Il 7 ottobre 2009 alle h.18 è arrivata la sentenza della Corte Costituionale:il lodo Alfano è bocciato.
– Secondo quanto stabilito dalla Consulta, il lodo vìola due norme della Costituzione, l’articolo 138 che stabilisce l’obbligo di far ricorso a una legge costituzionale (e non ordinaria) per un provvedimento che sospenda i processi per le 4 alte cariche dello Stato, e l’articolo 3, che stabilisce il principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge.
Il  Lodo Alfano aveva apportato una modifica costituzionale cosa non possibile in quanto legge ordinaria .La decisione è stata presa a maggioranza (nove a sei).
La sentenza della corte ha causato la reazione del premier nei confronti della medesima  e nei confronti del Presidente della Repubblica,  garante della costituzione, una delegittimazione degna d’altri tempi.Lui è il capo del governo ed esige rispetto(parole sue).E’ strano si pretende quello che non si è disposti a dare!
Ora, dal punto di vista tecnico, dovrebbero riprendere immediatamente i processi sospesi nei confronti di Silvio Berlusconi (due a Milano e uno a Roma). Sul versante politico potrebbe accadere di tutto: dimissioni del premier, tentativo di approvare a tempo di record una nuova normativa per evitare procedimenti giudiziari contro le alte cariche dello Stato, elezioni anticipate per tentare da parte di Berlusconi uno show down contro l’opposizione, formazione di un governo tecnico o “del presidente” per far abbassare la temperatura politica e riportare la situazione alla normalità istituzionale. Difficile dire quale di queste ipotesi ha più probabilità di realizzarsi. Il giudizio della Consulta era atteso con particolare ansia da Pdl e Lega.
Intanto il Pdl stà lavorando sull’opportunità di convocare una manifestazione a sostegno di Berlusconi: la data potrebbe essere molto ravvicinata. Se la decisione venisse confermata, saremmo allo scontro frontale tra due fette di opinione pubblica: quella che appoggia il premier e quella che si oppone al suo strapotere. Sembra davvero il finale de Il caimano, il film premonitore di Nanni Moretti.Pierluigi Bersani, candidato alla segreteria del Pd, dichiara a caldo: «Il premier vada avanti nella sua azione di governo ma come cittadino si sottoponga al giudizio della magistratura nei processi che lo vedono imputato».
Certamente ci saranno strascichi istutuzionali, sebbene tutte le forze democratiche hanno ribadito il principio che chi ha avuto mandato dagli elettori deve governare, saranno poi questi alla fine del mandato a giudicare il suo operato e quello del Governo complessivamente. Non mi dilungo, il vittimismo  è pietoso!Anche se lui si dà forza e si convince da solo sostenendo che : “per fortuna Silvio c’è”, “forza Silvio”, “forza Italia” e ricorda a chi l’avesse dimenticato che i consensi verso di lui sono al 78%. Si vive di sondaggi veri o falsi,l’unico dato certo visibile, purtroppo quotidianamente, sotto gli occhi di tutti è la sistuazione  industriale italiana,  il pil che è schizzato a + 10%,il tasso di disoccupazione in continua salita, tra poco vedremo alla griglia di partenza accelerare il caro vita, l’Inflazione a 2 cifre,  la sanità che stà andando in pezzi, nei tg non c’è giorno che la Guardia di
finanza non scopra una truffa milionaria ai danni dell’azienda Italia, altro che barzellette!
Non vado oltre  lascio all’intelligenza degli altri le conclusioni .
Vi propongo una serie di ipotesi oggetto di un sondaggio dell’ultim’ora, dopo la bocciatura del Lodo Alfano, cosa deve fare Berlusconi?:
-Berlusconi si dimetta e siano indette nuove elezioni
-La maggioranza eletta vari un nuovo governo con un altro leader
-Belusconi rimanga in carica e completi la legislatura
-Basta un rimpasto

FELPAN 09.10.2009

54 Commenti a “LA CORTE COSTITUZIONALE E IL LODO ALFANO SENTENZA”

  1. pier501 scrive:

    Certo che quando uno vede il male tutto da una parte e il bene dall’altra non c’è discussione !! La moralità delle persone non è processabile… Forse per questo oggi D’alema manda in prima fila i suoi galoppini.. I fatti mi sembra di averli illustrati in modo sufficiente e i vedenti li vedono..I ciechi guardano solo a sinistra !!… Povera Italia se contano solo i processi !!

  2. antonio.li scrive:

    Le indagini sono doverose ma quello che conta caro Pier sono i processi e le condanne.Ne Prodi nè D’alemma ne hanno avuti quindi stai solo schizzando fango come tuo solito ma fatti niente.

  3. pier501 scrive:

    Dimenticavo Antonio…le malefatte di Treu non è un fatto !!!

  4. pier501 scrive:

    Pendenze penali no…ma moralmente è sporco…Riporto qualcosa da wikipedia…Per quanto riguarda Prodi alla prossima occasione…

    Secondo un’inchiesta di Panorama, nel 1985 Massimo D’Alema, allora segretario regionale del P.C.I. in Puglia avrebbe intascato 20 milioni di lire per il partito da parte di Francesco Cavallari, imprenditore barese, “re” delle case di cura riunite[8][9]. L’episodio sarebbe stato ammesso anche da D’Alema in sede processuale, ed infatti stando a quanto riportato da Panorama il giudice Russi nel decreto di archiviazione del caso avrebbe aggiunto le seguenti considerazioni: “Uno degli episodi di illecito finanziario, e cioè la corresponsione di un contributo di 20 milioni in favore del Pci, ha trovato sostanziale conferma, pur nella diversità di alcuni elementi marginali, nella leale dichiarazione dell’onorevole D’Alema (…)”.[10] L’inchiesta sottolinea inoltre come all’epoca dei fatti la vicenda non avesse trovato spazio sulla stampa[11].

    Concorso in aggiotaggio nella scalata alla BNL [modifica]
    Per D’Alema è stato ipotizzato dal GIP Clementina Forleo il concorso in aggiotaggio[12] nell’ambito della scalata alla BNL organizzata dalla Unipol di Giovanni Consorte. Il giudice Forleo richiese nel 2007 al Parlamento italiano la possibilità di utilizzare le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche[13] che coinvolgevano D’Alema e Consorte nel procedimento a carico degli scalatori, procedimento che peraltro non vede D’Alema tra gli indagati.

    Secondo il Parlamento Europeo – chiamato dal Parlamento italiano a pronunciarsi in materia, in quanto D’Alema era parlamentare europeo all’epoca dei fatti – i testi delle telefonate tra D’Alema e Consorte [14]non potranno essere utilizzati in quanto già esistono agli atti elementi di prova sufficienti a suffragare l’accusa nei confronti degli autori della scalata, peraltro già rinviati a giudizio.[15].

    Nel 1995 D’Alema rimase coinvolto in Affittopoli, uno scandalo scoperto da Il Giornale: enti pubblici davano in locazione a VIP appartamenti a prezzi agevolati. Dopo una dura campagna mediatica D’Alema lasciò l’appartamento per comprare casa a Roma, ma solo dopo essersi presentato alla trasmissione di Rai 3 condotta da Santoro, dal titolo Samarcanda, in cui ha giustificato la cosa affermando che aveva bisogno della casa degli enti perché versava metà del suo stipendio di parlamentare al partito (all’epoca consistente in circa 12 milioni di Lire al mese).[1]

    Il mondo è pieno di persone sporche pur non essendo indagate !!

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