Oggi ho ricevuto un bellissimo commento ad un articolo di Giulio Salvatori pubblicato in Parliamone nel lontano ottobre 2009, pensate giusto 4 anni fa, eppure c’è ancora qualcuno, non di Eldy, che entra nel blog e legge e commenta.
Ve lo ripropongo, perché è bello l’articolo e molto bello l’attuale commento di Renato Sacchelli.
Buona lettura.

Ed ecco che Giulio, prendendoci ancora una volta per mano, ci apre la porta di casa sua e ci mostra proprio il suo mondo.
(Le foto inserite sono di un amico di giulio)

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Questa volta, vi faccio conoscere il mio paese: Basati. E’ qui che sono nato, cresciuto e ormai con le tempie grigie. Non è per campanilismo se mi soffermo un po’ fra le mie radici, ma gioco in casa e mi sento  libero di agire, di muovermi, di frugare negli angoli più remoti.
Per  coloro che non hanno letto gli articoli precedenti, è doveroso far presente che si raggiunge il borgo percorrendo la strada panoramica che dal capoluogo, Seravezza, porta a Giustagnana, Azzano, Minazzana e infine Basati.
Prima di arrivare al mio paese, devo dire che si sfiora il paese di Minazzana. Qui c’è il centro sportivo della montagna seravezzina. Siamo a 420 m dal livello del mare e gode di un clima dolce anche in inverno in quanto è molto soleggiato. E’ circondato  da pini e castagni e si legge in un vecchio opuscolo che: “ Trovasi questo Castello detto Minazzana a metà delle Montagne Versigliane (…) gode di un aria sottile e perfetta “.
Su Basati un anonimo religioso del 1730 nei suoi viaggi per la Toscana annotava: “(…) E’ terra della Versiglia, ella è scarsa di abitatori (…) Evvi comunque opinione che il popolo di questo luogo è oriundo  di una Provincia della Francia nominata Provenza, infatti ritengono un verisimil  parlare , non inteso, che fra di loro”.
Uno scrittore contemporaneo, Luigi Testaferrata nel suo libro –L’Altissimo e le rose- ( premio Campiello ) arrivato a Basati per la prima volta assieme ad un gruppo di studenti laureandi, definisce questo luogo “ Il paradiso terrestre”. Ho cercato di capire il perché.

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Immaginate di percorrere a piedi nel periodo estivo, con un cielo azzurro e il sole che illumina l’universo,la strada Minazzana Basati. Arrivati alla fine di un tornante in località Contraiolo, s’apre di botto, davanti agli occhi, la cornice delle Alpi Apuane con al centro la Regina: La Pania della Croce. S’allarga il sipario: a destra il gruppo del Procinto, a sinistra il Corchia , le Cervaiole , L’Altissimo; chiude il cerchio il Monte Cavallo.  Là, ai piedi della montagna, avvolto da un mantello verde, il mio paese: Basati. Chiudono la cornice i campi. La strada maestra viene fagocitata da selve secolari di castagni dove appena penetra il sole.

Davanti a cattedrali che graffiano il cielo, colori che variano in continuazione, il ventaglio naturale delle fronde dei castagni, il silenzio assordante del bosco,  ti viene dal profondo del cuore esclamare:- Grazie Signore ! Qui, hai creato per noi, il  paradiso terrestre-
Basati, è un piccolo paese, circa 150 abitanti, però è  parrocchia. Il  Patrono è Sant’ Ansano, si festeggia il primo di dicembre, ed è sotto la Diocesi di Pisa.basati
All’interno della chiesa si trovano tre altari con   lavori in marmo di Statuario, Arabescati , Brecce Medicee, Bardiglio della Cappella, Fior di Pesco…non sono opere michelangiolesche, ma fatte da mani esperte. Un organo antichissimo, ma ancora funzionante troneggia nel coro. Il campanile a forma quadrangolare svetta per oltre venticinque metri e  sorregge due grosse campane: la grossa, la mezzana  e una piccola. Quando suona a distesa, l’armonia delle tre campane avvolge l’intera montagna, rimbalza nelle sponde del versante vicino e ritorna nelle vie del paese.Vicolo_02
Il borgo, visto dall’alto, dà l’impressione che i tetti delle case si tengono a braccetto quasi a sorreggersi, in un  girotondo continuo fino ai cigli dei campi.
Mi fermo qui, voglio lasciarVi con un pizzico di curiosità, la foto, anche se è fatta con il mio solito  grand’angolo, non riporta mai tutto. E’ d’obbligo  la solita frase che ho già detto:- Vi sono bellezze che non costano niente, ma che pochi sanno guardare-

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Chissà che un giorno questi semplici scritti non Vi siano di sprone per una gita?
Il solito Maledetto toscano.
Giulio Salvatori  29 sett.2009

(Per chi fosse interessato a leggere altri articoli di Giulio Salvatori ce ne sono diversi sulla Versilia, qui in Parliamone, nelle date intorno al 27 ottobre 2009, cercare nell’archivio di Parliamone)

20 Commenti a “VERSILIA-SCONOSCIUTA 4: BASATI scritto da Giulio Salvatori”

  1. Jas scrive:

    Salve. puo considerare il commento che feci su questa pagina? ” http://parliamone.eldy.org/201.....salvatori/ “Lo scrivo in questa pagina percé ho visto che è più nuova anche se non so se la cosa sia rilevante. Scrissi che la foto in cui si vede una chiesa al mezzo non raffigura Pomezzana dichiarando di saperlo perché ci abito. Davvero in quella foto non è Pomezzana. personalmente ci tengo tanto visto che è il mio paese. Sarebbe molto gentile.
    Lascio anche la mia e-mail questa volta tanto so che il commento deve essere approvato draconas7@hotmail.com … grazie

  2. Giulio Salvatori scrive:

    Certo che a distanza di quattro anni ritrovare ancora tanta attenzione nei miei confronti, mi fa immensamente piacere. Un ennesimo ringraziamento a Renato Sacchelli (avete letto come rastrella i ricordi in profondità?) E un grazie particolare a Paola. Sono frammenti di vita che più o meno abbiamo tutti dentro: niente incensamenti . Non avete nessun diritto di farmi commuovere acc ! Ma anche se nell’animo ho la durezza del -Figlio del Cavatore- Anch’io ho un cuore e Vi abbraccio tutti. Spero di “ritrovare la penna” e ripassare piacevoli momenti insieme. Grazie ancora

  3. alessandro31.rm scrive:

    Caspita che bell’articolo completato da tanti bei commenti: ma che siete tutti scrittori? certo che in qusti articoli c’è la vita in tutte le sue manifestazioni; la passione nel raccontare, la natura del nostro bel territorio spesso sconosciuto, il folclore, il lavoro, i valori, i ricordi, insomma un bel quadro complessivo della vita pieno di colori e sfumature che bisognerebbe soffermarsi più spesso ad asservarli senza correre…………..

  4. armida.ve scrive:

    Quanta bellezza, quanta poesia si respirano nel racconto di Giulio,e poi nei commenti-racconti di Renato! Non pensavo che anche a distanza di tempo si potesse commentare un articolo, uno scritto. Meno male che mi sbagliavo, non avrei potuto godere di questi racconti, di questi ricordi così vivi, così pieni di nostalgia che si percepiscono nei due amici-scrittori.
    Grazie Paola, hai fatto bene davvero a riproporci questa bella pagina: bella italia, bella la nostalgia!!

  5. marc52 scrive:

    Paola ci ha portato in una dimensione di revival, con Giulio, che… ci “racconta” con l’anima il suo paese natio. Supportato dai commenti (in special modo l’ultimo), fatti di ricordi ,di precisazioni, di nostalgie accomunate dal racconto di Giulio. Come non si potrebbe ritrasmettere il video di Lucia Morici , che oltre alle immagini, raccontate in prosa si può ascoltare anche l’anima e il cuore del musicista Giulio Salvatori in Imagine al sax.

    Basati http://youtu.be/wjeO3isrqE8

  6. alba morsilli scrive:

    sapevo del tuo animo poetico e musicale, ma ogni volta, anche se sono passati 4anni, il tuo raccontare è come leggerlo per la prima volta. Trasmetti l’amore che senti per un paesino Basati di poche anime, ma grandi lavoratori che sanno cosa sia il sacrificio, grazie anche a Renato che ha aggiunto un comm racconto di un valore immenso

  7. edis.maria scrive:

    Descrizione splendida , puntuale, attenta ,profonda ,ispirata, non solo dalla bellezza del luogo, ma da un immenso amore per il luogo natio! La si legge con piacere e ti sembra di vivere in quei luoghi così belli! Il tutto impreziosito dai ricordi e racconti di Renato Sacchelli.Paola hai fatto bene a riproporcela.

  8. sandra .vi scrive:

    Sarai anche un “Maledetto Toscano” Giulio ,ma come mi e; piaciuto seguirti in questa tua descrizione Chiudo gli occhi e ammiro tutto quello che ci hai mostrato ,bellissimo il tuo Basati

  9. franco muzzioli scrive:

    Bellissimo questo ricordo….di un passato che non conosco.Già a legger Giulio, nella testa toscaneggio immediatamente …legger poi Renato Sacchelli (notate nome e cognome)….cominci ad ammorbidire certe consonanti, Renato prende una t strisciata che quasi non la si sente.
    Poi gli acquerelli impressionisti di Giulio, bè quelli li conosco e mi appasionano sempre …Una Versilia di monte che amo e che per mia fortuna tutti gli anni rivedo e mi incanta come la prima volta.

  10. alessandro31.rm scrive:

    Si! un grazie a tutti e due,questi scritti sono da leggere molto attentamente e credo ci possono insegnare molte cose.

    alessandro

  11. RENATO SACCHELLI scrive:

    Ricordo di don Giorgio Servi che fu parroco di Basati.

    Caro Giulio,
    credo che tu sia stato un chierichietto della parrocchia della tua Basati, di cui, per nove anni il parroco fu don Giorgio Servi, con il quale ebbi rapporti di amicizia, quando Lui tutti i giorni da Pisa veniva a Casciavola per celebrare la santa messa presso l’Istituto delle suore di Sant’Antonio.Utilizzava nell’andare in su e giù , mezzi pubblici di trasporto, come facevo anch’io. Si era un pendolare come me. In occasione della ricorrenza del Santo Natale e della S.Pasqua, giorni in cui i mezzi pubblici non circolavano, lo andavo a prendere con la mia vecchia auto, a Pisa dove abitava per consentirgli di celebrare le funzioni religiose presso le suore Antoniane al termine delle quali lo riaccompagnavo nella citta della Torre pendente.
    Mi ha raccontato tante cose su Basati ed anche sulla sua vita sacerdotale.
    Nel Natale del 1990 stampò un libretto di 40 pagine, intitolato Serse da Pisa – BG…i fiumi raccontano – RA .. Riflessioni di uno specchio parlante – PI, in cui raccontò tutto sulla sua vita vissuta fin dalla nascita. E’ un libretto bello e molto commovente scritto col cuore in cui narra le sue gioie che gli derivavano dall’essere, in primus, un sacerdote ed anche altre faccende che gli procurarono non poche preoccupazioni.Questo suo libretto che lui mi donò lo conservo fra i libri più belli che possiedo. A pagina 39, si legge:
    “”” La suaVersilia, che lo vide per 9 anni abile camminatore di Dio, con scarponi ai piedi e zaino a spalle per il pane quotidiano così faticoso ad un Parroco di lassù tra le rocce ed i castagni, gli è sempre nel cuore… e come potrebbe non esserlo?
    Quando le circolari mandate dalla Curia lo ammonivano per la non brillante partecipazione della sua poverissima Parrocchia alle ricche attività delle più comode, per non entrare in crisi metteva fuor di finestra, al freddo della notte ed al sibilo della “cavallaccia” ( la tramontana di lassù) lettere e fotografia del colpevole ed al mattino le riammetteva malconcie in casa e Lui si sentiva meglio… non so se capite…
    E quella volta per la Processione del Corpus Domini quando disse alle ragazze di intervenire loro a portare il baldacchino ed uscendo dalla Chiiesa sentì tra gli uomini esterrefatti la voce borbottante del capo- cellula bofonchiare “ questo non vuol fatto” dopodichè con alcune occhiate d’intesa si fecero avanti i giovanotti come logici e tradizionali portatori di quelle aste dorate.
    Il suono amichevole delle 3 campane era reso più convincente quando i fiaschi del vino… ungevano le funi ai suonatori… e le feste paesane erano attese come l’arrivo di un re con comitati- adunanze-raccolte e sonetti inneggianti ai piccoli del paese ed alle famiglie offerenti, mentre tutte le mense si rallegravano di gente venuta dal fuoi a gustare i gustosi tordelli di fattura casalinga ed i Preti vicini si riunivano per la Messa alta e per i Vespri e l’organo a canne di vecchia fattura tuonava a piena gargana… talvolta le campane suonavano “ al fuoco” nottetempo per chiamare la gente a spegnere gli incendi lavorando agli ordini del Parroco, unico tutore della legge e della sicurezza cui si riferivano le Autorità.
    Famiglie povere e buone, ospitali ed umili, che gli davano la sensazione di responsabilità e fiducia nei suoi interventi a vantaggio dell’intera Comunità… e vi sembra poco?
    Verde vallata percorsa da piccoli ruscelli chiaccheroni e puliti che cambiano volto solo quando arrivano al piano… ma vi giungono contenti perchè hanno aiutato l’operosa volontà dell’uomo di cava, di segheria e di laboratorio… ma è questa la faccia storica della Versilia”””

    P.S. – Caro Giulio, per le cose vere scritte da Don Giorgio Servi, deceduto presso l’ospedale Versilia dove udii gli ultimi suoi respiri affannosi e dolorosi prima di morire, mi farebbe un immeso piacere che ciò che Lui ha scritto su Basati fosse riportato nel blog che tu hai posto in essere in onore dell’antico paese basatino, in cui nacque anche la mia cara nonna materna Marianna Marrai.
    Renato Sacchelli

  12. renato.sacchelli scrive:

    Ricordo ancora quella serata d’estate che trascorsi a Basati tanti anni fa dove si esibì una compagnia di eccellenti e scatenati giovani seravezzini, i quali diedero uno spettacolo teatrale all’aperto sotto una pergola di viti con accanto anche alberi da frutto; sì tutto il proscenio era tinteggiato da un forte verde naturale. Questa compagnia aveva un nome particolare che non ricordo più. Tra questi giovani l’unico che conoscevo di nome era Luca Martinelli che stimavo moltissimo per i suoi scritti pubblicati su Versilia Oggi. Quando lo leggevo più di una volta pensai che era un giornalista nato, tanto erano ben scritti. La serata fu organizzata da Giulio Salvatori e dal professor Costantino Paolicchi. Si esibì anche Giulio, non ricordo se lesse qualche sua lirica.
    Con me a Basati c’ era anche mia moglie Angela Pucci e il mio ultimo figlio che allora era un piccolo ragazzo. Posso dire che ci divertimmo molto. Si fece anche tante belle risate, insomma si passò una serata davvero fantastica.
    Renato Sacchelli

  13. renato.sacchelli scrive:

    I due ragazzi di Basati che non ho mai dimenticato

    Uno si chiamava Sergio ,di cognome mi pare Giannaccini, dico si chiamava, perché so che è deceduto molti anni fa.
    Sergio lo incontrai più di una volta a Seravezza, negli anni del dopoguerra; così da lui seppi che esercitava il duro lavoro del cavatore. Mi faceva piacere rivederlo e parlarci. Fu in occasione di uno degli ultimi incontri che mi accennò che non si sentiva tanto bene, lo incoraggiai, da allora non lo rividi più
    Del secondo ragazzo, del quale ho dimenticato il nome e cognome, ricordo che suo padre era un brigadiere dell’allora Regia Guardia di Finanza, come constatai quel giorno in cui venne in licenza, nei primi anni quaranta, e per prima cosa che fece, fermatosi a Seravezza, volle salutare il figlio che frequentava la mia stessa classe dell’ Avviamento professionale al lavoro.
    Parlando di questi miei due coetani , devo dire che essi erano ammirati da tutti gli alunni dell’Avviamento perché arrivavano sempre puntualmente a scuola, tante volte anche con l’ombrello aperto. Vederli cosi forti nell’andare in giù e su per il monte , percorrendo una mulattiera che ritenevo non fosse breve, accresceva ancor di più la mia ammirazione nei loro confronti.
    In quinta classe, ricordo che coltivammo l’ultima piana che c’era sul retro della nostra scuola. Il nostro insegnante era il maestro Corfini. A distinguersi in questi lavori in cui ci impegnammo tutti, furono i due ragazzi di Basati. Si vedeva che loro ci sapevano fare a differenza di noi seravezzini che eravamo degli sprovveduti. Ci fu un ottimo raccolto di patate , di carote e di altri prodotti dell’orto. ll raccolto fu così abbondante che fu venduto in piazza ai rivenditori di ortaggi.
    Col ricavato furono recuperate le spese sostenute per l’acquisto delle patate da semina e dei vari ortaggi che doveva averle anticipate il nostro insegnante.
    Renato Sacchelli

  14. renato.sacchelli scrive:

    Caro Giulio,
    il tuo libro Oltre la siepe di Bussilo, ricco di bellissimi racconti che hai scritto su Basati, dovrebbe essere in tutte le case dei versiliesi, non solo da queste,e,in particolare,in quelle in cui vi abitano genitori con figli da allevare, ai quali farebbe bene leggerli considerato lo spessore degli argomenti trattati che, a mio parere, sono anche propedeutici alla loro formazione caratteriale. Ti ringrazio ancora per la gioia che ho nell’averlo fra i miei libri che amo leggere e rileggere. Renato Sacchelli

  15. renato.sacchelli scrive:

    Comm Casciavola, lì 24.2.2012

    Caro Giulio,
    mi piace ancora parlare di Basati, la terra dove nacque la mia nonna Marianna.
    La prima volta che salii a Basati fu durante un anno della seconda guerra mondiale. Era il tempo delle rape che crescevano rigogliose nei campi vicini alle prime case. Questo è il solo fatto che mi ricorda quando, per la prima volta, vidi Basati.
    Fu mia nonna a pregarmi di salire lassù per chiedere ai suoi parenti se le potevano mandare un popò di farina, o comunque delle patate o patatini, in considerazione del fatto che soffriva molto la fame.
    Con gli zoccoli che calzavo quella mattina sentii molto il freddo ai piedi.
    Avuto delle indicazioni da alcuni passanti, raggiunsi la casa dei Marrai che era accanto alla voltolina, al centro del paese. Nella piazzetta sottostante, mi pare che ci fosse un negozio, forse di alimentari. Entrato nella casa Marrai parlai con una donna accanto alla quale c’era un giovane uomo che si stava preparando per partire per Pontedera dove lavorava. Presentatomi e manifestato lo scopo della visita, non ricordo proprio cosa mi diedero da portare alla mia nonna. E’ strano. Se avessi avuto qualcosa di certo non lo avrei dimenticato, quindi credo di essere ritornato a Seravezza a mani vuote, probabilmente non avendo nulla da darmi, perché pativano anche loro la mancanza di cibo..
    Renato Sacchelli
    Caro Giulio,
    posso ricordare anche due ragazzi di Basati che frequentarono con me la scuola a Seravezza?
    Attendo la risposta. Grazie e cordiali saluti,

    renato.sacchelli@gmail.comenti abilitati

  16. renato.sacchelli scrive:

    Basati è nel mio cuore perchè lassù, nacque la mia nonna materna Marrai Marianna. Sono grato a Giulio Salvatori per le cose belle che ha scritto col cuore sulla terra, ricca di uomi forti e laboriosi, e che fu percorsa negli anni della sua fanciullezza ed adoloscenza dalla mia cara nonna fino a quando vi visse da nubile.Mi sembra incredibile chiudere gli occhi e vedere la mia nonna basatina correre felice fra i campi verdi e pieni di margherite e violette che ella avrà certamente raccolto negli anni più felici della sua vita.
    Complimenti Giulio,
    Renato Sacchelli

  17. grazia-pinuccio scrive:

    Caro Giulio
    La descrizione di Basati non poteva trovare miglior persona;posso solo dire che da forestiero ho avuto dai Basatini unaccoglienza (che risale da27 anni)e continua nelle mie successive generazioni di affabilità ed affetto degna di un grande Paese;Le storie o meglio la vita raccontatemi dai Vostri “Vecchi”mi ritornano alla mente come se vivessero;sono loro che ci hanno fatto amare Basati; e i giovani paiono continuare;
    a presto Pinuccio

  18. Giulio Salvatori scrive:

    Come diceva Paola nel “cappello”introduttivo , questo è l’ulti
    mo paese del Comune di Seravezza .Vi chiedo scusa se ho preso troppo spazio, se vi ho stressati con ripetitivi percorsi, ma i paesi della montagna sono così.Non so se sarò riuscito ad esse
    re quella guida scrupolosa e attenta, ce l’ho messa tutta crede
    temi.Non è facile parlare della proria terra, delle proprie ra
    dici.Mi sono trovato più volte a limare, spigolare, smussare angoli che m’apparivano pedanti, e trovare il modo giusto per
    “passeggiare insieme a Voi”in armonia.E siete stati proprio Voi che mi avete spronato e incoraggiato nel mio narrare.Non faccio nomi, sarebbe lungo l’elenco, dico -TUTTI-Tanti commenti e tut
    ti colmi di apprezzamento.Grazie di cuore per quelli passati , e quelli che , probabilmente verranno.
    Consentitemi un grazie particolare ai nostri -GIORNALAI-.
    A PAOLA, un grazie grande come la -Pania della Croce-regina delle Alpi Apuane. Il merito è suo se.-ho sconfinato nelle praterie Eldyane-E’ Lei che mia ha detto per prima.-benvenuto fra noi maledetto toscano-

  19. giovanna3.rm scrive:

    Sempre ispirato, Giulio. Avvincente la descizione del tuo delizioso paese. Occorre proprio metterla in programma una visita a Basati.
    Ciao e grazie.

  20. lorenzo.rm scrive:

    Giulio, grazie delle notizie su Basati.

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