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ESTATE ADDIO

Equinozio d’autunno

Il 22 settembre 2016 alle 16:21 ora astronomica si entrerà ufficialmente in autunno

A partire da oggi le ore di luce diminuiranno sempre più, fino ad arrivare all’apice del solstizio d’inverno, con la giornata più corta dell’anno.

Gli uomini, a parte le spiegazioni scientifiche, hanno sempre amato trovare delle ragioni di fantasia, usando la loro immaginazione e creando i miti.

L’autunno e l’inverno sono legati al mito di Persefone, chiamata così dai greci ma Proserpina dai romani.

È una bella storia

Persefone, (Proserpina per i romani), era figlia di Zeus (Giove per i romani) e di Demetra (Era o Terra). Era una giovane fanciulla, semplice e obbediente alla madre, che non la lasciava mai. Un giorno di primavera però, mentre era con le sue amiche, sotto la vigilanza di Demetra, correndo in una vallata nei pressi di Enna, in Sicilia, Persefone si perse e nonostante chiedesse aiuto nessuno riuscì a sentirla; improvvisamente la terra si aprì sotto i suoi piedi, e dal baratro che si formò uscì un carro tirato da quattro cavalli neri come la pece. Era il carro dell’oscuro dio dell’Erebo ( o Inferi), Hades (Plutone per i romani), che afferrò la fanciulla, la portò sul carro e via giù nel baratro sprofondò nell’abisso; nessuno poté sentire le urla e i pianti della fanciulla spaventata. Demetra cercò inutilmente sua figlia e quando si accorse che era sparita fu presa dall’ansia. Si mise subito a cercarla nei dintorni, nella vallata, nei boschi, con la disperazione nell’anima; quando si accorse che stava calando la notte le venne in mente di invocare Ecate, che della notte era la signora. Ecate, che aveva sentito le urla di Persefone, fu molto ambigua nella sua risposta ma le consigliò di racarsi dal Sole al cui sguardo nulla può sfuggire. Dopo un lungo si trovò al cospetto del sole che le spiegò che per volere di Zeus, Persefone era stata rapita da Hades che l’aveva portata giù nel regno tenebroso.

La statua della Dea Persefone, detta Persefone Gaia per via del suo sorriso appena accennato, si trova oggi all'Altes Museum di Berlino

La statua della Dea Persefone, detta Persefone Gaia per via del suo sorriso appena accennato, si trova oggi all’Altes Museum di Berlino

Persefone, dalla collezione nel Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria

Persefone, dalla collezione nel Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria

 

 Afflitta per la terribile notizia e arrabbiata con Zeus che aveva disposto di sua figlia senza dirle niente, Demetra si rifiutò di tornare sull’Olimpo e abbandonò il suo aspetto di dea; assunse le sembianze di una vecchia decrepita, vestita di cenci e riprese il suo lungo cammino, sperando di consumare il suo dolore, quando dalla Sicilia si ritrovò finalmente in Grecia, nell’Attica in Eleusi. Esausta si accasciò a terra, accanto a un pozzo e scoppiò a piangere.
Passava di lì una donna che ebbe pietà della vecchia e la condusse a casa sua. Era una casa molto povera, un capanna da pastore dove abitava infatti il pastore Celeo e sua moglie Metanira. Da essi erano nati due figli, Trittolemo e Demofoonte. I due pastori furono molto buoni e vicini a Demetra, che aveva raccontato della perdita della sua giovane figlia. Demetra allora riprese le sue sembianze di dea e fece innalzare un tempio e come sacerdote scelse Trittolemo al quale Demetra insegnò tutti i riti del proprio culto e dell’arte della coltivazione. Trittolemo fu il primo uomo a costruire un aratro, a lui si attribuisce infatti la diffusione dell’agricoltura.
Demetra riprese il proprio vagabondare, il suo cuore e il suo pensiero erano sempre rivolti all’amata figlia e al suo triste destino. Trovò il modo per risolvere il problema: con il semplice tocco delle sue mani rese la terra infruttuosa, tanto che gli uomini stavano morendo tutti; Zeus il dio supremo di tutti gli dei, per salvare il genere umano dovette scendere a patti. Mandò Hermes ( Mercurio per i romani) da Hades per ottenere che Persefone tornasse a rivedere la luce del sole. Il dio del regno oscuro obbedì, purché poi sua moglie potesse tornare da lui, e per maggior sicurezza di questo ritorno, fece mangiare alla sua sposa alcuni chicchi di melagrana, simbolo del matrimonio, poiché una eterna legge del Destino stabiliva che chi avesse mangiato nella casa del marito alcuni chicchi di questo frutto presto avrebbe fatto ritorno.

Persefone tornò alla luce del sole e la madre per questo evento festeggiò ricoprendo la terra di fiori e frutta. Zeus poi, per conciliare l’amore materno con le esigenze del marito, stabilì che Persefone avrebbe vissuto sei mesi con la madre e sei con Hades nell’Erebo, tanti erano i chicchi di melograno che lei aveva mangiato.
Questo mito nasconde un simbolo: Persefone che deve scendere ogni anno nel regno sotterraneo non è che la figura del seme, del chicco del grano, che viene seppellito sotto terra e vi rimane appunto un terzo dell’anno, fino a primavera, Persefone ritorna da sua madre e il grano germoglia alla luce del sole. Persefone veniva rappresentata come giovane e bella, col capo incoronato dall’edera e con una fiaccola in mano come sua madre.
raccontato da Musa e PCA
(adattamento del mito preso dal web)

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Si deve a Gian Lorenzo Bernini (Napoli 1598 – Roma 1680) la rappresentazione scultorea di questo mito molto amato. La statua, in marmo bianco, fu commissionato dal cardinale Scipione Borghese nel 1620 e eseguita, tra il 1620 e il ’21. Ora è conservata alla Galleria Borghese a Roma.

6 Commenti a “ESTATE ADDIO un mito”

  1. sandra.VI scrive:

    Duvessi ripetere una frase di “Marquez” direi non è che non sopporto l’autunno ,è che un altro estate se ne va.Invece basta fare un giro ,cpme ho fatto io stamattina ,in campagna per ammirare tutta la gamma ,le varie sfumature di gialli ,verdi rossastri ,sembra che un pittore si sia divertito con colori ,un vero incanto .Per moltissimi motivi non si può dire che l’autunno non sia una bellissima stagione.Dissento da Alfred non mi sento di dissacrare le belle leggende greco/romane ,

  2. edis.maria scrive:

    Alfred hai trasformato la bellissima leggenda greco-romana in fatti che si possono paragonare ad accadimenti odierni. Ragazze rapite, madri poco attente, destino guidato! Io , credimi, preferisco la leggenda antica che ci trasporta in un alone diverso dalla nostra vita, così insulsa,sempre pronti a dare la colpa a chi ci circonda ! Certo la prima ci trasporta nell’aurea paradisiaca di poeti e scrittori che ci fanno immaginare dei e dee che ci soccorrono nel bene e nel male!La seconda ci lascia la bocca amara:non si possono paragonare!

  3. lucia1.Tr scrive:

    Amo l’autunno, le giornate che cambiano in un’ora, amo le ghirlande di foglie noci e castagne sulle porte, aspettare Halloween, leggere con la coperta sulle ginocchia; amo ricordare mio nonno che già ora progettava il presepio, camminare per le strade di campagna sotto il cielo grigio. Amo il profumo del mosto nei tini, le vigne ormai spoglie dai colori rosso-arancio, le castagne lungo il viale, gli ulivi carichi di frutti quasi maturi. Amo tutti questi miei ricordi, memoria zeppa di giorni luminosi di cose vissute d’ottobre più di qualunque sole d’agosto.

  4. alfrred-sandro1.ge scrive:

    Ora, che Proserpina per i romani, fosse semplice e obbediente, beh è tutto da vedere!. La storia ci racconta che a quei tempi c’era

    molto libertinaggio.
    Infatti se ERA fosse stata solo che un po’ più attenta a sua figlia, non l’avrebbe lasciata correre nella vallata con quelle “amiche” che

    non sappiamo chi fossero , sopratutto essendo nei pressi di Enna che, come tutti sappiamo ,è inerpicata su in alto, sui monti
    Infatti si perse e non è che le amiche si preoccupassero di dare l’allarme, no, e tanto meno Demetra che, cosi colpevolmente si era

    distratta.
    Ora, un carro con quattro cavalli che esce da un baratro apertosi improvvisamenta dalla terra, un pochetto di rumore lo avrà ben fatto

    no?
    Uno dei quattro cavalli, dico uno, non un coro ma uno, un nitrito di gioia per essere uscito vivo da sottoterra la avrà ben lanciato,o no?
    Nessuno della zona sapeva della pericolosità dell’ Erebo?
    Nessuno sapeva della passione di Hases per le ragazzine?
    Come sempre l’omertà la fa da padrone in certi posti !
    Ora Demetra fingeva disperazione con pianti e lamenti per coprirsi agli occhi stupefatti della gente di tanta negligenza,
    fingendosi disperata tanto che, con le sue lamentazioni, si fece sentire perfino da Ecate che lavorando di notte era molto impegnata.
    Ma vattene al Sole le disse e vedrai che la trovi la.
    Adirata come non cosa per la scappatella della figlia, decise di darle una sonora lezione e cominciò a cercarla per ogni dove: pub,

    discoteche, circoli privati, anche luoghi particolari dove…….
    Col passar del tempo si era ridotta a una mendicante arrivando adirittura in Grecia dove Celeo e Metanira che avevano due figli, Tri e

    Dem, incontrandola lacera e contusa, ebbero pietà di lei e la accolsero nella loro umile casa pensando che sarebbe stata utile come

    donna di servizio per solo un pezzo di pane senza i contributi, praticamente in nero!
    Ora, che sia stata Demetra, ( qualcuno dice che avesse poteri paranormali) o per cause naturali, successe che ci fu una grave carestia

    e Zeus, che in quel momento rappresentava il governo, fu costretto a scendere a patti per non perdere la poltrona perchè il popolo con

    un referendum stava minacciando di sceglier se dovesse governare ancora o abdicare vergognosamente per la svista di una madre

    snaturata.
    Il destino….. ( è sempre colpa o merito del destino in tutte le storie), il destino fece si che la ragazza trovò una melagrana
    e nonostante quel frutto lo detestasse perche lascia l’amaro in bocca se ci mangi la pellicina, ne mangiò a malincuore alcuni chicchi e

    questo fu sufficiente a farla ritornare dalla madre che, finalmente potè liberarsi del senso di colpa
    e ricominciare la sua vita gioisa e spensierata di sempre.
    Come tanti altri di tante altre storie…… vissero felici e contenti

    Questo riassunto nasconde nel suo interno molte vere falsità, e morali difficilmente riscontrabili

  5. lorenzo12.rm scrive:

    Un bellissimo servizio, che rinfresca ricordi e fa incamerare utili informazioni. E’ bello l’autunno? Sì, è bello, come sono belle tutte le cose che ci interessano con animo puro: i nostri compagni e compagne, le nostre amiche ed amici, i nostri colori, odori, musiche, panorami, ecc. La vita è bella in tutte le stagioni.

  6. franco scrive:

    Bello il mito di Persefone o Proserpina ,che proprio oggi è tornata a gestire l’Ade . Siamo entrati nel segno della Bilancia, segno d’aria e nella tradizione cristiana si festeggia San Michele Arcangelo .Ma a parte tradizioni ,miti, leggende ,l’autunno per me è la stagione più bella. La stagione dei frutti, dei colori, delle temperature miti, delle acque chiare . La stagione che precede il freddo invernale ,simile all’autunno dell’uomo. Una volta noi settantenni ed oltre eravamo ubicati “nell’inverno” della vita, ora che le aspettative sono cambiate, finchè abbiamo la voglia di vivere , di pensare e di amare ,ci possiamo ,secondo me a ragione, posizionare in uno splendito coloratissomo autunno.

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