barchetta

Quello lì

 …allora vediamo di fare il punto e capire dove possiamo essere:
è l’alba da poco e il sole sorge alla mia destra perciò, dove sorge il sole è l’est… e alla mia sinistra, quindi, è l’ovest..
per cui il nord è di fronte a me…..e dietro di me sta il sud!
Bene, adesso che lo so che ho risolto?. Niente.  Non so neppure dove eravamo ieri sera e da che porto siamo salpati.
So soltanto che papà, dopo aver chiuso la fabbrica, ha comprato una grossa barca e da allora siamo in giro per il mondo!
Lui, io, la mamma e l’equipaggio di colore.
Ora, l’unica cosa certa è che devo nuotare.
Nuotare senza stancarmi eccessivamente, cosi mi ha insegnato l’istruttore di nuoto in piscina. Non devo perdere le forze.
Se mi lascio andare è facile che, respirando, mi entri acqua nei polmoni e sono fregato. Comincerei a tossire ed entrerebbe altra acqua finché morirei soffocato….
 Ma che mi sto a dire?  Cerco di imbrogliarmi da solo!
Sei spacciato, fattene una ragione. Ad un certo momento ti prenderanno le allucinazioni da stanchezza, da paura. Ti prenderà il sonno, la temperatura corporea scenderà, ti verranno i brividi, le labbra viola, i polpastrelli delle dita delle mani raggrinziti, ti prenderà il torpore come quelli che congelano in montagna e poi piano, piano si addormentano…..
Crederai di vedere navi che ti vengono a salvare, sentirai voci che ti chiamano, risponderai a quelle voci e ti stupirai  perché nessuno risponde ai tuoi appelli.
Dovrai stare attento nel pomeriggio: la direzione del sole non è quella che credi. Se segui il sole corri il rischio di girarti attorno all’infinito. Allora? Allora alla notte dovrai seguire la stella polare!
….Ma che ne so dove è quale è la stella polare……. si è vero, a scuola l’abbiamo anche studiato ma adesso qui da solo in mezzo al mare… mica sono un marinaio io!!
Speriamo non mi prendano i crampi alle gambe: se dovesse accadere dovrei mettermi nella posizione del morto
e aspettare che passino perché, sforzare, sarebbe ancora peggio.
Ed ora mi pare si stia alzando il vento: le onde fanno la cresta e mi arrivano gli spruzzi negli occhi.
Dovrei avere la fortuna di trovare un pezzo di legno, un tronco. Se non sbaglio Colombo capì da questo che  ci dovevano essere altre terre al di la del mare, proprio vedendo arrivare dopo le mareggiate piante a lui sconosciute.

Ragazzoooooo!!!! ehi ragazzoooooo! Ragazzoooooooooooo!!!!

Ecco che comincio a sentire le voci………
Tra non molto avrò anche le allucinazioni!

 Ragazzooooooooo!!! ehi, ragazzoooooo! voltati!  Dietro di te,…….. voltati…….

Ma quello è un uomo, un uomo vero…!
Un uomo aggrappato ad un tronco…..! Un uomo in mezzo al mare, da solo, come me?
Chi sei? che ci fai qui?
Sei stremato ragazzo, aggrappati al tronco anche tu , sarà la nostra salvezza!
Che ci fai qui, in mezzo al mare?
Ero sullo yacht di papà. Volevo vedere le stelle e la luna. Sono sceso da letto , salito in coperta e sono scivolato in mare e nessuno se n’è accorto……chissà dove sono già, adesso, loro…..
Ma non sei spaventato, ragazzo?
Certo che si, ma non serve a niente disperarsi, speravo di essere salvato da qualcuno e come vedi sei arrivato tu.!
E tu? invece? che ci fai qui in mezzo al mare?
Sto scappando! Scappo da anni…….. scappo io, stiamo scappando tutti……
Tutti chi? Perché? che avete fatto? e dove sono i tutti?
Non lo so. Eravamo tanti su quella vecchia barca, troppi: s’è rovesciata!
Ma da che scappate?
Guerre: scappiamo dalle guerre… eravamo in tanti sulla barca e cercavamo di arrivare in qualche posto dove non ci fossero guerre e si potesse vivere in santa pace.
Mah, io non so che dirti, ma so che papà dice sempre che ci sono guerre dappertutto oggi e dovrebbero arrangiarsi da soli! Da dove arrivi?
Dall’Africa!
L’avevo capito: sei scuro, nero!
E tu? ragazzo? tu sei bianco!
Si la mia pelle è bianca come quella dei miei genitori, però mi sembra che qui, il colore della pelle, faccia poca differenza…
Sei saggio, ragazzo!
E tu sei gentile, mi hai aiutato quando stavo per svenire dalla stanchezza.
Ce la faremo, vedrai!
Dobbiamo farcela: ti aspettano i tuoi genitori ed  a me mi aspettano i miei figli.

Uomo in mareeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!! uomo in mare a drittaaaaa!

È  il mio papà, è la barca del mio papà che viene a salvarci…!!!!

Figliolo grazie a Dio ti abbiamo trovato, finalmente!

Quell’altro lasciatelo a mollo….. ne abbiamo già tanti….. !!

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18 Commenti a “Quello lì – dialogo scritto da Alfred-Sandro”

  1. nadia rm scrive:

    e allora Afred,come vedi ne tu ne nessun altro è disposto ad ospitarne, tra il dire e il fare cè di mezzo il mare.E’ vero ,sono arrabbiata,arrabbiata perche’ ho paura,loro hanno una mentalita’ diversa dalla nostra e sono tanti, troppi. e’ vero, una mano bisogna dargliela ma non sempre a nostro discapito,questa è un invasione bella e buona,ma dove cavolo è l’America, è chiaro che in questi posti non cè ancora da guadagnare altrimenti sarebbero stati i primi a portare aiuti,ma nel loro paese.A cosa andiamo incontro noi Italiani?, non si sa, io so solo che quando esco ( sono stata diverso tempo senza uscire)non mi sento ne a Roma ne in Italia, sono tutti stranieri . in quanto alla casa, di una sto pagando il mutuo, con molti sacrifici e di quella cosiddetta delle vacanze mi è stata lasciata in eredita’ con tanto di solaio crollato . mi sono indebitata fino al collo per poterla ristrutturare e mai e poi mai faro’ entrare exstracomunitari ma nemmeno per 1000 euro al giorno. ciao Alfred, comunque l’articolo mi è piaciuto molto

  2. franco muzzioli scrive:

    Alcuni dati storici:
    negli anni 1950/60 circa 6 milioni di italiani emigrarono all’estero e più del doppio migrarono dal sud al nord creando grossissime difficoltà logistiche ai comuni.
    L’80 % degli operai della Fiat erano meridionali. A Torino era d’abitudine mettere fuori dalle porte dei palazzi i cartelli con “non si affitta ai meridionali”
    Nel nord i “terùn” erano trattati allora come gli immigrati del giorno d’oggi. I meridionali venivano normalmente a fare i mestieri che quelli del nord non volevano più fare.

  3. alfred-sandro1.ge scrive:

    Nadia, no non la darei la mia casa ad un extracomunitario,
    nero o bianco che fosse. Come non la darei ad un italiano.
    Non sono un possessore di case come immagino non lo siano la stragande maggioranza dei nostri connazinali.
    Non mi pare questo il modo adatto di affrontare un problema cosi grande. Non con rabbia , non con disprezzo, non con la violenza e tanto meno col razzismo come stanno facendo in tanti.
    Dapprima era solo un fatto folcloristico ( i “vuccumprà sulle spiagge”), poi i primi gruppi più numerosi che venivano subito assunti come mano d’opera a BASSISSIMI COSTI ( e non eravamo noi a cercarli e ad assumerli). Nel contempo inizia stranamente la crisi ( si parla dagli anni 1990 in poi) .
    Ci tolgono le sette festività, la contingenza, le restrizioni nella sanità….. pagamento tikets, si comincia a parlare di esuberi, licenziamenti, PENSIONI.
    Nello stesso tempo esplode il boom del nord est con apertura di miriadi di piccole imprese che imiegano manodopera straniera. Molte imprese italiane cominciano a trasferirsi altrove, dove naturalmente la mano d’oper costa molto meno e i guadagni sono di molto superiori a quelli italiani.
    Idipendentemente da tutto che puo essere non condivisibile, salvare un uomo in mare è sempre stata una priorità, un obbligo.
    Personalmente non so quanto ci sia di vero in tutto quello che ci raccontano ma credo che possano esserci soluzioni migliori che non quello di farci la guerra tra poveri……….. e non siamo noi che le dobbiamo trovare!

  4. nadia rm scrive:

    E’qualche giorno che ho letto quest’articolo,è una semplice storiella ma c’è del vero.0ra vorrei domandare a queste buone persone che hanno commentato, ne ospitate qualcuno di extracomunitario nella vostra casa o ne ospitereste se vi venisse richiesto?, magari nella vostra seconda casa, quella delle vacanze?. io non sono ne ipocrita ne buonista e dico un netto NO.Non datemi della fascista sono solo realista.è vero, una volta anche noi si emigrava specialmente in America ma l’America è molto vasta e cèra posto per tutti, l’Italia è solo una striscia di terra e sta venendo invasa da tutto il continente nero, rimarra’ posto per noi?, io non credo e i prossimi saremo noi sui barconi ma a noi non verra’ a salvarci nessuno

  5. franco muzzioli scrive:

    Il bel racconto anche se involontariamente è una chiara metafora …se l’azione si fosse svolta negli stessi luoghi una cinquantina di anni fa e al posto del ragazzo nero ci fosse stato un povero ragazzo siciliano, la reazione del “cummenda” sarebbe stata la stessa.
    Non so chi ha detto che il denaro è lo sterco del diavolo, personalmente non so neppure se il diavolo c’è , ma è certo che ci sono persone che al posto del cervello e del cuore hanno del contante.
    Il bello è che quando crepano, barca, villa, industrie, denaro ecc. lo lasciano ai figli, che giustamente in qualche anno sputtanano tutto…….forse l’unica morale è questa .

  6. libero scrive:

    AVVISO :
    I commenti con indirizzo e Mail inesistente sono ELIMINATI!

  7. alfred-sandro1.ge scrive:

    Franci, il racconto è fine a se stesso.
    Ispirato si alla situazione attuale degli emigrati, ma senza aver voluto inserire volontariamente metafore. Non ne sarei capace.
    Poi, se il racconto si presta, tanto meglio. Ciascuno ne trarrà la sua se gli parrà che ce ne possa essere una.

  8. lucia1.Tr scrive:

    Vorrei aggiungere un pensiero a questo racconto, a me è sembrato che il finale di questa storia non potesse avere nessun’altra soluzione. Basta accendere la tv e porre attenzione alle dichiarazione lasciate dai comuni cittadini intervistati in merito al problema migranti, pochissimi disposti a portare aiuto, tutti vogliono respingerli, pochi sono dispiaciuti per le numerosissime morti. Alcuni politici usano questo triste problema per farne della propaganda politica, una vergogna… e nella chat di Eldy leggiamo dei pensieri dal contenuto discutibile e di “odio”, riporto questa parola, verso i poveracci che ogni giorno approdano sui nostri lidi.

  9. francesca (franci) scrive:

    Mi piacciono i racconti (o storie vere…) di Sandro, indipendentemente dal loro contenuto, positivo o negativo, perchè credo che chi sa trasmettere sentimenti, emozioni, partecipazione sia pur opinabile, “partorendoli” dalla propria mente (come dico sempre io..), abbia una marcia in più e meriti grande apprezzamento e considerazione.
    Ciò premesso, la storia di Sandro ha un finale, a dir poco, brutale, è vero e non piace a nessuno. Ma non tutti i racconti possono finire con “e vissero tutti felici e contenti”. Soprattutto nel contesto in cui ci troviamo.
    Ma io credo che Sandro abbia voluto sintetizzare, attraverso una metaforica rappresentazione, ciò che nella realtà avviene oggi.
    Il padre rappresenta l’Europa intera che finge di dispiacersi e scandalizzarsi per le tragedie del mare nelle quali muoiono centinaia di migranti, ma in effetti poi se ne lava le mani (..qua siamo già in tanti..!). Il bambino nero rappresenta tutti i disperati che, clandestinamente cercano rifugio nelle nostre terre, sognando un futuro e una vita migliori, attraversando un mare che, il più delle volte, li inghiottirà.

  10. edis.maria scrive:

    Alfred, naturalmente il mio commento poteva solo essere generico,perchè il racconto era generico, non Storico , nè veritiero! Mi piace sempre il tuo modo di scrivere ,e tu lo sai,ma uno scrittore deve anche accettare il parere discordante del lettore sulla fantasia che le parole esprimono. Non è una ” bandiera ideologica” la mia, perchè non la esprimerei, certamente ,su di un piacevole racconto scritto con il cuore, ma su qualche ” pezzo” di qualche ideologo fanatico di politica! Per dirti il vero, posso confessare che , per ciò che riguarda la politica , mi rivolgevo a chi ha citato Salvini???? Ciao,ancora amici???

  11. alfred-sandro1.ge scrive:

    È sempre vero che ciascuno percepisce il mondo a seconda di come lo vive.
    Come è sempre vero che non è l’abito che fa il monaco ( in questo caso un saio rosso).
    Mi sembra leggermente azzardato il giudizio generalizzato di Edismaria.
    È una piccola storiella inventata, questa, che non è certo il caso di volerla rappresentare come
    bandiera ideologica.
    Ma è innegabile che le maggiori discriminazioni le abbiano da sempre subite i neri da parte dei bianchi
    che non viceversa!
    Poi naturalmente, l’attualità, rende il tutto ingigantito.

  12. edis.maria scrive:

    Racconto che può far pensare parecchio tutti i lettori! I ricchi tutti razzisti, i poveri, anzi i più derelitti ,tutti altruisti! Vi pare che si possa dividere l’umanità così? I fatti che leggiamo da anni ormai, ci dicono che “ uomini in mare” ne abbiamo salvati tanti, sempre con impegno e solidarietà,! Siete sicuri che ,se noi fossimo dalla “ parte opposta”, tutti ci aiuterebbero e sempre? Per ora la fantasia dello scrittore l’ha portato in una determinata direzione: poniamola nel senso opposto e pensiamo! E adesso non datemi dell’ inumana, perchè è logico che si debbano aiutare i profughi, ma forse in questa storiella appare un pizzico ( che fa sempre da contorno e da chiacchiera), di politica inadeguata!

  13. alba morsilli scrive:

    lo stavo leggendo tutto dun fiato tanto mi piaceva ma la finale mi è rimasta nel gozzo. Il padrone dellla barca forse per caso era Salvini?
    Si so che è fantasia ma pensate fosse realmente suo il figlio, lui tanardo non si è neppure reso conto che ha salvarlo è stato uno di colore, ha diviso il pezzo di legno semza guardare il colore della pelle ma il cuore di un bambino nel suo bisogno.

  14. libero scrive:

    Se non vedete subito apparire i vostri commenti portate pazienza.Per una ragione che ancora non siamo riusciti a risolvere il 100% di questi finisce in moderazione e si possono sbloccare solo manualmente.
    Certi della vostra comprensione e pazienza vi saluto.

  15. lucia1.Tr scrive:

    Una delle forme letterarie che più mi piace è il racconto breve, in questo Alfred è maestro.
    Una storia di fantasia, dei giorni nostri con tutti gli ingredienti che riempiono i rotocalchi, la famiglia agiata a spasso per il mondo, il figlio in difficoltà che cerca di far tesoro di tutte le lezioni ricevute, il povero immigrato salvatosi per miracolo dal naufragio, che vede la sua unica salvezza nell’uomo bianco. Bella l’intesa tra il bambino e il naufrago che non fanno distinzione di colore, di provenienza, di religione, pensano solo di venir soccorsi e portati a riva, l’innocenza dell’infanzia delusa dalle idee razziste del genitore che vede nell’ALTRO il nemico che viene a rubargli i suoi beni. In queste ore è in corso il vertice Renzi-Ban Ki-moon, il segretario dell’Onu ha affermato: «È cruciale che la concentrazione di tutti sia su salvare le vite, inclusa l’area libica delle operazioni di ricerca e soccorso», ma «la sfida» è «anche assicurare il diritto all’asilo del crescente numero di persone che in tutto il mondo scappano dalla guerra e cercano rifugio». Iniziamo a trasmettere questi principi di solidarietà dentro le nostre famiglie, a far capire ai giovani che l’accoglienza di chi scappa dalla guerra, dalla fame, dalle torture è un dovere che dobbiamo rispettare.

  16. franco muzzioli scrive:

    Bello il racconto, bellissima l’idea, bella la morale…ma l’ultima frase no…. non la può aver detta un padre italiano…..a meno che non si sia ubriacato e avvelenato dall’acqua del Po.

  17. Edo scrive:

    La vita è un viaggio. Si arriva passo dopo passo. Se ogni passo è meraviglioso, e se ogni passo è magico,lo sarà anche la vita. Non lasciativi sfuggire nulla. Non guardate al disopra delle spalle degli altri. Guardate negli occhi sono lo specchio dell’anima. Non meravigliatevi se a tradirvi sono gli amici. Non parlate ai vostri figli. Prendete i loro visi tra le mani e parlate con loro. Non abbracciate una corpo, abbracciate una persona. Sensazioni. impulsi, desideri, emozioni, idee, non buttate via niente . Un giorno scoprirete quanto erano grandi e insostituibili.Ogni giorno imparate qualcosa di nuovo su di voi e su gli altri. Cercate di essere consapevoli delle cose bellissime che ci sono nel nostro mondo. Guardate i fiori, sentite la brezza che vi accarezza il viso. Mangiate bene apprezzatelo. Condividete con gli altri, scoprirete quanto è bello aiutare le persone. Non vergognatevi a piangere, nelle lacrime c’e il sale della vita. Uno dei complimenti piu’ grandi e dire a qualcuno, guarda che bel tramonto.

  18. lorenzo.rm scrive:

    Grande racconto, Sandro. Congratulazioni ed un abbraccio.

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