Acqua assassina

Ascoltiamo ancora una volta con la passività dell’abitudine l’ennesima notizia di bombe d’acqua , di frane devastanti, di eventi naturali che fiaccano il nostro territorio  e che chiedono il loro contributo di vite umane.
Salvatore Settis su “la Repubblica” , consiglia di non “nasconderci dietro un dito”  e dopo il solito comunicato governativo …… “ora si volta pagina”, con proclami fotocopia nei quali si auspica un nuovo piano per il dissesto idrogeologico, è necessario un esame  più attento della situazione ambientale con una maggiore autocritica.
L’Italia ha il territorio più fragile d’Europa , con mezzo milione di frane. Gli investimenti per la messa in sicurezza del territorio sono diminuiti del 50% e i lavori per un’ aggiornata mappa geologica sono stati affossati. Del 60% del territorio italiano non esiste nessuna mappatura!!! Il 10% è ad alto rischio idrogeologico , il 44% è ad elevato rischio sismico e i costi per la sola manutenzione sono valutati sui 3,5 miliardi di euro.
Dal 1985 al 2011 si sono registrati oltre 15.000 eventi di dissesto, di cui 120 gravi con 970 morti.
Nonostante questi segnali di allarme , crescono senza sosta l’abbandono della manutenzione ordinaria ed i presidi territoriali che assicuravano l’equilibrio del territorio.

Ma non diamo solo la colpa allo Stato……”piove governo ladro !!!” ……forse per i morti nella provincia di Treviso non dobbiamo incolpare solo la tropicalizzazione del clima e l’assenza delle autorità preposte.
Si cementifica in maniera incosciente, non si puliscono i boschi , si continua a scavare ghiaia dai fiumi, non si puliscono gli alvei dei torrenti, si costruisce ,spesso abusivamente, in luoghi dove è pericoloso farlo.
Forse anche noi cittadini dobbiamo guardare il territorio dove viviamo con quella cura e quell’attenzione che usavano i nostri nonni.
Alcuni numeri: negli ultimi 50 anni vi sono state 812 frane, che hanno coinvolto 747 località con 5.368 morti.
I comuni in cui sono presenti aree a rischio idrogeologico sono 6.633 e l’82% dei comuni italiani può essere coinvolto da rischi del territorio.
I cittadini che vivono in zone a rischio di alluvione sono circa 6 milioni.
Gli edifici  su terreni a  forte rischio di frane e alluvioni sono 6.400.
Le strutture ospedaliere in “zone rosse” sono 550.
Le industrie in aree considerate pericolose sono 46 mila.
Il costo complessivo dei danni provocati da frane , alluvioni e terremoti dal dopoguerra ad oggi è di 242,5 miliardi di euro !!!!!!!!!!!!!

Ultima notizia positiva ….entro il 2014 saranno aperti 1.320 cantieri per la sicurezza del territorio.
La salvaguardia della nostra terra comincia però da noi , dalla nostra attenzione , dalle nostre denunce (anche se spesso inascoltate) e dalla cura quotidiana del territorio in cui viviamo.

5 Commenti a “Acqua assassina proposto da Franco Muzzioli”

  1. lucia1.Tr scrive:

    La cura e il rispetto del territorio, un argomento “importante” su cui riflettere. Le brutte notizie di questi giorni sono la prova evidente che le scelte degli amministratori locali vengono fatte tenendo conto del profitto e non della salvaguardia della salute dei cittadini di quelle terre. Abito in una cittadina che vanta una produzione di vino di ottima qualità, negli ultimi anni sono state impiantate
    moltissime vigne, troppe, la comunità europea ci sollecita a non andare oltre, Spesso, osservando l’orto incolto che circonda la mia casa, mi trovo a ripetere questa frase: “Quand’ero bambina qui era tutto un filare di viti e di alberi da frutta”..
    Ricordo bene le viti che si attorcigliavano agli alberi da frutta, un’abitudine che i contadini avevano intrapreso dai loro avi, poi con lo sviluppo della coltivazione intensiva della vite, tutto è cambiato lunghi filari bassi, distanti in modo da consentire il passaggio dei trattori, il terreno dei vigneti è diventato permeabile e non resiste all’acqua. I greti dei ruscelli sono in abbandono, pieni di sterpaglie che vengono trascinare e ostruiscono il regolare deflusso dell’acqua scatenando a volte tragedie. Dovremmo aver cura di tutto ciò che ci circonda, fare delle scelte che salvaguardano la vita delle persone, non restare indifferenti alle numerose tragedie che succedono ogni giorno, non si può dare la colpa soltanto al cambiamento del clima.

  2. alfred-sandro1.ge scrive:

    C’è qualcosa di inesatto Paul:
    la natura non è mai stata calma, anticamente non vivevano nel fondo valle come non vivevano in riva al fiume e non vivevano in riva al mare.
    Anticamente solamente le strade percorrevano il fondovalle costeggiando i corsi d’acqua ma le abitazioni erano situate più in alto perchè i letti dei fiumi non avevano argini ma si estendevano nelle valli nel corso delle piene periodiche suddivise in centenarie , bicentenarie e oltre a seconda della gravità e della eccezionalità dell’evento, si estetendevano dall falde del monte alle falde del monte prospiciente quando si trattava di valli.
    Poi nel corso dei secoli con con lo sviluppo dei commerci si cominciò l’urbanizzazione a valle
    occupando anche le cosidette” aree golenali”.
    Pur essendo eventi catastrofici i danni potevano considerarsi limitati proprio per l’oculatezza degli abitanti del luogo e sopratutto non c’erano beni da danneggiare ( auto, locali ecc.)

    da wikipedia…….

    “17 ottobre 589 Rotta della Cucca e altri eventi[40] Innumerevoli Veneto, Liguria, Roma Dissesto idrogeologico seguito alla scarsa manutenzione dei fiumi dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente e peggioramento generalizzato del clima. Strade, sentieri, campagne e interi villaggi furono distrutti. In seguito all’alluvione ci fu un incendio a Verona e un’epidemia a Roma.[40] Secondo la tradizione storiografica veneta, questo evento causò anche lo sconvolgimento del corso dei fiumi della pianura veneto-friulana; la bassa pianura Padana fu trasformata in un’enorme palude.”

    “4 novembre 1333 Alluvione di Firenze Toscana Esondazione del fiume Arno.”

    “13 settembre 1557 Alluvione di Firenze Toscana Esondazione del fiume Arno. Una delle più disastrose alluvioni che abbiano colpito Firenze, provocò il crollo di molti palazzi ”

    “febbraio 1763 versante ionico della Provincia di Messina alcune decine Sicilia Piogge torrenziali e tifone. Nei giorni di carnevale la Fiumara d’Agrò, il Torrente Savoca ed il Torrente Pagliara ruppero gli argini travolgendo alcune borgate rivierasche dei comuni di Savoca e Pagliara; anche il Mare Ionio fece la sua parte: altissimi cavalloni seminarono morte e distruzione. ”

    “7 novembre 1908 Alluvione in Sicilia e Calabria
    24 ottobre 1910 Alluvione in Campania Circa 200 Costiera Amalfitana, Salerno, Casamicciola sull’Isola d’Ischia
    21 febbraio 1931 Alluvione di Palermo 11 Palermo Ondata eccezionale di precipitazioni per cinque giorni continue, e forte vento di Tramontana ”

    queste sono solo che alcune prese caso.

  3. paul candiago scrive:

    Fotografie valide per tutto il mondo, per chi segue cosa succede globalmente, in quanto la meteorologia terrestre e’ cambiata. Le poche infrastrutture,vale per tutte le nazioni, non sono capaci di far fronte alle “forze” del pianeta. Pensare che lo stato,stati, abbiano le risorse per far fronte ai disastri che vediamo non e’ pensabile e per la magnitudine dei disastri e per mancanza di risorse economiche.Si fa quel che si puo’ come si puo’. Tutta la popolazione mondiale vive in luoghi “storici” quando la natura era calma: fondo valle, vicino ai fiumi, sulla costa del mare e tutto andava a gonfie vele. Ora non e’ piu’ possibile pensare in questi termini perche’ anche i ghiacciai si sciolgono, l’acqua manca o ce n’e’ troppa e la siccita’ va e viene. Auguriamoci il meglio e non diamo tanto colpa a nessuno incluso lo stato perche’ i tempi meteorologici sono ora diversi e non aiuta, ne e’ che ci sono dei colpevoli quando la terra trema. Cordiali saluti, Paul

  4. giovanna3.rm scrive:

    Franco, hai fatto un gran bel reportage. La vostra terra, ancora una volta, ha subìto le avversità della natura, ma forse non di dovrebbero chiamare così, perché l’opera dell’uomo è ancor più devastante. Auguriamoci che gli interventi siano immediati e non solo ciance.
    Un caro saluto.

  5. Lorenzo.rm scrive:

    Grande servizio il tuo, Franco. Sul che fare siamo e restiamo allibiti. Anche perché persiste una perplessità e incredulità di fondo. Meglio aspettare, dunque. Ma dovremmo forse imparare a rivoltarci, e non per i soliti motivi parapolitici.

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