Passato il Ferragosto, ma ancora in clima vacanziero, Alba ci racconta, in chiave ironica, una storia vera, da lei vissuta e dalla quale fortunatamente è uscita indenne.
Che ne pensate voi dell’avarizia?
Avreste fatto come Alba?
Avete forse delle storie da raccontare anche voi?

Avarizia e Amore

Ho letto che l’avarizia è una malattia ed incontrare un avaro è come incontrare un malato inguaribile, perché l’avaro che non è consapevole di esserlo, bensì crede che sia un valore……….
Un avaro che risparmia su tutto, malgrado le sue possibilità economiche, è avaro anche in amore.
Sono persone con una mente ristretta, perché l’avarizia porta anche al risparmio mentale.
A volte penso ……..  ma tutto questo risparmio, accatastare soldi dove credono di portarseli…  anche dentro la bara?
L’amore però è cieco, quindi il fatto di innamorarsi di un avaro, sulle prime potrebbe essere cosa di poco conto.
In fondo l’amore non bada a spese, ma state tranquilli l’avaro sì, ci bada…
Si dice che noi genovesi abbiamo il braccino corto, ma questo signore era un piemontese di Alessandria.
Nel mio racconto vi parlo di una storia che io ho vissuto con un avaro.

L’incontro è stato casuale, in un supermercato alla cassa, lo sguardo è stato malandrino, il volto parlava per noi.
Un bel signore, con aspetto molto giovanile, distinto, con giacca e cravatta, mi garbava ed io non sapevo come attaccare bottone.
Ho fatto cadere per terra una scatola della pasta, lui si abbassa prontamente a raccoglierla e nel porgerla mi sfiora la mano… di proposito.
Quel contatto ha fatto vibrare di piacere il mio corpo, ma non sapevo a che cosa andavo incontro…
Aveva il potere di saper parlare erudito, mi piaceva ascoltarlo, sapeva molte cose ed io, curiosa del sapere come sono, ero incantata.
Era un ex direttore di banca, vedovo, con figli sposati.
Non nascondo che ci ho fatto un pensierino.
Era un provetto ballerino di liscio, tutti ci guardavano, specialmente quando si ballava il tango, mi aveva insegnato a farlo con i passi.
I primi tempi mi sentivo donna indipendente, quando lui, davanti alla cassa, mi porgeva la mano aperta, segno che io dovevo pagarmi il biglietto.
La vergogna veniva dopo che nascondeva il cappotto per non pagare il guardaroba, finché il proprietario glielo fece notare.
Lì non ti offriva il caffè, dovevi uscire, solo in un Cral di anziani perché costava 20c di meno.
Mai in macchina, si usava sempre il bus ed ognuno si pagava il suo biglietto.
Il bello viene quando c’è l’aumento di questo, il suo suggerimento “si va a piedi”.
Avaro dentro, godereccio fuori!
Gli piaceva mangiare e io cretina lo invitavo.

Una volta, per contraccambiare il mio pranzo è arrivato con dei fiori, certo mi sono meravigliata, ma non sapevo che li aveva presi alla vicina, nel suo giardino, solo dopo che questa mi disse “hanno rubato dei fiori”.
Il colmo della sua avarizia “Ti porto a cena fuori, ma andiamo da un amico che mi fa lo sconto”
Quando penso a lui mi tornano alla mente i panni stesi al sole lavati dalle nostre nonne che usavano il sapone di Marsiglia, era l’unico sapone che usava, sì perché un pezzo dura anche un anno.
Ma la mia rabbia era che era benestante, ma mentalmente un poveraccio.
Non so come ho fatto con il mio carattere a uscirci per un mese.
L’esistenza quotidiana con una persona avara diventa opprimente, deludente, priva di luce.

IL COLMO DELL’AVARIZIA

L’avarizia è uno dei peggiori difetti dell’uomo, è anche uno dei peccati capitali.
Io, che di natura sono generosa, mi stavo perdendo in un inferno, sperando in un cambiamento, ma come si nasce si muore.
Per fortuna il mio buon senso è prevalso ed ho messo alla porta, felice di averlo fatto, quel signore distinto, ma avaro.
Un consiglio a tutte le donne:  povero in canna, ma con il cuore grande!

10 Commenti a “Avarizia e Amore vita vissuta raccontata da Alba Morsilli”

  1. Paola Danti scrive:

    AVARIZIA
    Trilussa, 1927
    Ho conosciuto un vecchio
    ricco, ma avaro: avaro a un punto tale
    che guarda li quatrini ne lo specchio
    pe’ vede raddoppiato er capitale.

    Allora dice: – Quelli li do via
    perché ce faccio la beneficenza;
    ma questi me li tengo pe’ prudenza… –
    E li ripone ne la scrivania.

  2. paul candiago scrive:

    Gentili Signori e Signore: non vendo religione ma ricordo questo scritto del grande San Paolo:…”L’Avaro fuori dalla comunita’ della chiesa”…ora non so se si nasce avari o si diventa avari per non aver mai capito quanto si perde di se stessi e quanto sia triste vivere con quella mentalita’.
    Ora uno mi puo’ dire e’ tutto relativo, ma in questo caso non si puo’ applicare il concetto alla base del proprio comportamento e se lo si fa e’ sbagliato in quanto per dignita’ umana verso tutti e’ di dovere essere generosi. Trasportata questa virtu’ in ogni situazione in cui ci sia la presenza della donna comportarsi da avari e mancarle di rispetto non tanto nel senso della realta’ dell’occasione ma non sapendola mettere, come le e’ dovuto, su un pedestallo anche se retto solo da un fiore. Chi ha occhi per leggere intenda la bellezza di essere generosi sapendo che siamo nati Signori e viviamo da Ricconi. Cordiali saluti Paul

  3. alfred-sandro.ge scrive:

    ahahaha volevo farti arrabbiare e ci sono riuscito….

  4. alba morsilli scrive:

    caro Alfred non potevo non risponderti, hai svelato una parte di te nascosta.
    Tutto tu metti sulla bilancia, dare e ricevere devono stare sullo stesso piatto, se uno pende da una parte guardi bene di farlo ritornare al suo posto.
    la donna può essere volubile come tu hai scritto, ma ricordati se ama lo fa con il cuore e molto di più con il cervello,
    mentre tu hai dato una dimostrazione di due pesi e due misure.
    No in inquando ad arrabiarmi ci vuole altro poi so da che bocca esce ciao Alba

  5. alfred-sandro.ge scrive:

    ecco le incongruenza delle donne….

    hanno lottato strenuamente per aver le loro libertà (sacrosante), la loro indipendenza finanziaria, la parità di diritti e doveri…..e poi…?
    A seconda di come si svegliano al mattino….
    ” oggi sarò donna e farò tutto quello che fanno le donne. Mi farò servire, ammirare, mi farò cedere il passo, aprire lo sportello dell’auto, mi farò portare le borse pesanti…. Mettero quella gonna che mi sta cosi bene e la camicetta scollata, il rossetto e un bel trucco……..”
    domani…
    ” oggi chi mi urta sono guai: se qualcuno si azzarda a farmi
    un complimento me lo mangio.!
    Tutte quelle smancerie…. non le sopporto…
    Ti offrono la cena e poi sappiamo bene che vogliono in cambio……

    Eppoi tutte le colpe sono le nostre…….

    ahahahaha spero che ti sia arrabbiata Alba!!!

  6. edis.maria scrive:

    Alba, hai una capacità innata nel presentarci le tue esperienze di vita vissuta, con una certa ironia,in questo racconto, in altri con semplicità e affetto,in alcuni con sofferenza e rimpianto. Sei molto incisiva nel riuscire a offrire ai lettori pagine interessanti . Ciao

  7. gianna3.lc. scrive:

    Cara Alba, per fortuna ti sei liberata di un grosso peso, voleva fare il mantenuto l’Avarizia e l’Amore dovrebbero essere due cose ben separate,l’unica cosa donata da un Direttore Di Banca era il ballo,era ammalato cronico voleva fare il mantenuto mangiare e bere alle tue spalle, al posto dei mezzi perchè costavano i biglietti dell’Autobus ti faceva fare il “Pedibus” voleva magari tenerti in forma anche se nn necessitava, fiori rubati è regalati a te, un Signore distinto e benestante scusami Alba,molto simpatica questa tua storia vissuta,con uno scroccone benestante, evviva ti sei liberata subito per fortuna tua.il tuo racconto e molto allegro simpatico ma il Direttore di Banca meglio averlo perso che trovarlo!! ciao

  8. mario33,co scrive:

    Vediamo un cartoon simpatico sull’avarizia, radice di tutti i mali
    Aba, lo farai vedere ai tuoi nipotini
    dicendogli:”bambini, io… sono genovese ma…tutto a un limite”

    L’ avarizia è la radice di tutti i mali
    http://youtu.be/OWHdN3Oyzgw

  9. mario33,co scrive:

    Cara Alba,molto comico e ironico il tuo racconto, vissuto… con un Paperone de Paperone. Un accumulatore di denaro, un amministratore dei suoi beni economici. Sei incappata in un direttore di filiale di banca, distinto, che… l’unica soddisfazione te la data con il ballo (provetto ballerino di tango).Per fortuna che lo hai mollato. Questo signore, se la storia continuava, penso… che era capace di pranzare e cenare tutti i giorni da te, cosi risparmiava. I veri fortunati sono i parenti di queste persone patologicamente toccate da queste nevrosi. In questo caso i suoi due figli, che quando il padre non ci sarà più, si troveranno un capitale considerevole accumulato ed incontaminato. Mi permetto di inserire al mio commento L’AVARIZIA IN PSICOANLISI un piccolo excursus su cosa diceva Freud su questo tipo di patologia.
    L’avaro è anche stitico Parola di Freud
    Per il padre della psicoanalisi la tirchieria nasce durante la fase anale dell’infanzia. E ha a che fare con la stipsi. Le teorie per spiegare un difetto in grado di rovinare la vita
    Per il padre della psicoanalisi la tirchieria nasce durante la fase anale dell’infanzia. E ha a che fare con la stipsi. Le teorie per spiegare un difetto in grado di rovinare la vita La teoria di Freud: l’avaro soffre di stitichezza. «Merita una riflessione il pensiero di Sigmund Freud», dice Alberto Maria Comazzi, docente alla scuola di specialità in psicologia clinica dell’Università degli studi di Milano. «Per il padre della psicoanalisi, lo sviluppo del bambino è diviso in varie fasi: la fase orale, in cui predomina il piacere che proviene dalla bocca, totale nel momento dell’allattamento; quella anale, il periodo il cui il piccolo impara l’uso del vasino; quella genitale, che corrisponde all’inizio dell’organizzazione adulta della personalità. Il seme dell’avarizia è nella fase anale, quando il piccolo impara che, controllando il corpo, può far contenta o meno la mamma, quell’onnipotente oggetto d’amore da cui dipende per il suo nutrimento sia fisico sia affettivo, e da cui teme di essere abbandonato. Scopre che l’attività del dare o del trattenere gli regala un certo potere sulle emozioni degli adulti e nello stesso tempo procura anche un certo piacere».
    Se il bambino è poco amato e rassicurato, con una madre anaffettiva e nel contempo attenta alle regole e alla disciplina, può diventare esageratamente dipendente da questo gioco del controllo.«In altre parole, dietro la tirchieria c’è un’enorme, inconfessata insicurezza negli affetti fondamentali, una ferita profondissima, antica», continua Comazzi. «Come spesso accade, dietro alle manifestazioni umane meno piacevoli, quelle che saremmo d’istinto portati a condannare, c’è una sofferenza umanissima che gli specialisti devono capire, se vogliono provare a ricucire quella ferita. Qualcuno forse esprimerà incredulità, pensando che la teoria delle fasi del bambino sia solo una costruzione teorica un po’artificiosa. Niente vieta di spiegare l’avarizia direttamente come un sentimento di patologica insicurezza. Eppure io richiamo l’attenzione sul sintomo psicosomatico spesso presente negli avari: la stipsi». La mamma del tirchio, onnipotente. Inoltre, la teoria freudiana rivela anche un’altra intuizione per spiegare la psicologia del tirchio. «Il più delle volte dietro un tirchio c’è una madre che magari non è capace di amare, ma sa benissimo controllare», dice Comazzi. «Già, onnipotente e imperversante. Ecco allora che il quadro si compone, e si vede come spesso siano avari quegli uomini che non si sposano per non condividere con una compagna gli averi, e anche perché non riescono a sfuggire alla mamma».

    Più avari che avare. Si è parlato di avarizia quasi sempre al maschile: per le dinamiche di relazione con la madre è un vizio presente molto più negli uomini. Quando però colpisce le donne, è terribile. «Ricordo una paziente che aveva messo il lucchetto al frigo per impedire che i suoi figli si servissero liberamente di cibo», dice Comazzi.

  10. Lorenzo.rm scrive:

    L’hai proprio scampata bella, Alba. Conoscendoti, il destino di questo strano incontro era segnato. Via, via, via!
    Uomini così è meglio perderli.

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