La cosa piu’ deliziosa non e’ non avere nulla da fare.
E’ avere qualcosa da fare e non farla.
(Marcel Achard – Sainte-Foy-lès-Lyon, 5 luglio 1899 – Parigi, 4 settembre 1974
scrittore e drammaturgo francese)
Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita.
(Proverbio cinese)
Adoro pescare. Metti la lenza in acqua e non sai cosa c’è dall’altra parte. La tua immaginazione è tutta là sotto.
(Robert Altman)
Un lupo ed un agnello, spinti dalla sete, erano giunti allo stesso ruscello.
Più in alto si fermò il lupo, molto più in basso si mise l’agnello.
Allora quel furfante, spinto dalla sua sfrenata golosità, cercò un pretesto per litigare.
“Perché”, disse, “intorbidi l’acqua che sto bevendo?”
Pieno di timore l’agnello rispose:
“Scusa, come posso fare ciò che tu mi rimproveri? Io bevo l’acqua che passa prima da te”.
E quello, sconfitto dall’evidenza del fatto, disse:
“Sei mesi fa hai parlato male di me”.
E l’agnello ribatté:
“Ma se ancora non ero nato!”
“Allora fu tuo padre a parlare male di me”, disse il lupo.
E subito gli saltò addosso e in quattro e quattr’otto lo divorò.
La favola mostra che non c’è possibilità per un debole di difendersi contro un potente che si propone di fargli torto. Fedro
Gaio Giulio Fedro (20/15 a.C. circa – 51ca.) è stato uno scrittore romano, autore di celebri favole, attivo nel I secolo avanti Cristo.
**************************************************************
Antonietta: “E mo’ perché ridete?”
Gabriele: “Perché la vita è fatta di tanti momenti diversi, e ogni tanto arriva anche il momento di ridere, così all’improvviso, come uno starnuto… a lei non capita mai?“
Gabriele (Marcello Mastroianni) e Antonietta Tiberi (Sophia Loren)
da “Una giornata particolare” film di Ettore Scola del 1977
***************************************************************
“Piangere si può fare anche da soli, ma ridere bisogna farlo in due.”
Marcello Mastroianni – (Gabriele da: “una giornata particolare”)
Sì, sto proprio parlando di lui: Sua maestà il gatto.
Mi chiamo Leone, padrone di me stesso e ultimo nella schiera degli animali domestici a stringere amicizia.
Sono un poco magico, anche selvaggio quando voglio, tenero con le persone che amo, mi piace camminare sul tetto di casa mia. Sempre pronto a tirare fuori l’artigli.
State proprio a parlare di me?, sono sua eccellenza il gatto. Giocare con la mia amica Molli è molto divertente anche se ci scappa qualche litigio. Mi piace vivere con l’uomo visto la mia utilità, un avvicinamento avvenuto per amicizia, e con un forte interesse per fare la caccia al topo. Con affetto e simpatia Leone il gatto arancione di casa di amici. Guglielmo
Se tu parli agli animali loro anche ti parleranno, così vi conoscerete. Se non parli agli animali, non li conoscerai mai. E ciò che non conosci lo temerai sempre. Ciò che si teme, si distrugge.
(Proverbio indiano)
Ricollegandosi all’articolo di Franco Muzzioli sul “comune senso del pudore”, ad Alfred è piaciuto riprendere il discorso, sviluppando il tema in altro modo.
Che scandalo può fare un quadro? ma anche i comportamenti fanno scandalo? E le parole? Abbiamo pregiudizi?
*******************************************************************
Scusi !
Niente, si figuri. succede.
È vero, stare in piedi su questi autobus diventa ogni giorno più difficile.
Ha ragione, noi che invecchiamo ed i giovani che non hanno nessun rispetto…
Grazie…. mi ha appena dato del giovanotto……
Ahaha, non volevo dire lei, ma dei ragazzi in generale.
Tra due fermate io scendo….
Allora scendiamo assieme…..
Va al lavoro?
Si e lei?
Pure io, ho una officina qui vicino.
Lei che fa se mi posso permettere.?
Sono impiegata da un notaio da molti anni.
Parodi?
Si, lo conosce?
Solo di nome…… non ho mai ereditato niente da nessuno, purtroppo !
Ahahah , è molto spiritoso lei.
E lei molto simpatica….
Siamo arrivati, scendiamo…. da che parte si dirige?
Vado di la, verso la Standa, nel portone a fianco…
Ah bene , pure io. La mia officina è quella in fondo alla strada, quella sull’angolo
L’elettrauto?
Esatto, quella.
Ci sono già stata qualche volta….
Infatti il suo viso non mi e nuovo. Forse l’ho vista là ! Posso offrirle un caffè, siamo in anticipo….
Volentieri, grazie…..
Vengo spesso in questo bar quando ho voglia di una sosta….
Vero, è molto tranquillo e riservato.
Io mi chiamo Massimo, lei ?
Gilda…….quando ero bambina questo nome non mi piaceva, poi mi ci sono affezionata.
Piacere, Gilda…è ora che vada ad aprire l’officina, la rivedrò?
E’ probabile, se facciamo la stessa strada….
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<
Ciao, come è andata oggi?
Mah, al solito. Le solite cose, le solite pratiche, liti per le eredità, le solite scartoffie….. da venti anni a questa parte sempre le stesse cose, comincio ad annoiarmi. Mi piacerebbe qualche cosa di diverso. Tanto da rompere la monotonia…. e tu?
Beh, pure io sono stanco del mio lavoro: una volta le auto si guastavano e le dovevi riparare, oggi è tutto elettronico…
Si ho visto la mia …. non funzionava più niente e poi era un fusibile da due euro… sembra impossibile…..
Hai ragione. Ma dimmi, sei sposata, hai figli?
Niente marito e niente figli…… tu?
Divorziato…… da un po’
Non hai un compagno, qualcuno?
Non voglio relazioni strette! Ho la mia libertà e non la lascio!
Capisco….
E tu? Hai qualcuna dopo tua moglie?
No, nessuna. Ora ho paura di legarmi nuovamente: ho sofferto troppo!
Capisco…. Ma scusa la domanda……allora come fai……..???
Beh ogni tanto trovo qualcuna …… ma ho sempre paura di innamorarmi nuovamente ed allora le tengo a debita distanza.
E tu come fai? Se non vuoi relazioni come fai?
Mah, quando la cosa diventa urgente, cerco qualche collega e lo invito a cena….
E poi?
E poi basta……io sono contenta, lui è contento…….. e siamo tutti contenti…..
Ecco, vedi? dovrei trovare una donna cosi, una come te. Una telefonata, una cena, se le va, bene, se non le va , sarà per un’altra volta , senza grandi impegni.
Pure per me vorrei fosse cosi: trovare uno cosi che non diventi esigente, possessivo, geloso…..che mi lasci i miei spazi, le mie libertà!
Potremmo provare, che ne dici?
Proviamo…
<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Pronto?
Ciaooooooo…… che piacere sentirti!!!! mi hai mandato dei fiori stupendi! Non pensavo ti ricordassi del mio compleanno….. sono 84…..
Sei sempre molto bella e molto cara….. spero di rincontrarti un giorno di questi, ci prenderemo un gelato assieme!
Certo, a presto !
Attualmente è in discussione al Senato della Repubblica la legge che viene chiamata “ius soli” cioè il diritto di cittadinanza, per nascita, in una determinata nazione.
Questo diritto, senza nessuna restrizione è applicato negli stati del Nord America e in quasi tutti gli stati del Sud America.
In Grecia, Francia, Portogallo, Irlanda, Regno Unito e Finlandia viene concessa la cittadinanza ma con differenti restrizioni.
In Italia la legge ora in discussione al Senato, prevede diverse condizioni per ottenere la cittadinanza italiana.
I bambini nati in Italia da genitori residenti da almeno 5 anni, i bambini arrivati in Italia prima del compimento del dodicesimo anno e che abbiano compiuto un ciclo scolastico con esito positivo (queste alcune delle condizioni).
Oggettivamente questi bambini si sentono italiani, parlano con l’accento del posto dove sono cresciuti e non conoscono altra realtà che quella italiana.
Del loro paese d’origine, il più delle volte non sanno nulla, non ci sono mai stati e non ne parlano neanche la lingua.
Ho chiesto a Franco Muzzioli di aiutarmi ad esaminare quest’argomento al presente molto dibattuto.(pca)
Franco fa subito una premessa: “A scanso di equivoci, parto dicendo che personalmente sono d’accordo con la legge”.
La “costitutio antoniana ” emanata nel 212 a.C. a Roma, diceva sommariamente che tutti gli abitanti dell’impero romano erano “cittadini romani ” (cives romani). Certamente era una legge politica, atta ad unificare l’impero, è stato comunque uno dei primi attestati dello “ius soli” (diritto del suolo).
Siamo meno aperti di 1800 anni fa , con molteplici polemiche si parla di uno “ius soli” che riguarda minori CHE SONO NATI NEL TERRITORIO NAZIONALE o che hanno frequentato le nostre scuole primarie.
Quindi non è uno “ius soli automatico” e riguarda circa 800 mila minori figli di stranieri.
Sembrerebbe ovvio e semplicissimo , se sei nato in un luogo è giusto che tu possa essere “parte” di quel luogo.
Ma la legge, date le contestazioni razzistiche che in Italia non mancano, è più specifica:
un minore sarà italiano se nato in Italia e uno dei genitori ha il regolare permesso di soggiorno e se risiede nella Nazione da almeno 5 anni.
Inoltre, possono diventare cittadini italiani i minori stranieri nati in Italia o entrati nel paese prima del 12° anno di età, purché abbiano frequentato regolarmente almeno 5 anni di istruzione scolastica.
La frequentazione al corso di istruzione primaria deve essere coronato con la promozione.
Mi riferisco ai minori e scrivendo queste cose sinceramente mi stupisco che qualcuno possa obiettare.
Faccio presente che nei paesi occidentali solo l’ Italia non ha leggi inclusive soprattutto per i minori.
La Chiesa Cattolica a nome di Papa Francesco, che si dovrebbe ascoltare maggiormente (lo dice un laico agnostico) , si dice a favore della legge auspicandone l’attuazione.
Sarei portato ad ironizzare con i frequentatori di Chiese (luoghi e riti) o coi neo francescani (da San Francesco) che si schierano con santa coscienza contro l’italianizzazione di qualche bambino.
In Italia non si fanno figli e le nascite sono in costante decremento e gli economisti dicono che questi “nuovi italiani” potrebbero essere il sangue dell’Italia futura.
Se andate in una scuola elementare etnicamente mista, vi accorgete che non esistono stranieri e italiani, i minori privi delle maligne cattiverie degli adulti si considerano tutti uguali nello studio, nel gioco e nell’amicizia …impariamo da loro che sono il nostro futuro.
(Franco Muzzioli)
Festeggiamo l’arrivo dell’estate, gioia di colori!
I colori dell’estate visti con gli occhi di Van Gogh, di Monet e di Cezanne.
Campo di papaveri presso Giverny, Claude Monet 1885;
Esposto presso il Museum of Fine Arts di Boston negli Stati Uniti
AUGURO UNA ESTATE SERENA PER TUTTI
Il normale senso del pudore
Dopo “l’eros e la pornografia nell’arte” e la sottolineatura di qualcuno che ci ha stigmatizzato dicendo che abbiamo ferito “il normale senso del pudore ” con quell’articolo , era necessario parlare dell’argomento.
Intanto che cos’è “il normale senso del pudore ?” Nell’accezione cristiano-occidentale è la difesa “dell’intimità” personale, ma la Chiesa e non solo quella Cattolica, considerando il sesso principale fonte di procreazione, afferma che quando questo esce da quell’ambito, è quasi sempre peccaminoso.
Nella Bibbia, soprattutto nella Genesi, letta non come metafora, ma come “Parola di Dio” e quindi come verità assoluta, si considerano Adamo ed Eva causa ed origine dei peccati del mondo ed inizio della vergogna delle nudità.
Quindi la “purezza” è un bene “innato” perché parte dalla originale consapevolezza dell’errore commesso: “il peccato originale”.
Un tempo le parti “intime” venivano chiamate “pudenda”, etimologicamente: “cose delle quali bisogna provare vergogna”.
La mentalità, soprattutto quella maschilista, usa il termine “vergogna ” per definire il sesso come protezione della coppia, perché “vedendolo”, possiamo essere indotti in tentazione.
Mi viene spontaneo chiedere perché se vediamo un bambino fare pipì in un prato sorridiamo accondiscendenti ?
Quando la nostra “intimità” diventa peccaminosa ?
O confondiamo il “rispetto verso gli altri e la buona educazione con il “peccato “?
Altra domanda, il normale senso del pudore che ho io è uguale a quello che aveva mio nonno nato nel 1889 ?
(1900-2000 contrasti al mare)
Il nonno portava i mutandoni anche al mare e la nonna, se ben ricordo, oltre ai mutandoni portava anche una specie di corto sottoveste e si bagnava al massimo le caviglie.
Credo che il nonno non abbia mai visto la nonna completamente nuda e i loro figli, sono certo, non li hanno mai visti completamente svestiti.
Io faccio la doccia con mia moglie e al mare sapete come ci si veste (o ci si sveste !) , dal tanga al topless non si scandalizza più nessuno.
Mio figlio e mia figlia ci hanno visto mille volte in mutande e io ho 79 anni !!!!!!
Abbiamo perso “il normale senso del pudore” o è solamente cambiato lo stile di vita ?
Nel mondo ci sono popoli nell’Amazzonia , nel sud dell’Asia , nell’Africa equatoriale che vivono quasi completamente nudi ed evidentemente il loro “normale senso del pudore” è diverso dal nostro.
Nei paesi nordici è normale abitudine andare in sauna nudi nella più completa promiscuità.
I greci antichi , facevano le gare olimpiche completamente nudi , eppure il periodo si è contraddistinto per essere culla della filosofia , delle arti e della democrazia.
In tutta la storia il rapporto con la nudità è stato più aperto e meno restrittivo , pensiamo agli affreschi di Michelangelo nella Cappella Sistina dove la nudità era totale , solo nel 1564 con la Controriforma, hanno messo le “braghe ” agli splendidi corpi , tolte per fortuna negli ultimi restauri.
Quindi “il normale senso del pudore” E’ UNA CONVENZIONE CHE CAMBIA NEL TEMPO E VIENE MODIFICATO DALLA CULTURA E DALLA SOCIETA’ IN CUI SI VIVE.
E’ una pruderie che spesso è più nell’occhio e nella mente di chi guarda che nella nudità esposta . Il vecchio normalmente ha il “pudore” di non mostrare il degrado fisico (o al meno dovrebbe) più per un fatto estetico e di rispetto verso gli altri che per reale necessità sociale o morale, forse è proprio per questo che scattano i comportamenti “naturalmente pudici”.
Vorrei terminare con una frase/metafora di Erasmo da Rotterdam , che mi pare riassuma tutta la problematica ambigua del “normale senso del pudore”:
“E’ molto più onesto essere nudi.. .che indossare abiti trasparenti“.
Per chi fosse interessato questo video della Rai3 è pertinente
Quante-storie-258bc995-5bfc-4910-9dc2-49cea03b0e6a[1]
Robert Doisneau ***chiede un giorno all’antiquario Romi, suo amico, di permettergli di fotografare, dall’interno del suo negozio, la reazione dei passanti alla vista di un quadro esposto. Vuole fare un esperimento.
Siamo nel 1948, il quadro in vetrina è un nudo provocante, molto spinto per l’epoca.
Rober Doisneau nasconde la macchina fotografica dietro una sedia, all’interno del negozio, in mezzo a tutte le antichità in vendita e comincia a fotografare, scattare, riavvolgere la pellicola e ricominciare: immortalando facce divertite, stupite, incuriosite, scandalizzate, ironiche, perplesse, fredde, che ostentano indifferenza o turbamento. Il risultato dell’esperimento è una serie di foto “deliziose”.
Dietro ad ogni scatto c’è una storia, un’emozione. Siamo di fronte ad un pubblico che non parla, ma dalla mimica del viso si capisce la reazione di ciascuno: è di pudore o non di pudore?
***Robert Doisneau (Gentilly, 14 aprile 1912 – Montrouge, 1º aprile 1994) è stato un grande fotografo francese.
Una sua opera molto conosciuta è “Bacio davanti all’hotel De Ville”. Doisneau ha intitolato questa serie di foto a tema: “Le regard oblique” ( lo sguardo di sbieco)
(PCA)
Eros e pornografia nell’arte
Continuo il discorso della pittura cercando di indagare sul difficile argomento dell’eros e della pornografia nell’arte. C’è una linea di separazione? Dove finisce l’eros e comincia la pornografia?