un fiore

Una piccola variazione nel programma, la questione di un attimo e il corso della propria vita cambia.

In tanta tragedia di queste ultime ore, con lo schianto dell’aereo dell’Airbus, compagnia Germanwings, siamo venuti a conoscenza di due fatti diametralmente opposti.
Il caso ha salvato molte vite, lo stesso caso ne ha inesorabilmente condannate altre.

Quel volo, i ragazzi della scuola tedesca, in visita a Barcellona per uno scambio culturale tra scuole, sono stati a un filo per perderlo e salvarsi da un destino atroce.
I ragazzi si sa, sono sventati ed una delle ragazze del gruppo aveva dimenticato, in casa della famiglia ospitante, a Barcellona, il passaporto e tutti i suoi documenti utili per il viaggio. Il gruppo non sarebbe potuto più partire.
Ed ecco entrare in gioco il caso, quel caso, quella sorte che i latini chiamavano fors e da cui sono derivati tanti vocaboli italiani tra cui la parola fortuna. Ma è stata una fortuna?
La sorte si è materializzata nelle vesti della famiglia ospitante, che con generosità si è precipitata in aeroporto a consegnare il nefasto passaporto, così che le 14 ragazze e i 2 ragazzi hanno potuto “felicemente” prendere quel volo e precipitare nel baratro.
fortuna

E la dea bendata ha colpito ancora, stavolta in modo positivo:
i componenti della squadra di calcio svedese:  Dalkurd Borlänge, si sono salvati per miracolo, proprio grazie ad un cambiamento di programma fatto all’ultimo minuto.
La squadra aveva giocato a Barcellona e doveva tornare in Svezia, ma ci sarebbe stata una lunga attesa per la coincidenza a Dusseldor e così è stato deciso, di cambiare volo.
I fatti parlano da soli.
Concludo con una notazione di Knut Hamsun scrittore norvegese Nobel letteratura 1920
“Un caso che finisca bene è Provvidenza, un caso che termini male è destino.”

C’entra il destino? La provvidenza?
È solo il caso che decide delle nostre vite?
Una coincidenza?
Perché?

A chi ne ha voglia una propria riflessione …
(pca)

14 Commenti a ““Fors” … una riflessione sul senso di questa parola”

  1. giuseppe3ca scrive:

    L’uomo con le sue capacità intellettive cerca sempre di darsi una ragione per spiegarsi le cose che gli succedono attorno ma quando arriva al limite delle cose inspiegabili e ormai sono successe e non può metterci riparo, allora si dà un’ultima imponderabile spiegazione: era DESTINO, e resta con l’animo in pace: non è stato per colpa sua.

  2. alfred-sandro1.ge scrive:

    Si Lucia , hai ragione, ma forse è necessario che il discorso si sposti in altre direzioni per riuscire a capire le cose nelle loro svariate sfumature.
    Noi comuni mortali purtroppo viviamo alla giornata e spesso, troppo spesso scordiamo che ” oggi siamo perchè ieri siamo stati”
    Chi si ricorda le scelte politiche dei Presidenti americani Carter e Reagan e la loro “deregulation” adottate poi da tutti i paesi?
    Deregulation: togliere le regole.
    Togliere le regole per “ampliare i mercati”. Aumentare la concorrenza per aumentare i profitti di chiunque avesse voluto immettersi nel mercato adduccendo l’idea che la libera concorrenza sarebbe stata favorevole al ribasso dei prezzi ma, senza dire che un ribasso dei prezzi avrebbe portato a forti riduzione degli investimenti e alla formazione di cartelli monopolistici.
    Le forti riduzioni degli investimenti, avrebbero inevitabilmente portato a drastiche riduzioni di personale con inevitabile supersfruttamento del personale rimanente ( ne vediamo i risultati a distanza di oltre venti anni in tutti i settori) costringendo i lavortori superstiti a ritmi da sfrutamento schiavistico, con le minacce continue di riduzioni e licenziamenti.
    Auto e camion sempre più veloci, ritmi di lavoro sempre più serrati, turni sempre più stressanti, norme di sicurezza sempre meno adottate, ecc, ecc.
    Mentre i ricchi sono sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri .
    Il tutto in nome del solo “dio denaro”.

  3. sandra .vi scrive:

    Prima di tutto un pensiero,una preghiera alle vittime dell’Airbus R.I.Premesso che non sono pessimista per natura ,vedo generalmente il bicchiere mezzo pieno,ma credo ognuno di noi abbia gia’il suo destino segnato ,Puo’prendere decisioni ,fare progetti ,ma i soliti paletti (destino )lo fanno deviare ,gli fanno cambiare e capovolgere ,portandolo a soluzioni non previste .

  4. lucia1.Tr scrive:

    Noto che i commenti si sono spostati sulle dinamiche dell’incidente aereo, tutti vorremmo sapere se sono state prese tutte le dovute attenzioni da parte della compagnia area e mille dubbi ci vengono alla mente. Alfred ha posto una domanda, da profana, vorrei provare a rispondere riportando le parole di un tecnico che ieri ha fatto una dichiarazione in merito. Il pilota automatico viene programmato, attraverso un sofisticato computer, dalla direzione del volo prima della partenza, prevedendo la rotta, durata del volo, eventuali perturbazioni in atto ed altro, soltanto il pilota può decidere di azionarlo ed eventualmente modificarlo, non ha la capacità di ragionare e trovare decisioni autonome in caso di pericolo, senza l’intervento della mente umana non cambia programma

  5. alfred-sandro1.ge scrive:

    a detta degli esperti che vengono intervistati di volta in volta parrebbe che in qualunque caso, sia di malore che malfunzionamento o altro ancora, sarebbe dovuto intervenire il pilota automatico.

  6. Nembo scrive:

    Per correttezza… ho scritto nel commento perchè non ci fossero due persone sempre in cabina, in Europa non è ancora obbligo di legge che lo impone ma è facoltativa e spetta alla compagnia decidere, mentre se si vola nei cieli degli States è obbligatorio. Dopo questa tragedia dell’Airbus, Alitalia in primis e altre compagnie aeree hanno deciso di adottare il sistema che quando uno dei due piloti dovesse uscire per qualsiasi motivo, un menbro dell’equipaggio dovrà essere presente in cabina. Un saluto

  7. Bracco scrive:

    Prima di tutto vorrei esprimere il mio cordoglio per le vittime dell’Airbus della Germanwings.Le Ultime notizie, sempre da verificare,parlano che nel 2009 il copilota aveva sofferto di stress da lavoro e depressione.
    Ma veniamo alle domande della signora Paola :
    Destino:
    Credo che il destino non sia già scritto per noi che stiamo vivendo.
    Anche se quando qualcosa accade, si usa dire che era destino… ma solo perché quella determinata cosa e non una qualsiasi altra si è verificata.
    Ma nessuno può sapere cosa accadrà domani…Dire che tutto è inutile tanto è il nostro destino, può essere un modo di fuggire la responsabilità e la fatica di un cambiamento, questo più che destino lo chiamerei rassegnazione.
    Coincidenza:
    La nostra vita è piena di eventi che consideriamo coincidenze.Per esempio quando succedono due fatti collegati tra loro ma in modo non causale.Quandosi pensa a fatti successi per coincidenza sembra di avere una sensazione di qualcosa che supera i limiti umani per avvicinarsi al… divino?
    La Provvidenza non sono in grado di pronunciarmi la lascio ai credenti.

  8. lucia1.Tr scrive:

    “Quisque faber fortunae suae”, (Ciascuno è artefice della propria sorte), così dicevano i saggi latini fin dal tempo dell’antichità. Credo che in parte quest’affermazione sia attendibile, il nostro destino non è altro che l’insieme di scelte e decisioni che abbiamo fatto durante la vita. Non sempre tutto dipende da noi, ecco allora affermare; è colpa della casualità che comunemente chiamiamo destino, quando riconosciamo avvenimenti fortuiti e improbabili e spesso positivi. L’incontro inaspettato fra due giovani che s’innamorano e costruiscono la loro famiglia, un’opportunità di lavoro accaduta inaspettatamente ci fa dire siamo stati fortunati, altre volte siamo coinvolti in circostanze negative e diciamo il destino è avverso, ma se riflettiamo, forse potremo trovare la causa in tutto quello che accade, senza voler trovare soluzioni forzate…

  9. paul candiago scrive:

    Un mazzo di fiori e un lumino acceso per le persone uccise nell’incidente aereo causato dalla follia dell’uomo.

    Accade che molti di noi moriamo all’improvviso o in modo/maniera imprevisto,istantaneo e accidentale. Nessuno sa quando la vita gli sara’ tolta o dal “destino” o dal “caso”, per chi ha questa mentalita’/cultura/religione, per chi ha fede in Dio la cognizione della temporaneita’ del vivere ed e’ preparato, nella Verita’ del Disegno divino, facendo suo l’ assoluta realta’ del morire solo come il fine alla temporanea vita che ci e’ stata donata. La modalita’ del nostro trapasso non ci e’ nota: chi si spegne nelle “ineluttabili forze del fato” e chi vede aprirsi i cancelli alla vita eterna di beatitudine. Cordiali saluti, Paul
    P.S.: Per ognuno di noi, ora che siamo ancora vivi, e’ il tempo favorevole per prepararci “al vagare del fato” o al vivere in grazia di Dio per trovarci preparati all’istante della morte.

  10. franco muzzioli scrive:

    Faber est suae quisque fortunae….ognuno è artefice del proprio destino ! Se uno fuma 40 sigarette al giorno dopo trent’anni non può dire che il cacro al polmone gli è venuto per colpa del destino.Se uno va a fare sci fuori pista su neve fresca non può dare la colpa al destino se una valanga lo travolge…..poi come si è detto esiste il caso ,l’accadimento non previsto e non prevedibile….ma si sa tutto il cosmo è retto dall’imprevisto .

  11. Nembo scrive:

    Dopo le ultime notizie sembra che la tragedia sia avvenuta causa voluta da un suicidio e, allora mi chiedo perchè il co-pilota non si è suicidato da solo se fosse così? Il peggio è invece se questo giovane pilota si sia convertito come va ora di moda al terrorismo! Mi chiedo anche in qualunque cosa sia successo, perchè quando il comandante ha lasciato i comandi al suo secondo nessuno dei suoi collaboratori è entrato nella gabina di pilotaggio con il secondo pilota come prevedono le norme attuali, la verità non la sapremo mai. Le cose succedono sempre per una ragione, non sono le condizioni a determinare il nostro destino, ma le nostre decisioni. Nella vita ci sono due paure primarie: Perdere ciò che hai-Non ottenere ciò che vuoi. Un R.I.P. per tutte le persone decedute.

  12. gianna scrive:

    Paola, il mio pensiero va diritto alle povere vittime, molte volte senza un perche, alle loro famiglie…non credo al destino a volte siamo noi procurarlo senza rendersi conto, si rischia magari perdendo la vita e questo l’abbiamo causato noi senza usare certe prevenzioni,l’imprevedibile e sempre in agguato, come la chiamiamo coincidenza, perche’ rimarebbe un fatto unico.

  13. franco muzzioli scrive:

    Faccio sempre in questi casi l’esempio della fila di formiche…i miei passi la incontrano sul sentiero e ciac ciac ne schiaccio involontariamente una decina……quelle dieci formiche erano predestinate? Io sono la sfortuna di quelle morte e la fortuna di quelle sopravvissute ?
    Esiste solo il caso …o meglio qualcosa di “scritto” c’è …è il codice genetico con tutte le sue implicazioni.

  14. alfred-sandro1.ge scrive:

    innanzi tutto un pensiero a tutte le vittime e ai loro familiari…

    non credo al destino, non credo al fato, non credo a disegni predestinati.
    L’incidente ha sempre una spiegazione, un motivo, una causa.
    Il guasto meccanico, l’errore umano, le avversità atmosferiche, sono tutte cose nelle quali noi non possiamo intervenire.
    Possiamo cercare di prevenire “possibili incidenti” appunto con la prevenzione:la manutenzione accurata dei mezzi, maggiore attenzione nello svolgere mansioni, evitare per quanto possibile il rischio, ma l’imprevedibile è sempre in agguato e non stava scritto da nessuna parte e non era stato scrito da nessuno.
    Paola infine si chiede se un incidente possa essere una coincidenza.
    Una coincidenza é una coincidenza solo a fatto avvenuto in concomitanza di un altro fatto simile di cui si viene a conoscenza: se cosi non fosse non sarebbe coincidenza perchè il fatto per noi rimarebbe unico.

Scrivi un commento
nota:  I COMMENTI DEVONO ESSERE PERTINENTI ALL ARGOMENTO A CUI SI RIFERISCONO E NON DEVONO ESSERE INSULTANTI PER CHI HA SCRITTO L'ARTICOLO O PER UN ALTRO COMMENTATORE