Abbiamo fatto un viaggio nel magico, sia io che Enrica, in due momenti diversi, ma poi le impressioni e lo stupore, addirittura lo sbigottimento sono stati gli stessi. Siamo rimaste affascinate, abbagliate, sedotte, da questa città assolutamente speciale, dove la gente è gentilissima, ospitale e serena, anche se tanta, tanta, tanta.

La città è affollatissima, sempre, in qualunque ora del giorno e della notte, ma i mezzi di trasporto funzionano molto bene e, dopo pochissimo tempo, ci si orienta senza grandi difficoltà.
Lascio ad Enrica la descrizione dettagliata di alcuni monumenti, non tutti, perché sono talmente tanti e talmente tante le cose da vedere, che ci vorrebbero almeno cento pagine per descriverli. Io mi limiterò a darvi un’impressione generale ed a postare una piccola parte (non abbiate paura, una piccolissima parte) delle più di mille foto che ho fatto.

Istanbul: “la città per eccellenza” come la chiamavano i greci. L’etimologia  forse non è certa, ma quello che è certo è che Istanbul è stata, per sedici secoli, una grande capitale ed ancora esercita un fascino sottile sui suoi visitatori.
Prima, capitale dell’impero bizantino, poi dell’impero ottomano. Bisanzio, Costantinopoli, Istanbul…
Istanbul 14 milioni di abitanti forse 20 milioni. Immensa, caotica, preziosa, segreta, misteriosa.
La leggera brezza che ti accarezza verso sera, sul Bosforo, dopo una calda giornata, ti fa rivivere.
Una lieve foschia… un vento fresco ed i gabbiani che danzano intorno al battello che ti porta in Asia, a Kodiköy, in questo quartiere vivacissimo, pieno di mercati e di ristoranti di pesce .
Costruita in un luogo strategico, dotato di difese naturali e dal quale si potevano controllare i commerci sul Bosforo, Istanbul è stata una città chiave, ricchissima.
Stanboul…  dove Asia ed Europa si incontrano, si mescolano i colori, i suoni, gli odori ed i profumi più differenti.
Suoni di preghiere, del muezin, di tamburi e di strumenti a corde o a fiato; le grida dei mercanti che propongono le loro merci colorate o le pannocchie di granturco o le ciambelline tipiche, i simit ricoperti di sesamo.
Odori di spezie, pungenti, aspri, dolciastri. E poi i colori… il rosso e il blu dei tramonti sul Bosforo, il rosso del tram tradizionale in İstiklal Caddesi, la strada lunga ed elegante di Galatasaray che va fino a  Taksim. E i colori del Bazar… gli splendidi colori delle mattonelle di İznik… quanto
Quanto ci sarebbe ancora da dire…quanto…

Orhan Veli Kanik poeta turco1914-1950
Ascolto Istanbul ad occhi chiusi
Spira una leggera brezza dapprima
Lentamente oscillano
Le foglie sugli alberi
Da lontano, molto lontano
I perenni trilli degli acquaioli
Ascolto Istanbul ad occhi chiusi[…]

ISTANBUL RACCONTATA IN POCHE PAROLE  da Enrica

…Istanbul raccontata…
Istanbul, ha una storia di più di 2.500 anni, è situata su una penisola circondata dal Mar di Marmara, dal Bosforo e dal Corno d’Oro (in turco Haliç).
Unica città al mondo a cavallo tra due continenti, divisa in quattro settori principali : il Parco Archeologico (Piazza Sultanahmet e l’area circostante), la Moschea di Solimano, la Moschea del quartiere di Zeyrek (in precedenza Chiesa di Cristo Pantocratore) e l’area circostante di tutela e le mura della città di Istanbul.
E’ una città santa, dove moschee, chiese e sinagoghe vivono fianco a fianco proclamando la loro fraternità. Famosa per i suoi palazzi, le ville e gli edifici monumentali: ciascuno, un esempio unico degli stili architettonici ereditati dagli Ottomani.

Il Palazzo Topkapi
si trova sul Corno d’Oro a due passi da Santa Sofia e dalla Moschea Blu. L’intera area del palazzo, viste le sue grandi dimensioni, occupa da sola buona parte del promontorio. In passato era usato non solo come residenza privata del sultano, ma anche come luogo del potere, non a caso per tre secoli è stato il centro politico dell’Impero Ottomano.

Si compone di quattro corti progressive: le più esterne erano destinate alla vita pubblica e politica, mentre quelle più interne erano private del sultano.
La prima corte ospitava le guardie del palazzo, mentre la seconda era uno spazio semi pubblico dove si svolgevano le attività di governo.
Nella seconda corte c’è anche l’accesso all’harem, e ai locali delle immense cucine dove si preparavano pranzi e cene per l’enorme quantità di persone che abitavano il palazzo.
La terza era la zona personale del sultano, dove accoglieva ambasciatori e diplomatici da ogni parte del mondo, ma con i quali non parlava se non tramite la mediazione dei suoi visir (era impensabile che si rivolgesse direttamente ad una persona di nazionalità diversa da quella turca) . Ora in questa corte ci sono delle esposizioni di abiti, armi, gioielli e pietre preziose dell’epoca.
La quarta corte il giardino terrazzato che si affaccia sul Bosforo.
Mentre l’harem merita un discorso a parte: l’harem era la zona del palazzo dove vivevano le tantissime mogli e concubine del sultano, con gli innumerevoli figli e  le schiave, inoltre c’era anche una zona completamente dedicata agli eunuchi che erano i guardiani dell’harem. Storie di donne, concubine, sultani ed eunuchi… Ma era la mamma del sultano che decideva con quale delle mogli, il sultano dovesse passare la notte.

Le moschee di Istanbul:
Nelle moschee di Istanbul, sedersi a terra, guardare i grandi soffitti e le cupole e stare lì in silenzio per un po’, è quasi una fatto normale, il bisogno di un po’ di riposo, di ammirare i bellissimi affreschi, o solamente fare il turista col naso all’insù, oppure per fermarsi a riflettere.
La Moschea Blu, la Moschea del Sultano Ahmet, è la più affollata, le pareti sono tappezzate di piastrelle che recitano versi del corano e rendono l’ambiente molto suggestivo, oltre 21.000 piastrelle in maioliche di Iznik, dalle diverse tonalità di azzurri e blu, ricoprono l’interno della moschea, trasformandola in una vera e propria opera d’arte.
Le centinaia di lampade che scendono dall’alto formano cerchi di luce rendendo ancor più bello e suggestivo l’intero contesto.
Con i suoi imponenti minareti e la forma aggraziata, la moschea venne realizzata dal sultano esattamente di fronte ad Aya Sofia per competere in bellezza e grandiosità con l’opera di Giustiniano.
E’ la più grande e maestosa moschea di Istanbul, elegante e suggestiva. La luce che filtra dalle moltissime finestrelle dai vetri colorati regala un’atmosfera magica.
Situata al centro della piazza di Sultanahmet, questa moschea è il vero e proprio simbolo di Istanbul. Punto di riferimento sia per i turisti che per gli abitanti della città. Unica nel suo genere. Il giardino esterno è ben curato (come tutti i parchi presenti a Istanbul) e l’interno è ancora più spettacolare. Si entra naturalmente scalzi, le donne anche con il velo e i pantaloni lunghi.
La Moschea Rüstem Pasha è talmente bella, un piccolo capolavoro di architettura ottomana, un po’ difficile da raggiungere, alle spalle del mercato delle spezie, ma vale la visita. Un vero gioiellino di ceramica nascosto nel caos di questo quartiere.
La Moschea di Solimano collocata in cima ad un colle, poco distante dal gran bazar, gode di una posizione fantastica, anche se molto simile alla moschea Blu o alla moschea Nuova, è forse la più bella delle tre e sicuramente meno affollata! E’ bellissimo ammirarla dal ponte di Galata, dove il suo profilo svetta imponente.

Ma è la chiesa – moschea, ora museo, la Basilica di Santa Sofia (Ayasofya) la più importante per grandezza e per decori.
La basilica di Santa Sofia è decisamente molto bella. I mosaici sono stupendi e la visita interessante. Si trova a poche centinaia di metri dal Palazzo di Topkapi, imponente, con all’interno un misto di stili e reperti sia cristiani che musulmani, arte e storia unite da due religioni che non si sono sovrapposte una all’altra.

Davvero originale il miḥrāb (è simile come idea al nostro pulpito e da lì l’imam dirige la preghiera, il miḥrāb è costruito in direzione della Mecca) che non coincidendo con il vecchio altare, risulta invece decentrato. Ad ogni modo il risultato di questa fusione di stili e culture è eccezionale. Nessun posto al mondo racchiude in sé tanto fascino.

La Cisterna basilica, altro luogo fantastico, le luci, l’ambiente umido molto particolare, con le colonne che escono dall’acqua, producono un effetto davvero suggestivo.
È una cisterna sotterranea, costruita  durante l’impero romano, che in passato raccoglieva le acque da fornire a tutta la città.
Più di 300 colonne immerse nell’acqua, che gocciola anche dal soffitto. Un’atmosfera magica, immersa nel buio più totale del sotterraneo, illuminato da alcune luci artificiali. L’enorme distesa di acqua, le colonne che vi emergono, le passerelle sull’acqua, i pesci che si vedono sott’acqua e al termine del percorso le due teste di Medusa che sorreggono 2 colonne.


Il Gran Bazar è considerato il più grande mercato coperto del mondo. Una curiosità: sembra che i sultani amassero passeggiarvi in incognito, non solo per osservare la merce esposta, ma anche per sentire i commenti del popolo sul loro operato. Il Gran Bazar rispecchia sostanzialmente la sua architettura originaria. Conta 12 accessi principali e altri 20 secondari. Si sviluppa su una superficie di 200 mila metri quadrati e conta circa 4000 esercizi commerciali. Qui gli odori i colori, i profumi delle spezie, inebriano l’olfatto e la vista, mentre non si può fare a meno di assaggiare i pistacchi, nel gran bazar si incrociano i colori delle pelli e il brillare di anelli e collane, orologi e pentolame di rame.
Nella parte della città denominata Beyoğlu una curiosità è visitare, nel quartiere di Galata, la torre omonima che fu costruita dai genovesi dopo la quarta crociata.
Fare la crociera sul Bosforo è il modo migliore per apprezzare le due sponde, imbarcandosi su uno dei tanti traghetti che ne solcano le acque.
Con il vento in faccia, i tempi rallentati e qualche ora a disposizione, si ha il modo di osservare la costa di Istanbul e di ammirare le costruzioni sulle rive, i colori del mare e della vegetazione, i palazzi e le residenze da una prospettiva assolutamente particolare.
La sera al ritorno ammirare dal ponte di Galata, che unisce le due sponde, il tramonto, è uno spettacolo suggestivo.

L’ultima tappa per me è stata la stazione Sirkeci, dove hanno allestito un museo, con cartelli e divise, che ricordano l’Orient Express, il treno di lusso che collegava Istanbul a Parigi, che permise alla Turchia di allacciare scambi non solo diplomatici, ma anche turistici e industriali, trasformando Istanbul in una delle mete più ambite.
Il giorno successivo per l’ultima volta ci sveglia il canto del muezin che richiama i fedeli alla preghiera, sono le cinque del mattino questo canto per sette giorni ci ha accompagnato.
Istanbul suoni colori profumi di spezie e tante cose da vedere.

 

Inserisco questo filmato che dà un’idea abbastanza precisa della città, abbiate pazienza e superate il primo minuto che è solo introduttivo

Questo secondo filmato mostra uno dei quartieri più carateristici di Istanbul

Infine un filmato sul Gran Bazar di Istambul

BUONA LETTURA  A TUTTI DA ENRICA E PAOLA!


8 Commenti a “Istanbul un viaggio tra oriente e occidente raccontato da Enrica e da Paolacon”

  1. alba morsilli scrive:

    mi affascina quel mondo molto diverso dal nostro, ma voi ce lo avete mostrato sapeintemente, adoro i loro profumi e penso che il primo giro lo avrei fatto al mercato, mi piace la loro maiolica, poi una città che sa do oriente ma anche di occidente, grazie per i video e per le vostre informazioni

  2. giuseppe3.ca scrive:

    Non finiremo mai di stupirci, grazie a Paola ed Enrica.

  3. rosmarie scrive:

    Grazie per questo articolo che ha suscitato in me ricordi e profonde commozioni… è stato uno degli ultimi viaggi che ho fatto con mio marito diversi anni fa!

  4. franco muzzioli scrive:

    In una delle crociere da me fatte ,c’era da scegliere tra Rodi/Santorini o Istambul ,scelgliemmo la prima ipotesi….sulla quale ci sarebbe tanto da raccontare….ma mi rimane sempre la nostalgia delle grandi Moschee, dei dervisci turner (tanto cari a Battiato),dei tramonti sul Bosforo, dei dolcetti al miele mandorle e pistacchi…tanto per citare!!!!
    Vedremo …..se no ….nel.la prossima vita!!!

  5. Enrica Bosello scrive:

    Maledetta crisi, le difficoltà economiche, non mi permettono, tour di questo tipo, ma in questa città tornerei subito, mi gusterei un centrifugato di melograno, che viene fatto con uno spremiagrumi particolare, che non ho mai visto qui da noi, mangiando una ciambella di pane al sesamo, completerei il tutto con un caffè turco, e solo per assistere alle gag degli ambulanti mangerei un gelato, molto diverso dal nostro, sembra un caramello, tanto appiccicoso. Andate merita una visita, per il mare, per i profumi, per i colori, ma non bevete l’acqua, portatevi una bottiglietta.

  6. elisabetta8.mi scrive:

    I sogni sono desideri,,,,e uno di questi voi due lo avete fatto diventare realta’ x me,come ringraziarvi x tutto questo?Con un grazie e un abbraccio,siete una forza Enrica e Paola,,,,,,,,

  7. sandra .vi scrive:

    Come commentare ci avete regalato un servizio stupendo sospeso tra il reale e il magici Enrica con il suo racconto preciso e minuzioso,Paola con i suoi filmati .I ci sono stata mchiudo gli occhi e mi fate sognare ancora una volta grazie di verto cuore ♥

  8. Lorenzo.rm scrive:

    Signore e signori, giù il cappello dinanzi a Enrica e Paola.
    Non si finirebbe mai di leggere, di informarsi.
    Insomma, un grandissimo servizio sospeso tra il reale ed il magico.
    Grazie, grazie.

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