Jean II Restout – Pentecôte

Una riflessione sulla Pentecoste

La Pentecoste è una solennità religiosa che ricorda il dono dello Spirito Santo fatto da Dio agli uomini e la nascita della Chiesa.  Già Giovanni il battista, che aveva il compito di indicare agli Ebrei chi fosse il Messia, ebbe a preannunciare un battesimo di fuoco agli uomini, ad opera di Gesù, con queste parole:  “… Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, al quale io non sono neppure degno di sciogliere il legaccio dei sandali; egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e col fuoco.” (Luca 3:16).

Negli Atti degli Apostoli al capitolo 2, versetti 1-4, è riportata la cronaca del fatto prodigioso avvenuto agli apostoli e gli altri seguaci di Gesù: “Come giunse il giorno della Pentecoste, essi erano tutti riuniti con una sola mente nello stesso luogo. E all’improvviso venne dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dove essi sedevano. E apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano, e andarono a posarsi su ciascuno di loro. Così furono tutti ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro di esprimersi.”

Beato Angelico, La Pentecoste – Firenze, Museo San Marco


La Pentecoste, termine greco che tradotto indica: cinquantesimo giorno, è una festa religiosa anche per gli Ebrei e già si festeggiava al tempo di Gesù.   Con tale ricorrenza, che cadeva cinquanta giorni dopo la Pasqua, gli Ebrei ricordavano la consegna della legge data da Dio a Mosè sul monte Sinai.

Anche la Pasqua veniva già festeggiata dagli Ebrei e con tale festa religiosa essi ricordavano la liberazione, ad opera di Dio, del loro popolo dalla schiavitù egiziana, liberazione che avvenne con eventi prodigiosi ed infine con l’apertura delle acque e l’attraversamento del Mar Rosso.

Gesù ha voluto mutare il significato di entrambe le feste e con la sua offerta al Padre in un unico sacrificio di ringraziamento ha voluto che la Pasqua, più che ricordare la liberazione degli ebrei dalla loro schiavitù  in Egitto, ricordasse la liberazione dell’uomo dalla schiavitù del peccato scaturita, nel tempo, da un cattivo rapporto dell’uomo col suo Dio. Gesù con la sua risurrezione, promessa anche a tutti quelli che credono in Lui, ha di fatto liberato l’uomo da paure, gravami e torpori ancestrali, che lo limitavano nel primario rapporto di Amore voluto da Dio  con la sua creatura.

Pentecoste El Greco

Anche la Pentecoste, per i cristiani, assume un significato tutto nuovo e più che ricordare la consegna della legge di Dio agli uomini, ha ricordato all’uomo tutte le cose fatte e dette da Gesù nella vita terrena e come quest’Ultimo si sia posto come unico oggetto di Amore per gli uomini alla ricerca di un rapporto tutto nuovo con Dio, un Dio Amore desideroso solamente di includere l’uomo, previa una sua libera scelta, in una vita felice, che dura per sempre, alimentata da una progressiva ed inesauribile conoscenza del “Vero Amore” racchiuso nell’Essenza Divina stessa.

Infatti, quando Giuda non l’Iscariota chiede a Gesù «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi …” (Giovanni 14, 21-25).

In sostanza Gesù ingloba in sé la legge di Dio sublimandola nell’amore verso la Sua persona, cioè chi diventa capace, grazie allo Spirito, di mettere Gesù al centro della propria esistenza, in automatico riesce a comprendere e camminare secondo la volontà di Dio, ma tutto ciò non fa sentire l’uomo ingabbiato e costretto ad una osservanza legalistica della legge, ma anzi lo libera completamente; infatti, l’uomo che ama Gesù si sente libero perché, dal di dentro, lo Spirito gli suggerisce, in ogni situazione, quei comportamenti idonei ad allargare sempre più la sua capacità di accogliere “l’Infinito” e di amare gli altri uomini e tutta la natura con gli stessi sentimenti di Dio.

E’ proprio tale prospettiva che fa dire al filosofo  Gustave Thibon:  “L’Uomo non è Libero nella misura in cui non dipende da niente e da nessuno: è libero nella misura in cui dipende da ciò che ama, ed è schiavo nella misura in cui dipende da ciò che non può amare. Il problema della libertà non si pone in termini di indipendenza ma di “Amore” . La forza del nostro amore determina la nostra capacità di essere liberi”;  così pure,  secondo la stessa prospettiva  Sant’Agostino suggeriva al cristiano “… Ama e fa ciò che vuoi” . Ma amare chi?  Amare cosa?  Se non chi l’Amore e la Vita rappresenta in sé stesso? Solo lo Spirito di Dio fa comprendere all’uomo che Gesù  è il vero oggetto di Amore che  apre la strada alla conoscenza di Dio.

Quindi, i discepoli di allora e di sempre, nell’accogliere il dono dello Spirito di Dio gustano la bellezza di essere amati dal Padre e di amare con quello stesso “Amore” tutti gli uomini fratelli di fede e non, ai quali devono, sempre per dono ed esigenza dello Spirito, quasi come una espansione di “Amore”, recare la buona notizia del riscatto;  insomma, proprio nel giorno di Pentecoste, con la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli e sui seguaci di Gesù nacque la Chiesa: “l’ecclesìa” cioè l’adunanza di persone che mettendo Gesù al primo posto coltivano quel rapporto nuovo realizzando quell’unità di Amore sia degli uomini verso Dio  sia quella verso i fratelli di fede, nonché verso gli altri e la natura che attendono il riscatto finale.

Ma c’è da chiedersi ma tale battesimo di fuoco, -cioè il dono e la libera accoglienza dello Spirito di Dio, che conduce alla conoscenza di Dio, attraverso la persona di Gesù,- è riservato solo a pochi privilegiati?  La risposta è: No! .   Infatti, lo stesso Gesù, dopo aver ancora una volta evidenziato la bontà del Padre e la necessità di mantenere con Lui un rapporto, ci insegna che ogni persona a cuore ben disposto davanti a Dio può essere battezzata con lo Spirito Santo, infatti dice:  Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un  pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono (Luca 11, 9-13).

L’uomo, sempre alla ricerca di cose che lo possano rendere felice, non sa che, molto spesso, lo Spirito di Dio è già operante dentro di lui in attesa del suo libero “Sì” .

pentecoste-icona

21 Commenti a “Una riflessione sulla Pentecoste scritta da Pino Vangone”

  1. alessandro32 scrive:

    non sono un credente, ma mi pongo spesso delle domande; ma le pongo a me stesso perchè vedo delle incongruenze in chi è a capo delle istituzioni religiose,…… forse,e dico forse, chi ha amore e da amore( in mille modi ) ha la fede, e credo che questo sia il nucleo del discorso.E’ un mio pensiero non rifacendomi a testi scritti da uomini.
    Ringrazio per aver preso in considerazione il mio pensiero.

  2. alfred-sandro1.ge scrive:

    polemica sterile ed inutile.
    non ho detto una sola parola di ciò che mi si attribruisce.

    per me discorso chiuso qui.

  3. Gugli scrive:

    Mi dispiace di aver creato momenti di tensione, ma sono sanguigno, è un mio limite.
    Lollis-Alfred-Sandro,io sono credente e non ho “tanta paura della morte” come, piuttosto, degli uomini, di certi uomini, l’ho vista in faccia alcune volte e non mi ha spaventato. Mi sembra piuttosto che lei abbia paura di ipotizzare soltanto l’estitenza di Dio nei suoi ragionamenti. Paura che crolli qualchemito o qualche bel castello? Se mi dice che la chiesa umana ha abusato e non è un testimone attendibile sono con lei, ma Dio è cosa ben diversa.Perchè dovrei avere paura della morte. Il dolore, la crisi del trapasso la subiscono sia i credenti che i non credenti, perfino gli animali, se dopo è il nulla di cosa avremo paura, perchè dovremmo averne, perchè preoccuparci, chi mai se ne ricorderà di un dolore di un attimo? E’ comunque curioso come uno studioso di fisica possa ammettere che l’uomo è l’unico soggetto in tutto l’universo le cui azioni non producono conseguenza alcuna, quando è risaputo che nulla lascia indifferente ciò che lo circonda anche dal mero punto di vista fisico-energetico. Comunque se la fede è un atto demenziale della ragione, dal punto di vista non mi dici nulla di nuovo perchè è scritto chiaramente che la speranza di chi crede è pazzia per questo mondo. Una quistione di punti di vista dunque. Io invece ritengo che la fede sia una superiore ragionevolezza dell’uomo interiore. In ogni caso se per ragione intende Lollis-Alfred-Sandro la padronanza dei tuoi processi mentali, che avvenga senza che nulla interferisca al di fuori di quello che lei vuole e predispone (è questa una delle scomodità di Dio), un computer complesso complesso, blindato ed evoluto quanto puoi immaginare è sicuramente migliore dell’uomo in questo poichè la tua mente corporea può essere influenzata anche solo da quello che hai mangiato oggi.
    d’altro canto non è obbliogatorio essere tutti credenti è l’errore della chiesa o delle chiese umane, secondo me, è proprio quello di aver voluto fare credenti per interesse, mentre invece avrebbero solo dovuto limitarsi a mettere a disposizione della ratio umana il valore di un Insegnamento puro credibile vissuto e testimoniato. Se una cosa non si ama e non si cerca, secondo me, è perchè quella cosa già non ci appartiene, ci è del tutto aliena, se poi si cerca di distruggerla allora vi è proprio un odio verso quella cosa. Ora, ogniuno è libero di amare quel che vuole, ma poi non si lamenti se la sua sceltà si rivelerà deludente le sue aspettative, non prentenda di evitare le conseguenze del suo agire su se stesso, scaricandole in groppa ad altri.

    Buona giornata G.

  4. CECILIA ZENARI scrive:

    Scusate, amici, mi sono accorta che il link che ho postato non funziona. Ne lascio un altro, per me molto bello.

    Buona vita a tutti!

    https://www.youtube.com/watch?v=RbEjtKf3Yr8

    Sempre grazie a Voi e all’amico Pino!

    Ciao, ciao!

  5. pino vangone scrive:

    Mi dispiace che ci siano state delle incomprensioni tra le persone che hanno commentato, comunque, mi sembra abbastanza tacito che chiunque possa esporre la propria opinione ed esprimere, in piena libertà, anche il proprio dissenso in materia di fede. Pertanto, più che ribadire cose già egregiamente espresse dagli altri, mi premeva, invece, già da subito, in attesa di future e più articolate riflessioni, cogliere l’invito fatto da alessandro32: circa la necessità “di fare il punto sull’amore verso il prossimo e farci una profondissima riflessione” ed evidenziare l’importanza che “l’Amore” che si riceve dall’alto sia riversata sul prossimo, altrimenti la fede resterebbe solo un fatto teorico. Già San Giovanni nella sua prima lettera affronta l’argomento e lega a doppio filo l’amore verso e Dio e l’amore verso i fratelli e sottolinea come l’assenza di uno faccia cadere anche l’altro, infatti al capitolo 4, versetti 19-21 dice: “Noi amiamo, perché egli ci ha amati per primo. Se uno dicesse: «Io amo Dio», e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello”; Ed ancora con più decisione si esprime San Giacomo nella sua lettera al capitolo 2 versetti 14-18 “Che giova, fratelli miei, se uno dice d’aver fede ma non ha opere? Può la fede salvarlo? Se un fratello o una sorella son nudi e mancanti del cibo quotidiano, e un di voi dice loro: Andatevene in pace, scaldatevi e satollatevi; ma non date loro le cose necessarie al corpo, che giova? Così è della fede; se non ha opere, è per se stessa morta. Anzi uno piuttosto dirà: Tu hai la fede, ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le tue opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede …”.

    Comunque, proprio ben sapendo che tali discorsi, sulle problematiche di fede, possono tediare le persone che cerco di limitarne le pubblicazioni.
    Intanto, saluto e ringrazio tutti, non esclusi i soli lettori, per l‘attenzione che avete voluto riservare all’argomento.

  6. paolacon scrive:

    Per chi è credente la Pentecoste è la festa che celebra la conoscenza ed anche la presa di coscienza. Il sapere, la libertà di scegliere e di sapere. Il dono di poter essere consapevole.
    Significato leggermente diverso per i cattolici e per i protestanti.
    La festa è estesa anche al lunedì in numerosi paesi.
    “La Pentecoste è una festa importante, al pari di Natale per i Cattolici, per questo era festivo il primo giorno dopo la festività ed esisteva un’ottava (così come è per Natale e Pasqua).
    Quando si riformò il calendario liturgico nel 1969 l’ottava di Pentecoste fu abolita. Diversi paesi (soprattutto di credenza mista o prevalentemente protestante) però hanno mantenuto la tradizione di festeggiare “civilmente” il primo giorno dopo la Pentecoste.” (web)
    Una considerazione molto importante: ognuno è libero di credere o non credere, è una scelta sua ed un fatto estremamente personale che esige rispetto.

  7. lucia1.Tr scrive:

    Giorno di preghiera per la pace, quello della festività di Pentecoste, questo il messaggio di Papa Francesco, lanciato oggi pomeriggio su Twitter con l’hashtag “#weprayforpeacr”, in occasione della preghiera di pace per la terra Santa e il Medio Oriente.
    “La preghiera può tutto. Utilizziamola per portare pace al Medio Oriente e al mondo intero.”
    Poche parole su cui riflettere, credenti e non solo!

  8. elisabetta8.mi scrive:

    Se siamo veramente convinti che Gesu’ sia in mezzo a noi:tutto il resto va da se’.Lui nn ci pone limiti ci lascia la liberta’,poi tocca a noi credere o nn credere.La fede nn si compra e nn si baratta.Io credo fermamente con tutte le mie debolezze nel suo grande amore.le chiedo solo la forza di camminare al Suo fianco,cosa nn sempre facile,,,,,,,,,,

  9. edis.maria scrive:

    Qui ognuno può esprimere le proprie idee e sostenerle. Gugli, mi sorprende il modo e i termini da te usati nelle tue risposte Chi si descrive , come fai tu, sostenendo la tua Fede cristiana, non dovrebbe, per amor del prossimo e accettando le idee altrui, risponder così,anziche ribattere come faceva Gesù, in modo caritatevole e calmo. Sono i fedeli come te che , anzichè diffondere la parola di Cristo, la disperdono! Scusa se sono stata brusca!!!

  10. sandra .vi scrive:

    Grazie Pino per questa tua riflessione sulla Pentecoste.Il contenuto della Fede e’ riconoscere Gesu’ in mezzo a noi .ci aiuta nella nostra Fede vacillante .Buona Pentecoste a tutti.

  11. Lorenzo.rm scrive:

    Mi scuso per gli errori di trascrizione.

  12. Lorenzo.rm scrive:

    E’ del tutto legittimo discutere del come la fede possa essere interpreytata e realizzata, di come possa essere vissuta e delle contraddizioni che possano essere riscontrate. Il confronto fra credenti e non credenti può realizzare un risultato comunque positivo: un naggiore rispetto fra tutti. Quanto ai canoni di fede, il discorso cambia: c’è appunto la fede che fa da discrimine. O si crede o non si crede. E per i credenti la Pentecoste è un passaggio essenziale dopo l’Ascensione di Cristo al Cielo. Essendo traslata come Spirito Santo negli apostoli, ha dato inizio e corpo alla Chiesa, corpo di Cristo in terra, pellegrina , che diffonde il cristianesimo anche a chi non crede o non lo conosce. Quanto all’adesione di “altri” che non siano cristiani, sembra essenziale quella che chiamiamo “chiamata”: senza la volontà di Dio non si acquisisce lo stato per cui la fede viene liberamente accettata, come viene esclusa, del pari, volontariamente, dalla nostra vita. Senza, peraltro, escludere nel cristiano, e anche nel non cristiano, atti di solidarietà e fraterna condivisione nei confronti del genere umano, degli animali, della batura. Con la fede è meglio, ma si può essere fratelli anche non condividendo la stessa fede. Quanto, poi, ai mali del mondo, lo stesso Gesù definì il demonio “il principe del mondo”, nel senso che il mondo è naturalmente soggetto alle sue lusinghe. Se c’è la chiamata della fede ce ne liberiamo liberamente, naturalmente, tranquillamente. Grazie, Pino.

  13. Gugli scrive:

    Ma mi faccia i piacere lollis-alfred-sandro… insiste ancora…a fare polemiche, ma non ha altro da fare, porcaccia della miseria che ha intervenire cosi.

  14. alfred-sandro1.ge scrive:

    È un blog libero questo, lo è. quindi tutti hanno il diritto di esporre le proprie idee: credenti e non.

  15. raffaella braghini scrive:

    Commenti abilitati queste riflessioni sono un balsamo per l’anima,ci aiutano ad avere sempre fiducia nella nostra Fede che è una luce che ci guida

  16. Gugli scrive:

    Sono stufo di queste polemiche. E’ un blog libero questo…lo è quindi io ho espesso un mio commento, ma non è di polemica con chi non crede, anzi leggete bene. In quanto a riflettere, lo faccio continuamente e in ogni momento di quotidianetà della gironata.Tanto per essere chiaro.

  17. alessandro32 scrive:

    Commenti abilitati
    NON COMMENTO: ma inviterei chi predica la fede di fare il punto sull’amore verso il prossimo e farci una profondissima riflessione.

  18. alfred-sandro1.ge scrive:

    Non sono credente, non mi riesce di esserlo.
    mi riesce difficile conciliare i discorsi di amore , salvezza,
    pace. Guardandomi attorno vedo fame, sofferenza, malattie, guerre, disastri della natura e dell’uomo.
    Preghiamo….. ma chi? per che cosa?
    Ma è neccesario pregare? Viene un terremoto, una guerra, una malattia, muoiono centinaia di persone e poi ci chiedono di pregare?
    Per cosa? Per chi? Preghiamo un qualcuno che avrebbe la possibilità di intervenire in nostro aiuto ma non lo ha fatto quando era necessario!.
    Eppoi mi chiedo: Gesu è morto per la nostra salvezza.
    I risultati del suo sacrificio sono questi?
    Mi riesce davvero difficile capire ed accettare tutto questo.

  19. edis.maria scrive:

    La ricorrenza della Pentecoste è poco ricordata anche da coloro che frequentano non molto la chiesa.Ieri ho provato a chiedere a qualche persona un chiarimento su questa giornata, ma pochi, a domanda , rispondevano in modo corretto. Quindi l’argomento che oggi ci propone Pino Vangone è molto interessante e ci fa riflettere sulla nostra religione, sull’Amore unito alla Libertà che ognuno di noi può ottenere con una preghiera allo Spirito Santo. Come avevo già sottolineato altre volte la mia Fede è altalenante, ma mi accorgo che queste letture mi colmano lo spirito e mi giovano alla mente. Grazie!

  20. CECILIA ZENARI scrive:

    “Manda il Tuo Spirito, Signore su di noi: Chiesa unita e Santa per l’Eternità!.
    Signore vieni in noi!”.

    https://www.youtube.com/watch?v=441Ufd2Q10c#t=20

    Grazie Pino, Buona Pentecoste oggi e nella vita, a tutti !

  21. Gugli scrive:

    Riconoscere Gesù presente in mezzo a noi è il contenuto principale della fede. dalla fede in Cristo risorto, che comunica il suo Spirito, nasce il cristiano che diventa membro vivo del suo Corpo misticoed è animatoe spinto a rendergli testimonianza nel mondo.
    Nei cristiani si dovrebbe vedere in atto l’amore e l’unione, la pace e la fratellanza che Cristo comunica al mondo.
    Nello stesso modo che la natura di Cristo era strumento di redenzione,la chiesa assunta da Lui ad essere il suo nuovo Corpo, diventa attraverso persone, parole e gesti significativi, il segno efficace della grazia.
    Il mistero nascisto in Dio è rivelato in Gesù si rende ora visibile nella Chiesa. Nostante, dico nostante i suoi limiti e le sue imperfezioni, anche se i peccati ne oscurano e deturpano il volto, essa in tutta la vita manifesta la mondo che Dio è misericordioso e ci salva per mezzo di Gesù.

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