AGORÀ

Ho ultimato da poco la lettura di un libro di Cesar  Romao, autore brasiliano nel quale ho trovato un episodio che mi ha fatto pensare molto e vorrei sottoporlo a tutti voi e condividere la vostra opinione.

Cesar Romão

CESAR   ROMAO

Cesar Romao  è un autore brasiliano che vive a San Paolo con la sua famiglia. E’ laureato in diritto e si è distinto soprattutto per aver partecipato intensamente alla formazione delle strategie del Comando e della Scuola  Militare brasiliana. L’incontro con Og Mandino e l’amicizia che ne  seguì, contribuirono ad introdurre Romao  nel mondo letterario .

A San Paolo ha fondato una Associazione  “LA FABBRICA DELLA GENTE” che si occupa del recupero dei così detti bambini di strada  ponendosi come obiettivo  la formazione  e l’inserimento nel lavoro. Ha creduto molto in questo progetto tanto che ancora lo porta avanti.

È autore di molti best-sellers, che hanno riscosso enorme successo in  Brasile e in molti paesi dell’America latina, per  la profondità dei concetti e per la tenacia che mette nel realizzare i suoi progetti.  Oggi vive e continua a lavorare a San Paolo.

Da  qualche giorno  ho finito di leggere un suo libro:  “PUOI FARCELA ANCHE TU” nel quale ho trovato un episodio che mi ha fatto pensare molto e che vorrei sottoporre a tutti voi. Sicuramente mi ha fatto riflettere su quanto sia importante un pizzico di umiltà nei rapporti interpersonali  e mi farebbe piacere che foste anche voi a giudicare.

“Una volta, mentre tenevo una conferenza, notai che in platea c’era un personaggio che aveva costruito una brillante carriera professionale: Carlos Alberto  Parreira (famosissimo allenatore brasiliano n.d.r.)

Carlo Alberto Parreira

Al termine ci mettemmo a chiacchierare  sotto il palco e ad un certo punto gli diedi un suggerimento per la sua conferenza, che si sarebbe tenuta il giorno successivo. Rientrato in camera mi resi conto della sciocchezza che avevo fatto e dissi fra me e me: “che razza di presunzione, la mia. Suggerire a Pareira cose di calcio da dire in conferenza”.
Il  giorno dopo mi misi a cercarlo per chiedergli scusa, ma non lo trovai. Così andai alla sua conferenza e a un certo punto, con mio grande stupore, lui citò il mio nome e la conversazione che  avevamo avuto, ed inserì il suggerimento che gli avevo dato fra gli elementi del suo discorso.
Quando terminò andai a parlargli e gli dissi che avrei voluto scusarmi. Lui sorrise e mi rispose: “Il suo suggerimento era molto buono, Romão, al punto che l’ho inserito nella mia conferenza. Per quanto successo possiamo avere, non dobbiamo  chiuderci gli occhi e ignorare gli altri; è solo con l’umiltà che si consolida una carriera”.

Ho sempre provato  una grande ammirazione,  per lui, per la sua storia di vita, le sue sfide e i suoi successi, ma in quel momento la mia stima nei suoi confronti aumentò e mi  rafforzai nell’idea che i grandi  professionisti sono grandi proprio perché sanno come rapportarsi ai piccoli. Amico mio, grazie per la tua amicizia.

Ecco ora, amici miei, che grande esempio ci hanno dato Romao  e Parreira, pur essendo delle persone di spicco, hanno dimostrato che credersi dei grandi uomini non serve,  se  alla fama non si accompagna un po’ di umiltà e buon senso.

Se ne volete sapere di più su Cesar Romao e i suoi libri: http://cesarromao.blogspot.com/

scritto da paolacon il 21 11 2011

 

 

 

È lecito fare della satira?

La satira ha una lunga tradizione alle spalle. Nasce come forma teatrale, come componimento in versi, ironico o aggressivo, che ha il preciso intento di suscitare riprovazione e persino condanna. Ecco il potere della satira: ferire, offendere, denudare impietosamente anche chi ci appare intoccabile.

La satira costituisce la più graffiante delle manifestazioni artistiche, essendo quindi una forma d’arte, il diritto di satira trova riconoscimento nell’art. 33 della  Costituzione che sancisce la libertà dell’arte. (L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento…)
Ma è una forma d’arte particolare. Il contenuto del messaggio satirico è lo sbeffeggiamento del suo destinatario, che viene collocato in una dimensione spesso grottesca. La satira mette alla berlina il personaggio al di sopra di tutti, l’intoccabile per definizione; ne esalta i difetti ponendolo sullo stesso piano dell’uomo medio. Da questo punto di vista, la satira è un formidabile veicolo di democrazia, perché diventa applicazione del principio di uguaglianza.

 

“La satira è l’elemento più civilizzato di cultura. È critica. È sana. Porta la gente a vedere.
Io non cerco di condurre la gente a giudicare, io cerco di renderla nervosa, perché la pongo davanti a situazioni, che sono fuori dal contesto e che permettono molteplici spiegazioni.”

Saul Steinberg (New York Times Magazine, 1964)

AGORÀ

Alcuni giorni fa Maurizia, in Incontriamoci, ci ha fatto riflettere su come eravamo da bambini e  come siamo “sopravvissuti”  (bene).
Con questa sua rievocazione Franco Muzzioli ci ricorda  come “eravamo fortunati”. Che ne pensate? siete d’accordo?

Ultimamente parlando con mia moglie dei giovani, della precarietà del lavoro, degli affitti, della difficoltà di molti di arrivare a fine mese, si diceva che siamo stati fortunati, molto fortunati!
Per curiosità ho voluto rispolverare vecchie buste paga degli anni sessanta (che conservo con maniacale pignoleria).
Facendo alcuni conti mi sono accorto che la differenza tra lo stipendio lordo e quello netto non superava il 10%, pagavamo 20.000 lire al mese di affitto che equivaleva a circa un 10/12% dello stipendio .
Ora prendiamo un giovane “fortunato” che lavora e percepisce 1.200 euro a mese, la sua tassazione supera globalmente il 25% e …se è ancora “fortunato” …paga un affitto o un mutuo di 600 euro a mese (cioè il 50% del suo stipendio netto).
Ora chiediamoci come mai lo Stato allora si accontentava di aliquote così basse?
Come mai i proprietari di appartamenti erano così onesti da applicare sempre “l’equo canone”?
L’attuale governo .. . perchè non parla mai di diminuire la tassazione sul lavoro dipendente?
Perchè i Comuni non riescono a programmare un equo canone (affitti agevolati) con eventuali do un des  con i proprietari (calo dell’ICI o altre cose del genere) ?
Se il giovane “fortunato” , che percepisce 1.200 euro a mese , invece che avere a disposizione 600 euro .. venisse tassato come negli anni sessanta e se pagasse affitti “equi” ,come allora….si troverebbe in tasca circa 1.400 euro!!!!!!!
Potrebbe “consumare” di più, facendo aumentare la produzione industriale e quindi dando la possibilità di creare nuovi posti di lavoro.
Quello che lo Stato ed i Comuni non percepirebbero facendo queste operazioni…dovrebbe essere prevelato  da chi detiene la ricchezza e da chi evade (solita solfa!)
Forse così potremo regalare un po’ di “fortuna” ….e futuro… alle nuove generazioni.

scritto da paolacon il 13 11 2011
LE MUSE (varia umanità, cultura)

Riprendiamo i racconti della domenica e riflettiamo di come realtà e fantasia a volte si mescolano e di come l’immaginazione , forse, è un modo di vedere la verità. Buona lettura!

Almeno ti lavassi! Lo disse con spregio, il distinto signore col cappello, ad un barbone passandogli accanto, schivando il grosso cane che, accucciato, sonnecchiava. Per lui, povertà e sporcizia erano disdicevoli, segno inequivocabile di ignavia. Le autorità non avrebbero dovuto permettere che stesse lì. Ne andava del decoro della città!
Stavano quasi sempre lì, sul gradino dell’atrio del cinema, lui e il suo grosso cane. Non chiedeva l’elemosina, aspettava che gliela facessero. Al suono di una moneta accennava un sorriso. A volte seguiva con lo sguardo la persona che gli aveva lasciato la moneta nel piattino di plastica rosa, poggiato a terra, sopra un vecchio plaid a quadri, sul quale spesso si inginocchiava. Aveva gli occhi di un colore blu intenso, come il mare, i lineamenti gentili, con carnagione chiara ed i capelli, anche se rasati a zero, si notavano perché biondissimi. Questo mi faceva pensare che quel giovane, perché giovane era davvero, fosse di origine nordica, forse tedesco. Nessuno sapeva dove andava quando non era là dove era sempre: spariva!. Riappariva dopo alcuni giorni, uguale a prima, sporco come prima. Si perché in effetti era davvero molto sporco: negli abiti, le mani, il viso. Anche il plaid.
Mi piaceva pensare, vedendolo, che si chiamasse Hans. Gli si addiceva, e mi piaceva pensare che quel barbone sporco fosse un salvatore dell’umanità.
Hans sarebbe potuto essere un famoso scienziato, un chimico di fama internazionale. Sì. Poteva benissimo essere cosi! Hans era un famoso chimico! Lavorava in un grande laboratorio chimico in una delle più grandi aziende chimiche del mondo. Prima al liceo, poi all’università, per Hans la chimica aveva sempre avuto un’importanza fondamentale: le formule per lui erano la vita, la gioia; erano “l’essenza del tutto”. Si era appassionato alla chimica dei saponi da ragazzo, leggendo un articolo nel quale venivano elencati i componenti di un nuovo detersivo in polvere per lavastoviglie: nomi lunghissimi, strani, altisonanti. Formule misteriose. Incominciò a documentarsi e ad imparare a produrre da sé i saponi. Scoprì che il primo sapone sintetico era prodotto dalla Henkel nel 1834, che nel 1907 fu inventato un processo per la produzione del sapone secco in polvere, scoprì che dai residui delle lavorazioni del petrolio si potevano ricavare una infinità di sostanze utili allo scopo e a costi bassissimi. Tensio-attivi, detergenti, sbiancanti, acque dure, ph, alcalinità, basico, acido, suonavano come musica alle sue orecchie, lo estasiavano.
Le vendite aumentavo, si inventavano sempre nuovi prodotti, si inventavano nuove esigenze al consumo: detersivi per lana, per cotone, per piatti, per pavimenti, bagni, cucine, vetri. Nuovi detergenti per l’igiene, per i bambini, per le donne e per gli uomini. Detersivi industriali e familiari, sbiancanti, ammorbidenti, profumati, liquidi, in polvere, in compresse e flaconi. Non importava che tutte queste sostanze finissero negli scarichi fognari. Non importava che i depuratori non fossero in grado di “depurare” le acque prima che arrivassero al mare. Eutrofizzazione del mare, abnorme aumento delle alghe, avvelenamento delle falde acquifere, morie di pesci, modifiche genetiche: non importava. C’era la convenienza. Sempre nuove ricerche, nuove scoperte, nuovi prodotti. Nuove esigenze: sempre più bianco e sempre più morbido.

Alchilamina di cocco, Quaternaria etossilata, Alchi politossisolfato, tensioattivo anionico….. Qualcuno comincia a sospettare di questi elementi chimici, qualcuno parla di ecologia, qualcuno cerca di rassicurare. Ad Hans sorgono i primi dubbi: in lui si fa strada l’idea che forse si sta esagerando, che forse non è giusto che il profitto possa essere al di sopra della stessa sopravvivenza del pianeta. Sodium dodedecylbenzenesulfonate. Hoptical brightner, hexil cinnamal, solventi organici idrosolubili come l’etanolo. Alcune di queste sostanze mettono in difficolta la fauna dei fiumi. Gli sbiancanti che ingannano l’occhio contengono tiofene con biodegrabilità molto lunga. Hans tutto questo lo sapeva e bene. In buona parte ne era il responsabile. Il fautore. Era orgoglioso del lavoro che aveva fatto i quei pochi anni ma era anche consapevole ora che quelle ricerche, quelle scoperte potevano rivoltarglisi contro. E non solo contro di lui. Igienizzanti, disinfettanti, profumanti, sterilizzanti… Ma davvero erano indispensabili quei prodotti? Davvero la vita sarebbe stata impossibile senza? Davvero avrei lasciato la scia dove passavo se non avessi usato quei prodotti che io stesso avevo inventato? I dubbi lo assillavano. Hans cominciava a farsi scrupoli. Da meno di cento anni si usano questi detersivi: prima come hanno fatto? Come si lavavano? Si lavavano? Usavano erbe, essenze, resine. Tutta roba naturale, non conoscevano la chimica, non come noi! Sì ma il paradiclorobenzene corregge l’odore nei prodotti per la pulizia del wc! Ebbè? Ed il Triclosan dei dentifrici, colluttori, deodoranti? L’ ho messo anche nelle spugne per i piatti!!!!

Lo squillo insistente del mio cellulare mi sorprende: non mi chiama mai nessuno. “Dove sei?”
Riconosco la voce di mia moglie. Esito un po’ a rispondere. Mi guardo attorno………………………..
“arrivo!. Sono nei pressi del cinema!!!”<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<

N.B. i dati tecnici sono stati liberamente tratti dal sito: http://www.scuoladelconsumo.it/download/Archivio/Detersivi_e_detergenti

 

 

scritto da paolacon il 5 11 2011

PAGINA LASCIATA VUOTA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lascio la prima pagina di questo blog in bianco, la lascio al silenzio come ci ricorda la poesia di Alda Merini

Silenzio, meditazione, riflessione, presa di coscienza, ma anche tanta, tanta rabbia

Gli eventi naturali non sono sempre incontrollabili e imprevedibili, la natura non si può sempre piegare al nostro volere per speculare selvaggiamente di più e meglio, i torrenti non si possono imprigionare sotto l’asfalto per costruire senza un criterio…

Il solito minuto di silenzio non basta per onorare questa terribile catastrofe

 

scritto da paolacon il 1 11 2011

Fiocco rosa per la terra: è nata Danica ora siamo sette miliardi.

E’ nato il settemiliardesimo abitante della terra,ne vogliamo parlare?
Vuoi sapere quando sei nato/a che numero eri nel mondo?
Leggi in fondo all’articolo.

7miliardesimo umano

 

La popolazione umana mondiale ha raggiunto i sette miliardi: il traguardo è stato raggiunto grazie alla nascita una bambina, ma il primato sarebbe conteso tra le Filippine e l’India. Le autorità Filippine, infatti, sostengono che il sette miliardesimo nato sarebbe la piccola Danica, nata in un ospedale di Manila due minuti prima della mezzanotte, ma anche l’India si è messa in fila per accreditarsi il primato, infatti, sarebbe la piccola Nargis, nata in una casa di Lucknow a detenere il record.
E’ “lotta” dunque tra la piccola Danica e la piccola Nargis, anche se a pensarci bene, il dato della popolazione mondiale è talmente dinamico che forse questa lotta non ha poi tanta ragione di esistere.
E’ una bella notizia?
Sette miliardi di persone hanno bisogno di nutrimento. Di energia. Di offerte interessanti in materia d’impiego e d’istruzione. Di diritti e libertà. La libertà di allevare i propri figli in pace e sicurezza.

In Europa, gli over 60 sono aumentati costantemente, erano 384 milioni nel 1980, sono oggi 893 milioni. E la vita media è di 80 anni secondo l’Unfpa (Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione).
Nell’Africa a sud del Sahara l’aspettativa di vita è di 54 anni e parlare di disoccupazione, sfida difficile per il nord del mondo, suona quasi una beffa in quelle latitudini.
Negli anni è un po’ diminuito il numero di coloro che vivono con 1,25 dollari il giorno, più o meno il prezzo di un nostro cappuccino con brioche, ma è comunque spropositato: erano 1,8 miliardi nel 1990 e 1,4 miliardi nel 2005. E’ scesa anche la proporzione di chi non ha abbastanza cibo, che però sono aumentati in termini assoluti: erano 815 milioni nel 1990 e sono oggi 925 milioni. Crescono anche le disparità sociali: nel 1960 il 20% della popolazione mondiale possedeva il 70% delle ricchezze; oggi ne possiede il 77%.
Ma la sfida maggiore resta ancora la barbarie della morte per fame: secondo alcuni dati, 720 bambini ogni ora. E nel mondo industrializzato si continua a buttare troppo cibo che sarebbe in grado di sfamare quella grande percentuale della popolazione che soffre la fame ogni giorno.

Il numero di persone sulla Terra è più che raddoppiato negli ultimi 50 anni.
Fonte dei numeri: ANSA.

 

E sempre in tema di numeri vi piacerebbe sapere che posizione occupavate quando siete nati?

Il sito della BBC vi dà la risposta:

http://www.bbc.co.uk/news/world-15391515

(Se non si apre, copiate il link e incollatelo nella vostra barra degli indirizzi.)

Inserite la vostra data di nascita giorno, mese e anno clic su GO e saprete che numero occupavate nel mondo.

Nella seconda pagina (clic su NEXT) si può sapere il numero della popolazione dell’Italia o altro paese.

scritto da paolacon il 27 10 2011

 

Leggo sul web oggi e ve la riporto così come l’ho letta…

“Interessi dal 208 avanti Cristo per una multa dei vigili di Agrigento

AGRIGENTO – Parcheggiare un’auto in sosta vietata mentre nel mare di fronte Agrigento le flotte romane e cartaginesi si davano battaglia. Sembra impossibile ma è quello che sostanzialmente era scritto sulla cartella esattoriale di una contravvenzione non pagata recapitata ad una impiegata dell’Ufficio delle entrate di Agrigento di 45 anni.
Il comando della polizia locale di Agrigento infatti per errore ha calcolato gli interessi dal 208 avanti Cristo anziché dal 2008: così alla donna è stata recapitata una cartella della Serit di 32.530,44 euro. All’apertura della busta l’intestataria della cartella esattoriale ha avuto un malore ed è stata trasportata al pronto soccorso del San Giovanni di Dio di Agrigento dove i medici le hanno riscontrato un “calo di pressione improvviso, conseguente a shock”.
È bastato comunque fare una verifica alla Serit per scopirire l’errore: l’addetto della polizia locale aveva erroneamente calcolato gli interessi partendo dall’anno 208 avanti Cristo e non dal 2008, come sarebbe stato corretto. Il comando dei vigili di Agrigento ha provveduto subito ad effettuare la rettifica e a dare comunicazione alla “Serit spa” di Agrigento. (26 ottobre 2011)”

Se tutti i comuni d’Italia datassero le multe al tempo di Romolo e Remo forse ce la faremmo a risanare le casse dello stato…

 

 

Da un po’ di tempo a questa parte ricevo i commenti misteriosi di un “Pasquino” redivivo.
Sono romana e ben a conoscenza di chi è e che cosa ha rapresentato Pasquino, ma un altro romano, Giuliano, si è incuriosito, ha fatto una ricerca e ci spiega chi è questa statua parlante.

(dal film “Nell’anno del Signore”: Pasquino)

Avete mai visto una statua parlante? Immagino di sì…ma solo al cinema. Questa invece è una statua vera, in marmo e pietra. Si tratta del busto di Pasquino, nella piazzetta che porta il suo nome. Anticamente, nella Roma di Rugantino e dei Papi machiavellici, le cospirazioni partivano da qui. Bastava, infatti, appendere al collo della statua qualche lamentela in rima e il gioco era fatto: lo scritto diventava più famoso di una hit del momento. In pratica era l’inizio della satira quando ancora alla televisione non si pensava proprio.
Questa statua in parte tronca e spezzata, priva di gambe, di braccia e di naso, si trova, dal 1501, in un piccolo slargo alle spalle di piazza Navona.

Una delle ipotesi è che la scultura nella sua connotazione originaria sembra fosse una delle statue che costituivano la decorazione dello Stadio di Domiziano (ora Piazza Navona), dove, infatti, è stata rinvenuta durante i lavori di pavimentazione della zona a inizio ‘500. Quanto al personaggio raffigurato, alcuni sostengono che sia un gladiatore, altri Aiace, Marte, Menelao che sorregge Patroclo morente. Quest’ultima ipotesi è la più probabile perché è una scultura ripetuta dagli antichi e ispirata a un celebre avvenimento descritto nell’Iliade, quello della morte di Patroclo il cui cadavere è posto in salvo da Menelao.
Chi era Pasquino?
Il popolo romano, per la stragrande maggioranza analfabeta, non è stato certo l’autore materiale delle pasquinate, spesso scritte in latino o in versi poetici anche di raffinata fattura.

Ci sono varie ipotesi sull’origine del nome di Pasquino: chi dice che fosse il nome di un maestro, chi di un sarto, chi di un fabbro, chi di un calzolaio. Non lo sapremo mai con certezza, ma in fondo poco importa. Pasquino è l’anima di Roma, lo spirito, il sale e l’aceto del popolo romano. Pasquino esisteva ancor prima di esistere come statua parlante: esisteva nell’arguzia, nell’ironia, nella satira, nello sfottò, del popolo romano.
Antesignano della libertà di stampa è la voce beffarda di questo popolo, la sua velenosa rivincita sulle angherie e sulle miserie cui il potere papalino lo costringe.
Pasquino rischia ma consapevole della propria impotenza e non volendo rassegnarsi a essa, usa la sola arma che. possiede: l’ironia, la beffa il ridicolo.
Della parola che punge, che ferisce, che ammonisce, che sghignazza, che diffama e dissacra, che calunnia, che mette in piazza i segreti, che ridicolizzano i potenti e i loro vizi. Insomma, Pasquino, per quattro secoli, è la “stampa d’opposizione” del papato.
Ma come mai nessun Papa ha mai osato eliminare Pasquino? Semplice: Pasquino è in simbiosi col potere temporale dei papi, è complementare l’uno all’altro: come potrebbe, un papa, disfarsi dell’emblema del popolo romano?A quanto è dato sapere uno ci provò: Adriano VI, il papa inglese, che non tollerava la voce critica di un informe tronco di marmo. Ordinò che la statua fosse gettata nel Tevere, polverizzata, distrutta. Uno dei suoi consiglieri lo distolse, per fortuna, da tale decisione dicendogli che se avesse annegato Pasquino, questi si sarebbero fatti sentire ancora più forte.

Perciò ci fu una tacita tolleranza; il popolo, sfogandosi in questo modo, tutto sommato innocuo, non ne avrebbe pensati altri più pericolosi.
La sorte di Pasquino è talmente legata al papato che quando Roma diventa “piemontese” tace.
Per sempre.

Quando i bersaglieri entrano a Porta Pia, Pasquino perde il suo antagonista: il Papa Re e ciò che dice dopo il 1870, non fa più storia.
I “Piemontèis né” non possono capire.
Le cronache riportano una sola pasquinata durante il ventennio fascista per la visita di Hitler alla città:
“Povera Roma mia de travertino!
T’hanno vestita tutta de cartone
pè fatte rimirà da ‘n’imbianchino…”

Pasquino oggi

In un celebre sonetto di Trilussa, un cane, passando sotto la statua di Pasquino lo apostrofava:

Povero mutilato dar destino; come te sei ridotto!

E Pasquino rispondeva con la sua celebre arguzia, che, seppure ridotto, a un “corpo senza gambe e senza braccia”non aveva pronunciato l’ultima parola.

Dopo tanto tempo, dal sonetto di Trilussa, si può dire che Pasquino ha davvero mantenuto la parola:

guide turistiche, blog, siti Internet, giornali, libri, celebrano e preservano dal tempo la parola arguta della celebre statua parlante, ora comparsa anche nel blog Parliamone, un moderno Pasquino che non si sa chi sia.

Il sonetto di Trilussa:.
 Povero mutilato dar destino;
come te sei ridotto!
diceva un cane che passava sotto
ar torso de Pasquino.

Te n’hanno date de sassate in faccia!
Hai perso l’occhi, er naso… e che te resta?
Un avanzo de testa
Su un torso senza gambe e senza braccia!

Nun te se vede che la bocca sola.
Con una smorfia quasi strafottente…
Pasquino borbottò: Segno evidente
Che nun ho detto l’urtima parola!

 

Di Statue parlanti, il cosiddetto “Congresso degli Arguti“, oltre a quella di Pasquino ce ne sono altre cinque sparse per il centro di Roma:
Marforio, (decora il cortile di Palazzo Nuovo, un’ala dei Musei Capitolini.)
Considerato la “spalla” di Pasquino, poiché in alcune delle satire le due statue dialogavano* fra loro: una faceva domande riguardo ai problemi sociali, alla politica, ecc.., e l’altra dava risposte argute, una sorta di botta e risposta su problemi sociali e politici.
Facchino, è una piccola fontana che rappresenta una figura maschile. Come le altre cinque è stata la “voce” di diverse pasquinate, violente e spesso irriverenti satire indirizzate a colpire anche pesantemente e sempre in modo anonimo i personaggi pubblici più in vista a Roma.

Abate Luigi,
FUI DELL’ANTICA ROMA UN CITTADINO

ORA ABATE LUIGI OGNUN MI CHIAMA
CONQUISTAI CON MARFORIO E CON PASQUINO
NELLE SATIRE URBANE ETERNA FAMA
EBBI OFFESE, DISGRAZIE E SEPOLTURA
MA QUI VITA NOVELLA E ALFIN SICURA
Questo breve epitaffio si legge sulla base che sostiene l'”Abate Luigi”, in piazza Vidoni, non lontano da piazza Navona, sul muro sinistro della chiesa di S. Andrea della Valle.

Babuino, (cioè babbuino) è una figura distesa davanti alla chiesa di S. Attanasio dei Greci, nella centrale via del Babuino.
Funge da elemento decorativo per una fontana semplicissima, una volta usata per abbeverare i cavalli.
Fino a qualche anno fa il muro alle spalle del Babuino era perennemente coperto da graffiti, conseguenza dell’essere una “statua parlante”; oggi (ripulito il muro) sembra preferire la meditazione.
Madama Lucrezia, e l’unica femminile, si trova in un angolo di Palazzetto Venezia, in piazza San Marco. Come le altre cinque è stata la “voce” di diverse pasquinate.
Il Belli nel 1832 dedicò loro un celebre sonetto:
Una casata

Cristoggesummaria, cc’antro accidente !
 Sete una gran famijja de bbruttoni.

 E nnun méttete in pena ch’io cojjoni ,

 Perché pparleno tutti istessamente.

 Dar gruggno de tu’ padre a li meloni,

 Cuelli mosini , nun ce curre ggnente:

 E ar vedé mmamma tua, strilla la ggente:

 «Monaccallà, ssò ffatti li bbottoni ?»

 Tu, senza naso, pari er Babbuino :

 Tu’ fratello è er ritratto de Marforio ,

 E cquell’antro è un po’ ppeggio dé Pasquino .

 Tu e Mmadama Lugrezzia , a sti prodiggi,

 V’amanca de fà cchirico Grigorio,

 Pe mmette ar mucchio l’Abbate Luiggi .

 

Non credete che un Pasquino oggi avrebbe ben più problemi di quanti non ne abbia avuti nella Roma papalina?

scritto da paolacon il 21 10 2011

 

Dopo i “fatti di Roma” il nostro amico Giulio dice la sua e propone il suo saggio consiglio.

Mi sembra di avere già espresso il mio punto di vista sull’educazione da impartire ai figli. Come nonno, credo di avere il diritto-dovere, di dire la mia. In riferimento ai fatti di Roma , troppi giovani, si sono espressi con la violenza. Sarà perché sono nato e cresciuto in un piccolo paese e, quindi, lontano dalla confusione della città. Oggi, si ascoltano programmi della TV gestiti da persone qualificate, dove dicono, con tanti esempi,  che i nostri ragazzi hanno bisogno di “scaricarsi”. Io francamente non capisco di che cosa. Non gli manca niente !!! Non mi riferisco naturalmente a quanti non hanno lavoro, aspetto gravissimo che porta alla più grande preoccupazione. Ma, come abbiamo visto, i più irruenti, sono gli studenti e, provenienti da famiglie per bene. A queste persone, non interessa minimamente -il lavoro- Anzi, stanno bene così. Scuola, piscina, palestra, calcetto e, chi più ne ha e più ne metta. Succede un po’ come quello iscritto nelle liste di attesa per trovare lavoro e, quando lo chiamano, deluso risponde :- Ma proprio me dovevate chiamare ?- Ai miei tempi, si dice sempre così, quando la sera si usciva, alle ore 23, massimo 24, si doveva rientrare. Oggi, escono di casa a quell’ora …dite che non è vero! Sia maschi che femmine. E’ ovvio che non si può fare di -Ogni erba un fascio- però…i fatti ci danno ragione:- Alcool, stupefacenti, incidenti etc. etc. Questi sono i ragazzi di oggi. Prendete per esempio il ragazzo che lancia l’estintore verso gli Agenti di Polizia. Dicono i genitori che, si! Sapevamo che faceva uso di “qualche cosa” ma, mai avremmo dubitato che arrivasse a tanto. Ma non si erano accorti che a 24 anni non aveva dato nessun esame o pochi? Volete scommettere che la mamma, alle dieci, massimo alle undici, rimboccava le coperte al suo bambinone?- Ora vengo alla cura consigliata dal sottoscritto tante volte.
Dopo la condanna, sperando che ci sia, invece di mandarlo in un centro per la consueta rieducazione, si assegna al Comando della Forestale. Piccone e pala dalla mattina alla sera. Ripulitura dei corsi d’acqua, il taglio dei rovi, rimboschimento, insomma tutti  gli interventi atti al territorio. Voi direte:- E perché ?- Perché il sudore, il calli nelle mani e il mal di schiena, conciliano il sonno e fanno bene alla salute di questi giovani e, soprattutto, a molti genitori. Lo so che molti diranno che esagero. Meditate gente, meditate. Sono e rimango convinto che sarebbe la migliore cura.
Il solito maledetto toscano

scritto da paolacon il 19 10 2011

Dopo i “fatti di Roma ” di sabato 16 ottobre 2011, Guglielmo esprime il suo parere.

Io non voglio giustificare i violenti: dico che c’è chi coltiva il degrado morale (che la violenza è una parte più piccola).

Provocare violenza è uno strumento molto ottimale per esercitare e anche conservare il potere (Ci si aspettava che in queste manifestazioni succedesse quello che è successo).

Con la repressione si legittima il potere. Condannare la violenza, ma capire da dove viene, dove nasce. Se questo governo ormai cade a pezzi, se non si fosse nascosto per l’ennesima fiducia, ottenuta per un pugnello di voti, forse quello che è successo, non avrebbe avuto luogo.

Ma loro provocano, ostentano un potere che li rende inamovibili, intoccabili. Non chiedo di assolvere la violenza, ma di giustificarla. Chiedo che siano puniti, ma con pene certe, tutti coloro che portano a questo punto.

E magari vietano cortei e manifestazioni. Vogliono incutere la paura, il terrore  di essere in balìa di orde neoterroriste e comuniste.

Dico solo che stanno preparando una bella trappola per farci cadere dentro, di distoglierci dalle loro responsabilità che sono già gravi di chi usa violenza in questo modo. Loro sono i violenti sono i veri mandanti di tale violenza.

 

scritto da paolacon il 16 10 2011

Cercare, curiosare, guardare, quasi un gioco nella rete, soprattutto divertimento. Proprio tempo fa Angelom, nel Bosco, ha pubblicato un articolo sulla “curiosità” sottolineando l’importanza di essere curiosi.
Alfred, tra il serio ed il faceto, ci fa sapere delle sue sbirciatine in rete, non prive di desiderio di conoscenza e, nel quadro dei racconti e “curiosità” della domenica, eccovi questo suo scritto sull’isola di Oak.

Chi gironzolando per la rete non si è lasciato prendere dalla tentazione di digitare lettere o numeri a caso ed aspettare di vedere che cosa sarebbe uscito dal monitor? Io lo faccio spesso e sovente  
trovo cose interessanti, come questa, a mio avviso.
Non ricordo esattamente cosa ho digitato su  Google ma il sito che ne è uscito mi è parso estremamente interessante e ve ne voglio parlare anche se qualcuno questa storia la conoscerà di già.

Isola di OAK, Canada.
È un minuscola isola, una delle numerose isole  della  baia di Mahone in Nuova Scozia – Canada.
È necessaria una piccola premessa: mi sono interessato a questa notizia perché si parla  di Templari e la storia dei Templari mi ha coinvolto leggendo un libro di Umberto Eco: “Il pendolo di  
Foucault”. Non che il libro di Eco dedichi tutte le sue pagine ai Templari, tutt’altro, è un groviglio di storie che dai templari passa per il nazismo, il fascismo, partendo dall’oggi e  viaggiando nel tempo, per ritrovarsi al cospetto del grosso pendolo, dondolante nel salone del museo parigino dove, con le sue oscillazioni, dimostra la rotazione della terra. Ma questo libro, aveva  stimolato la mia curiosità sul fenomeno dei Templari.

scritta trovata nell'isola di Oak

Per tornare all’isola di Oak…

Allora, pare che un ragazzo, nel lontano 1795, passeggiando sulla spiaggia dell’isola, notasse un avvallamento anomalo nella sabbia. Incuriosito si mise a scavare ma ben presto si rese conto che  stava scavando in un pozzo costruito da altri.
Tornò nei giorni successivi e, con l’aiuto di alcuni amici, continuò a scavare e sorprendentemente si accorsero che scavando, ad una profondità di tre metri trovavano come un pavimento di tavole.  
Tolte le tavole, convinti di trovare un tesoro, dovettero scavare ancora per trovare altre tavole, dopo altri tre metri di sabbia e altre tavole e altra sabbia.
La profondità dello scavo stava diventando eccessiva e pericolosa, per poterla continuare con i mezzi a loro disposizione, per cui abbandonarono l’impresa.
Ma quella ricerca era già diventata nota e il posto fu chiamato “Money Pit “.
Anni dopo qualcuno riprese gli scavi con mezzi più adeguati, nella convinzione che lì sotto fosse nascosto qualche tesoro.
Scavando trovavano materiali che non potevano provenire dall’isola, come foglie di pianta di cocco non presenti in quella zona .
Questo avvalorava la convinzione che, lì sotto, dovesse esserci nascosto davvero qualcosa di molto importante.
Continuarono a scavare fino a trovare una grossa lastra di pietra, con su incise parole a loro incomprensibili.
Dovettero sospendere gli scavi ad una profondità di trenta metri quando si accorsero che ad ogni alzata di marea lo scavo da loro  fatto si allagava rendendo il lavoro pericoloso e difficilissimo.
Erano scesi al livello dell’acqua del mare ed era praticamente impossibile svuotare  quella cisterna. I tecnici si resero conto che erano state realizzate canalizzazioni che mettevano in contatto il mare con quel profondo scavo e che dovevano essere state fatte da menti ingegnosissime, considerando i tempi e i mezzi che avrebbero avuto a disposizione.
Fu ipotizzato che, essendo stato quel luogo frequentato dai Templari in fuga ed usato come nascondiglio, per salvarsi dalle persecuzioni che determinarono la loro scomparsa, potesse essere il  punto scelto, dove mettere al sicuro “Il Sacro Graal” ,il calice nel quale Gesù offrì il suo sangue agli apostoli, nel corso dell’ultima cena.
Le ricerche andarono avanti  per anni, sempre conclusesi con insuccessi, fino ad arrivare al 1966, anno nel quale si abbandonarono definitivamente.

Templare

Le storie dei Templari hanno sempre affascinato l’Occidente, numerosi  libri e film sono stati realizzati su questo soggetto basti pensare ad Indiana Jones di Spielberg.

Per chi fosse interessato, Alfred ci consiglia di andare a questo indirizzo:
http://mmmgroup.altervista.org/i-oak.html

 

AGORÀ

È quasi mezzogiorno, il brusio in aula si interrompe all’arrivo della vicepreside.
<Ragazze!  La lezione dell’ultima ora non c’è: potete andare a casa!>
<Non c’è inglese, non c’è la prof, non mi interroga!>
<Andiamo, andiamo!>
<Wow, wow!>
Che allegrezza, un’ora di vita guadagnata… inaspettatamente un’ora di libertà scanzonata,
e ridendo e chiacchierando, spettegolando un po’ e interrompendo le parole con scoppi di risa, spensieratamente, insieme alle amiche, Maria si avvia verso casa.
Scende direttamente nel sottoscala dove sa che i genitori stanno lavorando insieme alle loro operaie.
<I miei genitori?>
< Non ci sono, sono andati da tua nonna>
<Uffa,  mi toccherà mangiare più tardi, ho fame> e Maria si siede con poca convinzione su uno sgabello rassegnandosi ad aspettare.
Ha caldo, lì dentro fa caldo e lei ha sete <Dài, Maria, possiamo spartire quello che abbiamo noi, tanto stavamo per fare la pausa>
Chi ha parlato è Giovanna, prova simpatia per Maria, come  tutte d’altronde, è tanto graziosa quella ragazza. E loro non sono di molto più “vecchie” di lei.
In un momento escono fuori dai sacchetti: scatole con la pasta avanzata dalla sera prima e saltata, una pizza di ricotta e spinaci, della frutta, pomodori, pane, pane e salame, anche un pezzo di ciambellone… Bevande. Maria ha di che saziare la sua fame.
Devono lavorare, in nero, sono pagate poco e lì sotto fa caldo, ma hanno trovato solo quello, meglio che non lavorare affatto e hanno proprio bisogno di quei soldi.
Mangiano ascoltando la radio, che è sempre accesa nello scantinato dove tessono, ogni tanto accompagnano una delle canzoni favorite, cantando anche loro. Allegre. E i discorsi si intrecciano, si accavallano, scherzano, sono affiatate, sono pur sempre giovani, anche se con tanti problemi e responsabilità e si conoscono da una vita…
<Tina come sta tuo marito? Va meglio?> <Sì, grazie, lentamente>
< Antonella l’hai poi comprato quel vestito? O ci hai rinunciato? Lo pagherai a rate, ma compratelo!>
<Non so, ci sono ancora tante spese e poi la mia Giulietta vuole delle scarpe nuove>
<La vizi! La vizi troppo, pensa un poco anche a te>
<Matilde hai scelto la chiesa? O hai deciso di sposarti nella parrocchia di Michele?>
<Io la chiesa la sceglierei, ma ce ne vuole ancora di tempo e di soldi da parte… siamo ancora troppo lontani per poterci sposare> -dice Giovanna che è la più giovane di tutte- < dobbiamo accontentarci di un lavoro poco pagato e per giunta in nero. Maria tu non hai sentito vero? ……TI …ADDORMENTerai…. sentite che bella! L’adoroooo E se.. mi sognerai
Dal cielo io cadrò> canticchia…
<E se.. domanderai
Da qui risponderò> prosegue Tina
Poi…
Poi…Improvvisamente degli scricchiolii strani… rumori ed infine un boato, assordante; hanno appena il tempo di guardarsi attonite, non riescono nemmeno ad urlare, sono ricoperte di calcinacci, il palazzo si è sbriciolato, disintegrato, spezzato  sopra di loro, poi più nulla… BUIO  solo Biagio Antonacci, imperterrito e impietoso, dalla radio, continua a cantare…
… Sognami se nevica…
Sognami sono nuvola…

Accadeva il 3 ottobre 2011, a Barletta!

Maria Cinquepalmi, 14
Giovanna Sardaro, 30
Matilde Doronzo, 32
Antonella Zaza, 36
Tina Ceci, 37


Ho solo intuito le storie di queste donne ma, per onorarle e commemorarle, mi sono servita dei nomi veri, il resto è frutto della mia immaginazione, ma non credo di essermi allontanata troppo dalla realtà.
Ringrazio Alba che mi ha consigliato di ricordare le donne di Barletta e Giuliano che mi ha suggerito il titolo.
(pca)

scritto da paolacon il 12 10 2011

Columbus Day o Giorno della Resistenza Indigena?

 

12 ottobre 1492: la scoperta dell’America! Cristoforo Colombo, cittadino della Repubblica di Genova, si fece armare le tre caravelle dalla regina Isabella di Spagna e partì alla ricerca di una via più breve per le Indie…

Questa giornata si celebra in tutto il continente americano e sono famose le sfilate del “Columbus Day” (giorno di Colombo) orgoglio e tradizione soprattutto delle comunità italo-americane. Questo in Nord America.

Ma c’è anche un’altra faccia della medaglia…

Il 12 ottobre è commemorato e ricordato in tutte e due le Americhe.
È una data simbolo, è il giorno in cui Cristoforo Colombo sbarcò, ma nel Sud America ha acquisito un altro significato.

Gli spagnoli sbarcarono da conquistatori, da padroni.

Scoperta del Nuovo Mondo sì, ma che c’era prima? prima che arrivassero gli invasori che con la pretesa di civilizzare e convertire tutti, si impossessarono dei territori e decimarono la popolazione indigena, non solo combattendola, ma diffondendo malattie sconosciute nel territorio americano?

12 ottobre 1492. Quel giorno, dopo 72 giornate di navigazione, quando il marinaio Rodrigo intravide la “Terra”, cambiò la percezione del pianeta e provocò qualcosa che Colombo non aveva immaginato neppure: l’unione di due mondi, lo scambio di due culture.

Ma il prezzo pagato fu molto alto.

Da quel momento cominciarono i guai per gli indigeni, gli amerindi come si chiamano in America latina.

Il 12 ottobre si celebra, in altre parole, il sangue sparso dalle popolazioni native che furono vittime della violenza dei colonizzatori spagnoli per circa 500 anni.

Il “Giorno della resistenza indigena” fu istituito per unire quei popoli che hanno in comune lingua, cultura e origini e celebrare la pluralità delle nazioni americane.

Ma soprattutto, la commemorazione di questa giornata, vuole significare il riscatto della dignità dei popoli nativi e il riappropriarsi della propria etnia, dopo le ingiustizie di tanti secoli.

E si ricorda così la resistenza e la costanza di queste genti nella lotta per difendere la propria fierezza.

LA STORIA SI RIPETE?

Riflettiamo: la storia si ripete?
(pca)

scritto da paolacon il 9 10 2011

 


Una settimana fa vi è stato chiesto di esprimere un parere, e le vostre eventuali preferenze, sugli articoli da proporre nei blog ed in questo in particolare. Le risposte sono state molto interessanti ed un ringraziamento va a tutti quelli che hanno contribuito con suggerimenti ed opinioni.

Stimolare la comunicazione, invitare a un dialogo, stuzzicare la curiosità, spingere ad allargare la conoscenza andando a consultare Google o tradizionali enciclopedie, sollecitare la riflessione, eccitare l’immaginazione, creare emozioni; non senza grande presunzione questi dovrebbero essere gli obiettivi da raggiungere con gli articoli. Traguardi ambiziosi, certamente, ma cercheremo di fare del nostro meglio per presentare post variati e che invoglino alla lettura e alla tavola rotonda .

 

 

Della Valle ai politici: “Ora basta”

Come avrete avuto modo di leggere nei giorni scorsi, il patron di Tod’s ha utilizzato gli spazi pubblicitari dei suoi marchi per un duro appello ai politici tutti.

Dopo la pubblicazione del “manifesto per l’Italia” di Confindustria, è proprio uno tra i principali esponenti del made in Italy a far sentire la propria voce. Diego della Valle ha sostituito le pagine destinate alla pubblicità dei suoi marchi di pelletteria con una durissima accusa nei confronti della politica italiana.
Questi i punti salienti dell’appello:

“Lo spettacolo indecente che molti di voi stanno dando non è più tollerabile da gran parte degli italiani e questo riguarda tutti gli schieramenti politici. Il vostro agire attento solo agli interessi personali e di partito trascurando quelli del paese ci sta portando al disastro e sta danneggiando la reputazione dell’Italia”.

Agli industriali:
“Anche una parte del mondo economico (intendo quella che non vive di mercato) ha le sue responsabilità intrattenendo rapporti con la politica, senza richiamarla al senso del dovere, nell’interesse dell’Italia”.

Alle nuove generazioni:
“Bisogna dare prospettive positive per il futuro dei giovani, creare e proteggere posti di lavoro e garantire a tutti una vita dignitosa, soprattutto a chi ha più bisogno”.
 Ai politici:
“che si sono contraddistinti per la totale mancanza di competenza, di dignità e di amor proprio per le sorti del Paese
, saremo sicuramente in molti a volergli dire di vergognarsi”.

Devo dire che qui non si tratta più di governi di destra o sinistra, ma dell’insicurezza che ogni giorno che passa aleggia sulle nostre vite. Oramai l’uomo politico non è più credibile, cerca di spostare la nostra attenzione su pseudo – problematiche che nulla hanno a che vedere con la crescita economica del nostro (ancora nostro?) paese.
La politica sembra ormai consapevole della gravità della crisi,ma lenta nella reazione.


Sarebbe interessante conoscere cosa ne pensate, non tanto dell’appello, ma di queste prese di posizione prima di Confindustria poi della Valle
e ora Montezemolo:

Il governo sta mostrando uno “spettacolo irresponsabile” e questa situazione “va chiusa ad horas.Paralisi Berlusconi – Tremonti .Priorità salvare il Paese da default”.
Cioè quelle parti che non erano mai scese in “piazza” così apertamente. Insomma una grande parte della classe dirigente che è stata a lungo tempo zitta.
Perché ora?

 

 

 

 

 

 

 

Cliccando tre volte sul “manifesto” si può leggere più agevolmente il medesimo