Schettino, De Falco, Costa, Capitaneria di porto, “inchini”, commenti giornalistici, Vespa, la solita fuga di notizie di informazioni di competenza giudiziaria etc… e chi più ne ha più ne metta.
Fatti e personaggi, ma quanto ne sappiamo noi davvero?
Riflettendo, la tragedia della Concordia, sembra la metafora della tragedia dell’Italia…
E non c’è nulla da fare, l’argomento del giorno è questo. Non riusciamo a non pensarci.
Quante emozioni ci ha suscitato e con quanta ansia abbiamo seguito i fatti in quest’ultimo periodo. Tutti abbiamo ascoltato annichiliti le frasi che si sono scambiate, in momenti altamente drammatici, il comandante Francesco Schettino e il capitano De Falco, capo della sala operativa della Capitaneria di porto di Livorno. Ancora risuona nelle nostre orecchie la voce di De Falco che urla, indignato e con passione, un ordine perentorio: «Vada a bordo, cazzo!» a uno Schettino annichilito e imbambolato.
Ma una riflessione la vorrei fare: subito tutti a osannare all’eroe! All’eroe De Falco. C’è bisogno di un eroe come per purificarsi.
Ma questo è grave secondo me e non è per niente normale, “che persone che fanno semplicemente il proprio dovere ogni giorno, diventino subito in questo Paese idoli, personaggi, eroi…”
Perché ci sono tanti valorosi di cui nessuno parla, tanti bravi marinai che non meritano adesso nessuna etichetta.
Vi consiglierei di leggere, sul Corriere della Sera: Beppe Severgnini che, col titolo: “Se la normalità diventa eroismo” ci dice come sia sconvolgente rendersi conto che chi fa il proprio dovere, in questo Paese, diventa facilmente un eroe, un idolo. Solo perché ha fatto il proprio dovere con responsabilità e seriamente.
http://www.corriere.it/cronache/12_gennaio_17/severgnini-normalita-eroica-defalco-schettino_9c487ef2-4126-11e1-b71c-2a80ccba9858.shtml
Ed ora ai nostri articolisti: Giuliano ci propone una sua riflessione personale e gli amici eldyani, che proprio recentemente sono andati in crociera nel Mediterraneo, su una grandissima nave, simile alla Costa Concordia, fanno delle considerazioni e ci raccontano la loro esperienza gioiosa (potete andare a rileggerle negli articoli che precedono questo) ma anche i loro pensieri a posteriori. (pca)
I seguenti articoli completano questa osservazione iniziale e si possono leggere facendo scorrere il rullo in basso
1 Considerazioni di Roberta degli Angeli
2 Riflessioni, personali, sul naufragio della Costa Concordia scritto da Giulian.rm
3 Resoconto sulle crociere alle quali hanno partecipato un mese fa Roberta e Porzia
Non è necessario che durante la navigazione il comandante sia sempre presente fisicamente nella plancia di comando in coperta, ma possono anche starci gli altri ufficiali, avvalendosi di strumenti tecnologici.
Spesso, però, per navigare così vicino e pericolosamente alla costa, in omaggio ad assurdi codici marinareschi o a “inchini”, questi strumenti sono disattivati e la nave segue una rotta “a vista”. (questa prassi è gradita dalle compagnie).
Più grandi sono le navi più rischi si corrono.
Dall’articolo 303 del codice della navigazione:
“il comandante deve abbandonare la nave per ultimo, provvedendo in quanto possibile a salvare le carte e i libri di bordo, e gli oggetti di valore affidati alla sua custodia”.
Alla magistratura il compito di accertare le responsabilità…compagnia compresa!
Distinta Signora Edis Maria , non sappiamo quando il Capitano abbia avuto sufficiente esperienza e corsi nel salvataggio di 4000 persone ….forse non era piu’ esperto di lei o me …quindi che competenza poteva avere per dirigire una evacuazione di cui non aveva la mininma pratica…: il cieco che conduce l’altro cieco…forse, o mi sbaglio . Paul
PIno tu ti rivolgi alla carità cristiana che ognuno di noi dovrebbe avere almeno un poco nel cuore! Dare un parere personale su fatti gravissimi, dopo aver ascoltato autorità marittime,, visto nelle riprese, sentito testimoni e naufraghi, non significa condannare a priori, ma anche, forse, tentare di comprendere meglio il problema.Naturalmente penserà la Magistratura a trovare le colpe e i motivi! Per fortuna le fonti di informazioni , oggi, sono molteplici e basterebbe che ognuno di noi seguisse le più serie ed attendibili. Per concludere penso che ,in tutti i casi ,il capitano doveva rimanere a bordo per guidare le manovre ( visto che era il più qualificato) e portare al sicuro tutti
Franco Muzzioli anche io ho dato una gran parte della responsabilità dell’accaduto alla compagnia Costa ( vedi mio commento al ” pezzo” di Giulian ),che evidentemente non ha la capacità di scegliere , per incarichi di grande responsabilità, i propri dipendenti o, non controlla che costoro , nel tempo mantengano le caratteristiche richieste.
Pino, guardi il mio piccolo commento, non è (giudicare l’altro)me ne guardo bene…; la mia è una considerazione, sul quello che è accaduto quella notte…tanto per essere chiari.Buona giornata a lei Pino
ma dai vedrete che alla fine daranno una medaglia come eroe al capitano della concordia ,
Io non mi sento di giudicare ,rimango solo sconvolta da quanto e’ accaduto e penso a quanto e’ sempre si e’ sentito dire”SALVI PASSEGERI IL CAPITANO HA LASCIATO LA nave”un pensiero a quel generoso sconosciuto ragazzo che a lasciato il suo posto a una bambim=na e una preghiera quanti hanno perso lavita in modo cosi’ tragico……..
A me accade che quando tutti si accaniscono su una persona son portato a fermarmi e cercare le ragioni del comportamento di questi, che commesso un gravissimo errore non ha ritrovato la giusta strada anche forse per pressioni esterne.
Comunque, ricordo sempre la folla che liberò Barabba e mandò a morte Gesù. Sarebbe bene attendere il verdetto della Magistratura e smetterla con processi televisivi sommari, il più delle volte poggiati sulla morbosità di vedere e sapere oltre i fatti reali.
Gentili Signori,quanta emotivita’, quanta passione,ma perche’ non lasciamo alla Magistratura,l’unica istituzione a cui e’ stata data l’autorita’ di esprimere il giudizio, di esaminare i fatti e valutarne le eventuali responsabilita’ che dimostreranno l’imputato innocente o colpevole. Chi di noi trovandosi in una situazione analoga sa a priori quale sarebbe il suo comportamento. Vale sempre:… non giuidicare e non sarai giudicato….lasciamo al giudice fare il proprio lavoro. Tutto il resto vende solo giornali. Paul
Sono meravigliato che l’unico j’accuse nei riguardi di Costa Crociere sia stato il mio.
Chi ha affidato la vita di 4.000 persone ad un incompetente vigliacco ?
Chi sottopaga i dipendenti dando loro incarichi sulla sicurezza non pertinenti al loro ruolo ?
Chi crea “villaggi vacanza” sull’acqua …ripeto sull’acqua, senza le dovute sicurezze?
Chi pensa solo al businnes e se ne frega della corretta gestione di una meganave ,che mal governata può diventare una bomba?
E’ chiaro che questa tragedia l’ha creata soprattutto l’imperizia del comandante , ma se non ci facciamo le domande sopraesposte non risolviamo il problema.
Mi piace riportare qui il pensiero dell’amica Ester nel suo blog:
http://espress451.wordpress.com/
Che immagine triste quel grattacielo marino adagiato nelle acque cristalline del Giglio! Per le vite umane che si è trascinato con sé nella caduta, per quello che è stato di errori e omissioni, per l’impatto ambientale in un arcipelago d’incanto.
Quanto racconta, quel “mostro” piegato, di un Paese che appare in ginocchio dopo tanta avventatezza, una “nave senza nocchiere in gran tempesta” come diceva con rabbia Dante raccontando sette secoli fa dell’Italia.
Un’incredibile metafora di un tempo storico che non può più nascondersi dietro la frase di chi comanda “non ci sono problemi, è tutto sotto controllo“. Quando è purtroppo palese che qualcosa, forse molto, sia ormai “sotto”.
Commenti abilitatiSE NN AVESSE URLATO,COME SCRIVE CHI HA POSTATO L’ARTICOLO,INDIGNATO E CON PASSIONE,QUESTO ORDINE PERENTORIO,,,VADA A BORDO,CAZZO,,,IL COMANDANTE DE FALCO,LO SAREBBE DIVENTATO COMUNQUE UN EROE?
Sono ancora vive in me quei tagici lunghi discorsi via radio fra il capitano Di Falco e il capitano della Concordia, smarrito e sperduto nella notte su uno scoglio,cosi si dice mentre la sua nave sta affondando,con 4.200 persone a bordo, i ripetuti richiami, del capitano Di Falco al capitano della Concordia, ma sappiamo come è andata. Solo un processo ben fatto sapremo come veramente sono andate le cose, quella tragica sera, una cosa è certa qualcosa di anormale è avvenuto, si dice che il capitano della Concordia abbia voluto dimostare la sua bravura, gudiando una nave come una Ferrari?, una folle corsa sugli scogli. Qualcosa però a funzionato l’accoglienza dei cittadini del giglio ai naufraghi,sono stati accolti nelle case,come vedete qualcosa a funzionato, non so descrivere cosa..in questa tragedia notte.Credo che qualcosa cambi di non fare avvicinare questi colossi del mare alla costa, che ci siano meno bravate da parte dei Capitani meno dimostarzioni di bravura.Vorrei un rispetto alla vita, ma chiedo troppo forse?.
Molto interessante lo scritto di Giulian che ci spiega le regole per diventare capitano di una nave. Leggetelo!Mi era sfuggito perchè era l’ultimo !!!
penso + son grosse e fatte per lucro meno stabilità hanno, dovrebbero esse fatte diverse a quelle dimensioni, infatti sentendo persone ke fanno gli arredi la prima cosa ke riferiscono a contatto co persone ke poi le guideranno è proprio l’instabilità data la grandiosa mostruosita’
Il Coraggio e “La Concordia”:
“Il coraggio più sicuro è quello che nasce da una reale conoscenza del rischio da affrontare, mentre quello che proviene dall’incoscienza è tanto pericoloso quanto la vigliaccheria“.
Herman Melville
io riporto due testimonianze ascoltate ieri sera nella trasmissione “chi la visto”
con nome e cognome questa persona a detto che il comandante prima dell’impatto era un bar con due ragazze una bionda e l’atra bruna e stava bevendo il suo drink,sentito il colpo è scappato subito di corsa, allora tutti si sono domandati non era lui al comando, come lui ha dichiarato.
altra testimonianza il parocco del isola del Giglio,ha visto il comandante a terra con il computer e vari strumenti
lavandosi le mani di quello che succedeva
Certo che non è giusto, Lucia, ma purtroppo le idee si fanno dai fatti e dalle immagini che vengono date. E’ andato tutto storto ed è in questi frangenti estremi che si vede come si comportano le persone. Ed è da questi comportamenti che si formulano dei giudizi. I sommozzatori sono bravi, i vigili del fuoco sono superbi, ma è il loro lavoro.
Un vero atto di coraggio è quello di chi ha lasciato il suo posto sulla scialuppa di salvataggio ad un bambino, lui sì che ha fatto un atto eroico.
questa sì che è una considerazione seria e vera; ci siamo preoccupati di tante cose, ma pochi parlano del batterista come un eroe
Se il comandante De Falco viene definito eroe da tutti i giornali, solo per aver compiuto un suo dovere, come si deve deifnire il giovane musicista disperso che ha ceduto il suo posto nella scialuppa di salvataggio ad una bambina, perchè si salvasse?
Avere accostato e paragonato la Nazione Italia a questa tragedia non mi sembra giusto. La stampa estera ci addita come codardi e vili, uguali al capitano Schettino. Vorrei replicare che reputo gli italiani coraggiosi, come tanti sommozzatori e vigili del fuoco che senza tregua cercano di recuperare e superstiti e allontanare il disastro ambientale.
Cosa penso del naufragio della Concordia
La tragedia della Costa Concordia ha sconvolto l’opinione pubblica, creando confusione, paure, malcontenti e supposizioni. Non sto qui a giudicare ma vorrei esporre il mio pensiero in merito, soffermandomi un attimo sulle qualità e i requisiti per essere un buon comandante di una città galleggiante come la Concordia.
1) Il comandante ha la responsabilità giuridica della nave e di tutte le operazioni che vengono effettuate a bordo. I suoi compiti sono quelli di dirigere personalmente le manovre della nave in entrata e uscita dai porti, dai canali e in ogni circostanza in cui la navigazione presenti particolari difficoltà
2) Il comandante è il responsabile dell’incolumità dei passeggeri in caso di incidenti.
A quanto pare il comandante Schettino tutto ha fatto fuorché rispettare le principali norme giuridiche della navigazione, è stato un irresponsabile, un codardo “mi salvo io e chi se ne frega…”, senza rendersi conto di aver distrutto in una notte il mito di un comandante di una nave.
Dopo quanto è accaduto mi va di fare una riflessione (e chiederei un vostro aiuto con un giudizio spassionato): Non credete che sarebbe giusto sottoporre periodicamente i comandanti delle navi da crociera a selezioni severe, ad addestramenti continui, a verifiche costanti del comportamento del senso di responsabilità, al controllo dei nervi in casi di emergenza, alla propria autorevolezza nel comando. (le compagnie armatrici potranno dire “Si fa”, ok abbiamo visto i risultati.)
I croceristi spendono i loro risparmi sudati per trascorrere una vacanza diversa dalle altre e chiedono garanzie ,sicurezza e certezze.
Ora che è accaduto il disastro il comandante, senza escludere le sue colpe, è diventato il capro espiatorio.
A giusta ragione Maria Giovanna Maglie in un suo articolo su LIBERO dice : “ E’ vero Schettino ha voluto fare una bravata, ma ha fatto una manovra sbagliata che gli è costata la sua dignità, ma quanti comandanti si comportano come lui? L’ INCHINO è una pratica molto diffusa e spesso incoraggiata dai comuni interessati e loro obbediscono .
Cosa ne pensano gli armatori?
Vorrei ancora sottoporvi un altro punto: Quando Schettino è impazzito, lasciando sole 4000 persone alla deriva e abbandonando per primo la nave senza rendersi conto di quanto fosse necessario il suo coordinamento, dove si trovavano e cosa facevano gli altri ufficiali? Sono impazziti anche loro? Come mai la Capitaneria di Porto non si è accorta attraverso i loro sistemi di controllo che la nave si avvicinava troppo alla costa e ad alta velocità (15 nodi anziché 6/7)?
Ora il comandante De Falco è diventato l’eroe italiano…….De Falco ha svolto il suo ruolo di comandante in piena autorevolezza e consapevole di quanto stesse accadendo e che trovandosi in enorme emergenza occorrevano solo organizzazione e coordinamento. Non si poteva perdere altro tempo…
In mare a seguito di naufragio, l’abbandonare la nave non è segno di incapacità ma di viltà.
Da sempre il capitano abbandona per ultimo la nave.
Purtroppo anche in questo caso si è consolidata la terribile consuetudine dell'”apparire è meglio che essere”.
L’apparire in questo caso è l’offrire spettacolo di se, della propria grandezza e della propria bravura eseguendo manovre spericolate.
E non solo il capitano della nave, di quella nave ma altri: imbarcazioni simili pare abbiano navigato a Venezia e prodezze simili.
Non sono un marinaio ma essendo nato a Genova le navi le ho sempre viste e da vicino. Le ho viste nascere, varare, salpare e ormeggiare. Ho visto il varo della Leonardo da Vinci, della Michelangelo, di altre navi minori ed è sempre stata una emozione indescrivibile vederle uscire dal porto: enormi palazzi galleggianti.
Queste, alte come grattacieli mi sgomentano.
Il mare è il mare e rimarrà sempre il mare: quando si arrabbia sa tranciare in due anche la nave più grossa e quando succede allora …………
E’ chiaro che la normalità non deve essere un’eroica eccezione , ma siamo in un paese dove è eccezionale che un onorevole non sieda saltuariamente nei banchi di Montocitorio , che un medico di base ti visiti e non sia solo una macchinetta per ricette, che un cittadino paghi regolarmente le tasse e che un comandante di una nave faccia semplicemente il suo dovere….
Per quanto riguarda la Costa ,vorrei dire che ho fatto con questa compagnia tre crociere , una nel 2000 ,poi nel 2005 ed infine nel 2009 ed ho potuto constatare con grande disappunto il progressivo scadere delle prestazioni e dell’organizzazione.
Una crociera da 3/4.000 persone ed a prezzi molto economici, diventa inevitabilmente un “villaggio vacanze” con abbondanza di animatori, camerieri e saltimbanchi e con una grossa carenza di personale tecnico organizzativo mal pagato e poco preparato.. E’ chiaro che Costa Crociere per la legge dei grandi numeri e per la concorrenza è portata a spendere sull’immagine ed a risparmiare sull’organizzazione e sulla sicurezza, meno apparenti.Quindi costruzione di navi sempre più grandi con parchi giochi,divertimenti, animazioni…non importa molto se il cibo non è eccezionale (almeno ripetto ad un tempo) o se la sicurezza non è consona ….solo certe tragedie fanno capire come vanno le cose.