sannicola

Ieri sera, 5 dicembre, abbiamo salutato i nostri amici che ci avevano invitati a cena e, scendendo le scale del palazzo dove loro abitano, abbiamo visto qualcosa di speciale, davanti alle porte di quasi tutti gli appartamenti.

Scarpe, scarponcini, stivali, pantofole, ciabatte, scarponi, ballerine, mocassini, stivaletti, zoccoli, doposci di tutte le dimensioni, puliti a dovere e messi in fila.
In ogni calzatura c’erano dei cioccolatini, delle monete luccicanti di cioccolata, mele, noci, pan speziato, Babbi Natale di marzapane ed altri piccoli regali.

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Ma chi ha portato questi doni?

Un santo, amatissimo sia nel mondo cattolico che in quello ortodosso e in quello protestante:

San Nicola, vescovo di Myra, nato nel III secolo d.C. a Pàtara, città portuale della Lycia (penisola meridionale dell’Asia Minore, l’odierna Turchia).  La devozione popolare gli ha attribuito numerosi miracoli, in buona parte rivolti a fanciulli e giovani ragazze. Per questo, è considerato il “Santo dei bambini”.
Ecco perché in Germania (ma anche in molti paesi del Nord Europa) i bambini non devono aspettare il 25 dicembre per poter ricevere i regali:  preparano la sera del 5 dicembre le proprie calzature e le collocano fuori dalla porta di casa. Durante la notte San Nicola (munito di un grosso libro d’oro su cui sono annotate tutte le buone e cattive azioni dei bambini) visita le case dei bambini riempiendo le loro scarpe di … cose buone o “niente”.

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<In occasione della festa di San Nicola – il 6 dicembre -, in alcuni Paesi europei (Germania, Olanda e, più in generale, nel Nord Europa) si affermò l’usanza di affidare a San Nicola il ruolo di dispensatore di regali ai bambini: secondo la leggenda, il Vescovo si sposterebbe nottetempo in groppa a un cavallo (o a un asino), lasciando dolci e strenne nelle scarpe dei bimbi buoni. In talune tradizioni, San Nicola è visibile in pieno giorno ed è scortato da un losco individuo (il cui nome varia a seconda dei Paesi: Black Pete, Krampus, Père Fouettard…): mentre il Vescovo premia i bambini buoni, il suo “truce” aiutante si occupa dei monelli.> “dal web”

Poi questa tradizione si è spostata negli Stati Uniti: gli emigranti olandesi che fondarono New Amsterdam, divenuta New York, portarono con loro anche la tradizione del San Nicola.
Sinter Klaas (San Nicola in olandese) fu presto tradotto in Santa Claus e divenne uno dei simboli del  Natale.

E così San Nicola ha ispirato la figura del florido e rubizzo Papà Natale che nel resto del mondo è: Santa Claus, Father Christmas, Father Frost, Joulupukki, Kris Kringle, Père Noël, Sabdiklos, Sinter Klaas, Weihnachtsmann…

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Buon San Nicola a tutti!!!

E da voi si festeggia San Nicola? Quali altre ricorrenze festeggiano i bambini in questo periodo?

 

17 Commenti a “Scarpe e scarpini per San Nicola”

  1. franco scrive:

    Nel breve arco di un mese :dicembre/inizio di gennaio, si svolgono tutte le Feste del “solstizio d’inverno” …con san Nicola o Babbo Natale , introdotto in val Padana dopo la guerra dagli americani e dai meridionali venuti al nord per lavorare( nel 37 quando son nato non si parlava di certo di San Nicola o di Babbo Natale) . Noi festeggimo e abbiamo sempre festeggiato Santa Lucia , ma soprattutto la Befana (Epifania) .Era quello il momento dei regali con le calze appese alla trave del camino , coi mandarini , le arance e i torroncini per i bimbi buoni e il carbone (normalmente di zucchero ) per quelli birichini.
    Questa festività si perde nella notte dei tempi da antichi riti celtici . Ancora oggi in Romagna e nelle nostre montagne “as brùsa la vècia”(si brucia la vecchia) e il film di Fellini “Amarcord” lo illustra bene….da quelle ceneri (quelle del vecchio anno che scompare), nascerà il nuovo pieno di raccolti, veniamo da una civiltà contadina con tradizioni decisamente diverse.

  2. sandra .vi scrive:

    La tradizione dei regali ebbe le sue origini. nel 300 dcquando.S.NICOLO’ vescovo di MYRA(provincia bizantina)volendo aiutare di nascosto la gente povera ,uscisse di notte e furtivamente infilasse qualche regalo negli scarpone lasciati fuori dalle capanne dei povreretti

  3. edis.maria scrive:

    Paola, il tuo EDISSINA, mi rallegra il cuore! Mi dà il senso di una delicata amicizia! Grazie! Torniamo all’argomento in questione: racconti che legano l’umanità nel vivere quotidiano, che permettono di elaborare gusti ed anche religioni! Perchè ormai non si inventano più leggende che uniscono piccoli e grandi senza problemi ?

  4. paolacon scrive:

    Grazie Mario! Questa poesia per anni l’abbiamo letta alla nostra bambina nel periodo natalizio.

  5. mario33.co scrive:

    “La visita da San Nicola.” La poesia piu famosa dedicata al Santo, scritta da: Clement Clarke Moore.

    Era la notte prima di Natale, quando in tutta la casa
    Non una creatura si muoveva, neanche un topo;
    Le calze erano appese al camino con cura,
    Nella speranza che San Nicola arrivasse presto a far visita;

    I bambini erano tutti immersi nei loro letti accoglienti,
    Mentre sogni di cose favolose danzavano nelle loro teste,
    E la mamma nel suo fazzoletto, e io nel mio berretto,
    Ci eravamo appena preparati per il pisolino del lungo inverno –
    Quando sul prato si sentì un tale frastuono,
    Che balzai dal letto per vedere cosa stesse succedendo.

    Verso la finestra ho volato come un lampo,
    Ho aperto le persiane e mi sono avvolto nella sciarpa.
    Sulla superficie della fresca neve, appena caduta, la Luna
    Gettava una luce sugli oggetti come se fosse in pieno giorno;
    Infine, davanti ai miei occhi meravigliati, mi apparvero
    Una slitta in miniatura, e otto piccole renne,
    Con un piccolo vecchio guidatore, così vivace e veloce,
    Che capii subito che doveta trattarsi di St. Nick.

    Più rapidi delle aquile vennero i suoi corsieri,
    E lui fischiò, e gridò, e li chiamò per nome:
    “Ora! Dasher, ora! Dancer, ora! Prancer e Vixen,
    “Su! Comet, su! Cupido, su! Donder e Blitzen;
    “Sopra al portico! Oltre il muro!
    “Ora Dash via! Dash via! Dash allontaniamoci tutti!”
    Come foglie secche davanti al soffio di un selvaggio uragano,
    Quando incontrano un ostacolo, salirono verso il cielo;
    Così fino oltre le case i corsieri volarono,
    Con la slitta piena di giocattoli – e di San Nicola anche:
    E poi in un batter d’occhio, ho sentito sul tetto
    Il rampare e scalpitare di ogni loro piccolo zoccolo.

    Il tempo di rendermi conto della situazione e di voltarmi,
    Che San Nicola è venuto giù per il camino con un balzo:
    Era avvolto tutto in una pelliccia, dalla testa ai piedi,
    E i suoi vestiti erano tutti sporchi di cenere e fuliggine;
    Teneva appeso sulla schiena un sacco pieno di giocattoli,
    tanto da sembrare un venditore ambulante in procinto di aprire l’attività:
    I suoi occhi – come brillavano! Le sue fossette: che allegre,
    Le sue guance erano come rose, il suo naso come una ciliegia;
    La sua bocca divertita era distesa come un arco,
    E la barba sul mento era bianca come la neve;
    Tra i denti teneva stretta l’estremità della pipa,
    E il fumo gli circondava la testa come una corona.

    Aveva una faccia larga, e un pancino rotondo
    Che fu subito scosso dalla sua risata, come una coppa piena di gelatina:
    Era grassottello e paffuto, un vecchio elfo allegro,
    E mio malgrado io risi di rimando nel vederlo;
    Con una strizzata d’occhio e un cenno del capo
    Mi fece subito capire che non avevo niente da temere.
    Lui non disse una parola, ma si mise subito al lavoro,
    E riempì tutte le calze; poi si girò di scatto,
    E mise il dito davanti al suo naso
    E dando un cenno con la testa, ritornò su per il camino.

    Balzò sulla slitta, rivolse un fischio ai suoi compagni,
    E via tutti volarono, come fa un cardellino:
    Ma ho sentito esclamare, prima che sparisse lontano dalla vista –
    Buon Natale a tutti, e a tutti una buona notte.

  6. mario33.co scrive:

    San Nicola, il santo che… mise d’accordo ortodossi, cattolici e protestanti. Il culto di san Nicola ha una grande diffusione, come possiamo vedere dal grande numero di chiese a lui dedicate. Una star ecumenica, protettore di zitelle, di marinai e…in modo particolare, dei bambini. Ogni 6 dicembre i piccoli Europei si svegliavano felici perché san Nicola ha portato loro doni. Nel mondo ortodosso san Nicola non teme confronti, neppure con santi come Giorgio, Teodoro, Demetrio o Sergio. Benché restio al culto dei Santi, anche il mondo protestante strizza da sempre l’occhio verso il culto di san Nicola: nemmeno l’austero Lutero ha potuto nulla contro l’eroe dei bambini. Anzi, sono proprio le navi di olandesi protestanti a portare il mito di san Nicola nel nuovo mondo: l’America. Quando nel 1613 gli olandesi fondarono New Amsterdam (ora New York) portarono con sé tutte le loro tradizioni ed anche la devozione al Patrono. Nicola entra prepotentemente nel folklore americano. Nel 1821 viene dato alle stampe un libro illustrato, “L’Amico dei Bambini”,dove si parla per la prima volta di renne e di barba bianca. Nel 1822 l’immagine di san Nicola subisce un’ulteriore trasformazione. grazie alla poesia di Clement Clarke Moore: “La Visita di S. Nicola.” Conclusa orami la svolta, viene aggiunto l’ultimo “tassello”: l’abito rosso bordato di pelliccia bianca. Questo è diventato il suo look universalmente noto a partire dal 1931, quando la Coca Cola inizia ad utilizzare l’immagine di Santa Claus per le campagne pubblicitarie della sua celebre bevanda. Ancora oggi, non si sa attribuire all’unanimità il paese di residenza di Santa Claus. I bambini del Nord America sostengono che Nicola abiti al Polo Nord, quelli d’Europa invece in Lapponia, esattamente sul Circolo Polare Artico. I norvegesi collocano il suo ufficio postale a Drobak.
    ***(Commento scritto, grazie alla documentazione attinta in rete)

  7. paolacon scrive:

    E, sempre per parlare di leggende ed affinità, come San Nicola appare con tanti nomi diversi, ma è sempre lui, così le père Fouettard cambia nome ed è Krampus in Austria e in Germania,
    Zwarte Piet in Olanda ed ha le fattezze di un servitore con il viso nero o di una specie di diavolo.
    Sembra addirittura che, secondo una leggenda Alsaziana, il père Fouettard sia ispirato ad un personaggio esistito realmente nel medio evo: il sanguinario signore Hans von Trotha.
    Ma siamo sempre di fronte ad un personaggio che deve spaventare un poco i bambini.

    Grazie MarieJosé del tuo racconto et
    Joyeuses Fêtes à toi aussi !

  8. mariejose2-FR scrive:

    Mi ricordo mia sorpresa quarant’anni fa arrivando in Lorena,Regione del Est della Francia vicina alla Germania,di non aver visto nessun giocattolo da acquistare per i miei bambini, nei negozi, per il 25 di Décembre. Risposero alla mia domanda:”Signora, la festa di San Nicolas è passata!”.Appresi così, come in tutto l’Est della Francia, che, non si offrivano dei giochi, dei regali, il giorno di Noël (Natale). Ho scelto, allora, di rispettare la tradizione dalla natività,ma offrendo ai miei figli dei dolci di zucchero per il Santo Nicolas , affinché non si sentissero differenti dai loro compagni di classe. A Nancy il San Nicolas, festa, supportata dalla presenza di Padre Fouettard, (Père fouettard è un personnaggio immaginario del folklore natalizio francese, egli è vestito per fare paura ai ragazzi e porta in mano un fascio di legno e simula di fare male ai ragazzi). Essi passano in tutte le scuole della nostra regione nel mese di dicembre, per visitare i bambini e distribuire pampepato (dolce antico natalizio) e caramelle. Mentre, il nostro giornale locale, publica le foto di tutte le classi scolastiche. Questo week-end, il festeggiamenti in piazza Stanislas, non hanno avuto “l’ampiezza”e l’adesione abituali a causa del dramma parigino. la sfilata dei carri è stata annulata, ma, lo spettacolo in piazza Stanislas c’è stato. Tuttavia, in modo evidente, la folla ha disertato la manifestazione. Joyeuses fêtes de fin d’année à vous tous.

  9. paolacon scrive:

    Mi piacciono moltissimo “le feste degli altri” e tutte le tradizioni, che poi seguono un filo conduttore, legate da simile sentire.
    Un filo rosso ci lega, vero Edissina!

  10. edis.maria scrive:

    Bellissime ed interessanti tutte queste leggende che trasportano la storia dell’uomo da un continente all’altro e spesso si assomigliano,e indicano che l’Uomo è simile in ogni latitudine! Grazie Paola, l’ho letta con molto interesse, e leggerò tutte quelle che gli amici eldyani ci regaleranno!!

  11. sandra .vi scrive:

    PAPA veneto in casa mia si festeggiava Santa Lucia ,(la quale per’ portava solo dolcetti vari di ogni tipo e frutta secca )i doni arrivavano a Natale con bABBO NATALE ,pero’ sul mobile in anticamera dovevamo lasciare del latte ,1 raviolo .1 mandarino.6 gennaio poi appendevamo le calze per trovare gli ultimi doni ,Generalmente oggetti x la scuola,e dolci .Queste tradizioni ci stanno seguendo anche qui in Grecia ,i miei nipoti le hanno adottate con entusiasmo .Un piccolo particolare in Grecia i doni vengono portati da AGHIOS VASILIS(1 gennaio)e i miei nipoti hanno adottato tranquilli anche quella festa

  12. franco scrive:

    Tutte feste che si rallacciano al “solstizio d’inverno”, quando il giorno è più corto e la notte più lunga (a Santa Lucia c’è la notte più lunga che ci sia !)
    Si deve risalire all’antica Babilonia dove si adorava in questo periodo il dio Sole, o in Grecia con i riti dionisiaci,nell’area del Tigri e dell’Eufrate l’adorazione di Zaratustra , in oriente il Buddha , nel Messico nasce il dio Quetzlcoath,in Persia il dio Mitra (nato da una vergine e chiamato il “salvatore”).I romani festegggiavano il “dies natalisis solis invictis” , nelle antiche gallie e nei popoli celtici di adorava l’abete e si facevano feste sotto il vischio….noi abbiamo prese parte di queste tradizioni e il 25 dicembre abbiamo fatto nascere Gesù……con i regali, babbo Natale, l’albero di Natale, il vischio ecc. ecc.

  13. lorenzo12.rm scrive:

    Ho letto con grande interesse. Grazie.

  14. paolacon scrive:

    Grazie Giuseppe della tua precisazione

  15. paolacon scrive:

    Grazie Lucia per questo racconto, ci si domandava sempre da dove venisse la tradizione dei regali e si pensava fosse originata dai doni dei magi.

  16. lucia1.Tr scrive:

    Santa Claus è in realtà San Nicola e che a partire dal secolo scorso fu fatto vestire di rosso grazie alla campagna pubblicitaria della Coca Cola. Non tutti invece conoscono l’episodio da cui nasce la tradizione del portare i regali.
    Siamo a Myra, in Turchia (ebbene sì: San Nicola “di Bari” ovvero Babbo Natale, era turco): San Nicola viene a sapere di un padre di famiglia, caduto in povertà, con tre figlie a carico a cui non poteva dare una dote per farle sposare. Brutta storia per quei tempi: il padre voleva quindi avviarle alla prostituzione per risolvere i problemi finanziari.
    San Nicola quindi decise di intervenire, regalando delle monete d’oro alle fanciulle, facendo un’opera di carità senza però che la gente lo vedesse e quindi lo potesse elogiare per questo. Per fare ciò, decise quindi di agire di notte (come Babbo Natale!) avvicinandosi furtivamente alla casa delle fanciulle e lasciando cadere dalla finestra tre sacchetti di monete d’oro.

  17. giuseppe3ca scrive:

    Paese che vai, usanza che trovi. Sapevo che non era uguale dappertutto e conoscevo sia quella di San Nicola (6 dicembre)che quella di Santa Lucia (13 dicembre) per la consegna dei doni ai bambini. Da noi, in Sardegna, si usava riempire la calza con i doni nella notte dell’Epifania (6 gennaio). Si usa ancora ma in tono minore, solo per qualche dolcetto mentre ha preso decisamente piede la consegna dei giocattoli nella notte della vigilia di Natale in modo che i bimbi abbiano la possibilità di usufruire dei giochi durante le vacanze natalizie. Si è rivelata una buona idea e si prosegue così. Buone Feste per tutti, grandi e piccini.

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