le risorse del territorio, senza tener conto dei danni che si provocano sull’ambiente e sui lavoratori; questa la politica degli ultimi anni. Scelte che fanno rabbrividire, città inquinate senza via di ritorno, migliaia di morti, pensiamo ai lavoratori dell’Ilva di Taranto, quelli dell’amianto… l’elenco è lunghissimo, meglio fermarsi qui. L’etica del lavoro non esiste più, ci stiamo abituando all’elenco di morti per inquinamento che ogni giorno i media riportano, si cerca di scaricare le responsabilità sugli amministratori locali che tollerano tutto in nome dell’occupazione…

  2. paolacon scrive:

    Non è pensabile che ci sia stata polemica, io ho voluto solo cercare di capire, visto che non ne so nulla

  3. Giulio Salvatori scrive:

    Pensavo di essere stato chiaro.40.000 tonnellate di marmo in blocchi, prendono la via del mare e verrà lavorato chissa dove …quando parlo di FILIERA DEL MARMO, vuol dire che si estrae il marmo dalle cave e si lavora nei centinaia di laboratori sul territorio, con tutto il beneficio dell’indotto.Capito? Inoltre, per preparare 40.000 mila tonnellate di marmo in blocchi , quindi sani senza difetti, immaginate quanta montagna verrà abbattuta.E questo è solo un ordinativo, chissà quanti ce ne saranno. Qualunque siano le cifre da brivido, basta vedere qualunque filmato sulle cave. Riepilogando, un conto è lavorare il marmo sul nostro territorio, un conto spedirlo. Per concludere, capisco che non sono soluzioni facili, ma una cosa è certa:- la montagna , una volta distrutta, non c’è più. La mia non è polemica Paola, ma una constatazione dei fatti.Oggi vi sono macchinari che tagliano il monte come se fosse formaggio. Spero di essere stato chiaro.Ogni polemica è superflua .

  4. paolacon scrive:

    Giulio per piacere, mi potresti spiegare dato che io sono molto ignorante in materia?
    40mila tonnellate di marmo apuano non sono “lavoro” per la regione?
    Che cosa preferiresti che lo sceicco non ordinasse marmo? Sii gentile, spiegami.

  5. Giulio Salvatori scrive:

    Sopra dicevo-Interessi di pochi a discapito di molti.Premetto che sono figlio di un cavatore, figuriamoci se non capisco l’importanza del Salario .Dalle menti più correte e oneste, ho sempre sentito parlare di :-Filiera del marmo- Vale a dire dalla escavazione alla lavorazione in loco. Balle, balle e balle.Quando piove, dai canali e dai fiumi che scendono dalle Apuane , arriva acqua bianca , quella si chiama marmettola.Non è inquinamento? E badate bene che, non è solo polvere di marmo bianco, ma ci sono anche tracce di altre sostanze …, non è inquinamento quello? Il Monte Cervaiole, non esiste più,basta percorrere la strada per la Garfagnana lato Versilia, all’imboco della galleria del Cipollaio, lasciate la macchina e guardate alla vostra sinistra.Lo seicco del Qatar ha ordinato 40 mila tonnellate di marmo apuano, avete capito ? 40.000 tonnellate. Fate sentire anche la Vostra voce:- Le Alpi Apuane sono di tutti.

  6. paolacon scrive:

    Non si sono toccati “argomenti delicati” semplicemente si cambia un po’, poi si ritorna al Paesaggio, non ti preoccupare

  7. lucia1.Tr scrive:

    Vedo sorpresa che è stato interrotto il confronto sulle cave dell’ Apuane, forse si erano toccati argomenti delicati in merito ai quali è meglio tacere. Mi sono divertita a postare il video scegliendo delle immagini suggestive per parlare del Monte Forato e del momento magico che si vive in quei luoghi durante il solstizio d’estate, ma ora mi sembra superfluo…

  8. lucia1.Tr scrive:

    Ogni racconto, ogni leggenda narrata racchiude in se un insegnamento e una morale, ho trovato giusto introdurre, in questo articolo, il problema del rispetto del “Paesaggio”, inteso come territorio, arte, storia, prodotti della natura e tutto ciò che di bello ci circonda. Dobbiamo tenere presente, che ogni bene, che la natura ci offre, non è di nostra proprietà, siamo di passaggio su questa terra, nostro compito e conservarla e rispettarla per lasciarla in dono a quelli che verranno dopo di noi.
    Ricordiamo che l’Art 8 della nostra Costituzione recita così:
    “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
    Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”

  9. mario33,co scrive:

    Legambiente, “La lobby della speculazione del marmo la fa da padrona in Consiglio regionale”
    27 giugno 2014 16:45
    È evidente a tutti che ieri, 26 giugno, la lobby della speculazione del marmo è entrata in Consiglio Regionale e l’ha fatta da padrone in tutti i banchi, da destra a sinistra. Scene e risultato sono stati vergognosi: nella discussione sul Piano Paesaggistico proposto da Rossi e Marson, sono spuntati emendamenti così precisi e mirati a rendere inefficace il Piano nella limitazione delle cave di marmo all’interno del Parco delle Alpi Apuane, che se l’avessero scritto direttamente gli industriali del marmo non sarebbero riusciti a fare di meglio”. Lo scrive Legambiente in una nota. “È emerso inoltre con tutta evidenza – prosegue il testo – che la speculazione estrattiva a danno del Parco delle Alpi Apuane è un obiettivo così strategico, che in Consiglio Regionale si sono sperimentate positivamente le ‘grandissime intese’, visto che la Commissione competente ha votato quasi all’unanimità gli emendamenti-killer al Piano Paesaggistico, con il contributo fondamentale del PD e di Forza Italia”. “Ai vari rappresentanti politici che ora si sperticano nello spiegare quanto il nuovo testo armonizzi ambiente e lavoro, Legambiente risponde che così si coniuga solo la speculazione a buon mercato con la distruzione irreversibile di un patrimonio ambientale di rilevanza europea e mondiale”. L’associazione ambientalista chiede “a tutto il mondo politico-istituzionale della Toscana, nel prossimo appuntamento in plenaria del Consiglio Regionale, previsto martedì 1 luglio, di ripristinare i dispositivi proposti meritoriamente dalla Giunta Regionale”. “Facciamo ancora una volta appello al Presidente Rossi e a tutti i Consiglieri Regionali di conservare integralmente il Piano Paesaggistico – dichiara Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana – mantenendo i fondamentali dispositivi di tutela del paesaggio toscano e dei delicatissimi ambienti acquatici ed ipogei delle Alpi Apuane”. “Sarebbe inaccettabile – commenta Matteo Tollini, responsabile regionale aree protette di Legambiente – continuare ad assistere all’escavazione generalizzata nel cuore del Parco Regionale delle Alpi Apuane, un patrimonio delicato e inestimabile dove l’Unione Europea ha individuato il 50% di tutti i siti strategici in Toscana per la conservazione della biodiversità. Se la Regione Toscana continuerà con questa politica ambigua ricorreremo alla Corte di Giustizia Europea per infrazione dell’Italia nell’applicazione delle Direttive UE”. ( Fonte: ANSA)
    I monti di Michelangelo sventrati per i dentifrici
    Le industrie cosmetiche scoprono gli scarti del marmo I camion a Carrara Mille camion al giorno attraversano la città di Carrara verso i porti: aumentati i casi di silicosi. Il sindaco: presto una strada quasi tutta in galleria

  10. lucia1.Tr scrive:

    Grazie a Giulio che ha voluto riportare, da conoscitore e grande amatore del suo territorio, un’altra versione della leggenda della nascita del Monte Forato. Avverto nelle sue righe il rammarico di veder distrutto parte della grandezza delle Apuane, problema difficile da risolvere, manca la volontà dei potenti, di quelli che hanno defraudato il “Paesaggio” esportando il prezioso marmo bianco in tutto il mondo. Sono certa che i vecchi cavatori aveva più rispetto per le loro montagne e non avrebbero approvato questo scempio che si sta compiendo oggi, tutti dovremmo protestare perché è nostro compito tutelare le bellezze del Paese Italia.

  11. Bracco scrive:

    Nessuna remora,almeno da parte mia,per lo spazio preso riguardo le cave di marmo,purtroppo questo argomento non è leggenda ma realtà!
    Secondo me va bene la tutela dell’ambiente ma sempre salvaguardando i posti di lavoro.La speculazione c’è stata eccome riporto una frase contenuta in uno dei tanti articoli prodotti in rete :
    “Ricordiamo che il marmo è un bene non rinnovabile, quindi l’avventatezza di oggi non avrà risarcimenti futuri”.
    I media nostrani ne hanno parlato poco ma quelli europei si.

  12. Gugli scrive:

    Bracco le porto a conoscenza che questi meravigliosi monumenti naturali salvagardiamoli è un grande patrimonio nostro e dell’umanità.Stanno facendo a pezzi le Alpi Apuane. Il marmo delle apuane appartiene ad una antica tradizione, le nuove tecnologie e una selvaggia speculazione hanno consentito l’apertura di oltre 300 cave, di cui 70 all’interno del Parco naturale riconosciuto Dll’Unesco. Nessuno ne parla…nemmeno i media.Fermiamo Bracco questo danno enorme all’ambiente. Non voglio creare tiatribe è solo un richiamo a informarsi. La saluto con simpatia.

  13. Giulio Salvatori scrive:

    Consentitemi un breve inciso al tema toccato da Lucia riguardo all’escavazione del marmo, visto che si tratta delle Alpi Apuane. Vi sono interessi di pochi a discapito di molti, questo è il mio parere.Difficile in poche parole spiegare il tutto, da una parte ci sono gli ambientalisti, con le loro Giuste osservazioni, dall’altra il lavoro per migliaia di famiglie. La Regione Toscana, Comuni etc, stanno studiando “soluzioni” impossibili.Vedremo.Ritorneremo sull’argomento. Chiedo scusa a Bracco per aver preso questo spazio, ma credo che anche lui, essendo dall’altra parte delle Apuane, sia a conoscenza del problema.

  14. Giulio Salvatori scrive:

    Cercherò di sintetizzare quanto scriveva Enrico Pea nel libro -Solaio- ed .Mondadori 1951.Ma per cogliere la bellezza di quelle pagine bisognerebbe riportarlo tutto:cosa impossibile: (…L’Esercito di Erode inseguiva Giuseppe, Maria e Gesù lungo la vallata che dal mare porta verso le Apuane.All’asinello era stato tolto il basto per consentirgli di riposarsi e mangiare un pò d’erba (…) ma non c’era da perdere tempo e ripresero a salire verso il Passo di Petrosciana.Gli Angeli dalla sommità del Monte Procinto,avvertivano la scalata di Erode…Maria e Giuseppe levano gli occhi al monte che hanno ancora da valicare …Giuseppe affrettò il passo:scosse la briglia all’asinello(…) Gli Angioli s’inginocchiarono davanti al monte che si era forato (…) da quel portone aperto all’improvviso, veniva una brezzai mezzogiorno(…)E il cielo apparve (…) come se fosse la porta del Paradiso. Gesù sospirò e disse:-grazie.(…) L’esercito di Erode si sconquassa nel precipizi e dirupi(…) Scusandomi con Pea per aver derubato e graffiato pagine tanto preziose, ma nella sintesi non sono riuscito a fare di meglio.Comunque Vi ho dato gli estremi del libro.

  15. Bracco scrive:

    Ecco un’altra versione, quella di mario33.co, e ancora diversa sarà la tua Giulio. Sappiamo bene che mentre qualcuno raccontava spesso improvvisava, ma senza mai stravolgere il senso del racconto.
    ” salviamo le Apuane, le crespelle abruzzesi e il Castrato molisano, salviamo il Muflone sardo e il Musso veneto, salviamo il futuro del nostro Paese!
    Scrive lucia 1.Tr
    Ricordiamo anche le leggende.
    Penso che le leggende e i miti antichi di una regione racchiudano anche il sentimento del popolo che la abita. Miti, leggende e anche le fiabe sono un patrimonio inestimabile che “parlano” a grandi e piccini.

  16. mario33,co scrive:

    Il martello del diavolo

    C’era un tempo un sant’uomo che viveva sulle Apuane ed era un bravo muratore; non c’era nessuno bravo come lui a forgiare le pietre.
    Un giorno uno straniero si presentò a lui chiedendogli se poteva ospitarlo per quella notte.
    Il brav’ uomo non rifiutò e divise la sua misera abitazione con quel misterioso visitatore.
    Durante la notte però si accorse che quell’uomo puzzava di zolfo e che doveva essere il diavolo.
    Allora lo svegliò e gli disse di andarsene subito.
    Il diavolo se ne andò, ma giurò che sarebbe tornato per vendicarsi.
    A quel tempo c’era bisogno di un ponte che unisse le due parti del villaggio, ma nessuno aveva il coraggio di costruirlo, nemmeno il bravo scalpellino.
    Allora il diavolo si fece avanti e andò dall’anziano del paese offrendosi di costruire il ponte.
    Il saggio anziano non dette subito una risposta, ma si recò dallo scalpellino per chiedere consiglio.
    Subito il muratore si ricordo della promessa del diavolo e consigliò di far costruire il ponte, ma a patto che venisse costruito in una notte e comunque prima del canto del gallo.
    Il diavolo accettò e durante la notte convocò tanti diavoletti a lavorare.
    Intanto lo scalpellino si aggirava intorno pronto ad entrare in azione.
    Quando solo una pietra rimaneva da sistemare, la chiave di volta, lo scalpellino tirò fuori dal suo mantello un gallo che si mise a cantare.
    Allora il diavolo emise un urlo spaventoso e lanciò in aria il suo martello che andò a colpire la montagna creando un’enorme apertura.
    Ecco come si è formato il Monte Forato.
    Testimonianza orale raccolta a Stazzema.

  17. Giulio Salvatori scrive:

    Pe ora ti dico Bravo caro Bracco:sei una Buona Penna e ti faccio i miei sinceri complimenti. Ogni promessa è debito, dammi tempo di trovare il materiale, perchè c’è ancora una leggenda sul Monte Forato scritta da Enrico Pea, appena la trovo , sintetizzo e la posterò. Dai commenti vedo che hanno apprezzato …tutto.

  18. lucia1.Tr scrive:

    Siamo un Paese straordinario e bellissimo, ma allo stesso tempo molto fragile.
    In questi giorni l’attenzione dei media riporta la campagna che gli ambientalisti stanno svolgendo in difesa delle Apuane, si chiede di interrompere l’estrazione del marmo. Il lavoro delle ruspe sta cancellando e deturpando, da centinaia d’anni, il Paesaggio dell’Apuane, un bene che appartiene al mondo intero. Ci dobbiamo sentire un po’ tutti responsabili e dovremo spiegare alle future generazioni che siamo stati noi a distruggere una parte stupenda del nostro territorio.
    Riporto qui poche righe che parlano dell’argomento copiate dalla rete:” Le Apuane sono cancellate da una industria che crea sempre meno occupazione; sono cancellate in violazione delle leggi vecchie e nuove (per esempio annullando le linee di cresta anche sopra i 1200 metri di altezza, in barba al Codice del paesaggio); sono cancellate inquinando acqua e aria, e abbassando la qualità della vita degli abitanti (si pensi solo ai 700 camion che attraversano ogni giorno Carrara); sono cancellate da una politica incapace (per ignoranza e corruzione) di comprendere che è possibile un’altra economia; sono cancellate dal silenzio mediatico.”
    Ed io aggiungo: salviamo le Apuane, le crespelle abruzzesi e il Castrato molisano, salviamo il Muflone sardo e il Musso veneto, salviamo il futuro del nostro Paese!

  19. sandra .vi scrive:

    Bellissima la storia del Monte Forato,un ringraziamemto a Bracco e Giulio per avercelo fatto conoscere ,Molto belle le foto postate ,quella luna attraverso il buco e’ bellissima .come il quadro.Ma quante leggende ci riserba la nostra bellissima Italia? In ogni angolo di terra ne possiamo trovare ,una piu ‘ bella della’altra /

  20. lucia1.Tr scrive:

    Ogni luogo racchiude una sua magia, fin dai tempi lontanissimi si narrano leggende di eroi, fate, spiriti cattivi che popolavano vasti territori e le loro imprese si tramandavano da padre in figlio. Ricordo ancora quando bambina, durante i lunghi mesi invernali, davanti al cammino di mio nonno, ascoltavo incantata le imprese di personaggi curiosi che dimoravano nei Monti Sibillini, che sovrastavano il mio paese. “ Sui monti, abitavano donne di estrema bellezza che amavano frequentare le feste e i balli a Castelluccio, ma potevano restare tra gli uomini solo di notte, all’alba dovevano rientrare nel loro territorio. Si racconta come durante un ballo, all’alba il sole le sorprese e furono costrette a fuggire. Con i loro piedi caprini, nella loro folle corsa, segnarono per sempre la parete di Monte Vettore, creando quella che tutt’oggi viene chiamata “la Strada delle Fate”.
    http://youtu.be/T3hcMzKDcUg

  21. elisabetta8.mi scrive:

    So di essere ripetitiva ma davanti a tanta bellezza,tutte le parole vengono annullate.La nostra Italia è uno sgrigno meraviglioso da custodire e d’amare,grazie ragazzi x aver condiviso questo patrimonio co noi,,,,,

  22. Lorenzo.rm scrive:

    Ma quanto è bella l’Italia! Viene da dirlo e ripeterlo fra di noi e parlandone con gli altri. Conserviamoceli, questi nostri tesori. Grazie a Bracco e Giulio.

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