La nostra crociera comincia il venerdì quando io e Galante arriviamo alla stazione di Vicenza per accogliere Rosa.mi, Leo.bg e Porzia. Dopo una piccola sosta a casa mia, si va per la cena e lì ci raggiunge Sergej con la moglie, poi una tisana insieme, la notte passata, al mattino si accende la macchina e via al pulman.
Il giorno della partenza è arrivato, si diceva agli amici vi racconteremo le nostre sensazioni, saremo un po’ con voi, invece li pensiamo, ma non possiamo dialogare con loro perché le connessioni sulle navi sono costosissime. E poi le attrazioni sono tante, ci si perde del tutto, allora eccomi, tra un cambio di vestiti e un altro, sono qui amici a digitare per voi.
La partenza da Venezia e stata un tormento, fila controlli infiniti, ma quando abbiamo messo i piedi sulla nave tutto era passato, l’accoglienza bellissima, noi quattro già al buffet pensavamo, lì ci siamo persi per la prima volta, abbiamo riempito i piatti di tanti piccoli bocconcini di cibo perché volevamo assaggiare un po’ di tutto. La prima sera, tutti eleganti, abbiamo trovato i nostri posti al ristorante sul ponte 6; un posto bellissimo tutto violetto, dai divani alle tovaglie. Finita la cena, servita con grande gentilezza da Rio, un bellissimo ragazzo filippino, ci siamo tuffati nel teatro, dove dei giocolieri si sono esibiti per noi, finalmente ci siamo salutati e buona notte…
Elegantissimi ci ritroviamo come da noi accordato al ponte tredici: foto tutti insieme con il comandante, uauo maaaaaaa caspita ci è costata 19,90 euro hai hai hai!
Siamo già al teatro e ci fermiamo per vedere lo spettacolo che è davvero molto bello. Usciamo, siamo sempre molto allegri, ci rechiamo alla cena, poi toccatina al casinò, persi un po’ di soldini, ci diamo la buona notte, domani si va a Rodi quindi ci si deve alzare presto: notte carissimi amici!
“Toc toc chi è?” “Sono Rosa cara” mi è venuta a dare la sveglia, poi va a svegliare Nella e infine Leo, eccoci ancora insieme al ponte tredici, oggi si fa la colazione lì per assistere all’attracco, poi, dopo il riconoscimento pullman si va a Rodi, che è una bellissima isola, con reperti storici, un anfiteatro e case che ricordano il passaggio del comando degli italiani al tempo del fascismo. Poi una stella di Natale grande come una pianta di mele è davvero bellissima, con un po’ di mal di piedi ritorniamo sulla nave, controllo borse, direttamente alle cabine ciabatte a noi, dieci minuti tutti a pranzo, poi ci diciamo “amici ci ritroviamo alle 17e30” ci sarà il saluto del giornalista che ci segue, per pubblicarci sul giornale che tutti i giorni troviamo in cabina. Al pomeriggio dopo il solito riposino facciamo una partitina in attesa della cena, sto vincendo, improvvisamente spengono la luce e comincia un rumore fortissimo. Ci accorgiamo che c’è un elicottero della croce rossa giusto sopra di noi e seguiamo le operazioni che si avvicendano; scendono due medici e issano a bordo dell’elicottero una barella. Cosa sarà successo a quella persona? chi lo sa? Chissà se lo sapremo davvero mai.
Oggi giorno intero di navigazione che ci dà modo di girare un po’ tutta la nave, ma anche ci riposiamo in attesa di scendere quattro giorni di fila per visitare le bellissime città di Israele.
Si comincia con varie foto poi partitina a carte ecco arrivate le tredici, noi in fila, vassoi in mano, in un attimo sono riempiti, un momento dopo erano vuoti, un saluto e un riposino…..
E sera ci guardiamo lo spettacolo verso le 24 ci salutiamo e nanna. La mattina scendiamo a Cipro la pensavo un’isola verdeggiante invece è molto brulla la poca acqua che c’è la rende cosi. Insieme noi ci troviamo bene le chiacchiere le risate, intanto Rosa e Nella vanno avanti, io rimango con Leo, facciamo anche un piccolo furto io faccio il palo, ci prendiamo 3 buonissimi mandarini era davvero una vita che non ne mangiavo di così buoni.
È piacevole stare insieme per l’armonia che si è creata, ci teniamo compagnia, si fanno piccole confidenze, si sta sempre in armonia ridendo di piccole defaians di qualcuno di noi. I primi giorni Leo si perdeva sempre ci dicevamo troviamoci al ponte 13 lui non arrivava ma se pensiamo che il piano è lungo quanto la nave capite che con 10 ascensori che portano allo stesso piano basta sbagliarne uno e si va da tutt’altra parte, ecco la ricerca per ritrovarlo e le risate.
Imparato quello, Leo perde alle carte o perdo io ecco altro motivo di risate
Ieri siamo andati a Masada è stata una escursione molto bella anche se lunga nel tempo ci siamo svegliati molto presto per la colazione e per accedere ai pullman non prima di aver passato lo stretto controllo delle autorità di Israele, poi l’incontro con la dolcissima guida un signore che potrebbe essere un utente di Eldy dato i capelli molto bianchi, la sua competenza nello spiegare in due lingue, dato che insieme a noi c’erano i francesi, visita al castello di Erode molto bello e ben conservato lì abbiamo visto molti ragazzi di scuola che imparano la storia sul posto, abbiamo anche notato che molti di loro avevano la pistola alla cintura erano si e no 13 14enni che stupore davvero, anche lì sopra c’erano una trentina di soldati con il mitra in spalla, abbiamo saputo sempre dalla nostra guida che gli ebrei sono obbligati al servizio militare compiuti i 18 anni sia le donne che gli uomini.
Io, Leo e Nella abbiamo fatto il bagno nel Mar Morto che stupore per me non aver la sabbia sotto i piedi ma moltissimo sale e galleggiare, galleggiare, in quel mare abbiamo fatto lo scrubb certo non si deve rimanere più di 15 minuti perché fa proprio male alla salute, una doccia calda ed eccoci ancora sul pullman verso la nave; ci ritroviamo a fare i comici per tutti gli altri passeggeri del pullman si rideva delle battute fatte tra Leo e Rosa, me e Porzia abbiamo riso cosi tanto che poi gli altri passeggeri ci hanno ringraziato del piccolo spettacolo improvvisato arrivati di corsa a cambiarci poi si va a cena al 5 piano che bello anche questo piano cena alla fine due balli una con il carissimo Leo poi un delizioso ragazzo dello staff vestito da pagliaccio mi ha fatto ballare mi ha raccontato che è messicano. Dopo poco ci salutiamo perché anche domani ci si alza presto Nazzaret e Cana ci aspettano. Drin Drin “Sono la sveglia mandata da Eldy per svegliare le donne” il mio spiritoso Leo mi da così il buon giorno, dopo poco ci ritroviamo per la colazione e poi tutti insieme al teatro per prendere il numero del pullman. Si parte subito e si va a Nazzaret lì vediamo la chiesa nuova che comunque è molto bella anche i reperti antichi dove c’è la storia di Gesù dove lui e nato così comincia il conto del dopo cristo. In Nazzaret scopriamo le spremute di melograno ecco un’altra diversità.
Lasciamo quella città per recarci a Cana dove ce stato il miracolo del vino lì c’è un otre di pietra dove si dice fosse contenuta l’acqua che poi diventerà vino e molto buono.
Poi altra specialità caffè con bacche di cardamomo offerto dalla guida dove in seguito abbiamo comprato piccolissimi gadget; rientro alla nave giusto per il nostro pranzo fatto come al solito con mille piccoli assaggi, riposino sul poggiolo con il sole caldo che ci riscalda. Alla 16 tè poi partitina oggi ha vinto Rosa ci si saluta, tutti a prepararsi la cena e il ballo ci attendono. Che bellissima serata cena veneziana i camerieri con le fasce in vita tricolore oggi festa italiana. Sulla nave sembra di essere in una babele pacifica e con molta voglia di divertirsi. Stasera a teatro ce musica lirica , poi si va al ballo caraibico possiamo fare tardi domani solo navigazione.
Eccoci tutti sul solito ponte ma oggi si vendono le cose a prezzo più buono e noi come bambini comperiamo dei piccoli pensieri per quelli di casa ma come faremo a riportarli già abbiamo un casino di cose. La giornata passa stancamente perché sì ci sono molti ponti da vedere e molte cose da fare ma noi oggi siamo pigri e riposiamo godendoci questo bellissimo sole caldo lo si fa più volentieri pensando al freddo che troveremo al nostro ritorno.
Domani si attracca e andremo ad Olimpia oggi non è molto bello anzi prima dell’attracco piove poi fortunatamente il tempo ha retto e abbiamo visitato i resti dei templi la nostra guida e davvero brava una ragazza giovane. Si rientra pranzo oggi si riposino ma alle 16 puntuali come orologi te e biscottini partitina e via cena e spettacoli a non finire, nanna e domani Dubrovinic che bella città lì c’è anche piccola processione con i bambini di scuola in onore di San Nicolas rimaniamo fino alle 13 poi noi torniamo in nave sempre stretti controlli di perquisizione alle borse perché non si porti nessun oggetto di offesa. Noi siamo sempre allegre ma adesso si comincia a pensare che la nostra vacanza giunge al termine e ci si sente sì contenti di ritornare ma anche assaporiamo con più consapevolezza la nostra fortuna di aver partecipato a una vacanza così bella.
Ecco il 6 dicembre siamo a Ravenna scendiamo come sempre noi 4 come i moschettieri ci giriamo il centro città lì compriamo piccole cose che ci fanno sorridere sempre con gioia si rientra in nave tutti vassoi in mano per un ultimo pranzo poi tutti in camera a preparare le valige eccoci con le ginocchia a spingere per riuscire a chiuderle ma si devono fare diverse borse per contenere tutte le nostre piccole spese.
Ci ritroviamo per la cena poi si va al bar per ultimo ballo con il nostro carissimo Leo ultima sera si va a letto presto domani si deve lasciare le camere presto poi tutti in attesa di sbarcare e via con il pullman per me, invece i miei carissimi amici prendono un taxi e via verso Mestre per poi raggiungere Milano, tra poco saremo ancora insieme nella nostra chat ELDY.
La fortuna e la speranza, due punti di vista…
Finite le feste e con l’estrazione dei biglietti della lotteria, che si fa tradizionalmente il 6 gennaio, si ripropone un tema quello della fortuna, delle vincite e…
Ma due dei nostri amici eldyani ne parlano affrontando l’argomento in modo molto dissimile. La “dea bendata” dell’antichità per Lucia ci traccia la strada, ma poi sta a noi percorrerla e non è dovuto al caso.
I commenti e le considerazioni sono tutti per voi (pca)
Fortuna scritto da Lucia Baciocchi
Nell’antichità Fortuna era una dea bendata, il cui bacio cambiava il destino. Oggi potremo credere ancora che la buona sorte dipenda solo dal destino a noi assegnato? Nell’anno appena scorso gli italiani hanno speso cifre iperboliche per acquistare il biglietto della lotteria o semplicemente un gratta e vinci per tentare la fortuna, non è il caso di dire che sognare non costa niente. Ma cosa vuol dire essere fortunati? Qual’è quel poker magico che ci conduce sulla strada giusta? Forse è la strada che ognuno di noi scegli con sacrificio e coraggio per ottenere tutto quello che abbiamo desiderato? Voglio raccontarvi la mia recente esperienza.
Questi giorni di fine anno sono stata vicina a un uomo che mi ha insegnato molto, nel mezzo di grandi difficoltà l’ho sentito affermare: “ Vedrai tutto si risolverà, questi non sono problemi grandi”. Ho notato un’ombra nello sguardo. Ha continuato: “Sicuramente, una malattia importante. Ma non voglio dargli peso”. Grande lezione di vita, sicuramente dovrò imparare molto da lui, io che sono sempre in cerca di sicurezze, che ho mille dubbi e vedo spesso le situazioni in negativo. Non lo sapevo ma quest’uomo è fortunato, ha una fortuna che molti di noi non avranno mai, sa stare dove è, sa stare bene con se stesso, sa trovare una sua pace interiore.
Per me questa è la Fortuna, non so se riuscirò a raggiungerla.
I gratta e vinci delle speranze perdute scritto da Franco Muzzioli
Un articolo sul Venerdì di Repubblica, parla dell’azzardo come nuovo oppio degli italiani.
E’ un settore che in un anno ha fatto spendere al nostro paese un decimo dei consumi globali, per lo Stato è una tassa mascherata, per le mafie un modo di riciclare.
L’articolista dice….” spennarli di meno, spennarli tutti è semplice ed efficace”…..
1° – Tenere i prezzi bassi del tagliando gratta e vinci.
2°- Far vincere quei polli una volta due euro, un’altra cinque in modo da non interrompere l’emozione, inducendoli a ritentare la sorte a ripetizione.
3°- Applicare gli stessi criteri anche a quelle macchinette colorate del rimbambimento che sono le slot macchine e inchiodare lì gli stessi polli, con la sigaretta tra le labbra, a schiacciare il bottone a guardare la ruota che gira…..”
…….”e così gli italiani si avviano allegramente a spendere entro l’anno 74 miliardi di euro !”……………
L’impietosa rappresentazione che fa Luigi Irdi è quanto mai veritiera, quando vado nei supermercati ed è ormai pratica quotidiana, vedo soprattutto gli anziani spender mezza pensione per “grattar speranza” o concedersi addirittura l’emozione di quel bottone pigiato con quelle figurette che girano….cocomero…ciliegia……..susina…..faccia di cow boy ……e l’adrenalina sale, con la speranza che qualche gettone scenda e che la sfortuna abbia cambiato strada.
Queste anziane e questi anziani con le loro borse della spesa poco capaci, semmai non mangiano…..ma un colpo di fortuna val pure una bistecca!
Senza contare il lotto ed ora i vari sistemi di gioco on line .
Il giornalista termina dicendo che questa è certamente una bolla speculativa e, quando esploderà, farà purtroppo passare la voglia a tutti di grattare uno stupido tagliandino colorato.
Questo come solito è il mio pensiero e quello del giornalista citato e non vuol essere di certo il Vangelo, capisco che a volte per difendersi dalla vita è indispensabile fumare una sigaretta, bere un goccetto o grattare un tagliandino …nessuno può assurgere a giudice………ma gradirei il vostro parere.
6 gennaio, Epifania
arrivano i Re Magi, i doni, gli ultimi e,
un po’ trafelato,
anche qualcuno con un appuntamento importante: un presepio da completare in famiglia.
Auguri Angelo! Ben Arrivato!
Hai fatto in tempo a mettere al loro posto, nel tuo bel presepio di Caltagirone :
Gaspare, Melchiorre e Baldassarre.
Già il 3 gennaio 2012
ed io faccio a tutti gli auguri in ritardo… chiedo scusa, ma li faccio con tutto il cuore e che sia un anno soprattutto sereno e in salute.
Da un articolo de “La Stampa” prendo spunto e domando: <che cosa lasciare e che cosa portare del vecchio anno e che cosa si troverà dall’altra parte?>
“La Stampa” propone tanti personaggi che si sono fatti notare nel 2011 (Anonymus il vendicatore di strada, la nuova star di Hollywood o addirittura Pippa Middleton fino a Wael Ghonim, simbolo della protesta egiziana)
E poi si sofferma sulle tante parole che hanno “fatto” il 2012:
Sobrietà, Crisi, Indignati, Spread (ma che vorrà dire?), Quirinale, Lampedusa, Abbassare i toni, Primavera araba, Monti, Smartphone, Calciopoli, 150° anniversario Unità d’Italia, Fukushima, Indignados, Intercetazioni, Colle, Re Giorgio, Twitter, Hashstag (e anche qui che vorrà dire questa parola strana?), il corpo delle donne.
Bene quali parole vi hanno colpito di più, quali personaggi salvereste e a quali non permettereste di passare nel 2012?
Gloria ‘n cielo e pace ‘n terra “Laudario di Cortona, Italiano anonimo, 13mo secolo”
TANTI AUGURI A TUTTI GLI ELDYANI E ALLE LORO FAMIGLIE, A TUTTI I LETTORI DEI BLOG “IL BOSCO”, “INCONTRIAMOCI”, “POESIE” ED ALLE LORO REDAZIONI.
GIUNGA UN AUGURIO SPECIALE, MA PROPRIO SPECIALE A CHI, IN QUESTI GIORNI, NON STA BENE IN SALUTE. UN FORTE ABBRACCIO.
Natale
(G.Rodari)
Se fossi il pastore
del presepio di cartone,
sai che legge farei
firmando con il lungo bastone?
Voglio che oggi non pianga
nel mondo nessun bambino,
che abbia lo stesso sorriso,
il bianco, il rosso, il moro e il giallino.
L’albero di Alba Morsilli – Genova – GE
In una baracca di legno che noi chiamavamo casa, c’era allegria, era Natale anche per noi bambini. L’albero c’era ma nulla v’era appeso!
Il tintinnio dei soldini che mio padre metteva sul tavolo di legno, non lo scorderò mai.
Tutto, di quei tempi, mi è rimasto impresso nella memoria, come la campanella della scuola.
Lo sguardo significativo di mio padre l’ho capito quando ormai ero grande. Egli non si arrese alle ristrettezze della situazione e, con cartone, fece dei cerchietti, li colorò e con essi fece l’addobbo natalizio all’albero.
Ricordo ancora felice un bel Natale, accanto alla stufa ad ascoltare papà che ci leggeva il libro Cuore. (Alba)
Il presepe di Riccardo Avanzi – Vertemate con Minoprio – CO
“Fino da bambino ho sempre amato costruire il presepe – già alla metà di Novembre io e mio Padre andavano nei boschi sopra il paese di Cavallasca per raccogliere muschio, sassolini, legnetti, pungi topo (Ruscus Aculeatus ) dalle bacche rosse, che mia Madre con tanta pazienza dipingeva di giallo oro, cartone, vecchi giornali, la carta stagnola non doveva mancare, altrimenti addio fiume. Per il laghetto bastava un specchio, tanto cotone per la neve, per il colore bastava quello che mio Padre usava per tinteggiare la casa, poi lui sapientemente, con varie polveri creava tanti tipi di colore. Si iniziava con i giornali bagnati e si costruivano montagne e dune.
Già il giorno della Immacolata tutto doveva essere pronto, un presepe povero, per una casa di contadini, operai.
Avreste dovuto vedere mio Padre con un lapis in mano, dal fondo della nostra grande cucina, come un pittore, controllare da ogni lato la prospettiva, tutto doveva avere il proprio ordine, ma per me era più che perfetto.
Finalmente arrivava il momento degli addobbi, e dei personaggi: qui entrava in scena mia Madre, che dopo varie discussioni con mio Padre, decideva come disporre la casa della Natività, il fiume, il laghetto, e tutti gli altri oggetti che servivano ad addobbare il nostro presepe, tutta soddisfatta la sentivi bisbigliare, questo lo mettiamo qui, quest’altro lì, la casetta dei pastori là, io ridevo nascosto dietro la tenda, nel vedere le varie espressioni di mio Padre, che a secondo, se era d’accordo o meno, scrollava il capo senza parlare.
L’unico mio compito era la deposizione nella mangiatoia del Bambino Gesù la notte della vigilia, finalmente alla sera, luci spente, camino acceso da un lato della cucina, dall’altro il mio presepe illuminato, e cosi fino alla Epifania io dormivo vicino al presepe, fantasticando, di pastori e Magi, mi vedevo come un personaggio all’interno del presepe, il mio Santo Natale cominciava al giorno dell’Immacolata e finiva all’Epifania – regali pochi, fantasia tanta.
Questo però mi fece capire che nelle usanze non ci sono spiegazioni – nel cercare una logica, tu potresti rimanere deluso: devi solo sognare e lasciare che il presepe ti parli.
La silenziosa parola dell’amore e della poesia.” (Riccardo)
ED ORA CARI ELDYANI RACCONTATE ANCHE VOI TOCCANTI RICORDI DI UN NATALE CHE FU…
Nella pura tradizione natalizia italiana il “presepio” ha sempre occupato il primo posto, anche per il suo valore di opera d’arte popolare.
Ricordate l’incanto di quando, bambini, guardavamo quel piccolo miracolo di perfezione: il paesaggio, le montagne, il laghetto fatto con lo specchio, le paperelle, la capanna, la stella e poi tutti i personaggi da quelli più importanti e sacri, a quelli che rappresentavano i mestieri, raffigurati con grande precisione. Ed ogni anno ce ne erano di nuovi.
Tra una settimana esatta sarà Natale, ecco perché mi piace segnalare per chi dovesse visitare Roma in questo periodo:
L’Esposizione Internazionale “100 Presepi” Mostra 100 Presepi (35esima edizione) Basilica di S. Maria del Popolo a Piazza del Popolo.
Poi il Presepe tradizionale, ambientato nella campagna romana ottocentesca, allestito sulla Scalinata di Trinità dei Monti (in Piazza di Spagna)
La consuetudine vuole che a Piazza Navona si allestisca ogni anno un presepio.
Numerose chiese di Roma poi, ospitano scene della Natività, particolarmente significative dal punto di vista storico, artistico e religioso: Santa Sabina all’Aventino; Basilica dei Santi Cosma e Damiano; Sant’Agnese in Agone a Piazza Navona; Sant’Andrea della Valle; San Giovanni in Laterano; Santa Maria degli Angeli; per citarne solo alcune.
E questo a Roma (pca)
A Genova Alba Morsilli ci consiglia
Il presepe genovese
Il presepe genovese è fra i molti delle varie città italiane, quello che, assieme al presepe napoletano, gode di maggiore prestigio, vantando antiche e consolidate tradizioni, tanto da aver dato vita, nel settecento, ad una vera e propria scuola.
A tale scuola è attribuito notevole valore, oltre che per l’antico radicamento sul territorio di numerose botteghe artigianali, nelle quali venivano realizzate le prime figurine per la sacra
rappresentazione, sopratutto per le minuzie e la pregevolezza dei materiali usati, come: legno, ceramica, ma anche la carta, adoperata per produrre raffinate sagome.
A Genova, sulle alture della città, vi è il famoso Santuario di Nostra Signora Assunta di Carbonara, detta la Madonetta, per una statua in alabastro donata da un mercante savonese. Qui c’è un presepe perpetuo, della scuola di Anton Maria Maragliano (1664-1739) ed è bellissimo.
Il presepe è articolato su un’area di circa cento metri quadrati e raffigura la Genova antica e la sua vita quotidiana. Ci sono i vicoli, i famosi caruggi, cioè una fitta ragnatela di palazzi e strade, che ancora oggi formano il centro storico più grande d’Europa.
Con maestria è stata messa in evidenzia la vita contadina che si svolgeva intorno alle mura della città.
Il significato scenografico è che hanno voluto collegare l’Oriente con l’Occidente in una città come Genova, che molte ha mutato e molto muta ancora.
Un caso di distrazione o di ordinaria discriminazione?
La foto di fine anno, quinta elementare, in doppia copia: la prima con l’alunna down e poi consegnata solo alla sua famiglia, la seconda, senza di lei, per tutti i suoi compagni di classe.
Questa triste storia di discriminazione è avvenuta a Sinise (Potenza) un comune di settemila abitanti, nel sud della Basilicata. Nessuno vuol sentire parlare di discriminazione, il sindaco dice che si è trattato di uno sbaglio, di un caso sfortunato, di una leggerezza da evitare, non di un tentativo di discriminazione, poiché la bimba è stata sempre tutelata dalla scuola e integrata nelle attività scolastiche, nelle recite di fine anno e in tutte le iniziative scolastiche. Le maestre volevano ricordare gli ultimi giorni di scuola con delle foto, che venivano scattate con una macchinetta digitale, di proprietà di una delle insegnanti. La bambina, non stava ferma al momento dello scatto, che veniva ripetuto più volte. Le insegnati una volta a casa, hanno stampato le foto su fogli A4 e si sono accorte che in tutte le foto la bambina veniva mossa. Per questo motivo il giorno successivo, la foto di gruppo è stata rifatta, ma la bambina non c’èra. La storia di Senise è gravissima: discriminare una bambina down è un atto di violenza, che non deve accadere in nessun altro istituto.
Sarebbe molto comodo, in una foto di classe si potrebbero cancellare le fastidiose differenze. E allora potremmo escludere i bambini che indossano scarpe o vestiti firmati e che costano parecchie centinaia di euro, potremmo lasciare fuori dalla foto i bimbi troppo grassi o troppo magri, quelli troppo biondi o troppo scuri; i bambini prepotenti, quelli viziati o semplicemente antipatici…
Infine si potrebbero cancellare le maestre superficiali o le distratte o quelle che non guardano nell’animo dei loro alunni. (pca)
Che ne pensate voi?
E dopo i colori e la salute, ecco uno spazio dedicato al gusto e ai vini in particolare!
Il nostro amico e collaboratore Franco Muzzioli ci propone, con una buona dose di ironia, un altro interessante argomento, tra l’altro proprio in prossimità delle feste, liberandoci oltre che dai sensi di colpa, anche dallo “spauracchio” del colesterolo. Beviamo tranquilli, dunque, ma con moderazione e consideriamo anche “il paradosso francese”. Infatti si dice che la Francia, consumatrice di foie gras e lardi e grassi in gran quantità, sia in realtà il paese con il più basso tasso di colesterolo dovuta al consumo “moderato” di vino rosso (infatti una delle sostanze contenute nel vino, il resveratrolo o Res, sembra avere un’azione benefica sul sistema immunitario oltre che sui processi infiammatori, al punto da inibire la formazione di pericolosi vasocostrittori)
Ecco che Franco, scherzando scherzando, ci dice la verità ed anche che è molto importante stare allegri, con o senza l’aiuto del vino.(pca)
Libiamo !
Se ti viene mal di testa
non far uso di calmanti
bevi ,bevi del buon chianti
ed il mal ti passerà.
Agli uomini dabbene
generoso il vin si versi
che l’acqua è pei perversi
il Giudizio lo provò.
Parto con qualche strofa di questa antica canzone popolare per introdurre un discorso “spiritoso”…
Nel Corriere della Sera vi è un articolo intitolato “l’alcool buono”, dove si afferma che da nuovi studi sono state confermate scientificamente le proprietà benefiche del vino, un paio di bicchieri al giorno di “rosso” (ma anche di qualche bianco) aiutano a prevenire molte malattie…
“Le scoperte di volta in volta o sono sorprese o confermano scientificamente quanto già osservato in modo empirico dalla notte dei tempi e introdotto per questo tra le abitudini salutari. L’ultima ricerca, tutta italiana, conferma ulteriormente il ruolo preventivo del vino rosso rispetto all’invecchiamento in generale e rispetto al nostro apparato circolatorio”…
“Tutto questo grazie ai polifenoli del vino che proteggono gli omega 3 e gli omega 6 (che sono gli acidi grassi polisaturi che circolano nel sangue e proteggono dal colesterolo “cattivo”, favorendo un’azione anti-infiammatoria indiretta”…
Ma quanto vino bere perché faccia bene?
Stabiliscono la quantità giornaliera in circa 200 ml per le donne adulte ed in circa 300 ml per l’uomo adulto (due bicchieri per le donne e tre per gli uomini) … (c’è chi consiglia di essere leggermente più parchi).
Quali sono i vini più indicati? Tutti i rossi (ricchi di resveratrolo) e l’elenco è lunghissimo perché in ogni regione italiana ci sono rossi di eccellenza, vanno tutti bene … poi ovviamente subentra il gusto personale e l’abbinamento con i cibi.
Ma anche le “bollicine” (come i prosecchi) vanno bene, sono ottimi antiossidanti.
Rivolgo poi uno sguardo compassionevole verso gli astemi…”Signore perdona loro perché non sanno… quello che perdono”…..
Ovviamente scherzo e sempre tenendo presente che qualcuno sulla strada possiede un “etilometro” ….e lo fa funzionare …con la dovuta moderazione……libiamo!
A questo punto:
sarebbe simpatico sapere i nomi dei vari vini regionali per fare una mappatura del territorio.
Quindi da chi legge ci aspettiamo un aiuto.
Non a caso quando si leva il bicchiere per brindare si dice “Salute”!
Allora il vino è salute? che ne pensate?
Brindiamo orsù!!!
Santé!/לחיים Lechàim / Salud!/”Sahha” صحة /Cheers!/ zum Wohl!/ Skål!/ Salut!/ Saúde!/かんぱいKampai!
i colori e la nostra salute
I taxodium ormai brillano di un rosso fiamma e si amplifica il tono sullo sfondo azzurro trasparente e luminoso. Il prato è un tappeto giallo oro, le foglie degli aceri e dei ginko lo tappezzano completamente, una gazza bianca e nera saltella su quei colori cercando qualche occasione di cibo. L’autunno, nelle sue ultime ore, illuminato da un sole splendente, è quanto di più bello la natura possa offrire. Ci si attarda a guardar questi scenari, che saranno gli ultimi per parecchi mesi, poi le nebbie, le terre brulle e nere, gli alberi spogli e grigi, domineranno il paesaggio.
Questa tavolozza l’ho descritta solo per aprire un argomento, quello appunto dei colori e della nostra salute.
Cromoterapia, medicine ayurvediche, reaching ecc. basano la loro “filosofia curativa” sui colori, aiutando il corpo e la mente a ritrovare il proprio equilibrio naturale.
Curarsi con “l’energia ” dei colori è una pratica antichissima, indiani, cinesi, greci e romani hanno approfondito questa pratica ed esperienze mediche recenti, affermano che i colori dell’iride hanno effetti sul corpo e sulla psiche.
Ci sono colori caldi e colori freddi, colori stimolanti e colori calmanti.
Il ROSSO ha una “energia” calda, è un colore stimolante, accelera i battiti cardiaci, alza la pressione arteriosa, aumenta la frequenza respiratori, stimola l’attività nervosa e ghiandolare.
Il GIALLO ha sempre una “energia” calda, è un colore adatto agli sportivi perché aumenta il tono neuro-muscolare ed aumenta la prontezza dei riflessi. Aiuta la digestione, perché stimola la produzione dei succhi gastrici.
Il VERDE ha una “energia” neutra. E’ il colore terapeutico per antonomasia. Promuove il benessere generale dell’organismo, è antistress ed antiansia, aiuta a combattere le cefalee e l’insonnia è germicida ed antibatterico.
Il BLU ha una “energia” fredda, è il colore della calma e della serenità emotiva. Diminuisce i battiti cardiaci, il ritmo respiratorio e la pressione arteriosa. Ha spiccate funzioni antinfiammatorie, sedative ed antifebbrili.
L’ INDACO, anche questo ha una “energia” fredda. Aiuta l’attività meditativa e aumenta la capacità di comprensione, stimola la produzione dei globuli bianchi e lo sviluppo osteo-scheletrico.
Queste indicazioni sono state prese da Assobenessere, l’associazione di Confindustria che associa le industrie che si occupano della salute e del benessere.
(per chi volesse approfondire http://www.assobenessere.it/details.asp?id=21 oppure in google cromoterapia)
Cicco ci propone una riflessione molto seria e amara. A voi di commentare e pensarci su. Siete d’accordo con lui?
Chi crede facilmente di poter raggiungere un ideale, di compiere un’opera, e non indugia prima a studiare e ad esaminare le difficoltà da superare per attingere quello scopo; chi si lascia vincere e trascinare da proteste di amicizia, senza mettere prima alla prova quell’amico, per poter giudicare della sua sincerità; chi non conosce la vita,e la crede sempre un giardino fiorito, per queste ingenuità e debolezze di carattere, per questo inesperienza del mondo, è destinato a soffrire le più tristi disillusioni. Bisogna avere la mente esperta, il carattere forte, l’animo temprato alle lotte, per non provare disillusioni.
Vi sono alcuni che vivono alla giornata, paghi di risolvere giorno per giorno il problema della vita, che credono che la vita possa essere trascorsa senza alcuna preoccupazione del domani, che sperano in un costante favore della sorte, ma verrà giorno in cui si accorgeranno del loro errore. Essi sciupato quotidianamente i loro guadagni , non hanno messo da parte nulla, quando avrebbero potuto accumulare qualche risparmio, e se un giorno saranno colpiti da una grave malattia o dovranno cessare di lavorare, si pentiranno di avere pensato all’oggi, senza provvedere al domani ed avranno la crudele disillusione, l’amaro disinganno di trovarsi abbandonati, senza aiuti e senza speranza.
Vi sono quelli che abbondano di troppa fiducia nei loro conoscenti, stimandoli veri e sinceri amici. Essi ripongono in questi esseri ipocriti e falsi tutto il loro affetto, tutta la loro confidenza; li mettono a parte delle loro gioie e dei loro dispiaceri, comunicano loro i più intimi segreti, né rifiutano qualunque richiesta di aiuti o di denaro. Ma le cose vanno bene finché c’è la buona fortuna; appena cambiato il vento, si cambia anche la scena. I falsi amici si dileguano, e quegli ingenui hanno la dolorosa sorpresa di essere abbandonati da coloro nei quali avevano riposto tutta la loro benevolenza.
Vi sono alcuni che desiderano ardentemente di ottenere un impegno, o di raggiungere un ideale da lungo tempo sospirato. Troppo semplici di animo e facili alle illusioni, sono sicuri che nessuno di loro si rifiuterà di aiutarli; ma quando, al momento della prova, si vedono accolti con freddezza e con false promesse, quando al momento di mettersi all’opera, vedono tutte le difficoltà che quell’opera presenta ; quando s’accorgono che volevano raggiungere un ideale che era superiore alle loro forze, allora quale amara disillusione li aspetta!
Nella vita, ad ogni passo troviamo un disinganno. Trascorso il primo periodo infantile, di gioie, di illusioni e di sorrisi, appena entrato nell’adolescenza, l’uomo, vede tutte la rose mutarsi in spine, tutte le gioie mutarsi in lacrime.
Per non subire disillusioni nella vita, bisogna affrontare con animo virile le avventure della vita, bisogna prepararsi a combattere con coraggio e costanza.
Ancora di chat si parla sempre di chat, direte che noia mortale, ma in fondo è anche un modo per capire meglio noi stessi.
Recentemente ci sono stati in questo blog commenti, opinioni, pareri sulla chat e sulle sue regole. Molto contrastanti.
Ecco come Giuliano vede la chat ed ecco due testimonianze su Eldy, di due eldyane.
Una è positiva ed una negativa.
Una di Alba Morsilli che è con noi da moltissimo tempo ed una di Sandra.vi, un’eldyana recentemente arrivata.
A voi i commenti e le esperienze se avete voglia di condividerle (pca)
Perché tante persone scelgono i rapporti virtuali?
Perché preferiscono dire “Ci sentiamo stasera in chat” invece che “Ci vediamo stasera in piazza, bar, pizzeria o al telefono?”
Interagire attraverso una tastiera, nascondersi dietro un monitor, vuol dire rifiutare il confronto genuino con altre persone?
Si “entra” (questo è il termine chattarolo) perché manca qualcosa che non si riesce ad avere nella vita reale?
Perché di fronte ad incomprensioni nel reale, la tentazione è di “fuggire”nella vita virtuale, dove c’è qualcuno nella chat che ti comprende e ti ascolta.
Come esempio riporto solo una frase di persona che conosco nella vita reale:
Per quanto riguarda l’amicizia posso dire di aver sperimentato direttamente, come a volte mi sia stato più facile parlare con amiche virtuali che non con amiche che conosco di persona da tanti anni.
Esaminiamo le chat, questi salotti virtuali con frequentatori, a volte, dai nick strani.
Le chat sono considerate la parte più interattiva di internet perché l’interazione fra gli utenti è l’elemento più importante.
Ci sono persone che entrano in chat, all’inizio, perché cercano comprensione e persino affetto.
Chi dice di entrare in chat per passatempo non sempre dichiara la verità. Esistono tanti modi molto più costruttivi per “passare” il tempo.
La velocità della chat assomiglia, a volte, a uno screensaver: una pioggia di scritte che si accavallano e diventa difficili leggere e comprendere il significato.
Solo dopo un po’ di tempo e con una certa pratica si riesce a comprendere il contenuto e a rispondere in tempo.
Quando invece dei tanti discorsi che si fanno, confluiscono in uno solo, allora si gusta l’essenza della chat.
In chat capita di litigare, non capirsi, “prendersi a parole” ma questo succede anche con chi ti guarda dritto negli occhi.
Incidenti di percorso ne capitano certo, le incomprensioni sono facili e le persone permalose sono tante. Accade che un nick ci piaccia particolarmente. Non per le sue sembianze ma per quello che scrive, allora si può imbastire una piacevole e rilassata “conversazione”.
A volte possono innescarsi meccanismi strani e non pilotabili, e non sono rare le storie che nascono…di vera amicizia? affetto?…amore?
Già, gli amori… pare che capiti anche quello. Con certe persone a forza di “parlare” (uomini o donne che siano) si crea un legame che senti a pelle.
Potrei citare numerosi “magic moments” di chat. Quando si è tra persone con cui si condividono pensieri, si parli di politica, di tempo, gastronomia, musica, arte o altro… non importa si crea un feeling.
Ci si ritrova a guardare un monitor, e a battere tasti sapendo però che dall’altra parte, in quello stesso momento, ci sono persone “vere” che stanno facendo la stessa cosa… si esprimono.
Rimane il problema che il virtuale permette di non essere se stessi in modo molto più facile che nella realtà, permette di creare personaggi e di apparire per quello che non si è.
Io credo che l’unico modo per vivere bene il virtuale è prenderlo come un momento diverso e transitorio, una piccola parte di una cosa più grande e importante che è la vita reale.
Da parte mia la chat, la vivo affidandomi all’ironia per comunicare pensieri e non mi aspetto nulla.
Con certe persone decidi un giorno di prendere …un caffè e così passi dal virtuale al reale.
Un reale tutto da vivere e vedere come va…come la vita insomma.
(Come una S.P.A. Società Per Amicizia , vero amiche virtuali/reali?)
Un saluto e buona chat a tutti.
L’ultimo rapporto Censis/Repubblica informa che un quinto gli over 60 in Italia usa quotidianamente internet per più di un’ora dimostrando “come il reticolo delle relazioni virtuali e l’informazione online abbia rotto le resistenze dei più refrattari verso le tecnologie digitali”.
Ed ecco a voi le due testimonianze contrastanti
Ipocrisia e incoerenza scritto da Alba Morsilli e riferito alla chat
Frequento Eldy da circa quattro anni e mezzo, una chat che dovrebbe avvicinare le persone, mentre si formano gruppetti legati da rapporti simili-massonici.
In Eldy esiste tanta ipocrisia e incoerenza.
L’onestà, la sincerità, sono qualità indispensabili per stare bene con se stessi. Dire ciò che si pensa senza ipocrisia, l’onestà è un piacere. Si può pagare, ma ne vale la pena.
L’ipocrisia e l’incoerenza sono atteggiamenti molto simili tra loro e allo stesso tempo molto diversi.
Un ipocrita è colui che cerca di difendere le sue azioni con parole inadeguate e sconnesse ai fatti.
L’incoerente è una persona indecisa, perché afflitta da una situazione esterna, molto spesso fa la scelta sbagliata tradisce l’amicizia, anche se consapevole che l’errore commesso non si rimedia più.
Io penso che i veri amici non esistono più, oggi giorno ti sono amici solo perché hanno bisogno di qualche favore, poi quando non hanno più bisogno di te ti scaricano.
Quando scopri che l’amica ti ha tradito è un dolore, ma io sono convinta che è un segnale positivo tutto ciò, è dal male che si cresce.
Sandra.vi, che ha partecipato al concorso: “Come vedo Eldy, la mia esperienza” ed ha vinto il secondo premio, ci racconta “il suo incontro con eldy”
Il mio incontro con eldy scritto da Sandra.vi
Per raccontare il mio incontro con ELDY dovrei tornare indietro cogli anni; quando a mia figlia, conseguita la maturità, proposi una vacanza in Grecia, in compagnia di una cugina. Conobbero degli studenti greci, la cosa mi lasciò indifferente, la distanza che ci separava era tanta…Invece i ragazzi non si persero di vista, lui si laureò in matematica, mia figlia dopo qualche anno in fisica nucleare. Complici molteplici eventi, i due ragazzi si innamorarono………io ero sola, avevo solo lei….. la casa era grande …..si sposarono. Dopo 2 anni mio genero non resistette in Italia, avevano un terreno in Grecia tra gli ulivi e costruirono la casa, mia figlia se ne partì felice a fare la casalinga, ebbero una figlia e la nonna che fa? Rimasta sola in Italia, da brava chioccia inizia i viaggi Italia Grecia…… Gli anni passano, nasce un altro adorato nipote, la nonna invecchia, alt ai viaggi in macchina, prende l’aereo, i soggiorni in Grecia sono sempre più lunghi, nonna non sa la lingua, diventa sempre più brontolona, più impaziente, la donna vivace piena di vita si spegne poco a poco, perde interesse ed è sempre più sola in questo paese straniero. Un giorno, per il suo compleanno, Lucia e Matteo arrivano con un computer: ‘per te nonnina’. Apro incuriosita mi appare un bel elefantino simpaticissimo e un “ciao Sandra”…………..guardo stupefatta i miei nipoti “ma cosa avete combinato?” ridono… “ti piace nonnina? Mettiti al lavoro”. Mi metto al lavoro è questo il mio incontro con ELDY, ma quanta strada devo fare ancora. Pian piano seguo le lezioni di ELDY, comincio a leggere i giornali, mi gusto pezzi di musica coi miei tenori preferiti, non oso aprire le chiacchere, mi fanno quasi soggezione … che ci troverò? Un giorno parto decisa, apro, mi trovo tante stanze, ne apro una, mamma cara, il mio nome appare in alto; vedo scorrere una sfilza di nomi con delle frasi, chiudo tutto precipitosamente. Che emozione, mi sento come una lumaca che ha allungato i cornini e li ritira precipitosamente nel guscio. La curiosità è tanta, ritento il giorno dopo, idem così per due o tre volte finchè vedo scritto “Sandra ti sto tenendo d’occhio da qualche giorno, perchè scappi, e non scrivi anche tu?” – “ma cosa posso fare?” – “dài buttati!!”…ho trovato il mio primo amico “eldyano”. Con pazienza, gentilezza, competenza, mi insegna l’a.b.c. del pc, mi aiuta ad aprire la camera “amici”, ne faccio altri. Posso camminare da sola, scopro quanto mi può dare ELDY: articoli scritti molto bene, poesie, arte, curiosità, inchieste riportate da persone competenti. Scopro tantissime cose molto interessanti e faccio i miei commenti. ELDY mi ha aperto una finestra sul mondo, non solo ha riempito di nuovo la mia vita: non mi sento più sola perché so che se apro il mio pc seduta alla scrivania c’è una luce verde, clicco, “ciao sei in linea?” qualcuno mi risponde sempre…….inoltre i miei adorati nipoti dicono “noni, che brava!!”. Ora sono sempre una nonna brontolona….ma ormai sono anche una nonna WEB…
Sandra ci scrive dalla Grecia raccontandoci le sue impressioni di vita in un paese straniero, che delle similitudini col nostro le ha.
Da parecchi anni vivo in Grecia, ospite di mia figlia, da prima per brevi periodi, che man mano col passare degli anni si sono sempre più allungati, fino a diventare mesi.
Viviamo al centro della Grecia tra il mare e le montagne, dove i Persiani sconfissero Leonida, nella patria di Achille; una terra sopratutto di agricoltori e pastori, uscita da anni di dure guerre devastanti, sempre però mantenendo la propria identità, la sua fierezza.
Tuffandosi nell’era moderna cercando di farsi strada in questi anni nell’occidente, accettando l’euro con qualche brontolio e diffidenza, mentre sulla sua testa gravava sempre la spada della bancarotta.
Se pensiamo che sono i Greci che ci hanno dato la luce del sapere, che sono un popolo intelligente ed ingegnoso ed ora vivono al “lume di candela”….
Dicono che se si convive, li si capisce, ma dopo tanti anni, non so se posso dire di averli capiti completamente. Sono la contraddizione in persona, e lo dimostrano di fronte a loro stessi.
Infatti, quando li senti parlare tra loro con amici si possono insultare, disprezzare, essere offensivi con se stessi; ma prova a parlare male di uno di loro … ecco che insorgono esaltando le loro virtù elleniche, sono il sale della terra.
Non è che non riconoscono i loro difetti, non sopportano che siano gli altri a metterli in evidenza.
Ospitali come la loro terra, la loro casa è sempre aperta agli amici ad ogni ora, tranne quella dedicata al sacro riposo pomeridiano. Non occorre contare molto sulla puntualità però. L’orologio decora bene la parete…
Una terra dai cento volti, passi dai paesaggi mozzafiato ai luoghi brulli, le isole che si adagiano come una manciata di sale in un mare cristallino, una più bella dell’altra, una più ricca di storie mitologiche, storia antica e su su percorrendo il paese verso nord le meteore, questi stupendi monasteri a picco, sulle punte di monti raggiungibili con centinaia di scalini o, come facevano i monaci, tirati su nei sacchi, da carrucole. Infine stupendi laghetti si gettano uno nell’altro, circondati da conifere con lo sfondo di monti, e non ti sembra d’essere in Grecia.
Ed ora questa crisi che è piombata come una mazzata, ma non tanto da far perdere la speranza di uscirne ancora una volta, di potercela fare.
Bastava che gli aiuti fossero giunti prima non saremo arrivati a questi estremi. Atene è in ginocchio, negozi chiudono, sono molti i disoccupati, i tagli agli stipendi. Nelle altre città la crisi la si sente meno, ognuno cerca di arrangiansi come può, molti sono tornati al paese, alla terra.
Brontolano, protestano, però cercano di tirare avanti alla meno peggio possibile, non è ancora finita, non è ancora detta l’ultima parola. Prima di allora possono capitare tante cose… e poi un po’ di musica rallegra i cuori ed è un invito alla danza… domani è un altro giorno
Dall’esterno leggono nel blog ed hanno anche letto le piccole scaramucce che regolarmente si producono in ogni comunità, in ogni gruppo di persone. Spitz o meglio il signor Spielman von Zuhoerer mi ha pregato di pubblicare questa sua
Ho inviato queste righe al responsabile del Blog, non so se sarà possibile pubblicarle, nel caso affermativo non mi prendete per saccente o altro, è mia materia di studio e spero apra un confronto leale, sincero senza… nascondersi dietro il monitor.
Come sapete io non faccio parte della vostra comunità ma leggo e intervengo solo dall’esterno.
L’obiettivo principale di un Blog è di coinvolgere più persone possibili ad avere un confronto su i temi trattati.
Tutti noi siamo potenzialmente permalosi. Perché tutti vogliamo fare bella figura, essere elogiati e, se siamo convinti di esserci comportati bene, quando qualcuno ci fa una critica, un’osservazione che sentiamo profondamente ingiusta, ci indigniamo, reagiamo …in qualche caso “sbattendo la porta”.
A volte riflettere qualche secondo in più, analizzare i fatti o le parole con più freddezza ne fa scoprire lati che magari non avevamo colto al momento o un’ironia che non avevamo saputo apprezzare scambiandola per un’offesa!
So che non è facile da mettere in pratica, ma ci si può provare… ogni tanto!!
In generale gli argomenti trattati sono molto variegati anche grazie all’apporto di tante persone che fanno parte della comunità di Eldy e che sono il vero motore del blog.
Nella “Home Page”di Eldy. (www.eldy.org) oltre ai simpatici “curricula”dei responsabili c’è questa scritta:
“I blog sono realizzati dagli utenti della comunità di Eldy e offrono degli spunti di discussione e intrattenimento per la chat. I blog sono aperti a chiunque voglia contribuire con articoli, video, foto, materiale di ogni tipo.”.
“Divertitevi a diventare scrittori e giornalisti con Eldy!”
Questa è una community virtuale che ha sì, le proprie dinamiche interne, ma dove ci si aspetta che siano osservate, anche, le regole non scritte che sono il riferimento per tutte le comunità virtuali di tutti i blog e forum del mondo.
L’aggettivo “virtuale” utilizzato in “comunità virtuale” è riferito alla natura intrinseca d’internet e non alla comunità fine a stessa poiché costituita da persone reali a tutti gli effetti.
Per tale motivo, nelle comunità virtuali (da adesso semplicemente: comunità), vigono le medesime regole che troviamo nella società in cui viviamo quotidianamente e di cui siamo tenuti a rispettare e a osservare Regole che, nel loro complesso, favoriscono la sana convivenza fra le persone che ci circondano e che su internet prendono il nome di Netiquette.
Il termine Netiquette deriva, infatti, dall’unione di due parole: Network (riferito a internet, quindi alla rete) ed Etiquette o etichetta, in altre parole comportamento (si potrebbe tradurre anche in “galateo della rete”.)
In altre parole con: Netiquette s’intende tutto l’insieme di norme applicabili alla rete e
ispirate a tre principi fondamentali:
a) La buona educazione;
b) Il rispetto reciproco;
c) Il buon senso comune.
Principi cui siamo già stati educati a osservare nei rapporti quotidiani col mondo esterno che ci
circonda.
Si può semplicemente ricominciare dal proprio “orticello” con un po’ di modestia e umiltà e senza permalosismi di sorta.
Vi ringrazio per l’attenzione concessami e auguro a tutti voi un buon proseguimento.
Spitz (Spielman von Zuhoerer)
I giornali titolano:
Napolitano: «È una follia che i figli di immigrati nati in Italia non siano cittadini»
Lega: «Pronti alle barricate in Parlamento e nelle piazze»
Pd: «Una legge da approvare prima di Natale»
Franco Muzzioli, sempre pronto a stimolare un dialogo, ci espone i fatti e la sua personale opinione.
Io vorrei sottolineare un punto: la differenza tra ius sanguinis o diritto di sangue e ius soli o diritto di territorio.
Lo ius soli, (diritto del suolo), cioè il diritto di avere la nazionalità del paese dove si nasce, indipendentemente da quella dei genitori, è in vigore in USA, in Canada, in Argentina e praticamente in quasi tutti gli stati del Nord e Sud America nonché in alcuni dell’Asia e dell’Africa.
Lo ius sanguinis (diritto di sangue), cioè il diritto di avere la stessa nazionalità di uno o di tutti e due i genitori, è soprattutto la regola più comune in Europa e in Asia. In alcune nazioni europee si applica lo ius soli, ma a particolari condizioni (Francia, Germania, Regno Unito). Ci sono poi nazioni che usano tutte e due le forme ed una persona ha il diritto di avere più passaporti.
Questo per darvi un quadro rapidissimo della situazione negli altri paesi.
In Italia è applicata solo la regola del diritto di sangue e chi nasce da genitori non italiani, non è italiano, anche se non sa nulla del paese dei suoi genitori, ma parla italiano, pensa italiano e si comporta da italiano.
Adesso a voi la lettura dell’articolo di Franco Muzzioli.
Non esitate ad esprimere la vostra opinione, se ne avete voglia (pca)
Il “suolo natal”
“Va pensiero sull’ali dorate
va ti posa sui clivi, sui colli
dove olezzano tiepidi e molli
l’aure dolci del suolo natal”
Ma i Leghisti capiscono quello che cantano? Questa è la prima strofa del “va pensiero” inno nazionale padano e splendida musica verdiana.
Quando i signori in verde pronunciano “il suolo natal” dovrebbero capire che stanno dicendo …”la terra dove uno è nato”….orbene se uno è nato a Monza …è di Monza (quello è il suo “suolo natal”)…mi pare chiaro fin qui.
Se un signore si chiama Abel Bikida ed è nato a Monza è di Monza, non ha importanza se è nero o se si chiama Abel …poteva essere rosso e chiamarsi Toro Seduto e sarebbe stato di Monza lo stesso.
Allora come mai, benedette camice verdi, fate le barricate perché quel grand’uomo del nostro Presidente della Repubblica ha detto che è una follia negare la cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia ?
Un po’ di coerenza: …o “il va pensiero ” …o le barricate.
La figlia della signora che viene ad aiutare mia moglie nelle faccende di casa, è una splendida ragazzina di 11 anni, si chiama Sukeina (nome marocchino) è nata a Modena, parla un bel modenese con una notevole inflessione, è intelligente e brava a scuola …se non diventa presto cittadina italiana ….sono io che faccio le barricate.