scritto da paolacon il 14 08 2015

cocomero

BUON FERRAGOSTO A TUTTI
BUON COCOMERO, COME DA TRADIZIONE, BUON MELONE, UN VINELLO BIANCO, MUSICA E TANTA ALLEGRA COMPAGNIA

 

ferragosto

scritto da paolacon il 13 08 2015

Islanda-Aurora-Boreale

Islanda-Aurora-Boreale

aurora boreale

aurora boreale

aurora boreale

Lýðveldið Ísland, Islanda terra di Geyser e di Aurore Boreali.
L’Islanda è il paese meno abitato d’Europa e l’isola vulcanica più grande del mondo; il paesaggio è caratterizzato dall’attività vulcanica e geotermica e dalla mancanza di alberi.
I Geyser sono schizzi poderosi di acqua bollente, che esce dal terreno a intervalli più o meno regolari, molto spettacolari. Quest’acqua viene incanalata poi, per riscaldare le case durante l’inverno. Anche se attualmente si usa il gas. Una curiosità inaspettata, in Islanda vengono coltivate anche le banane, nelle numerosissime serre scaldate dall’acqua dei Geyser.
geyser

Inoltre… si nota che… non ci sono boschi, non ci sono alberi.
Quando l’isola è stata colonizzata la situazione era differente, ma in seguito alla costruzione di navi e case, alla forte presenza di pecore, il disboscamento col tempo è stato praticamente totale. In Islanda, anche a causa del clima, la vegetazione non è molto sviluppata, si riduce a muschi, prati e piccoli boschi. Ma è da considerare anche che il territorio islandese è roccioso, lavico ed è quindi piuttosto difficile far crescere gli alberi. Infatti uscendo dall’aeroporto di Keflavik per andare nella capitale Reykjavik, sembra di essere sulla luna, poiché tutto è silenzioso con un vento perenne che flagella l’ isola.
Un altro mondo davvero con Aurore Boreali bellissime e colorate. Merita un viaggio un luogo così diverso e affascinante. Ve lo consiglio

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scritto da paolacon il 12 08 2015

Uomo_che_dorme

GIUSEPPE UNGARETTI

Risvegli

Mi desto in un bagno
di care cose consuete
sorpreso
e raddolcito

Rincorro le nuvole
che si sciolgono dolcemente
cogli occhi attenti
e mi rammento
di qualche amico
morto

Ma Dio cos’è?

E la creatura
atterrita
sbarra gli occhi
e accoglie
gocciole di stelle
e la pianura muta

E si sente
riavere

(da Vita d’un uomo. Tutte le poesie, a cura di L. Piccioni, Mondadori, Milano 1969, p. 36)

 

John William Waterhouse il risveglio di Adone 1900

John William Waterhouse il risveglio di Adone 1900

 

 

scritto da paolacon il 10 08 2015
Moses Levy  A Viareggio tra le onde

Moses Levy A viareggio tra le onde

Estate, calda estate, mare. Viareggio.

Il pittore Moses Levy, nacque a Tunisi nel 1885, all’età di dieci anni si trasferì in Italia con la famiglia. La sua città prediletta fu Viareggio che frequentò nel periodo tra le due guerre. In quel ventennio era una città cosmopolita e ci villeggiava soprattutto un’elite culturale, come per esempio Lorenzo Viani, Enrico Pea, Giacomo Puccini e Mario Tobino.

Questi quadri celebrano Viareggio, fissandone la luce estiva, lo scintillio dell’acqua e i colori dei bagnanti che, all’epoca, facevano parte di una élite privilegiata. La villeggiatura non era ancora diventata un fenomeno di massa.

Mareggiata
Mareggiata
Spiaggia di Viareggio Sul-pattino-a-chiacchierare
Spiaggia di Viareggio
Sul-pattino-a-chiacchierare

Dipinto Moses Levy per mostra Centro Matteucci a Viareggio 2014

Ritorno a Tunisi

Ritorno a Tunisi

scritto da paolacon il 10 08 2015

 

stelle-cadenti-notte-di-san-lorenzo

      Un augurio a tutti i Lorenzo ed in particolare al             nostro Lorenzo d’Agata

« San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla… »
Da “X agosto” poesia di Giovanni Pascoli

(Per un fenomeno astronomico, il 10 agosto, si manifesta una pioggia di stelle cadenti, che il poeta interpreta, come lacrime cadute dal cielo)

Esprimiamo un desiderio

Esprimiamo un desiderio

scritto da paolacon il 9 08 2015

 

Marc Chagall: coppia in blu

Marc Chagall:
coppia in blu

Non avevano nient’altro da dirsi? I loro occhi, però, traboccavano di parole più gravi. Mentre si sforzavano di trovare frasi banali, si sentivano riempire tutti e due da uno stesso languore. Era come un mormorio dell’anima, profondo, continuo, che l’aveva vinta sulla voce. Stupiti da questo questo nuovo, soave sentimento, non pensavano neppure a spiegarne il senso, a scoprirne la causa. Le felicità future, come le rive dei tropici, proiettavano, sulla immensità che le precede, il loro molle sentore come una brezza profumata: si scivola in quell’estasi e non importa se l’orizzonte non si vede.

Gustave Flaubert dal libro “Madame Bovary”

 

Marc Chagall, La passeggiata (1917‐1918).Olio su tela.State Russian Museum,San Pietroburgo

Marc Chagall, La passeggiata (1917‐1918).Olio su tela.State Russian Museum, San Pietroburgo

 

scritto da paolacon il 7 08 2015

Agnes Slott-Møller, nata Rambusch (10 giugno 1862, in Nyboder - 11 giugno 1937 a Løgismose) era la figlia del comandante della Marina Jacob Heinrich Victor .
Lo spettacolo dei Saltimbanchi dipinto da Agnes Slott-Møller, nata Rambusch (10 giugno 1862, in Nyboder – 11 giugno 1937 a Løgismose)  pittrice danese preraffaellita.

scritto da paolacon il 5 08 2015
Claude Monet arrivo del treno alla stazione di Saint Lazare

Claude Monet arrivo del treno alla stazione di Saint Lazare

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DOPO UN ANNO CHE È STATO DAVVERO COMPLICATO PER ME, RIESCO A PARTIRE PER QUALCHE GIORNO DI VACANZA, CON LA MIA FAMIGLIA.

UN SALUTO AGLI ELDYANI, A TUTTI QUELLI CHE PASSANO DAL BLOG PARLIAMONE, AI REDATTORI DEGLI ALTRI BLOG E UN CORDIALE: BUONA ESTATE!

VI LASCIO DELLE IMMAGINI SPARSE, DEI FLASH, DEI RITRATTINI, ALCUNE MUSICHE, QUALCHE AFORISMA E DEI BRANI DI LIBRI PER TENERE UN PO’ DI COMPAGNIA A CHI RESTA.

A PRESTO

  Paola
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(Mi piaceva così tanto…)

a verba volant
Sandro-Alfred è sempre molto curioso. Ha ascoltato spesso di nascosto le conversazioni-discussione tra Al e Fred.

Oggi ha intercettato il dialogo tra un professore di lettere ed un suo studente. È perplesso lo studente, è perplesso il Professore, ma lo è anche Alfred-Sandro.
Dov’è la ragione? Dov’è la verità?

alibri

Allora? hai studiato?
Si Proff. ma cambia poco…..
Come sarebbe?
Sarebbe che non mi entra in capa!
Eppure te l’ho spieigato, l’ho spiegato a tutti voi!!
Si Professore, è vero. È un canto dell’inferno…. ma….
Ma…?
Ascolti professore, mi permette di chiederLe una cosa?
Certo!
Ecco: mi chiedo a che serva studiare la Divina Commedia!
Come a che serve??? Ma stai scherzando vero? Ma tutto questo serve ad imparare Spiegati meglio!
Mi spiego, o almeno ci provo.
Bene.
Studiando Dante, e non solo Dante, Petrarca, …che so… Omero… l’Iliade, l’Odiseea, ma anche i poeti più recenti come possono essere il Pascoli, il Carducci, Foscolo!…….. mi viene spontaneo chiedermi: ma chi parla cosi oggi?
Perché devo studiare una cosa che mai e poi mai userò?
a vocabolario_accademia_cruscaa manoscritto medievaleA comoedia
Ma tutto questo è sempre servito agli studenti per imparare a parlare correttamente l’italiano!
Correttamente? Proff. ma nessuno parla cosi…….Che mi direbbe se rivolgendomi a Lei Le dicessi: <Fatto non fosti per vivere come un bruto ma per seguir…>
Beh, in effetti……!
Proff, molti dei nostri genitori hanno perso ore ed ore sui banchi di scuola per studiare tutto questo, poi, finita la scuola, non hanno mai più usato una sola parola, una sola frase, di quelle usate in poesia. Nessuno che parli comunemente in prosa o in rima.
Anzi, al contrario viene biasimato chi, scrivendo o parlando fa uso della retorica!
Ma è necessario che tu, che voi la conosciate!
Per cosa? A che mi serve conoscere le figure della retorica? A che mi serve sapere che esiste il trapassato remoto: mi sembra che si parli di un mio antenato! Ed il gerundio che significa? Come d’altronde il participio! Allitterazione, Omoteleuto, Onomatopea, Paronomasia, tra gli scogli parlotta la maretta……..
Anafora ed Epifora… Ma sia sincero! è meglio nel parlato comune dire:< sono affezionato a questa collina piuttosto che “sempre caro mi fu quest’ermo colle”>?
a allievo-addormentato

Professore? Sia sincero? posso mettere in un curriculum:
” Benedetto sia ‘l giorno e ‘l mese e l’anno
e la stagione e ‘l tempo e l’ora e ‘l punto
e ‘l bel paese e ‘l loco ov’io fui ASSUNTO… (F. Petrarca)”
Beh, effettivamentente mi sembra un po’ eccessivo….
Vede! lo ammette pure LEI!
Pero sono compiaciuto perché ti esprimi bene, segno evidente che studiare ti è servito.
Professore, ad esprimermi ho imparato in casa mia, da mia madre e mio padre.
Ma caro ragazzo, la scuola ti avrà bene insegnato qualcosa!
Certamente professore, ma io sono convinto che a parità di ore di studio impiegate diversamente, potrei sapere molto di più meglio e sopratutto qualcossa di più utile!.
Ti confesso che sono lievemente imbarazzato!
Significa che in qualcosa ho ragione……?

scritto da paolacon il 27 07 2015

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E’ diventato un mondo veramente difficile, che ci “propone” molteplici patologie, dalle già conosciute, come le droghe e l’alcool, allo shopping esasperato,etc.
Leggevo su: “L’Espresso” di una patologia a me sconosciuta che sta mietendo vittime tra gli adolescenti, la fascia più soggetta e  più fragile.
Un vero disturbo che, nato in Giappone e chiamato Hikikomori, (Hiki komori (引きこもり) letteralmente “stare in disparte, isolarsi”, dalle parole hiku “tirare” e komoru “ritirarsi”) si sta diffondendo anche qui da noi in Europa.
Sembra impossibile che degli adolescenti, che dovrebbero essere pieni di vita, si chiudano nella loro stanza, come dei misantropi, rifiutino il mondo esterno, la  socializzazione.
Questa società con  il progresso e  la globalizzazione, ci ha portato nuove sindromi prima sconosciute, che minano l’avvenire dei nostri figli e nipoti.
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Vi riporto l’articolo di Luciana Grosso estrapolato da”L’Espresso”.


Per anni è stato considerato una questione tutta giapponese.[…]

E invece no. Perché gli Hikikomori, cioè gli adolescenti che rifiutano il mondo e si chiudono in camera per non uscirne più per mesi, anni o addirittura per tutta la vita, adesso ci sono anche in Europa e in Italia.
I primi casi italiani, sporadici e isolati, sono stati diagnosticati nel 2007, e da allora il fenomeno ha continuato a crescere e, seppure con numeri diversi da quelli giapponesi, a diffondersi”.
A spiegarlo è Antonio Piotti, psicoterapeuta in forze al centro milanese Il Minotauro,[…] Ad oggi non sappiamo con precisione quanti siano i giovani italiani che si sono ‘ritirati’- spiega Piotti -. Le stime parlano di 20/30 mila casi, ma il fenomeno potrebbe essere più ampio. In Francia se ne contano quasi 80 mila, mentre in Giappone, dove il fenomeno è quasi endemico, si parla di cifre che oscillano tra i 500 mila e il milione di casi.
Difficile riconoscere i sintomi di un Hikikomori,[…] Chi è depresso – spiega Piotti – tipicamente ha crisi di pianto, incapacità di relazione, continue lamentazioni su di sé e, nella sua sofferenza, c’è una forte componente di senso di colpa. Negli Hikikomori, invece, il sentimento prevalente è la vergogna. Si vive come un fallimento la distanza tra il mondo che si è immaginato e previsto per sé e quella che invece è la realtà: tanto più grande è la distanza tra la realtà che si era idealizzata e quella vera, tanto più grande sarà la vergogna che si prova”.[…] Alcuni giovanissimi fanno crash e prendono a evitare sempre di più il mondo esterno, fino a scegliere l’autoreclusione in un universo minimo, fatto solo di una stanza, in cui i contatti con il prossimo sono relegati solo all’universo virtuale dei social network o dei videogiochi e in cui non di rado il ritmo sonno veglia è completamente invertito. Tra i sintomi presentati dagli Hikikomori c’è una forte avversione per tutti i tipi di attività sociali, dall’uscire con i coetanei alla pratica di sport di gruppo, e, soprattutto, un’accentuata fobia scolare, non necessariamente motivata da brutti voti.[…] la competizione, non sempre vincente e felice, con quelli del proprio”.
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LA STANZA DI UN HIKIKOMORI

LA STANZA DI UN HIKIKOMORI

HIKIKOMORI, LA SUA STANZA di recluso

HIKIKOMORI, LA SUA STANZA di recluso

 

A saziare le esigenze di chi si taglia fuori dal mondo esterno, pensa la Rete che dà risposte e aiuta a costruire legami senza troppi pericoli e senza metter in gioco il corpo. E proprio Internet è al centro di un’ampia discussione nella quale ci si chiede se il rapporto parossistico tra Hikikomori e web sia la causa o l’effetto della malattia. In merito ci sono due teorie: secondo la prima gli Hikikomori nascono per colpa della rete. La seconda, invece, a cui credo io, sostiene che i ragazzi stanno male comunque.
Una volta che ci si è reclusi in casa, poi, la Rete è oggettivamente un posto bellissimo dove andare, potenzialmente infinito e pieno di stimoli, in cui crearsi una vita fuori dalla vita.[…] “Al terapeuta tocca trovare il modo per entrare in contatto ragazzi che, appunto, non vogliono nessun contatto e, spesso l’unico modo per farlo passa proprio internet, con Skype o con le chat”.

 

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Dalle cronache quotidiane sembra che noi anziani siamo le prede preferite di ogni tipo di truffa.
Le statistiche dicono che i raggiri sugli over 65 sono aumentati del 470 % negli ultimi anni e il 70 % di questi sono a danno di persone sole.
Infatti spesso la solitudine e la difficoltà sempre crescente di gestire le “novità” della vita, porta ad essere prede facili di delinquenti.
Questo argomento è già stato trattato con adeguati consigli , ma data la recrudescenza soprattutto nei mesi estivi , credo sia necessario riproporlo.
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Elenco qualche truffa fantasiosa che prendo dall’articolo di Antonella Barini su “Il Venerdì” e da qualche sito internet:
…..” Due suore abbordano un’anziana signora dicendole che il nuovo parroco sta benedicendo le case del quartiere, dopo poco si presentano con il falso sacerdote e mentre lei è raccolta con lui nella preghiera ..le dolci suorine la derubano”.
….” Due impostori vestiti da poliziotti suonano alla porta di un’anziana dicendo di aver recuperato della refurtiva in zona ……(a lei manca qualcosa?). Nell’andare a controllare la vittima svela dove tiene gli oggetti di valore e mentre uno la distrae con un falso verbale , l’altro sgraffigna soldi e gioielli”.
I casi sono tanti …dal saldo urgente di un debito contratto da un figlio o da un nipote….ai falsi pompieri …ai falsi funzionari dell’INPS o delle aziende distributrici gas-acqua-luce …ai falsi impiegati di enti onlus per raccogliere beneficenza.
Spesso i luoghi dove si possono annidare gli scippatori sono i meno sospetti : cimiteri, chiese , banche , uffici postali .
Anche internet è una vera fonte di imbrogli, dalle “catene di Sant’Antonio ” , ai “falsi” premi vinti, o a bollette da pagare di non ben precisati contratti ..tutto questo quasi sempre via e-mail. Il cellulare e il telefono sono ora origine di truffe che si mascherano nei quotidiani e martellanti call center.
Non si salva neppure la televisione con televendite che spesso sono delle vere e proprie “sole”.
La truffa all’anziano è estremamente odiosa e dolorosa ,perché oltre al danno e alla rabbia , si aggiunge la vergogna di confessare la propria fragilità.
L’Auser ha pubblicato un piccolo manuale “NON CI CASCO” che distribuisce gratuitamente .

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(è possibile consultarlo in rete:
http://www.auser.lombardia.it/upload/noncicascoterzaedizione.pdf)

Noi cari amici “over” , dobbiamo aumentare la nostra attenzione , capisco che sarebbe più bello vivere sciolti e sereni senza il costante tarlo del sospetto , ma il mondo è così, consoliamoci dicendo che siamo “belle persone”…un po’ fragili e con qualche neurone in meno (almeno io !).

Ma l’anziano è davvero ingenuo?
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scritto da paolacon il 10 07 2015

giovanna

Per ricordare Giovanna ho scelto di ripubblicare un suo scritto che postò qui, nel blog “Parliamone”, anni fa.
Eravamo in Eldy tutte e due e nacque subito molta simpatia e affinità tra noi. Parlavamo, chattavamo e dopo un anno o più ci fu quest’iniziativa dei blog. Collaborammo.
Ci sentivamo spesso per telefono per mettere a punto gli articoli. Era piacevolissimo parlare di tante cose con lei, dato che era molto colta, aveva viaggiato tanto e conosceva diverse lingue.
Grande amante dell’arte in tutte le sue forme e dei gatti ha scritto molti articoli assai belli.
Poi Giovanna, giustamente, ha avuto la responsabilità del blog “Il Bosco” come capo redattore, e l’ha condotto con grande perizia e abnegazione, da vera professionista.

 

Il Gatto, “amico dell’uomo”, ma a suo modo
(scritto da Giovanna)

Quando penso alla mia prima infanzia, ricordo la dolce sensazione di tutte le volte in cui tenevo accoccolato sul petto una piccola e setosa creatura. Sono vive nella mia mente anche le sgridate di mia madre, per le pericolose scalate dal balcone, per il salvataggio di qualche gattino in fuga.
Va da sé che, crescendo, sono diventata una devota amante dei gatti, con i quali convivo ormai da anni. Ora ho due randagi, salvati da morte sicura, che sono diventate due gattine deliziose e di grande compagnia.
Il gatto è una creatura affascinante per il suo carattere indipendente, il comportamento accattivante, sensibile, affettuoso (contrariamente alle credenze convenzionali), e di grande eleganza nei suoi movimenti.
Occorre, però, rispettarlo e non trattarlo da soprammobile. Non prenderlo in braccio, a forza, sarà lui a richiedere le vostre coccole. Si rischierebbe una reazione violenta, graffi, morsi e un cattivo umore prolungato.
In una parola, oltre che un grande, simpatico amico, il gatto è anche un ottimo antidoto per chi soffre di depressione. Sarà di grande conforto e costituirà anche una distrazione per coloro che sono afflitti da problemi di ansia.
Provate ad adottare un gattino randagio, vi ripagherà ampiamente con il suo affetto e la sua presenza. Sarà lui, quando ne avrà voglia, a saltarvi in grembo o a strusciarsi contro le vostre gambe, domandandovi di accarezzarlo. Non sarete obbligati a portarlo fuori, due volte al giorno, occorrerà solo predisporre una cassettina, con sabbia, da pulire regolarmente ogni giorno, e mettercelo sa subito: imparerà ad usarla senza esitazione e non avrete brutte sorprese in casa.
Vorrei, infine, ricordare a tutti gli amici dei gatti di non tagliare mai le loro unghiette (a volte artigli): sarebbe per loro una mutilazione e ne rimarrebbero segnati. Piuttosto, procuratevi un piccolo tronco d’albero e metteteglielo in bella vista.

Siete d’accordo o pensate che sarebbe solo un problema in più, oltre al timore delle malattie che potrebbe contagiare?
E’ una convinzione senza riscontro: se il gatto è sano e ben curato, non ci sono controindicazioni di sorta, anzi, direi il contrario.
Parliamone, se volete.

Giovanna.3rm
giovanna

Ho preferito postare questo suo articolo sui gatti, perché molto la rappresenta.
La musica che tanto ti piaceva è qui per te.
Giovanna ci mancherai tanto.

scritto da paolacon il 29 06 2015

 #foto  alberi genealogici

Mario è stato fotografo professionista ed ha una grande sensibilità per guardare a fondo le situazioni.
Le foto lo affascinano e non solo quelle dei grandi fotografi…

Con questo mio piccolo post, vorrei… parlarvi non… dei grandi fotografi, che ci hanno regalato immagini, che sono diventate icone dell’immaginario collettivo.
Non della ottava arte (appunto la fotografia), non dei grandi artisti che hanno saputo fare della fotografia un’arte con la A maiuscola.
5 amicheballettoanche in bagno  compiti-delle-vacanze1futura ballerinaGruppo_Costellazioni_Familiari_Bologna

Ma.. della fotografia del “quotidiano”, di quella fotografia dilettantistica che… ci ha accompagnato, seguendo i nostri momenti di svago, di divertimento, di documentazione delle ricorrenze a noi più care, del nostro vivere.
Le fotografie scattate da noi “dilettanti,” di cui sono pieni i nostri album, le nostre pareti, le nostre vecchie scatole di biscotti, fatte di metallo.
Le foto dei nostri attimi, documentati con semplici macchinette fotografiche di plastica o di bachelite.
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Foto scattate al mare, in montagna, che ci fanno ricordare le nostre vacanze, i nostri amori, le nostre feste di comunione, di compleanno. Chi non ha in un cassetto, su di un mobile, in bella vista, raccolte in gruppo, incorniciate con cornici variegate (di plastica, di legno, d’argento) una fotografia che ricordi un momento una persona particolare, che ci porta con il cuore ad un legame affettivo speciale. Miliardi di fotografie scattate in tutto il mondo, che conserviamo perché legate al nostra quotidianità, ai nostri momenti passati, trascorsi felicemente e anche no.
Momenti che ci toccano sentimentalmente, che ci fanno ricordare il tempo trascorso, la nostra gioventù, i nostri genitori, i nostri nonni, i nostri figli piccoli, i nostri nipotini.
tre sorellescuolasorridetefamiglia borghesefamigliafamiglia contadina

Quando rivediamo le foto, magari dei nostri genitori, che abbiamo in bella vista sul comò, sul comodino, su di un mobile in soggiorno, quanti ricordi di vita vissuta esse ci fanno rivivere?
Sono immagini che guardandole ci danno in un lampo, in un millesimo di secondo, uno spaccato… di ricordi, di sentimenti, di sensazioni.

Molto spesso, mi capita, di soffermarmi sulla foto di un mio caro e quella immagine mi ferma il tempo mi fa ricordare quel momento vissuto, quando è stata scattata, mi fa tornare alla mente quella persona ritratta e momenti particolari vissuti e goduti con lei.
Quanti di noi hanno in casa foto sfocate, mosse, con oramai i colori sbiaditi, foto… in bianco e nero che, se pur non tecnicamente perfette, fanno parte di noi, ci accomunano alle persone ritratte, perché… scattata da noi.
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Oggi la fotografia è cambiata, ci accompagna ancora di più nella nostra vita quotidiana, ci sono i telefonini c’è il selfie. Le foto si inviano, si ricevono alla velocità della luce.
Si è perso l’attimo di riflessione per esse, per soffermarci per godere di un attimo fuggito che ci fa ancora riflettere e pensare.
Una volta si pensava che la fotografia rubasse l’anima del fotografato, no… non gli ruba l’anima, ma… gli ferma il momento, gli ferma l’attimo, lo imbalsama, perché… noi possiamo rivivere nel poi, quel attimo, quel momento trascorso.
La foto un flash che racchiude che imprigiona un momento di noi, che ci permette di rivivere un momento della nostra vita.
un pannello di ricordi

Anche voi avrete in casa delle foto alle quali siete affezionati.
Foto di viaggi, di matrimonio, comunioni o solo ritratti, foto dei bimbi o foto antiche.
Ce lo volete raccontare se vi va?

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Stiamo vivendo e leggendo cose tristi, molto tristi in questo periodo,
allora perché non pensare a qualcosa di allegro?

Pensiamo al sole, alle ghirlande di fiori, ai pic-nic, alle nottate all’aperto, ai canti, alle bevute insieme, ai giochi di gruppo nei campi, al ballo intorno al palo fiorito della fertilità.

Ai falò. Sono i riti delle feste per il solstizio d’estate.
Questo è proprio quello che accade in Svezia durante questo fine settimana: quello del 21 giugno, ovvero del solstizio d’estate.

passato e presente

Solstizio = “solis” (sole) e “statio” (fermata, stazione).
Concretamente, in questo giorno il sole raggiunge la massima distanza dall’equatore e si ferma per iniziare la sua fase discendente.

Il 21 giugno, è la giornata più lunga dell’anno, ha più ore di luce e si esalta il sole nel giorno del suo tripudio, con un’infinità di feste, che durano in Svezia addirittura tre giorni.
A partire poi da questa data comincia la fase discendente e le ore di luce poco a poco diminuiranno fino ad arrivare al solstizio d’inverno con la notte più lunga dell’anno.
Ma parliamo delle feste legate al 21 giugno. Nel Nord Europa, in tutti i paesi vicini al circolo polare artico questo periodo è speciale, e più si va al Nord e più lungo è il giorno, fino a cancellare totalmente la notte.

sanpietroburgo    san-pietroburgo

A San Pietroburgo si festeggiano le molto famose “notti bianche”, e nei paesi scandinavi, in Svezia soprattutto, è una festa molto sentita, quasi alla stregua del Natale.

6  2  3  1  palo
Questa Midsommar è la ricorrenza più importante del calendario svedese. Pranzi infiniti a base di cibi e bevande tipiche come le aringhe marinate (sill), patatine novelle con erba cipollina e panna acida e tanto snaps.
Tutti con le corone di fiori tra i capelli, infatti è d’obbligo ornarsi con coroncine di fiori, preparare pic-nic e grigliate con contorni di verdure nuove, fare musica e danzare, cantare e danzare in una notte che non arriva mai perché il sole non tramonta.
Midsommardans  Midsummer

In tutta Europa viene inoltre celebrata la “Fête de la Musique”, la Festa della Musica Europea, festa in cui artisti proveniente da tutto il mondo trasformeranno ogni piazza, strada, chiese, angoli della strada, caffè, bar in un palco improvvisato, dove poter suonare e dare spazio alla musica, in una incredibile condivisione e scambio di culture e suoni e balli. La settimana prosegue con celebrazioni e feste fino a terminare con i fuochi della notte di San Giovanni.

Adesso a voi, in Italia ci sono tante tradizioni se ne conoscete, particolari del vostro paese o della vostra città, perché non condividerle con gli altri Eldyani?
Completo con due filmati. Uno, anche se non è in italiano, è piuttosto comprensibile… e divertente

M libri

Da oggi e per diversi giorni, i nostri ragazzi, nipoti, nipotini, loro amici e figli di amici, saranno impegnati nella prima vera grande prova della vita: l’esame finale della scuola dell’obbligo.

Poi ci sarà l’università per alcuni, il lavoro per altri, e tante scelte positive, si spera.
Pensando all’importanza della cultura, della conoscenza e dell’istruzione, dedico a loro tutti una poesia del grande poeta e drammaturgo tedesco Bertoldt Brecht, scritta in momento davvero drammatico, cioè nel 1933.

Nel gennaio di quell’anno Hitler aveva preso il potere in Germania e subito venne limitata la libertà di stampa. Il 10 maggio, a Berlino e in tutto il paese poi, i nazisti bruciarono 200.000 libri di autori non graditi al regime.

Così grande era la paura della cultura!

Elogio dell’apprendere

Impara la cosa più semplice! Per quelli

il cui tempo è venuto

non è mai troppo tardi!

Impara l’abbiccì: non basta, è vero,

ma imparalo! Non avvilirti!

Comincia! Devi sapere tutto!

Tocca a te prendere la direzione.

Impara, uomo all’ospizio!

Impara, uomo in prigione!

Impara, donna in cucina!

Impara sessantenne!
Tocca a te prendere la direzione!

Frequenta la scuola senza tetto!

Procurati sapere tu che hai freddo!

Affamato, impugna il libro: è un arma.

Tocca a te prendere la direzione.

Compagno, non temere di chiedere!

Non far credito a nulla,

controlla tu stesso!

Quello che non sai di tua scienza

In realtà non lo sai.

Verifica il conto:

tocca a te pagarlo.

Poni il dito su ogni voce,

chiedi cosa significa.

Tocca a te prendere la direzione.

Quello che Bertolt Brecht sottolinea con questa sua “Lob” è una meditazione, lui dà consigli e soprattutto dice che la conoscenza affranca e libera.

Si rivolge direttamente ai più deboli e li istiga a istruirsi, li chiama uno per uno, gli dà del tu perché alla fine, dice:  siete voi che dovete prendere il potere, (Brecht lo chiama Führung : il comando)
Questa poesia elogia l’apprendimento attraverso le parole di uno dei più grandi autori tedeschi del Novecento.

Bertolt Brecht glorifica il valore dell’istruzione, la forza dell’essere istruiti e del sapere.

Secondo l’autore l’istruzione e la conoscenza  permettono di difendersi dai soprusi, dalle prevaricazioni; se si sa, si è forti e si può fare fronte a molte difficoltà, superare tanti problemi ragionando con la propria testa. Non è stato un caso che nel passato i governanti, essi principi o dittatori o imperatori, abbiano sempre cercato di tenere i loro sudditi lontano dalla cultura e non è neppure un caso che in Cina abbiano creato gli ideogrammi così difficili e non un alfabeto, proprio per tenere il popolo lontano dalla scrittura e dalla conoscenza.

Auguri ragazzi per l’esame e per la vita e ricordatevi sempre che si può perdere tutto, beni, potere, famiglia, amore, tutto, ma quello che si è appreso non lo si potrà mai perdere, nessuno ce lo potrà togliere.

 

Un grande “in bocca al lupo!”M In bocca al lupo