Leggo sul giornale… un altro punto da tenere in considerazione
Che ne pensate?

– Circa l’80% dell’intelligenza dei bambini è dovuta alla loro madre.  E’ questo il quadro che emerge da uno studio condotto da. Dr. Christopher Peterson dell’Università del Michigan su un campione di oltre 3.500 bambini con un’età compresa fra i 4 e i 9 anni e i relativi genitori.

Per rintracciare la provenienza dell’intelligenza dei piccoli, Peterson ha somministrato dei test d’intelligenza alle coppie e ai bambini, riscontrando, che, le aree in cui i piccoli tendevano ad eccellere, erano in 8 casi su 10 quelle in cui anche la loro madre otteneva ottimi risultati.

Una percentuale che saliva fino al 90%  e più quando ad essere testate erano specifiche aree dell’intelligenza, ovvero:

– Intelligenza linguistica verbale (capacità di scrivere, comunicare, giocare con le parole, creare rime, poesie, filastrocche);

– Intelligenza musicale (capacità di riconoscere timbri, suoni ed imitare il tono di voce altrui);

– Intelligenza intrapersonale (comprensione di sé e delle proprie emozioni con conseguente inserimento sociale);

– Intelligenza interpersonale (comprensione delle esigenze e dell’interiorità altrui e attitudine alla leadership).

30 Commenti a “DA-CHI-EREDITA-L’INTELLIGENZA-IL-BAMBINO?”

  1. paul candiago scrive:

    Signora Anna,
    la sua verita’ mi ha toccato il cuore e le dico: mi perdoni.

    La nazione paga caro questa ingiustizia: conseguenze amare per aver negato alle donne le cure dell’istruzione.

    L’Ignoranza e’ sempre gravida, scriveva una Signora in Eldy.

    Auguriamoci che la mentalita’ e cultura a riguado l’educazione delle donne sia cambiata e termini la sofferenza intellettuale e le limitazioni alle loro vite per carenza di studi.

    La Costituzione attesta: la Legge e’ uguale per tutti.

    In realta’ Diritto disonorato, da piu’ di mezzo secolo, nei confronti dell’istruzione delle donne.

    Rispettosamente,Paul

  2. ANNA B, scrive:

    Quando mai è stata data alle donne la possibilità di dimostrare le nostre capacità intellettuali?
    Devo forse ricordarti che mentre a voi veniva fornito ogni mezzo per realizzarvi, noi donne eravamo tenute in casa, senza istruzione e senza neppure la libertà di sceglierci il marito?
    Vergogna delle vergogne, in Italia c’è stato riconosciuto il diritto di voto solo nel 1946 e di decenni ne son dovuti passare ancora perchè fossimo ammesse all’università.
    Neanche adesso siamo trattate alla pari, lo dimostra la nostra scarsa rappresentanza parlamentare ed il fatto che quando una donna ed un uomo competono, a parità di titoli è preparazione viene ancora preferito l’uomo perchè i collegi giudicanti sono in gran parte composti da uomini.
    Riconosco a voi uomini un solo merito che noi donne non abbiamo: voi uomini sapete coalizzarvi noi donne invece ci sbraniamo l’un l’altra…Quando impareremo a fare fronte comune non ci sarà più storia per voi.
    Comunque io spero che in un futuro prossimo questi discorsi sessisti non abbiano più ragione d’esistere in un contesto di rispetto e parità.

  3. francomuzzioli scrive:

    Caro Paul dato che che ti sei rivolto a me ,ammetto la mia pochezza ,non ho capito nulla di quello che hai scritto.
    Se sei così cortese da uscire dal trascendente , rivelato ed eterno e parlarmi con un linguaggio che anche un piccolo curioso umano possa capire, te ne sarei grato.

  4. edis.maria scrive:

    Non ho intenzione di fare un trattato su INTELLETTO e INTELLIGENZA ,perchè ognuno dei lettori è in grado di leggere ciò che ho trovato io su internet. Sono la stessa cosa se trattati filosoficamnete o no, religiosamente o no, ma il concetto è il medesimo! Accetto, senza offendermi, pareri diversi, spiegati in modo comprensibile! ahahahahh!!!!

  5. edis.maria scrive:

    Signor Paul Candiago,io sono credente, spesso a modo mio, ma non penso che le sue spiegazioni ,così complicate e troppo evangeliche. possono essere comprese da tutti i credenti . Semplicità ci vuole come faceva Gesù e non saccenza inutile! Mi scusi di essere piuttosto dura, ma un pastore come Lei mi turberebbe nel rapporto umano e divino!Buona serata!

  6. paul candiago scrive:

    Signor Francomuzzioli,
    nel mistero di Dio, per un credente quello che siamo nella presente realta’ non e’ visto,valutato,giudicato eternamente assumendo sia il modo,sotto tutti gli aspetti, di Dio.

    Dalla rivelazione evangelica leggiamo a prova:…le mie Vie non sono le vostre vie….ecc…continui lei.
    Rivelata risposta al di la’ di ogni razionalismo umano,tempo e spazio, che satura infinitamente la nostra realta’ di curiosi piccoli umani che l’alito della vita muove nel Suo Universo.

    Chi lo sa vedere e cerca e chi no: grazie Signore del soprannaturale dono del pensiero. Cordiali saluti, Paul

  7. alfred-sandro.ge scrive:

    allora se sono un idiota posso ringraziare il mio Dio?
    che bello, ora so a chi rivolgermi!

  8. lucia1.Tr scrive:

    Leggo sorpresa il commento di Paul Candiago e mi chiedo: ” L’intelligenza è un dono di Dio?”. Per un chiarimento sull’argomento riporto le parole di Papa Francesco pronunciate durante Udienza Generale del 30 aprile 2014:

    “Cari fratelli e sorelle, buon giorno!
    Dopo aver preso in esame la sapienza, come primo dei sette doni dello Spirito Santo, oggi vorrei puntare l’attenzione sul secondo dono, cioè l’intelletto. Non si tratta qui dell’intelligenza umana, della capacità intellettuale di cui possiamo essere più o meno dotati. È invece una grazia che solo lo Spirito Santo può infondere e che suscita nel cristiano la capacità di andare al di là dell’aspetto esterno della realtà e scrutare le profondità del pensiero di Dio e del suo disegno di salvezza….. “

  9. francomuzzioli scrive:

    Caro Paul se l’intelligenza o intelletto, come tu lo chiami, è un bene soprannaturale , quindi donato da Dio , con che criterio Egli distribuisce genialità e semplicità ? O tutto rientra nelle cose imponderabili che a noi non è consentito capire e conoscere?
    Se è così aprioristicamente stabilito ,che senso ha ragionarci sopra?

  10. paul candiago scrive:

    Signori e Signore, partendo dal dono dell’intelletto, ognuno di noi penso sia disposto ad accettare che e’ un bene soprannaturale, e come tale le varie discendenze biologiche proprie del nostro essere animale non entrano in gioco. (eccezioni biogenetiche degenerative per ora fuori tema). Ora nel quadro di questa verita’ di base possiamo giocare quanto vogliamo ed anche con un po’ di fortuna giocare a dadi con i cromosomi: ci provano tanto anche cani e’ gatti ma non hanno intelligenza umana: forse non sanno giocare a dadi. Buon divertimeto a papa’ e mamma’ che hanno partecipato da generazione a generazione per far conquistare ai loro figli la Luna. Cordiali saluti, Paul

  11. paolacon scrive:

    posso fare un’osservazione Lucia? se le bimbe che citi sono diversissime nei tratti somatici, come dici, non è possibile che siano “gemelle monozigoti” sono semplicemente gemelle sorelle. Io credo sia così. Gemelli monozigoti sono originati da uno stesso ovocito fecondato, derivante dalla fecondazione di una sola cellula uovo, da parte di un solo spermatozoo, con successivo sdoppiamento dell’uovo fecondato.
    I gemelli monozigoti provengono da un unico zigote (ovocito fecondato), che durante lo sviluppo si divide dando origine, anziché a uno solo, a due individui identici, con lo stesso patrimonio genetico quindi che hanno ereditato dai genitori gli identici caratteri psicosomatici.

  12. lucia1.Tr scrive:

    Le mie carissime amiche Cecilia e Alice, gemelle monozigoti d i 4 anni, potrebbero essere soggetti da osservare e studiare. Vivono a Londra, mamma italiana, laureata in fisica con un lavoro importante che la porta in giro per l’Europa, papà norvegese che impartisce loro un’educazione molto rigida. Due bambine diversissime tra di loro, sia nei tratti somatici, sia nel carattere, parlano già tre lingue: italiano, inglese e norvegese, hanno girato tutta l’Europa visitando i pi importanti musei, praticano ogni tipo d sport, frequentano a Londra una scuola Montessori molto prestigiosa. Bambine che hanno avuto tante opportunità ed hanno avuto la possibilità di arricchire le loro conoscenze, tuttavia il loro sviluppo intellettivo sta facendo percorsi diversi, all’inizio Alice sembrava essere più dotata e più avanti, ora Cecilia che era un pochino indietro, denota una maturità maggiore e separata dalla sorella, riesce ad emergere tra i compagni d’asilo.

  13. edis.maria scrive:

    Lucia, sono perfettamente d’accordo con te! Guardiamoci intorno, osserviamo le persone che ci circondano, facciamo qualche confronto e le statistiche, nel nostro piccolo, le facciamo da soli! Naturalmente sottolineo ” nel nostro piccolo”, intendendo a noi vicino, e vediamo che alcune persone agiscono con cognizione personale, dandosi da fare, e ciò indica intelligenza pronta!Da chi hanno ereditato da padre o da madre? Maaaaaaaa!!!

  14. mario33,co scrive:

    (PRESO IN RETE)
    Ricercatori dell’università della California hanno svolto un’accurata analisi per stabilire se l’intelligenza sia determinata da fattori genetici, o sia la risultante di fattori esistenziali come educazione e ambiente.
    Il risultato dell’analisi ha potuto determinare che sono i geni a regolare alcune sezioni cerebrali coinvolte nella comprensione del linguaggio e nelle abilità cognitive. Il meccanismo prodotto dai geni è ereditariamente trasmissibile.

    L’equipe di Paul Thompson ha preso in esame 10 coppie di gemelli monozigoti (geneticamente simili) e 10 coppie di gemelli eterozigoti. Analizzando il cervello mediante la risonanza magnetica, i ricercatori hanno constatato che nei gemelli monozigoti, le aree di Broca e Wernicke, entrambe implicate nel linguaggio, e le zone centrali presentavano somiglianze dal 95 al 100 per cento. Nei gemelli eterozigoti invece le similitudini erano intorno al 60-70 per cento.
    Secondo Paul Thompson, questo dimostra che nel processo di sviluppo di queste aree cerebrali il ruolo dell’ambiente circostante e delle esperienze soggettive è secondario.
    QUINDI… SI PRESUME, CHE I GEMELLI MONOZIGOTI, ANCHE SE CRESCIUTI IN AMBIENTE DIVEROSO, HANNO AL LORO ATTIVO I STESSI GENI SVILUPPANDO LA STESSA INTELLIGENZA

  15. paolacon.rm scrive:

    Nei commenti si è parlato molto dei geni e dell’ambiente. Tutti i vostri commenti dicono qualcosa di giusto, in assoluto.
    I più importanti riscontri sul tema intelligenza (è solo ereditarietà o solo influenza dell’ambiente) sono stati fatti sugli unici campioni validi: i gemelli monozigoti (identici) cresciuti in ambienti diversi.
    I gemelli monozigoti (anche detti gemelli monovulari o semplicemente identici) derivano da una singola cellula uovo fecondata da uno spermatozoo, quindi hanno esattamente lo stesso patrimonio genetico e gli stessi caratteri somatici (aspetto fisico, gruppo sanguigno, sesso). Quale miglior elemento per una ricerca valida?
    Da qui l’importanza di studiare il comportamento dei gemelli, la loro evoluzione e, quando possibile studiarli se vivono in due ambienti separati. Uno scienziato famoso, Galton nel 1874, propose lo studio dei gemelli (metodo dei gemelli) per capire gli effetti di ciò che egli chiamò nature and nurture (eredità ed ambiente – letteralmente “natura e nutrimento”).
    Non entro nell’ argomento, per altro affascinante, semmai lo farò in un secondo tempo, ma ne ho parlato, perché uno studio su questa situazione particolare, potrebbe risolvere molti quesiti sull’ereditarietà verso l’ambiente in cui si cresce, oppure sull’influenza, maggiore o minore, dei geni di uno dei genitori.
    Ecco perché insisto a dire che tutti i commenti sono nel giusto.

    Quello che invece trovo davvero seccante è che ogni pretesto è buono per fare delle stupide polemiche e cercare di prevalere sugli altri.
    E che diamine, possibile che ogni frase debba essere presa come un’offesa personale?

  16. Bracco scrive:

    La donna, nel paradiso terrestre, ha morso il frutto dell’albero della conoscenza dieci minuti prima dell’uomo:
    Da allora ha sempre conservato quei dieci minuti di vantaggio.
    Nel passato ci sono tante figure femminili che hanno fatto la differenza, le loro opere sono passate inosservate a causa di libri di storia a volte un po’ troppo maschilisti.Si può partire da molto lontano come la donna faraone dell’Egitto del XV secolo a. c. per trovarne altre nella letteratura,filosofia,arte,musica,teatro…

  17. lucia1.Tr scrive:

    Leggendo il commento di Alfred, viene da chiedersi quanto l’ambiente e lo stato sociale influiscono sullo sviluppo intellettivo del bambino? La mia esperienza m’insegna che spesso i figli di genitori benestanti e di cultura medio-alta non riescono né a laurearsi, né trovare posizioni soddisfacenti in campo lavorativo. Cosa aiuta veramente a sviluppare l’intelligenza? Lasciamo da parte tutte le statistiche che troviamo nella rete e guardiamoci intorno…

  18. francomuzzioli scrive:

    Caro Mario ti ringrazio del “pensiero poco intelligente” (non tutti hanno la fortuna di avere questa innata dote).
    Era chiaro che i “grandi uomini” erano figli di madri (donne) …non ci piove…..il mio discorso , se avesti letto bene , avvalorava il preciso elenchino da te fatto ,dove dici che queste donne erano “di un ceto superiore” e quindi in grado di potersi esprimere senza remore.
    La ventina di donne citate è nulla contro le migliaia di geni maschi ..che la storia ci ha dato…..ma ripeto ,questo è avvenuto perchè le donne sono sempre state limitate a ruoli “casalinghi” e non si potevano esprimere….( data la mia ignoranza ….commento come posso!).

  19. alba morsilli scrive:

    ‘ intelligenza è la continua voglia di apprendere essere affascinati dalle cose che ci circondano la avere la stessa curiosità che ha il bambino. Avere intuizioni porsi domande ed eventuali risposte avere una mente aperta alle altre culture non fossilizzarsi sui propri principi non convincersi di essere nel giusto ma ricercare e sapere che non si SA

  20. alfred-sandro1.ge scrive:

    “…Il QI è un falso mito
    Un nuovo mega studio online su 100 mila persone in tutto il mondo manda definitivamente in pensione il Quoziente di Intelligenza. Per misurare genio e intelligenza ci vogliono strumenti e test più sofisticati….

    …L’idea che l’intelligenza sia unica e misurabile con un unico indice, il cosiddetto “quoziente intellettivo” o QI, è un’idea vecchia (dell’inizio del secolo scorso) e ormai in declino. L’ultimo e definitivo colpo di grazia glielo ha dato una mega ricerca online della Western University dell’Ontario (Canada) alla quale hanno partecipato oltre 100 mila persone in tutto il mondo. Il risultato dello studio è che la misurazione del quoziente intellettivo attraverso un singolo esame può essere fuorviante. E per misurare l’intelligenza delle persone bisogna fare diverse prove e valutare diversi aspetti.”

    http://www.focus.it/hi-tech/il-qi-e-un-falso-mito

    chi ha mai visitato un museo contadino?
    si rimane stupefatti dalle cose , dagli oggetti, dagli strumenti che i contadini hanno saputo costruire con le loro mani.
    Oggetti ed attrezzi per ogni cosa e circostanza a cominciare dal primitivo aratro.
    chi ha mai visto la bottega del fabbro?
    il più delle volte erano analfabeti eppure geniali…….
    al contrario quanti genii sono nati da famiglie semplici e quanti idioti da famiglie “intelligenti”?

  21. mario33,co scrive:

    Sono dell’avviso che l’intelligenza sia determinata da diversi fattori, in primis il DNA .Essa è intrinseca nel bambino/a, trasmessa da un bagaglio di enzimi, di neuroni, evolutesi e ereditati in modo generazionale. Non smentisco il mio commento, è quello di Lucia, in cui si afferma che l’intelligenza vada stimolata, instradata,educata,coltivata. Di fatti tutti sanno, che… scientificamente provato la musica di Mozart fatta ascoltare nel grembo materno o in tenera età stimoli l’intelligenza. Una persona normale, mediamente, ne ha di solito 85/115, Einstein 156. Con un IQ astratto si riesce a sintetizzare discorsi complessi, a comprendere situazioni “astruse”, a percepire in modo immediato, premonitore quello che si sta dicendo, quello che si sta guardando. E’ stato già trattato l’argomento intelligenza in un post su questo blog con riferimento ai nostri antenati che risultavano più intelligenti di noi. Negli stati Uniti ed in altri stati, molti bambini/ragazzi con un IQ alto vengo portati in scuole speciali, dove, vengono stimolati ed esercitati a usare queste loro doti intellettive ( disapprovo perche sono ghettizzati).Non che queste scuole partoriscano poi di fatto dei geni. Mi è capitato di leggere ultimamente che il quoziente intellettivo della popolazione mondiale si è alzato di molto, specialmente dei nostri ragazzi stimolati come sono dal progresso innovativo. Trovo anche sensato il commento sui geni di Bracco. Forse, dobbiamo unire insieme tutte queste ricerche, questi studi, queste… ipotesi, per definire in modo intelligente, l’intelligenza umana (scusate il bisticcio). Caro Franco, se permetti ti rispondo io! il tuo discorso mi pare poco intelligente( rimanendo in tema) seguendo questo articolo i grandi geni uomini erano figli di donne che hanno loro trasmesso i loro geni? o no? Franco, ma…le grandi donne intelligenti nel passato, che hanno lasciato un segno indelebile, ci sono state e come! soltanto, che esse facevano parte di un ceto “superiore” alla media, che la società in cui vivevano le accettava perche figlie, mogli, di potenti, alcune di esse hanno anche sofferto la loro condizione di intelligenza, ma…ci sono state! Accantoniamo la condizione femminile a livello sociale e generale vissuta in “secondo piano” nei secoli passati. Ti faccio una breve lista (non è completa per non stancare) presa dal web.

    Ipazia: (370-415 d.C.) matematica e filosofa greca, giustiziata;
    Galla Placidia: (388/392-450 d.C.) fu una delle ultime imperatrici romane;
    Maria di Francia: (XII secolo d.C.) è la più antica poetessa francese di cui si conosca l’esistenza;
    Murasaki Shikibu: (973-1025 d.C.) fu una dama di corte e scrittrice giapponese…a lei si deve il Genji monogatari, il primo romanzo psicologico della storia;
    Eleonora d’Aquitania: (1122-1204) fu regina di Francia e madre di Riccardo Cuor di Leone, divenne celebre per la realizzazione della corte più raffinata dell’Europa medievale grazie al suo mecenatismo;
    Isabella di Castiglia: (1451-1504) fu una regina di Spagna, è rimasta famosa per il suo impegno nella colonizzazione delle Americhe e l’appoggio dato all’Inquisizione:
    Giovanna la Pazza: (1479-1555) figlia della precedente, fu madre di Carlo V…si distinse per il suo rifiuto nei confronti della religione cattolica, cosa sorprendente per la morale bigotta del tempo;
    Isabella d’Este: (1474-1539) è chiamata “la signora del Rinascimento”, e in effetti fu una delle più grandi mecenati e donne di cultura non solo di quell’epoca, ma di tutta la storia d’Europa;
    Vittoria Colonna: (1490-1547) fu una grande intellettuale del Rinascimento, ebbe anche una storia d’amore platonica con Michelangelo;
    Artemisia Gentileschi: (1593-1653) fu una bravissima pittrice del periodo barocco;
    Lavinia Fontana: (1552-1614) fu un’altra valente pittrice italiana, appartenente al periodo manierista;
    Maria Tudor: (1496-1533) sorellastra di Elisabetta I, fu una regina inglese passata alla storia per la sua spietata caccia ai protestanti, che le valse il titolo di “Bloody Mary”;
    Elisabetta I: anche lei non ha bisogno di presentazioni 😉
    Maria Stuart: (1542-1587) fu regina prima di Francia e poi di Scozia, cadde vittima di un complotto noto come “Babington Plot” e perciò venne condannata a morte…per la sua vita ricca di eventi è considerata l’eroina romantica per definizione;
    Caterina De’ Medici: (1519-1589) regina di Francia, è rimasta famosa per la sua grande determinazione e il suo acume politico; Anna d’Austria: (1601-1666) regina di Francia e madre di Luigi XIV, fu un’altra grande donna capace di reggere nelle sue mani le redini di un intero paese;
    Cristina di Svezia: (1626-1689) regina di Svezia che rifiutò il trono per non abiurare la fede cattolica, aveva una vastissima cultura e a Roma fondò l’accademia letteraria dell’Arcadia;
    Marie-Madeleine de La Fayette: (1634-1693) fu una scrittrice francese a cui si deve il primo romanzo europeo moderno, la principessa di Cleves;
    Rosalba Carriera: (1675-1757) fu una ritrattista italiana del periodo rococò;
    Maria Teresa d’Austria: (1717-1780) fu un’imperatrice austriaca, celebre per il suo assolutismo illuminato;
    Elisabeth Vigèe-Le Brun: (1755-1842) fu una pittrice francese del XVIII secolo, a cavallo tra il periodo rococò e il neoclassicismo;
    ETC. ETC. ETC.

  22. francomuzzioli scrive:

    Giustissimo Edis!!!!! Vi propongo un interrogativo …Come mai i grandi geni del passato erano tutti maschi? Dagli antichi filosofi , ai grandi pittori, agli scienziati ai letterati…..Perchè allora la donna non poteva studiare, era tenuta soggetta a compiti puramente procreativi…e quindi la sua intelligenza anche se innata….non “cresceva” ,non si espaneva con dinamismo e rimaneva costretta negli stereotipi che la società, la cultura e la religione imponevano.

  23. lucia1.Tr scrive:

    E’ ampiamente documentato, da lunghi studi sull’educazione infantile, che il quoziente d’intelligenza di un bambino è la somma dei geni ereditati e delle “cure” ricevute fin dalla primissima infanzia. Un bambino che riceve tanti stimoli, visivi, musicali, che ascolta la voce della mamma che legge fiabe, che fa esperienze tattili con ambienti diversi e che vive in ambiente sereno, svilupperà, un’intelligenza maggiore, sarà più sicuro e pronto ad affrontare le difficoltà che l’ambiente gli propone. Il bambino percepisce fin dal grembo materno se è ben accetto, se la sua presenza in famiglia non costituisce un ostacolo per la carriera lavorativa della mamma, il bambino ha una sensibilità particolare e si difende come può, spesso ha un ritardo nel linguaggio, cammina più tardi e, cosa preoccupante, si rifiuta di mangiare a sufficienza, segnali preoccupanti che spesso si ripresentano durante l’adolescenza.

  24. edis.maria scrive:

    Trarre delle deduzioni certe e inequivocabili da una ricerca effettuata su 3500 bambini ,mi sembra un po’ ingenua e inutile. L’intelligenza non si presenta solo alla nascita, ma è un continuo evolversi nel corso della vita, è dinamica , non statica,. Cresce con l’uso che il bambino fa delle proprie capacità giornaliere, delle attenzioni che gli vengono proposte, forse nei primi anni dalla madre, poi dal padre e da chi lo segue, dalla scuola, dalla vita in generale. Se il bimbo ha maggiori stimoli la sua intelligenza, riceverà possibilità di confronto con gli altri e anche con se stesso ,risolvendo ogni volta un piccolo passo verso l’autosufficienza mentale. Penso non si possa stabilire una percentuale partendo dai genitori!

  25. Bracco scrive:

    E’ tutta colpa del cromosoma!
    Oltre un terzo dei geni che controllano le funzioni, celebrali si trovano sul cromosoma X.
    L’uomo ha una sola X, la donna due! Se cercate notizie su il cromosoma X (biologia), nel Web, troverete tra l’altro che questo è molto ricco di geni.
    Erroneamente si tende a pensare che se c’è un individuo particolarmente dotato dal punto di vista intellettivo normalmente si dice:
    Tutto suo padre!
    In realtà questa convinzione non è vera perché il contributo delle X (che è fortemente consistente) è legato alla madre, non al padre.
    Ahimè, che tristezza costatare che i numerosi e affermati studi scientifici affermano:
    Il cervello femminile è più sofisticato di quello maschile. Non solo, ma grazie a tali differenze è emerso che la donna è avvantaggiata in situazioni più complesse da risolvere. Ha un funzionamento cerebrale meno “rigido” di quello maschile.
    Capite perché certi popoli ancora oggi tengono la donna emarginata?
    Ma questo è un altro discorso.

  26. mario33,co scrive:

    Vi sottopongo un’altra versione dell’intelligenza dei bambini, non come eredità, ma… come insegnamento, come partecipazione dei genitori, a stimoli, a risposte edificanti, a partecipazione al suo sviluppo intellettivo. (PRESO DALLA RETE).

    L’intelligenza non è innata ma si può insegnare (e quindi imparare), usando il metodo Feuerstein. Una tesi affascinante che aiuta a fare meglio il mestiere di genitori e che viene presentata in Italia da Nessia Laniado nel volume Come insegnare l’intelligenza ai vostri bambini (Red Edizioni, € 9,50). Giornalista, in passato direttrice di periodici dedicati ai genitori e alla famiglia e autrice di numerosi libri di carattere divulgativo, Nessia Laniado è, in prima persona, una sostenitrice del ‘metodo Feuerstein’, basato sull’assunto che l’intelligenza non è un’eredità immodificabile, bensì un fenomeno dinamico, frutto di processi mentali che vanno ‘esercitati’ fin dai primi anni di età, e che assegna ai genitori un ruolo chiave.
    Secondo il ‘metodo’ di Reuven Feuerstein, professore di Psicologia e Pedagogia negli Stati Uniti e in Israele, l’intelligenza si insegna ai propri figli sforzandosi di essere, costantemente, ‘mediatori’ tra loro e il mondo esterno. Come dire che il corretto sviluppo delle capacità intellettive dei più piccini non passa più dai ‘vecchi paradigmi’ fatti di nozioni, giochi e attività didattiche ma da un ‘rapporto’ stretto tra genitori e figli. Un rapporto che vede i primi impegnati nell’attività di comunicare con i secondi nel tentativo di dare senso a tutte le azioni e a tutte le emozioni con cui i più piccoli hanno a che fare e di cui si domandano il perché. Presentando il metodo dello studioso che dirige il Centro internazionale per lo sviluppo del potenziale di apprendimento di Gerusalemme, l’autrice ne fa cosa propria e incoraggia i genitori ad usare tutta la loro inventiva nel trovare situazioni, produrre esperienze, scegliere occasioni per entrare in contatto coi bambini imparando a vedere il mondo dalla loro prospettiva. Il risultato è un manuale scritto con un linguaggio semplice e vivace, ricco di esempi, che insegna a comprendere le reazioni, talora incomprensibili, dei bambini.

  27. paolacon scrive:

    se ne hai voglia racconta allora Lucia, può essere utile per tanti

  28. lucia1.Tr scrive:

    Per mia esperienza personale, osservando l’ambiente che mi circonda, ho sempre pensato che il ruolo della madre nell’accudimento della prole, abbia un ruolo predominante rispetto agli altri componenti della famiglia, sia per il forte legame che si stabilisce durante la gravidanza e al momento del parto, sia per la maggior quantità di tempo trascorso insieme durante i primi mesi.
    I bambini fin dal primo giorno di vita percepiscono la voce, il calore, la presenza della mamma, in particolar modo avvertono se lei è serena e accetta con amore la loro presenza, perché è proprio da lì che nascono le future insicurezze dell’adolescenza, potrei raccontare molto intorno a quest’argomento…..

  29. lorenzo.rm scrive:

    A malincuore l’ho sempre saputo. I maschi danno i loro vizi, e non sono pochi, però.

  30. francomuzzioli scrive:

    La nostra funzione di padri , mi auguro, non si limiti ad essere quella di “utili fuchi” !
    Ma forse quel 20% che diamo noi è l’intelligenza della genialità……….ma!

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