Non so cosa ne pensate di quanto stiamo vedendo in Tv o leggendo alcuni giornali. Bravi giornalisti che seguono fatti di cronaca girando il dito nella piaga delle famiglie colpite da tristi fatti.
“Processi” in diretta invitando esperti del crimine, della scientifica, della psicologia etc.
Ma insomma , assistiamo impotenti ad ore di queste trasmissioni, qualunque canale che guardi. E’ vero che abbiamo il telecomando e possiamo spegnere, però è logico che vieni attratto e, segui. Segui perchè ti sanno incanalare, attirare dalle ultime notizie, ritrovamenti etc.
Ma lo spettacolo più bello, almeno a me, l’ha dato Ferrara. Che grosso giornalista, tanto grosso e tanto … (a voi la scelta dell’aggetivo).
Una magnifica scenografia: -decine di mutande attaccate alle spalle degli oratori, vi dico la verità, mi sono emozionato. Questo è giornalismo! Quante cose dovrebbe imparare Indro Montanelli se fosse ancora vivo. Questi sono i veri maestri della carta stampata. E’ da questi pulpiti che i nostri figli imparano la vera dialettica. E’ da queste cattedre che imparano l’amore, e soprattutto , il rispetto per le Istituzioni. Questi sono i docenti, gli intellettuali che inculcano, nella testa dei nostri figli, l’Alto e doveroso Rispetto per la Magistratura. Ma la cosa più sorprendente è che, la platea applaudiva…
Applaudiva quell’omone come fosse la voce della verità. Io non applaudivo, ma in quel momento mi è venuto in mente il titolo di un film-Non ci resta che piangere-
Giulio Salvatori
Non tutto ha un prezzo di Lucia.tr e Popof
Nella società odierna, più che nel passato, il denaro sta assumendo una dimensione enorme, perché sta diventando un mezzo che provoca danni nell’individuo. Il denaro è la CIFRA dell’uomo, non più degli oggetti, l’individuo è ridotto al denaro che ha, e usa il denaro come mezzo per arrivare al potere attraverso la compravendita delle persone che lo circondano. Rischia di sostituire definitivamente gli ideali, di trasformare i bisogni degli altri in mezzi per scalare i gradini sociali con l’ascensore monetario. E tutti vogliono le chiavi della cabina di comando. Tanto più gli altri han necessità di qualcosa, tanto più dipendono da chi gestisce i soldi. Basta creare costantemente nuovi bisogni secondari e avere sempre nuovi “denaro-dipendenti”.
Non occorre che i bisogni siano reali o primari, come la casa o il cibo, è più importante convincere la massa anonima che con i soldi si può acquistare un’artificiosa visibilità. Il denaro può far diventare giovani. Se uno è vecchio può avere la possibilità di un amore giovane. A che gli serva poi non si sa, probabilmente è l’illusione di eternizzare se stessi, come se la parola fine non dovesse arrivare mai. Appena qualche decennio fa avere i capelli bianchi, o non averceli, era sinonimo di saggezza, oggi ci se li tinge e trapianta sia maschi che femmine, parrucchieri e centri estetici proliferano.
Non è facile trovare un arrotino, ma quanto è facile trovare un bisturi, con dottore annesso, che elimina cellulite e rughe. Basta metter mano al portafoglio e ti ritrovi trent’anni di meno. Forse non è così da oggi se il tormento dell’eterna giovinezza ispirò Goethe a scrivere il Faust. Ma Faust aspira all’infinito e viene salvato. Sarà cosi per la nostra società in cui
tutti siamo dimensionati dal denaro? Non conta altro, non conta la condotta di vita, la saggezza viene cancellata. Oggi il denaro ha risolto tutti i problemi filosofici. L’uomo è la QUANTITA’ del denaro che possiede, creando una dipendenza avida. C’è l’ossesione di comprare di tutto per sentirsi vivi. Il possesso di un oggetto diventa quasi feticistico. Tanto più futili e alla portata di tutti, tanto più inutili e desiderati.
“Consumo, dunque sono” ha scritto Bauman, mettendo a fuoco il comportamento contemporaneo. Senza denaro ci si sente SACCHI VUOTI…, si diventa invisibili.
DONNA
Nel tuo esserci l’incanto dell’essere,
La vita, tua storia,
segnata dal desiderio d’essere
semplicemente donna!
Nel tuo corpo ti porti,
come nessun altro,
il segreto della vita!
Nella tua storia
la macchia dell’indifferenza,
della discriminazione, dell’oppressione…
in te l’amore più bello,
la bellezza più trasparente,
l’affetto più puro
che mi fa uomo!
Eliomar Ribeiro de Souza
Poeta Brasiliano
Alcune immagini della giornata “SE NON ORA QUANDO?” 13 febbraio 2011
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Mi ha fatto molta tenerezza vedere le madri cinquantenni e le figlie trentenni a loro volta mamme alla manifestazione, insieme; come è stata davvero la sorpresa più piacevole constatare che la metà della piazza era piena di uomini che che erano venuti con le mogli o le compagne o le sorelle o le figlie.
Mia figlia c’era, a Roma e la figlia di Lucia.tr a Milano. Quest’ultima ha scritto una bella testimonianza da Piazza Castello.
Piove, eppure.
Eppure sono scese in piazza, siamo scese in piazza. Pioveva incessantemente, eppure eravamo tante, oggi a piazza Castello, a Milano. E non eravamo sole: c’erano tanti uomini, ragazzi e bambini, anche piccolissimi. Non c’erano bandiere politiche, non si sono sentiti slogan di partito, solo tanto desiderio di esserci, di guardarsi intorno e pensare: non sono sola. E ognuno ha manifestato le proprie idee e il proprio impegno a suo modo: chi con cartelli provocatori che fanno il verso alla cronaca recente, chi sventolando la propria sciarpa bianca, chi gridando con forza “vergogna”, voce della propria distanza dai noti comportamenti di chi ci governa.
Ho guardato negli occhi questa gente che con grande compostezza, ma anche con la serena determinazione di chi ancora può procedere a testa alta, fiero della propria dignità: non ho visto signore radical chic appena uscite dai salotti in cerca di visibilità. Ho visto, piuttosto, donne, famiglie vere, quelle che conoscono la difficoltà del quotidiano, che gioiscono dei piccoli successi conquistati con volontà e determinazione; amiche legate dagli stessi valori, coppie di ogni età che si sostengono anche con la forza delle idee, madri che sperano più giustizia per i propri figli.
Sul palco hanno espresso sdegno e preoccupazione uomini e donne noti (Franca Rame, Licia Maglietta, Gad Lerner), applauditi dalla folla soprattutto quando hanno pronunciato una parola, che oggi credo abbia accomunato tutte le piazze: indignazione. E’ un vivo sentimento che si prova per ciò che si ritiene riprovevole (IN, non, DIGNUS, degno), è un moto pacifico ma determinato per dire finalmente NO, NOI NON CI STIAMO.
Monica Morici
“OGNUNO HA IL GOVERNO CHE SI MERITA” DI ANGELOM
Questo dicono di noi in Europa:
Gli italiani assistono inermi ogni giorno al degrado politico, morale, culturale ed economico del loro Paese. Quali sono i motivi? Difficile la risposta, sicuramente il cittadino non vede nessuna alternativa possibile su cui puntare, quindi preferisce questa stagnazione. Non c’è crescita culturale, ma c’è una privatizzazione della vita, ognuno pensa ai fatti propri, cerca di risolvere i suoi problemi personali, lavoro, educazione dei figli, la casa. Le vicende dei politici non interessano e in parte vengono giustificate. Non ci si accorge che non è stata fatta nessuna riforma importante, né federalista, né politica, né industriale, né tantomeno scolastica.
Gli italiani hanno comportamenti diversi rispetto agli altri europei, tollerano il libertinismo di chi ha potere, non si accorgono che manca un’etica pubblica, che c’è voyeurismo. L’attuale classe politica ha imposto la libertà del potere, chi ha i soldi può comprare quello che vuole, POTERE GENEROSO. Non c’è più governo, il paese è pieno di tensioni sociali, c’è un’emergenza democratica, un impoverimento del ceto medio, il sistema bipolare è fallito. Occorre una legge elettorale diversa è solo una coalizione formata da forze politiche diverse può far si che questo avvenga.
L’Italia è in un pantano da cui sarà molto difficile risalire la china.
Purtroppo una buona parte dei nostri concittadini giustificano e accettano simili comportamenti, si adattano a ogni cosa restando nel loro “privato” come se non li concernesse; come se la vita “privata” di un capo di governo non fosse un affare pubblico, un esempio per tutto il Paese e per i giovani in particolare ed un’immagine a garanzia della serietà del paese stesso.
Da qui il titolo “questo dicono di noi in Europa…” e all’estero si domandano se si possono ancora fidare dell’Italia, se possono investire capitali e che conseguenze potrebbero esserci.(paolacon)
In vista del fine settimana Riccardo2.co ci propone una attività da fare in casa, dato che non siamo ancora fuori dall’inverno e non è del tutto arrivato il tempo delle passeggiate. Potrebbe essere molto bello per stare con i propri nipotini: infatti è una proposta per lavorare insieme. La spigazione di Riccardo è di grande precisione, per cui seguire il suo metodo, se vorrete provare, assicurerà il risultato.
Cari ragazzi, io non ho scritto sempre poesie e favole, diciamo che per primo sono partito da uno degli elementi base che ai miei tempi serviva per scrivere: la carta. E, visto che ormai tutti sappiamo come è importante che ognuno di noi faccia la propria parte per salvare l’ambiente, ho pensato di spiegarvi, cercando di essere più chiaro possibile, come fare la carta in casa, con l’aiuto dei vostri Nonni, e nello stesso tempo riciclare così quella vecchia senza buttarla.
Il metodo è molto semplice e divertente!
Ottenere la carta riciclando quella che dobbiamo buttare, è semplice, istruttivo, e divertente, senza avere bisogno di ricorrere a veri produttori specializzati, con un po’ di pazienza , tanta passione , e con l’aiuto dei Nonni (più avanti capirete perche continuo a chiamare in causa i vostri Nonni) garantisco che in poco tempo potrete disporre di bei fogli dove potere scrivere auguri, poesie , fare tanti bei disegni, sapendo di avere contribuito anche voi a non inquinare l’ambiente, e salvare nel vostro piccolo qualche pianta.
Questo è anche un modo per produrre in maniera economica, in oltre si possono ottenere anche carte colorate, di sicuro questa idea è talmente simpatica che in breve tempo coinvolgerà in un progetto istruttivo tutti i vostri amici.
COME OTTENERE CARTA A MANO RICICLATA, E MATERIALI PER LA SUA PRODUZIONE
Dovete procurarvi i seguenti materiali, (adesso comincerete a capire il perché ho sempre chiamato in causa i vostri Nonni).
1)-UNA CORNICE DI LEGNO DOPPIA
2- UNA RETINA METALLICA (come quella che si mette alle finestre per non fare entrare le zanzare)
3- UN CONTENITORE DI PLASTICA (ve lo fate prestare dalla Mamma di quelli per fare il bucato)
4- UN ALTRO CONTENITORE PER MACERARE LA CARTA RICICLATA
5- UN FRULLATORE ( che Mamma non usa più)
6- UN PEZZO DI TESSUTO BIANCO DI FLANELLA (se non sapete cosa è la flanella , basta chiedere alla Nonna o feltro) oppure DEI PANNI ASCIUGA TUTTO
7- DEI CHIODINI O DELLE GRAFFETTE, PER FISSARE LA RETE SUL TELAIO
8- AMIDO Dì MAIS O Dì RISO
per costruire il telaio servono 4 listelli di legno duro di 220x20x20 mm
4 listelli di legno duro di 280x20x20mm
La retina di metallo
chiodi in ottone quanti ne servono, perche l’ottone non arrugginisce
Carta vetrata per rifinire
Martello, colla tipo Bostik, vernice protettiva
Due tavolette di legno per pressare il foglio una volta fatto ed accelerare l’asciugatura.
Dei morsetti da falegname o dei pesi qualsiasi per fare pressione sulle tavolette .
Con l’aiuto del Nonno fate due cornici da 280x220mm, una con la retina, l’altra senza.
Per iniziare basta una sola cornice , poi in seguito ,man mano che diventate più pratici potrete farne altre per un lavoro in serie.
Applicate la colla su entrambe le estremità da unire , lasciatela asciugare qualche minuto prima di unire i listelli, poi con l’aiuto del martello inserite i chiodi in modo da unire il tutto.
Verniciate i due stampi con la vernice protettiva.
Una volta asciugati prendere una cornice e fissare la rete con i chiodi o con delle graffette sempre di ottone, facendo in modo che rimanga ben tesa, mi raccomando questa operazione che è molto importante, la seconda cornice non dovrà avere la retina , ma dovrà servire per dare la forma al foglio , e per contenere l’impasto all’interno della retina.
CREARE CARTA A MANO: COME FARE
Prendere la carta da riciclare ,tagliatala a strisce o pezzettini:se i vostri genitori anno una trita documenti quella è perfetta se poi la portano dall’ufficio già tagliuzzata prenderete due piccioni con una fava.
Ora che abbiamo la carta riciclata, e l’abbiamo fatta a pezzettini possiamo iniziare in lavoro.
Mettiamo a bagno le striscioline per 12/24 ore nel contenitore di plastica,(dipende da quanto sono grandi le striscioline).
Preparare i panni asciuga tutto , i feltri, le tavolette per la pressatura e asciugatura.
E tenere il tutto pronto per il giorno dopo.
Quando siete pronti avete fatto i vostri bravi compiti ,allora chiamate il Nonno e iniziate, prendete una manciata di carta macerata ,strizzatela ,mettetela nel frullatore, nella misura di una parte di carta e aggiungete quattro parti d’acqua, avviate il frullatore fino a quando non si sarà formata una poltiglia omogenea, ripetere questa operazione tante volte ,fino a quando nella vaschetta di plastica non ci sarà abbastanza impasto per iniziare la produzione. Ricordate che la vaschetta deve essere abbastanza comoda da permettere al telaio e alle vostre manidi immergersi con facilita di movimenti.
Quando avremo raggiunto un livello sufficiente per immergere il telaio ,iniziamo il procedimento, prendiamo il telaio,(quello con la retina) sovrapponiamo la cornice ,facendo in modo che sembrino una sola cosa, con le mani lo teniamo stretto hai lati più corti, e lo immergiamo nella bacinella, con un movimento come se si dovesse raccogliere acqua e impasto dal fondo della vaschetta, una volta immersi sollevate scuotendo leggermente fino al pelo dell’acqua, verificate che la quantità dell’impasto sia omogenea su tutta la superficie della cornice altrimenti ripetete l’operazione.
È chiaro che una volta che avete preso confidenza con il procedimento per ottenere più fogli dovrete avere a disposizione più impasto da aggiungere mano a mano , i fogli aumentano.
Ora passiamo alla scolatura e all’asciugatura del foglio, una volta che abbiamo controllato che il sulla cornice si è formato , lo solleviamo e lentamente lo facciamo muovere fino a quando dai bordi non esce più acqua, a questo punto il nostro foglio di carta è nato.
E passiamo all’asciugatura.
Posiamo una tavoletta di legno e un panno spugna ,qui andrà appoggiato il nostro foglio,togliamo la cornice ,così avremo l’altra cornice quella con la retina ,e con un movimento veloce ma delicato nello stesso tempo, facciamo aderire il foglio al centro del panno ,sovrapponiamo un altro panno, un’altra tavoletta di legno e lasciamo asciugare il tutto pressandolo bene.
Una volta che il foglio si è parzialmente asciugato, diciamo dopo un’ora di pressione, togliamo la tavoletta e il primo panno, poi facendo molta attenzione ,partendo da un angolo iniziamo a staccare il foglio dall’altro panno, questa operazione è molto delicata al principio, poi con l’esperienza è molto più semplice.
Se il foglio che otterrete sarà ondulato, questo è dovuto all’umidità rimasta che in certi punti è più presente che in altri, io uso metterlo in un vecchio e grosso libro, tutti noi nonni da qualche parte abbiamo un libro che serve al nostro caso.
Questo è il procedimento base per fare la carta come la facevano mille anni fa e, anche oggi a Fabriano, dove c’è una scuola che insegna come fare tutti questi tipi di carte a mano.
Se volete poi potete anche colorarla aggiungendo del colore all’impasto, o personalizzarla con fiori, foglie e altre cose naturali che il vostro ingegno vi detta.
Potete inserire nel foglio anche dei petali, basta che con velocità facciate un primo strato molto fine sulla retina senza usare la cornice , poi posate i petali o le foglie, infine con altrettanta velocità con la cornice questa volta ripetete l’operazione scolate bene pressate asciugate , avrete il vostro foglio personalizzato.
Per fare carte colorate senza usare colore chiedete al vostro Papà di recuperare , delle Gazzette dello Sport vecchie , recuperando i bordi non sporchi di inchiostro, e con il solito procedimento potrete ottenere dei fogli di carta rosa.
Mi raccomando dovete usare solo carta normale non carte patinate, che sarebbero quelle delle riviste ,talmente lucide che abbagliano, usate carta da giornali o carta da pacco, o se i vostri genitori lavorano in ufficio quella che viene distrutta cosi vi risparmiate la fatica di tagliuzzarla voi, per ultima cosa quando avete ottenuto il vostro foglio di carta dovete sapere che per poter scrivere si deve fare un ultimo procedimento , bisogna ricoprire la superficie del foglio con dell’amido ogelatina , fate una miscela al 20% con un panno imbevuto spalmatela sui due lati del foglio ,una asciugata una bella passata con il ferro da stiro ,e potrete scrivere anche con inchiostro , ed usare tinte ad acqua per disegnare.
Buon divertimento Ragazzi e Nonni.
Dall’ANSA apprendiamo la notizia che il Canal Grande di Venezia è diventato di proprietà statale. Come è possibile che sia stato sottratto questo grande patrimonio alla città? Semplice: la responsabilità va cercata nel Decreto “ammazza-norme” del ministro Calderoli, che a questo punto ha reso nulla la legge del 1904 che prevedeva che la proprietà del Canal Grande spettasse al Comune di Venezia. Naturalmente i veneziani, alla luce dei fatti, sono furibondi e hanno acceso una polemica di proporzioni bibliche. Come dar loro torto?
Fortunatamente è arrivata la smentita!!!
In serata il ministro alla semplificazione smentisce: «Il Regio Decreto 523 del 1904, in materia di opere idrauliche ha natura giuridica di Testo Unico e quindi, come tale, è espressamente escluso da abrogazione ai sensi dell’articolo 14 comma 17 della legge 246 del 2005. Pertanto la notizia su di un trasferimento del Canal Grande dal Comune di Venezia allo Stato appare priva di qualsiasi fondamento».”
TEST
Prendiamoci una pausa che ci faccia alzare la testa dalle notizie che da mesi siamo costretti a subire e respiriamo una sana boccata d’aria fresca, si fa per dire, con questo test
(Vista la sua validità è utilizzato come test d’accesso dalla Marina Militare e dal Ministero degli Interni.)
Quale colore preferisci?
I colori sono spesso associati allo stato d’animo di una persona, rivelano la sua personalità e i suoi pensieri. Attraverso la scelta di un colore piuttosto che un altro è possibile capire la natura di un individuo, il suo temperamento e gli aspetti del suo carattere.
Sono sottili i legami che uniscono i colori alla psicologia umana. Partendo dalla reazione emotiva e mentale che ogni colore suscita in noi, lo psicologo svizzero Max Lüscher ha ideato un test della personalità basato proprio sulla preferenza, o l’avversione, per determinati colori.
Il test contiene otto colori: i 4 colori base (rosso, giallo, verde e blu) e 4 colori ausiliari (viola, marrone, grigio e nero). Questi otto colori sono usati per descrivere quattro diversi sentimenti di sé.
1)PRIMA SI SCEGLIE IL COLORE PREFERITO
2)POI QUELLO CHE SI RIFIUTA (in questo momento)
SOLUZIONI
Il blu che induce alla calma e si connota come placida e profonda soddisfazione denota uno stato di soddisfatto adattamento. Fissando a lungo questo colore si produce un effetto di quiete, soddisfazione e armonia.
Chi sceglie il blu desidera legami fondati sulla fiducia, sulla lealtà, sulla dedizione; tende a rispettare la tradizione basata su valori morali durevoli e cerca un ambiente dove i conflitti siano rivolti su un piano di elevatezza spirituale.
Chi rifiuta il blu, è profondamente insoddisfatto moralmente, perché non trova intorno a sé integrità e fiducia; è insoddisfatto anche affettivamente, perché i rapporti che vive sono inferiori alle sue aspettative e vorrebbe allontanarsene, nella realtà o nella fantasia. Spesso, tale insoddisfazione produce difficoltà a concentrarsi.
Il rosso che provoca eccitazione e spinge verso l’attività denota un senso di forza e di sicurezza.
La scelta del rosso corrisponde a uno stato di attivazione, a uno slancio diretto verso la conquista, a un desiderio ardente e in espansione. Il rosso rappresenta, infatti, la mobilitazione di tutte le energie (sessuali e aggressive), a esso corrisponde la sicurezza di sé, la fiducia nelle proprie forze e capacità.
Chi rifiuta il rosso, teme di essere sopraffatto dall’intensità degli stimoli, è facilmente irritabile, si sente esaurito fisicamente e sottoposto a condizioni di vita o di lavoro frustranti e ansiogene.
Il giallo rimanda alla radiosità che risveglia e dà calore.
Suscitando una sensazione di espansione e spingendo al movimento, il giallo corrisponde a una condizione di libertà e auto sviluppo.
Il giallo, infatti, è il colore dell’illuminazione e della redenzione.
Chi preferisce il giallo tende perciò al cambiamento e alla ricerca del nuovo.
Chi rifiuta il giallo, probabilmente si sente vuoto e deluso, frustrato nelle sue ambizioni personali, sul punto di rinunciare alle sue speranze.
Il giallo rifiutato segnala che la lotta per il prestigio ha dato esiti negativi oppure, per mancanza d’intraprendenza e di autostima, non riesce ad avviarsi.
Il verde corrisponde sensazioni di solidità, stabilità, forza e costanza e un comportamento caratterizzato dalla perseveranza.
L’energia del verde è un’energia potenziale raccolta in se stessa che denota una tensione interiore. L’effetto di stabilità prodotto dal verde rappresenta, da un punto di vista psicologico, i valori saldi che non mutano.
La scelta del verde indica inoltre autostima.
Chi rifiuta il verde, è agitato, al contrario, da forti dubbi sul proprio valore, non si è sentito abbastanza considerato, ha il cuore oppresso, spesso anche fisicamente, dalle ripetute mancanze di riconoscimento; si sente minacciato dalla paura di perdere i propri possessi o la propria posizione, perché su tutto ciò riposa il senso di autostima.
Il grigio è il colore della perfetta neutralità, una terra di nessuno priva di vita.
Chi lo sceglie tende alla distanza e al non coinvolgimento.
Il marrone corrisponde alla sensazione della corporeità.
Il forte bisogno, l’indifferenza o il rifiuto verso questa tinta indicano pertanto un preciso atteggiamento verso ciò che è corporeo e materiale e verso i piaceri fisici.
Il viola, che nasce dalla mescolanza di rosso e blu, è il colore della metamorfosi, della transizione, del mistero e della magia, preferito dai bambini, dalle donne incinte e dalle personalità immature.
Colore tradizionale della mistica, della spiritualità ma anche della fascinazione erotica, il viola indica l’unione degli opposti, la suggestionabilità.
Chi rifiuta il viola, ha difficoltà a lasciarsi andare, rifugge da intimità considerate pericolose, perché minacciano l’integrità dell’Io o perché, in passato, hanno prodotto sofferenze e delusioni.
Il nero rappresenta la negazione assoluta, il “no” radicale, è la tinta dell’opposizione dietro la quale può esprimersi una rivendicazione di potere.
Che dite Max Lüscher ci è andato vicino alla vostra personalità?
*.*.* Il Ponte dell’Arcobaleno *.*.*
C’è una leggenda degli indiani d’America che racconta che
tra la terra e il cielo esiste un ponte chiamato “Ponte dell’Arcobaleno” per i bellissimi colori da cui è formato. Quando un animale muore, specialmente se è stato amato da una persona qui sulla terra, va in un luogo che si trova all’inizio di questo ponte.
E’ un posto bellissimo dove l’erba è sempre fresca e profumata, i ruscelli scorrono tra colline ed alberi e i nostri speciali amici possono correre e giocare insieme. Trovano sempre il loro cibo preferito, l’acqua fresca per dissetarsi ed il sole splendente per riscaldarsi e così sono felici: se in vita erano malati o vecchi qui ritrovano salute e gioventù, se erano menomati o infermi qui ritornano ad essere sani e forti come noi li ricordiamo nel sogno dei giorni e dei tempi passati.
In questo luogo gli animali che abbiamo tanto amato stanno bene, eccetto che per una piccola cosa, sentono la mancanza della persona speciale che li ha amati sulla terra, qualcuno che hanno dovuto lasciare indietro…
Così accade di vedere che durante il gioco qualcuno di loro si fermi improvvisamente e scruti oltre la collina, tutti i suoi sensi sono in allerta, i suoi occhi si illuminano e le sue zampe iniziano la grande corsa: tu sei stato visto e quando incontri il tuo amico speciale lo stringi tra le braccia con grande gioia, una pioggia di baci felici bagnerà il tuo viso ed i tuoi occhi incontrano i suoi occhi sinceri che tanto ti hanno cercato, per tanto tempo lontano dalla tua vita ma mai assente dal tuo cuore. ( dal web)
- LE MUSE
Come sua abitudine Giulio ci pone una domanda, ci fa riflettere sullo scopo di scrivere: a che serve? perché lo si fa? che soddisfazioni ci dà?
Anni fa, ero direttore di un giornale; un collaboratore mi scrisse una lettera che io pubblicai in prima pagina. Ricordo ancora il concetto e l’ho ancora davanti agli occhi, diceva così:- “Caro direttore, sono diversi anni che collaboro al tuo-nostro giornale, e ti devo dire che incomincio ad avere dei dubbi. Ti faccio una domanda alla quale ti prego di rispondermi:-Ha senso scrivere? E secondo te, per chi scrivo? Mi sforzo di cercare argomenti che facciano crescere il nostro giornale, frugo nell’animo della gente per scoprire le loro necessità, parlo con gli operai all’uscita dalla fabbrica, con le casalinghe, con gli studenti, inseguo la cronaca …insomma, non sono io che scrivo, ma è la voce della gente. E tutto questo per l’attaccamento al mestiere che ho scelto. Aumentare la diffusione, la lettura, la vendita del giornale, è una cosa che mi gratifica, la mia firma che entra nelle case, nei bar, etc . Ma ti devo dire che a me, di tutto questo m’importa poco. A me interessa che leggano, altrimenti, per chi scrivo?
Caro direttore, sai perchè ti dico questo? Perchè una volta incontrai un parlamentare che si complimentò con me per gli articoli che aveva letto. Poi mi guardò negli occhi e mi disse :- Ma chi te lo fa fare? Al tuo posto impiegherei il tempo in cose più piacevoli-Lo avevo attaccato in un mio eleborato per il suo scarso impegno, ricordi? Te direttore mi conosci, e ti puoi immaginare come lo trattai; mi chiese scusa
Però mi frulla sovente nella testa la solita domanda: ha senso scrivere? –
Il solito Maledetto Toscano
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Alcuni consigliano che se volete evitare che il vostro computer accetti cookie flash in futuro, andare alla scheda “Impostazioni generali della memorizzazione” (la seconda da sinistra verso destra) e levate il segno di spunta dalla voce “Consenti a contenuto Flash di terze parti di memorizzare dati sul computer”.
Io questa operazione la SCONSIGLIO perché alcuni siti potrebbero non funzionare più correttamente attivando questa opzione si perderebbero, per esempio, informazioni su tutto quello eseguito in Flash Player.( esempio punteggi di giochi,solitari con le carte etc) E’ vero che ogni momento si può comunque tornare a modificare le impostazioni.
Oltre a eliminare i cookie come descritto sopra, c’è anche l’ottimo CCleaner: una valida soluzione per mantenere pulito e veloce il sistema, liberandolo dagli elementi superflui.
Licenza: gratis- Lingua: Italiano- OS: Win98/98SE/Me/2000/XP/Vista/7
Autore:
Piriform Link per scaricarlo per chi ancora non lo avesse.
*Adobe Flash Player è indispensabile per vedere la maggior parte dei contenuti multimediali presenti in Internet.
Perché il passato che si sono lasciati dietro, trasportati su quelle rotaie, le case, gli odori, i colori, gli affetti, di una loro vita precedente, non siano cancellati per sempre, ma ci si ricordi ogni giorno di quello che è stato e ci sia di monito.
Museo dell’Ebraismo-Berlino: la più simbolica ed emblematica rappresentazione del sacrificio ebraico: in una lunga e stretta stanza il suolo è letteralmente ricoperto da migliaia e migliaia di piastrelle metalliche di bronzo, ricavate dalle rotaie della ferrovia, a forma di volto stilizzato con la bocca aperta e, su tali piastrelle, i visitatori sono costretti a camminare, procurando un sordo rumore metallico nel silenzio spettrale del vano, quasi urla umane che provengono dalle bocche spalancate di quei volti anonimi.
Aprile
“Prova anche tu,
una volta che ti senti solo
o infelice o triste,
a guardare fuori dalla soffitta
quando il tempo è così bello.
Non le case o i tetti, ma il cielo.
Finché potrai guardare
il cielo senza timori,
sarai sicuro
di essere puro dentro
e tornerai
ad essere Felice.”
Anna Frank
Il fascino delle prime volte… Ma qual è davvero questo fascino? Esiste?
Il segreto di una lunga vita sta’ nel trovarla interessante non solo le prime volte, ma sempre. Le prime volte sono indimenticabili: il primo amore, il primo schiaffo, il primo insuccesso, il primo lutto familiare, il primo desiderio sessuale. Spesso i giovani credono che il rimpianto del tempo passato sia mancanza di fantasia, di desiderio del nuovo, di gioventù. Ma la verità è che si è esaurito lo stupore della prima volta, del primo colpo di fulmine, di un mare lontano. Per vivere bene è giusto ricordare che il mondo continua anche dopo la prima volta, alla sorpresa di quello che non si consce, a questa seguiranno quelle delle conoscenze vissute. Solo prime volta dei bambini possono far scoprire agli adulti il calore della vita che continua. La vita è fatta così: la stagione delle prime volte emozionanti e poi le centinaia, migliaia di seconde volte….fino alla…
Lucia.tr
E adesso l’intervento di Popof: le parole in carattere maiuscolo sono di POPOF
QUAL’E’ Il segreto di una lunga vita PER trovarla interessante non solo prime volte? Le prime volte sono indimenticabili. Il primo amore, NON SI SCORDA MAI. Il primo schiaffo, RIMORDE DENTRO CON IL SUO BISOGNO DI VENDETTA. Il primo insuccesso, MEGLIO SCORDARLO CHE RIMURGINARCI DENTRO. Il primo lutto familiare, CHE E’ COME SENTIRE NELLO STOMACO LO STRAPPO DELLE RADICI PER ANNI. Il primo desiderio sessuale, VIBRANTE SCONOSCIUTO CHE TAGLIAVA LE GAMBE. Spesso i giovani credono che il rimpianto del tempo passato sia mancanza di fantasia, di desiderio del nuovo, di gioventù. La verità è che si è ESAURISCE lo stupore della prima volta, CHE SIA IL primo colpo di fulmine, O un mare lontano. Per vivere bene è giusto ricordare che il mondo continua, anche dopo la prima volta. SAPERE CHE alla sorpresa di quello che non si conosce, SEGUIRA’ QUELLA delle conoscenze vissute. Solo LE prime volte dei bambini possono far scoprire agli adulti il calore della vita, SE LE SANNO OSSERVARE ATTRAVERSO LE LENTI DELLA PROPRIA ESPERIENZA. POI La vita è fatta di stagioni. C’E’ LA PRIMAVERA delle prime volte, DELLE emozioni SCONOSCIUTE. POI ARRIVANO LE ESTATI, CON le centinaia, migliaia di seconde volte…. POI L’AUTUNNO CON LE EMOZIONI CHE VOLANO VIA COME GLI UCCELLI CHE MIGRANO. E L’INVERNO, CHE NEL SUO FREDDO CHE RICHIAMA la morte NASCONDE I GERMOGLI SOTTO LA NEVE.
Qual è il segreto di una vita per trovarla interessante non solo le prime volte?
Le prime volte sono indimenticabili.
Il primo amore non si scorda mai.
Il primo schiaffo, rimorde dentro con il suo bisogno di vendetta.
Il primo insuccesso, meglio scordarlo che rimuginarci dentro.
Il primo lutto familiare, che è come sentire nello stomaco lo strappo delle radici per anni.
Il primo desiderio sessuale, vibrante sconosciuto che tagliava le gambe.
Spesso i giovani credono che il rimpianto del tempo passato sia mancanza di fantasia, di desiderio del nuovo,di gioventù. La verità è che si esaurisce lo stupore della prima volta, che sia il primo colpo di fulmine, o un mare lontano.
Per vivere bene è giusto ricordare che il mondo continua, anche dopo la prima volta. Sapere che alla sorpresa di quello che non si conosce seguirà quella delle conoscenze vissute. Solo le prime volte dei bambini possono far scoprire agli adulti il calore della vita, se la sanno osservare attraverso le lenti della loro esperienza.
Poi la vita è fatta di stagioni.
La primavera delle prime volte, delle emozioni sconosciute.
Poi arrivano l’estati, con le centinaia, migliaia di seconde volte…
Poi l’autunno con le emozioni che volano via come gli uccelli che migrano, e l’inverno, che nel suo freddo che richiama la morte nasconde i germogli sotto la neve.
Autori: Lucia e Popof
Motivi seri, tanta preoccupazione da parte di ognuno, hanno tenuto, in questo periodo la FIAT su tutte le prime pagine dei giornali. Se ne è discusso moltissimo.
Giuliano ci regala un ricordo della “mitica” FIAT 500 che ci riporta indietro di anni e anni e ci distrae per un momento dalle ansie attuali.
Si fa un gran parlare, in questi giorni, della FIAT, nooo non voglio scrivere di contratti, sindacati che hanno firmato e chi no, voglio ricordare la mitica FIAT 500D!
Quante volte ci siamo ritrovati immersi nei ricordi più svariati, semplicemente per aver visto qualcosa o qualcuno che ci ha riportato indietro nel tempo, e un pizzico di malinconia per i vecchi tempi unito ai sentimenti scatenati da tali ricordi suscita la voglia di tornare indietro nel tempo.
Tutto questo a me è successo quando ho ricevuto queste cartoline* e foto da due cari amici.
La Fiat 500, affettuosamente detta cinquino, è senza dubbio fra le automobili italiane più famose, anche se gli eventi e le circostanze che hanno portato all’ideazione di questo modello sono molto meno conosciuti.
Tutto ebbe inizio da un’idea di Benito Mussolini. Nel 1930, il Duce aveva convocato il senatore del Regno d’Italia Giovanni Agnelli per informarlo della “inderogabile necessità” di motorizzare gli italiani con una vettura economica che non superasse il costo di 5.000 Lire.
Un’idea di grande impatto propagandistico che, non appena eletto primo ministro, Hitler (quanto è vecchio lo spionaggio industriale) si affrettò a copiare convocando Ferdinand Porsche e intimandogli di realizzare un’automobile dal costo non superiore ai 1.000 marchi; quella che sarebbe divenuta famosa con il nome di “Maggiolino”.
Difatti, 500 e Maggiolino hanno avuto storie parallele: i due politici richiedevano un’automobile economicamente accessibile e abbastanza comoda.La “Nuova 500”, come Casa Fiat la presentò cinquant’anni fa, è la storia dell’Italia del secondo dopoguerra. Noi giovanottelli di allora non potevamo capire e sapere della portata storica che ha avuto questa utilitaria.
E’ il 1957 quando nasce la “Fiat Nuova 500” (per differenziarla dalla 500 originaria, ovvero la Topolino) con dimensioni minori. Dato che la prima versione era poco ricca e curata nell’aspetto esteriore, non conseguì un gran successo.
Ciò perché, a quei tempi, l’auto era una per famiglia e doveva offrire spazio per tutto.
Per questo la Fiat nel dicembre dello stesso anno introdusse sul mercato due nuove versioni, l’economica e la 500 sport che fu prodotta bicolore, con cromature, cerchi verniciati di rosso; pensate che riusciva a superare i 105 Km/h. Notevole per l’epoca! (oggi l’uomo più veloce del mondo, il detentore del record mondiale dei 200 metri piani, Usain Bolt con il tempo di 19,19 ottiene una media di 37,52 km/h e una velocità massima di 43,900 km/h.)
Nel 1959 la Fiat modificò la piccola vettura, portando a quattro la portata delle persone e, l’anno dopo, presentò la Nuova 500 D, con schienale posteriore ribaltabile e aumento della potenza del motore a 499,5cc.
E’ il 1966 quando acquisto di 3° mano, 12 cambiali, tenute nel cassetto del rivenditore, la MIA FIAT 500D! MITICA!
Toccare il cielo con un dito è un proverbio, ma io l’ho toccato forse era uno di quei giorni che il cielo è così vicino, tipo 182.7 Km, che lo puoi veramente toccare con un dito… anche accarezzarlo se vuoi (lo giuro sulla testa della mia gatta Cettina.)
Raffreddata ad aria, niente acqua, poco olio nella coppa gli serviva solo la benzina per camminare: con 550£ normale e 500£ super non finivo mai di girare per Roma,( Ischia, Procida …erano le sole isole che conoscevo quelle pedonali, erano da venire… scoperte.) piazza Navona, piazza di Spagna, piazza della Rotonda (Pantheon), Piazza Farnese erano le mete serali/notturne molto frequentate da turismo made in U.S.A,
Via Veneto? No lì circolavano già le fuoriserie, macchinoni americani anni 60 che sbuffavano dalla marmitta come locomotive a vapore.
Soltanto nel 1965 la Fiat 500 mutò notevolmente, quando cioè le portiere furono incernierate anteriormente e non più posteriormente (controvento) e fu oggetto anche di altri cambiamenti più o meno vistosi. Nel 1968 la 500L fece perdere la denominazione di “Nuova” alla storica utilitaria, introdusse i famosi tubi sui paraurti, i sedili divennero reclinabili, per la felicità degli innamorati… il pavimento fu rivestito di moquette e alle portiere furono aggiunte le tasche interne.
Il boom economico degli anni ’70 contribuì all’incremento delle vendite perché la Fiat 500 cominciò a essere scelta come seconda macchina (per le mogli), oppure come soluzione alternativa, allo scooter.
Sono ancora in tanti nel mondo ad amarla e a collezionarla.
Dalle stime sarebbero addirittura 600.000 le vecchie Fiat ancora nel grande parco auto italiano.
Questi i miei ricordi di quell’ovetto detto cinquino ma anche cinque-piotte!!
M I T I C A
*Mostra Agnelli-Lingotto- Torino
Il futuro prossimo venturo
E’ da poco finito lo spoglio delle schede del referendum a Mirafiori e le proposte della Fiat sono state votate da un 54% degli operai. Un sì della disperazione? Un sì della paura del futuro. Un sì di chi vede nero all’orizzonte e che non può fare altro che accettare il compromesso del presente?
Il tasso della disoccupazione giovanile sfiora il 30%, ma il dato più proccupante è l’alta percentuale di popolazione inattiva che è in attesa di una occupazione o è talmente sfiduciata di non cercare più, tanto un lavoro non lo potrà mai trovare. Ottenere un posto, anche se precario, è un privilegio e lo sarà sempre di più. La crisi dell’occupazione con l’andar del tempo coinvolgerà tutti e quelli che maggiormente ne patiranno saranno i più deboli.
Nel 2010 è aumentato significatamente il consumo dei beni di lusso, barche, oro, auto di grossa cilindrata ecc. Quindi i soldi da qualche parte ci sono!
L’evasione fiscale non è stata mai tanto alta, se non si agirà in merito è certo che mancheranno i soldi …perchè tutto costa.
Non si faranno più figli, perchè i figli costano, non si faranno più matrimoni, perchè i matrimoni costano, non si faranno più sogni, perchè anche progettarsi la vita costa. E il futuro? Costa anche lui. Quindi niente futuro?
E’ indispensabile e con urgenza un intervento politico con piani d’investimento sulla ricerca, sulla scuola, sul turismo, sulle famiglie e sui giovani.
Ma non ci sono i soldi! Qualcuno obbietterà. (Franco Muzzioli)
Ed altri obietteranno che, fin tanto che i nostri governanti saranno in altre faccende affaccendati e distratti dai loro compiti istituzionali, per cercare di difendersi da accuse gravissime, non avranno il tempo per occuparsi del paese, atività per la quale sono stati eletti. Non aggiungo altro, forse domani avremo una risposta… (paolacon)
“Il 900 secolo del riscatto e del lavoro, adesso invece si regredisce, si passa al ricatto del lavoro manuale, o rinunci ai tuoi diritti, o regredisci allo stato servile del tuo lavoro, oppure sei licenziato. Ora si attende l’impazienza operaria…”
Erri de Luca, scrittore, è stato operaio per 20 anni. (Intervista di Alain Elkann a Erri De Luca dalla trasmissione della 7 BOOK STORE del 15 gennqio 2011)
Tre piccoli interventi su un argomento tanto attuale e scottante. Avete voglia di parlarne?
Poiché gli ultimi due articoli apparsi in Parliamone parlano di giovani, sono legati anche alla loro educazione e fanno riflettere sul ruolo che hanno i genitori, riporto i consigli di un padre al figlio in una bellissima poesia di Joseph Rudyard Kipling scritta nel 1895 e dedicata al figlio.
Se *** (If)
Se puoi non perdere la testa quando tutti attorno a te
l’ hanno perduta e te ne incolpano,
Se puoi ancora credere in te stesso, quando più nessuno crede in te,
e tuttavia ti chiedi se non abbiano ragione gli altri e torto tu.
Se puoi attendere con calma ciò che ti spetta
o se, perseguitato, non pagare
odio con odio, offesa con vendetta,
senza per questo abbandonarti al gusto di stimarti santo tra i santi, e tra i giusti il giusto.
Se puoi sognare, e tuttavia non perderti nelle reti del sogno,
Se puoi pensare senza tutto concedere al pensiero;
Se puoi fissare in volto trionfo e disonore,
e senza per questo spalancare il cuore a nessuno dei due.
Se senza batter ciglio puoi il tuo vero vedere, fatto menzogna, sulle labbra dell’insincero,
e di colpo crollare quanto hai caro per tosto ricomporlo con amaro coraggio.
Se in un solo colpo puoi rischiare tutto quanto hai avuto dalla vita e perderlo,
E poi ricominciare senza pentirti della tua partita;
Se potrai richiamare il tuo coraggio quando da un pezzo lo avrai dilapidato
E stare saldo quando sai che tu altro non puoi più fare,
Se non dirti “Su!”.
Se puoi toccare il fango senza insozzarti
E dar la mano ai re senza esaltarti.
Se amico o nemico male potrà mai farti.
Se tutti gli uomini avrai cari ugualmente, ma più degli altri nessuno.
Se nel balzo saprai d’un solo istante
superare l’istante che non perdona,
tua è allora la Terra, e tutto ciò che dona,
e —cosa ancora più importante— sarai un Uomo, figlio mio!…