REFERENDUM 2011: VOTARE INFORMATI
Premetto che con questo post non è mia intenzione dare indicazioni di VOTO, ma solo alcune informazioni che mi sono state richieste.
Il referendum è una delle espressioni più dirette di democrazia, poiché sono i cittadini che direttamente, con la scelta di SI o di NO, intervengono sulle leggi emanate dal governo e possono contestarle o approvarle.
In Italia il referendum è solo abrogativo, si esiste pure quello confermativo ma la sostanza non cambia, si dice dunque referendum abrogativo quando si richiede una votazione popolare con cui è possibile abrogare in tutto o in parte una legge, si può solo rispondere con
«si» o «no»
Dobbiamo solo ricordare che i quattro quesiti proposti sono già stati approvati dal Parlamento e quindi il SI o il NO si riferiscono alla nostra volontà di annullare o no tali norme.
Volete voi che sia abrogato ………….
Non sono ancora chiari il SI e il NO?
Essendo i quesiti abrogativi, se volete ad esempio dire no al nucleare, OCCORRE VOTARE SI, sembra incoerente ma è così, si dice SI all’abolizione del decreto-legge, votando No i decreti procederanno per la loro strada come approvati dal Parlamento.
Al di là delle diverse posizioni ideologiche, partecipare al referendum 2011 è molto importante, è poi il modo migliore per esercitare pienamente la democrazia e la sovranità popolare.
Il referendum, oltre al voto politico, è l’unica arma che il “Popolo Sovrano” ha a disposizione per modificare le cose e imprimere la sua presenza .
Il referendum è valido quando si raggiunge il così detto Quorum, per quelli Nazionali è fissato al 50% + 1 (un voto) degli AVENTI DIRITTO AL VOTO, non importa quale sia il risultato dei si o no.
Per i referendum a carattere Regionale invece, il Quorum è fissato al 33% + 1 degli aventi diritto al voto.
In Italia i referendum non raggiungono il quorum dal 1997, quindi, tutti alle urne per i referendum 2011!
Giulian.rm
Dopo un pacifico dibattito avvenuto nel pomeriggio in chat abbiamo constatato che c’è un po’ di confusione e che purtroppo non a tutti è chiaro perché si è arrivati a questo referendum.
Per meglio interpretare, ecco una spiegazione molto, molto semplice.
ACQUA
Verranno poste 2 domande riguardo all’abrogazione della legge sulla privatizzazione dell’acqua!
L’acqua è un bene pubblico e tale deve rimanere!! Nel caso venisse privatizzata i costi lieviterebbero e questo noi non possiamo permetterlo ecco perché dovremo rispondere
Sì ad entrambe le domande cioè:
Vuoi abrogare la legge sulla privatizzazione dell’acqua? Sì
CENTRALI NUCLEARI
Verrà inoltre chiesto di abrogare la legge sulle centrali nucleari. Considerando che negli altri paesi le stanno smantellando per utilizzare energia pulita a basso costo, senza scorie, radiazioni e senza il pericolo di morire, sarebbe il caso di abrogare anche questa legge!!
La vogliamo anche noi l’energia pulita, quindi:
Vuoi abrogare la legge sulle centrali nucleari? Sì
LEGITTIMO IMPEDIMENTO
Per ultimo, la legge sul legittimo impedimento. Praticamente una legge “ad personam”! Permette al presidente del consiglio ed ai ministri di non presentarsi ai loro processi. Gli permette di non farsi giudicare per reati che hanno commesso! Ma…ricordiamoci che “LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI!”
Vuoi abrogare la legge sul legittimo impedimento? Sì
Se invece vogliamo tutte queste leggi…votiamo NO.
Anche se, a mio avviso, sono leggi che andrebbero eliminate.
ULTERIORI INFORMAZIONI PRATICHE
Ricordiamoci che nei referendum c’è il QUORUM, che è il numero di persone che devono aver votato. E’ necessario che voti il 50+1% di chi ha il diritto a votare. E’ un numero enorme, ma proprio per questo dobbiamo andare a votare!….passateparola!!
I seggi rimarranno aperti:
dalle 8 alle 22 di domenica 12 giugno;
dalle 7 alle 15 di lunedì 13 giugno.
Per votare è necessario presentare un documento di identità e la tessera elettorale, sulla quale è indicato il numero e l’indirizzo del seggio elettorale presso il quale votare. Per chi avesse smarrito la tessera elettorale o non l’avesse ricevuta, la può richiedere all’ufficio elettorale del proprio comune anche negli orari in cui sono aperti i seggi.
Ecco la riflessione di Franco Muzzioli che riporta il parere di due grandi scienziati italiani:
Margherita Hack (professore universitario emerito e membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei)
e Carlo Rubbia (insignito del Nobel per la fisica nel 1984)
I due accademici non hanno dubbi: Nucleare? Bisogna fermarsi!
– Stop al nucleare. Puntiamo sulle rinnovabili.
Un voto contro le centrali nucleari! scritto da Franco Muzzioli
Gli scienziati Margherita Hack e Carlo Rubbia sono contrari alle centrali nucleari attualmente esistenti perchè si basano sulla fusione dell’uranio. Questo elemento è in via di esaurimento, ma soprattutto ha una vita troppo lunga, pensate che nel mondo si producono 300.000 tonnellate di scorie radioattive l’anno, che possono rimanere attive fino a 100.000 anni. Ritengono che comunque sia necessario continuare la ricerca anche sul nucleare, puntando se mai sulla “fusione fredda”.
Stanno andando avanti con successo gli studi e le applicazioni sulle energie alternative, ne fa testo quello che Germania e Svizzera sono in procinto di fare, cioè incrementare solare ed eolico ed abbandonare completamente il nucleare.
E’ ovvio che non si può risolvere tutto in poco tempo, ma considerando che per effettuare una centrale nucleare ci vogliono circa vent’anni c’è la possibilità in questo lungo periodo di cercare di ridurre i consumi, costruire in modo ecocompatibile e secondo il risparmio energetico, andare avanti nella ricerca e nella innovazione senza mettere in pericolo la sopravvivenza.
Se poi pensiamo a Chernobyl e a Fukushima e consideriamo con terrore quello che possono provocare le radiazioni i nostri dubbi …se ne abbiamo, dovrebbero svanire.
Pertanto Vi invito il 12 e 13 giugno ad andare a votare !
votate SI’ per dire no alle centrali nucleari in Italia.
Franco Muzzioli
Ed ecco, per rilassarci un po’, un racconto domenicale, trovato in internet, di una situazione che … potrebbe capitare, chissà?…
La ragazza del mio amico
Luisa era giovane, aveva quindici anni meno di me, non aveva una grande esperienza.
La incontrai in un tardo pomeriggio insieme al mio amico Luca al bar della piazza. Fu allora che me la presentò. Iniziammo a parlare del più e del meno e dopo uno Spritz e un Negroni ci accorgemmo che le nostre idee e i nostri pensieri convergevano su molti punti. Mentre Luca continuava a parlare a gran voce di calcio con gli altri, io e Luisa ci sedemmo al tavolino fuori, lontano dalla bolgia infernale dell’happy hour. Aveva occhi grandi e vispi, che l’aperitivo aveva reso un po’ lucidi, capelli rossi raccolti in una coda che lasciava scoperto il collo, perfettamente inserito in due spalle che non nascondevano il fisico da ballerina.
A un certo punto del discorso mi prese la mano e mi confesso di non averlo mai fatto. D’istinto alzai il sopracciglio e mi venne l’espressione di “quello che ne sa tante”, anche se non avrei voluto far sfoggio di quella mimica idiota che subito ho cercato di cancellare. Avrei voluto parlarle di tutte le volte che l’avevo fatto io, di come ci si sente dopo, di come ci si sente anche dopo la delusione di un insuccesso o dell’amaro che resta quando non ce la si fa….
Ho preferito tacere, per evitare di commentare e di apparire giudicante nei confronti di Luca che veniva da lei descritto come poco appassionato e poco partecipativo. “A me basta poco per infervorarmi”, le dissi. Per tutta risposta Luisa mi guardò negli occhi e mi disse “Voglio farlo per la prima volta insieme a te, Sergio. Domenica Luca ha un torneo di calcio e poi vuol vedere il Gran Premio di Formula 1 in TV. Sono libera dal primo pomeriggio fino a sera tardi, dimmi tu quando vuoi…”. “Ma scusa, Luisa, perchè non convinci Luca? Sarebbe una cosa bella e importante per entrambi”. “Ma va’, a lui sembra non glie ne importi niente: preferisce lo sport; a volte non lo capisco proprio!” – “Provaci, Luisa. Domenica mattina lo svegli prestissimo, lo prendi con violenza e magari in cinque minuti vi liberate e lui può andare dove cavolo vuole. Certo, sarebbe più bello se fosse convinto anche lui..”.
Nel frattempo Luca uscì dal bar un po’ barcollante. Si sedette insieme a noi: “Ho già pagato il conto, Sergio. Allora? Come ti sembra la mia Luisa?” “E’ OK, Luca… una brava ragazza, sei proprio fortunato!”.
Ci salutammo ripromettendoci di sentirci al più presto. Luisa chiese il mio numero di telefono. Glielo diede Luca, io non volli il suo.
Fu lei a chiamarmi la domenica successiva: “Ciao Sergio, sono Luisa. Come immaginavo quel babbeo del mio fidanzato mi ha rimbalzata, sono incavolata nera!” “Dai, non te la prendere, ormai lo sai com’è fatto..” “Passo a prenderti, Sergio. Entro oggi voglio dire un SI, anzi: due, tre, quattro SI”. “Nooo Luisa, non passare! Sono da mia madre, passo io. Le lascio il bambino con una scusa e volo da te, aspettami”.
Ci trovammo a metà strada, lasciammo le nostre macchine parcheggiate una di fianco all’altra. Volevamo fare due passi a piedi prima del tanto atteso momento, due chiacchiere per stemperare la tensione che anticipa la prima volta.
Arrivati mostrammo i nostri documenti all’usciere che ci indicò la stanza. Attendemmo un attimo prima di entrare. Le spiegazioni che le avevo dato durante la passeggiata erano chiare e poi… sarebbe stato più semplice di quel che lei potesse immaginare. “Solo una domanda: lo dirai a Luca?” “Ma certo, che c’è di male?”. Entrammo decisi. Spegnemmo i cellulari e li lasciammo sul tavolo.
Il tutto durò meno di cinque minuti, lei forse ci mise un po’ di più.
Quando uscimmo, la signora al banco ci ridiede le carte d’identità e disse a gran voce: “Sergio Orfeo ha votato!” e poi ancora; “Luisa Rossi ha votato”.
Timbrò le schede elettorali e ci salutò.
“Fan…. a Luca se anche stavolta non raggiungeremo il quorum”, disse Luisa.
“Fan….”, dissi anch’io.
Scritto da Sergio: il 3 giugno 2011 alle 12:04
Referendum che complicazione! Referendum abrogativi! Già questa parola confonde un po’!
ABROGARE = ANNULLARE (abrogare una legge = annullare, cancellare una legge già esistente)
Mi sono accorta, parlando nelle stanze e con tanti amici, che c’è un po’ di confusione sulle modalità di voto.
Ma l’hanno notato anche altri Eldyani che con molta solerzia mi hanno mandato degli articoli esplicativi da pubblicare.
Eldyna-Annamaria, Franco Muzzioli, Giulian.rm e altri non sono indifferenti al problema.
Ecco i loro scritti che pubblicherò uno al giorno.
Ricordiamo però un punto molto importante: il referendum è veramente la possibilità che il “popolo sovrano” ha di fare sentire la sua voce!
Non fatevi incantare da chi dice che non si deve andare a votare; non è un voto politico, assolutamente no, ma un modo di esprimere il proprio parere su questioni importanti e che interessano tutti e i nostri figli e i nostri nipoti.
UNA FIRMA VALE TANTO!
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Quando la sorella di Pablo Picasso, Lola, fece la prima comunione, il grande pittore di Malaga, immortalò l’evento in un quadro.
Era il 1896 e aveva 15 anni.
Lola è inginocchiata al centro della scena e tutti gli sguardi si rivolgono a lei. Il contrasto con i toni scuri, che servono a esprimere la solennità del luogo, è dato dal vestito bianco; ma nonostante il raccoglimento che il pittore vuole sottolineare, tutto l’insieme non è statico. Il senso di mobilità è dato dall’azione, messa in rilievo, del chierichetto, che sta appoggiando un vaso sull’altare, dagli sguardi dei parenti e dal messale che Lola sta leggendo.
Questa opera, dal contenuto morale e religioso, fu la sua prima presentata al pubblico, a Barcellona e gli fu suggerita dal padre pittore.
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Con mente-serena…parliamone e condividiamo
ULTIMI ARTICOLI PUBLICATI
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Ricordi scritto da Roberta degli Angeli
Aggiornate Skype alla versione 5.3.0.116. scritto da Giulian.rm
INFORMAZIONE BLOCCO SKYPE scritto da Giulian.rm
CHI HA PAURA DELLA MATEMATICA?
I due passerotti
La competizione di giulian.rm
“i trœggi” di Alfred
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Il credo di un “non-credente”
Habemus Papam di Lucia.tr
La leggenda della bella mugnaia di Piera Simola
Tempo di cresime e comunioni, questo è il periodo.
Roberta degli angeli ci manda un piccolo racconto che trovo molto reale.
spesso il misticismo e la devozione lasciano il posto a cose molto più terrene.
Che ricordi avete voi?
Ricordi
Alla visione di un vecchio film, quanti ricordi riaffiorano nella mente di Mariangela, lei da bambina non mentiva, modificava a suo piacere la verità, dire che fosse bugiarda sarebbe un errore, affrontava la vita colorandola di sogni, certamente diversi dalla quotidianità. Sapeva raccontare cosi bene le sue fantasticherie, che molti le credevano davvero.
Per lei era giunto il periodo magico della Prima Comunione e Cresima, da celebrare tutte e due nella stessa giornata; a quel tempo si usava cosi.
Lei pronta a fantasticare, l’abito bianco, come mini sposina. La mamma non poteva certo comprarglielo, questo si sapeva già in famiglia, Mariangela avrebbe indosato il vestito della cugina.
Ma fuori della famiglia nessuno lo sapeva .
Lei ricca di fantasia come sempre cominciò a raccontare, alle sue compagne di classe, quante prove aveva fatto da “Mammina”, negozio storico per abiti di quel genere; le amiche quanto la invidiavano, lei sapeva colorare tutto con dovizia di particolari dato che passava, minimo due volte al giorno, davanti a quella sfavillante vetrina, dove lei aveva lasciato l’impronta del suo naso e anche molti dei suoi viaggi fantastici. Conosceva ad uno ad uno quei bellissimi vestiti, passava di lì per andare e ritornare da scuola.
Ecco, arrivato il giorno fatidico erano tutti in chiesa, lei con “quel” vestito, sì bello, ma non suo; i cerchi che servivano a tenerlo largo le pungevano le gambe, a ricordarle ancora una volta che non era “suo”, non si concentrava nella liturgia, non ci riusciva, il vestito era il suo pensiero fisso. Finita la cerimonia andarono a casa per il piccolo pranzo preparato dalla mamma con gli zii, ma presto presto, perché alla 18 di quello stesso giorno Mariangela doveva fare la Cresima.
Le emozioni per lei non erano finite, quante lacrime quel giorno, si vedono anche dalle foto che adesso è andata a cercare; si ricorda che la sua madrina non arrivava alla cattedrale, la mamma cercava di rassicurarla: “Tranquilla arriverà” ma anche lei continuava a guardare , “eccola…” poi in chiesa tutto bene, molti i bambini e le bambine, un cioccolato alla fine della cerimonia, tutti insieme. Eccoci a casa, finalmente si tolse il vestito!
Questo film ha riportato alla sua mente tutto; pensa “bello ricordare”, anche se allora quelle calde lacrime l’avevano ferita davvero; sorride un po’ ora al ricordo. Le vien voglia di rivedere le foto di quel giorno.
Ma ascoltando meglio sente sordo ancora quel dolore, lo affida a questo foglio che non è più bianco, come quel vestito indossato, ma mai accettato.
Robbi
Aggiornate Skype alla versione 5.3.0.116.
Nei giorni scorsi, alcuni utenti di Skype hanno incontrato diverse difficoltà nell’utilizzo del programma: il servizio ha mostrato numerosi problemi per tutta la giornata di giovedì in svariate aree geografiche, con blocchi improvvisi, crash dell’applicazione e impossibilità di eseguire l’accesso alla rete.
L’azienda aveva pubblicato sul blog ufficiale una soluzione temporanea, (vedi precedente post: INFORMAZIONE BLOCCO SKYPE) promettendo che avrebbe provveduto a rendere disponibile un fix definitivo, il prima possibile.
Così è stato: è di venerdì la notizia che, come confermato da Skype stessa, è stata rilasciata una nuova versione del software (5.3.0.116) che risolve tutti i problemi emersi negli ultimi giorni.
Attualmente questo aggiornamento è disponibile solamente per piattaforma Windows.
Quindi per chi ancora non avesse provveduto all’aggiornamento:
Aprire Skype
Click su Aiuto – Controlla aggiornamenti
date l’OK e tutto avviene in automatico.
Molti di noi sono rimasti in panne con Skype.
Per ore milioni di persone hanno cercato invano di usare Skype, ma senza esito. Alla fine sono arrivate le istruzioni per riattivare il servizio di chat e chiamate.
Giulian.rm ci aiuta con il suo scritto.
INFORMAZIONE BLOCCO SKYPE
Pochi giorni dopo essere entrato nella proprietà Microsoft, il più popolare servizio di telefonia web deve fare i conti con un blackout che ha colpito una parte dei suoi utilizzatori. Problema risolto a tempo di record con tanto di soluzione per eliminare il problema, ovvero il file che crea il problema: shared.xml. Se state avendo anche voi problemi nell’usarlo, seguite quindi le istruzioni:
Windows Vista e Windows 7
1. Chiudere Skype.
a. Fare clic destro sull’icona di Skype nella barra di sistema (in basso a destra nello schermo)
b. Scegli Esci.
2. Assicurarsi che “Visualizza cartelle e file nascosti” sia attivo.
a. Fare clic su Start, Esegui e premere Invio.
b. Digitare “control folders” e fare clic su OK (dovrebbe aprire il sottoprogramma Opzioni cartella del Pannello di controllo).
c. Selezionare la scheda Visualizza
3. Individuare il file shared. xml.
a. Fare clic su Start, Esegui e premere Invio.
b. Digitare % appdata%Skype e fare clic su OK.
c. Eliminare il file shared. xml.
4. Riavviare Skype. Il file shared. xml verrà ricreato.
Windows XP
1. Chiudere Skype.
a. Fare clic destro sull’icona di Skype nella barra di sistema (in basso a destra dello schermo)
b. Scegli Esci.
2. Assicurarsi che “Visualizza cartelle e file nascosti” sia attivo.
a. Fare clic su Start e poi Esegui …
b. Digitare “control folders” e fare clic su OK (dovrebbe aprire il sottoprogramma Opzioni cartella del Pannello di controllo).
c. Selezionare la scheda Visualizza e garantire un accesso rilevante è abilitato.
3. Individuare il file shared. xml.
a. Fare clic su Start e poi Esegui …
b. Digitare %appdata% Skype e fare clic su OK.
c. Eliminare il file shared. xml.
4. Riavvia Skype. Il file shared. xml verrà ricreato.
Un consiglio fate, se non siete capaci chiedete aiuto, ma fate! un Backup almeno una volta al mese.
Fare il backup dei dati, significa eseguire delle copie dei propri file (documenti, foto, video, personalizzazioni, eccetera).
Quindi, nel malaugurato caso che il disco fisso del tuo PC si guasti, potrai recuperare tutti i tuoi file dalle copie, che saranno identiche agli originali !
Con questa operazione si ritorna al punto dove tutto funzionava e non si ha bisogno di nessun aiuto da parte di terzi.
Per rilassarci un po’ e farci due risate
ecco delle piccole storie prese in prestito dalle “Galline Pensierose” di Luigi Malerba (Berceto-Parma, 1927 – Roma, 2008) scrittore e sceneggiatore italiano.
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Una gallina vanesia si guardò allo specchio e rimase molto soddisfatta. Mandò le compagne davanti a quello specchio perchè ammirassero il suo ritratto, ma queste rimasero piuttosto perplesse perchè trovarono che quella gallina assomigliava troppo a tutte loro.
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Una gallina gallinologa dopo aver studiato molto il problema disse che le galline non erano animali e non erano nemmeno uccelli.
“E allora cosa sono?” domandarono le compagne.
“Le galline sono galline”, disse la gallina gallinologa e se ne andò via impettita.
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Una gallina timida un giorno fece coccodè in mezzo a un prato in prossimità di una cava di tufo. Le rispose l’eco. La gallina fece coccodè un’altra volta e l’eco rispose di nuovo. La gallina credette di aver trovato un’amica timida come lei che le rispondeva ma non voleva farsi vedere.
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Chi ha paura della matematica?
Quando in un gruppo di persone qualcuno dice che non capisce nulla di matematica suscita sempre ilarità e comprensione, sia che si trovi in un dibattito televisivo o in un salotto o altrove. E subito trova simpatizzanti e sostenitori.
Purtroppo è molto negativo tutto questo, se qualcuno dicesse che non capisce niente di cultura letteraria, nessuno riderebbe. Allora dov’è il punto? La gente ha paura della matematica, un sacro terrore, ma perché? La matematica è da per tutto: nei dati economici e bancari, nella spesa di tutti i giorni, nella costruzione delle opere architettoniche e urbane, nei computers… …
Non si può concepire un mondo senza matematica. Ma allora perché se ne ha tanta paura? E chi soprattutto ne ha paura?
Il nostro conferenziere ci ha portato tre testimonianze importanti per rispondere a questa domanda.
1/nella prima testimonianza cita il caso di Talete (matematico e filosofo greco di Mileto, vissuto tra il settimo ed il sesto secolo avanti Cristo) e riporta un aneddoto.
Talete, sentì il bisogno di andare a perfezionare le sue conoscenze scientifiche all’estero e all’epoca uno dei luoghi più idonei era nella città di Alessandria d’Egitto, dove c’era la biblioteca più grande del mondo.
Il faraone Amasis volle mettere alla prova la perizia scientifica di Talete, sfidandolo a misurare l’altezza della piramide di Cheope; lo scienziato superò la prova brillantemente piantando un’asta al limite dell’ombra proiettata dalla piramide. Poiché i raggi del sole, investendo l’asta e la piramide formavano due triangoli, Talete dimostrò che l’altezza dell’asta e quella della piramide stanno nella stessa proporzione in cui stanno le loro ombre. Il faraone si dichiarò stupefatto del modo in cui il grande matematico misurò la piramide, senza il minimo imbarazzo e senza strumenti e diede il permesso, al nostro, di consultare le opere di astronomia conservate nella grande biblioteca di Alessandria. Ma a Talete fu consigliato di fuggire dall’Egitto il prima possibile, perché tutta la sua scienza poteva ritorcersi contro di lui. Il faraone era uno spietato tiranno e presto avrebbe potuto cambiare idea, vedendo in Talete un pericoloso nemico.
Infatti i tiranni non amano la geometria perché è logica ed è dimostrabile e non permette risposte bugiarde. La realtà è quella e non un’altra. Non la si può manipolare.
Matematica e democrazia vanno insieme e la dimostrazione di un teorema o di un fatto ha un significato politico.
La logica della matematica smaschera i dittatori.
2/ la seconda testimonianza portata è quella di Galileo Galilei (Pisa,1564 – Arcetri,1642).
Galileo Galilei, sul “Il Saggiatore” intorno al 1623, al tempo del Papa Urbano VIII (astronomo tra l’altro), diceva che “il mondo è un libro scritto in caratteri geometrici”. L’idea del mondo come libro era già stata sviluppata anche da altri uomini illustri come Tommaso Campanella, Shakespeare, Keplero e Newton e la visione della Bibbia era quella del mondo come conquista del cielo. Ma Galileo nel suo libro ci dice come è fatto il cielo e che questo si presenta come scrittura matematica.
Siamo abituati a comunicare con segni scritti e la scrittura è civiltà, ma c’è anche una scrittura matematica. Secondo Galilei chi non capisce la matematica, chi non la riconosce si sperde in oscuri labirinti e segue le “pedate” (inteso come orme, passi) altrui. La matematica con il suo rigore, le sue dimostrazioni e certezze è la garanzia contro il principio di autorità.
Galileo dice che chi ha paura della matematica sono tutti i dogmatici, quelli che non astraggono e sono troppo legati agli schemi, non aprendosi a nuovi ragionamenti, ma prendendo tutto con intransigenza e non accettando le dimostrazioni dei fatti.
3/ Infine la terza testimonianza per documentare le risposte a chi è nemico della matematica, ce la portano Federigo Enriques (1871 –1946) e Bruno de Finetti (1906 –1985)
Questi due grandi matematici italiani dissero che la loro passione per la scienza esatta era nata dal desiderio di non essere ingannati e quindi contro la superstizione.
La superstizione è il credere che la nostra sia l’unica via possibile, mentre ci devono essere alternative dimostrabili anche loro.
Chi è rimasto ancorato alla cultura letteraria e vede solo quella ha paura della matematica, perché quest’ultima costringe al ragionamento ed a rivedere abitudini radicate.
E per concludere con quest’ultima testimonianza si annoverano tra i nemici della matematica i nemici della cultura.
Quindi per rispondere alla domanda “a chi fa paura la matematica?” e sintetizzare: i dittatori, i dogmatici e i superstiziosi nonché chi non dà la debita importanza alla cultura, vedono nella matematica un nemico. Ed è anche un discorso politico.
Questa è la mia relazione e sintesi della conferenza tenuta da Giulio Giorello in data 20 maggio 2011 all’Istituto Italiano di Cultura di Amburgo, propongo un dibattito soprattutto con i sostenitori della teoria che gli “studi classici” sono superiori e con chi non considera invece la cultura scientifica di primaria importanza.
Che ne pensate?
Siete d’accordo con queste opinioni?
Qual è il vostro parere in proposito?
PER COMPLETARE L’ARTICOLO SULLA COMPETIZIONE GIULIANO CI HA MANDATO QUESTO RACCONTINO
Due passerotti se ne stavano beatamente a prendere il fresco sulla stessa pianta, che era un salice. Uno si era appollaiato sulla cima del salice, l’altro in basso su una biforcazione dei rami. Dopo un po’, il passerotto che stava in alto, tanto per rompere il ghiaccio, dopo la siesta disse: “Oh, come sono belle queste foglie verdi!”.
Il passerotto che stava in basso la prese come una provocazione. Gli rispose in modo seccato: “Ma sei cieco? Non vedi che sono bianche!”.
E quello di sopra, indispettito: “Tu sei cieco! Sono verdi!”.
E l’altro dal basso con il becco in su: “Ci scommetto le piume della coda che sono bianche. Tu non capisci nulla! Sei matto!”.
Il passerotto della cima si sentì bollire il sangue e senza pensarci due volte si precipitò sul suo avversario per dargli una lezione.
L’altro non si mosse. Quando furono vicini, uno di fronte all’altro, con le piume del collo arruffate per l’ira, prima di cominciare il duello ebbero la lealtà di guardare nella stessa direzione, verso l’alto.
Il passerotto che veniva dall’alto emise un “oh” di meraviglia:
“Guarda un po’ che sono bianche!”.
Disse però al suo amico: “Prova un po’ a venire lassù dove stavo prima”.
Volarono sul più alto ramo del salice e questa volta dissero in coro:
“Guarda un pò… sono verdi”.
QUESTO RACCONTINO HA PER ME UN NOTEVOLE VALORE…
IN QUANTO CI INSEGNA QUANTO SIA IMPORTANTE…
PRIMA DI ESPRIMERE GIUDIZI…
CERCARE ALMENO
DI VEDERE LE COSE DAL PUNTO DI VISTA DELL’ALTRO…
Oggi, domenica, prendiamoci il tempo per riflettere su questo scritto di Giulian, che tanto potrebbe toccare tutti noi.
La competizione com’è noto ha per oggetto… la vittoria.
È presente in tutti noi, di essere più intelligenti, più abili e più capaci degli altri; di saper fare le cose migliori di quanto siano state fatte finora.
Quante volte, con un interlocutore, il nostro pensiero e la nostra volontà sono di imporgli le nostre idee piuttosto che fare uno sforzo per cercare di capire il suo punto di vista e trovare dei punti di contatto che siano utili a entrambi. Molto probabilmente ci verrà spontaneo il dire che noi facciamo meglio, noi abbiamo, sicuramente, ragione.
Abbiamo mai pensato a come possiamo apparire noi a loro? Se gli altri non facciano, rispetto a noi lo stesso ragionamento che noi facciamo rispetto a loro?
Come avviene, allora, che vi siano persone che stimiamo, e che pure riescono a collaborare anche con quelle con cui noi non riusciamo a farlo?
Forse a questo punto ci potrà venire il dubbio che qualcosa nel nostro atteggiamento è sbagliato; che pur avendo le migliori intenzioni forse non abbiamo prestato sufficientemente attenzione alla ragione dell’altro, in modo da poter far diventare la competizione costruttiva, collaborativa, efficace…a vantaggio di tutti?
Proviamo ad analizzare il nostro comportamento e verifichiamo se sia meglio adottare un atteggiamento collaborativo anziché uno competitivo.
La competizione può portare all’invidia, alla gelosia, a un sacco di cose spregevoli, disgustose e … velenose.
Esercitare questi sentimenti costa “fatica”e non lascia tempo per il sorriso. Si può pensare che molti facciano e continuino a usarli più per ignoranza che per volontà. Usare invece la comprensione è semplice e gratificante.
La competizione “necessaria” non dovrebbe essere utilizzata per umiliare gli altri, ma solo un nostro buon esercizio di capacità, di conoscenza, perché necessari al risultato finale la…vittoria, meritata, riconosciuta e senza colpi bassi.
La competizione dovrebbe essere solo un piacere… ma sì un hobby, non un fine, perché spesso è un po’ troppo esagerata, esasperata.
Se poi competere, significa fare meglio del concorrente, se l’importante è il “fare meglio degli altri”, bisogna, anche e soprattutto, “saperlo fare”.
Ma è necessario competere sempre?
E’ errato vivere solo per competere?
E’ errato evitare sempre di competere?
C’è una vecchia barzelletta, due escursionisti che, dall’altra parte della valle, vedono un orso che corre verso di loro. Uno dei due comincia a scappare, l’altro si ferma, tira fuori le scarpe da ginnastica dallo zaino e se le mette. Il primo si volta e, sorpreso, dice: “Ma credi di correre più veloce dell’orso, con quelle?” “No”, risponde l’altro, “e neppure mi serve. Mi basta di correre più veloce di te”.
Il punto cruciale di questa storiella è: chi è che lotta? A che livello avviene la competizione?
La parola “competizione” è in realtà fuorviante, sarebbe più corretto parlare di “prevalenza”.
Per completare lo scritto di Giuliano, riporto un pensiero di Jorge Bucay che, secondo me, cade molto a proposito in questo momento: <Credo che il mondo non sia un luogo per “competere”, ma per “condividere” ed una condizione necessaria è guardare se stesso (ed io aggiungo prima di giudicare)> (pca)
Dicianove anni di già…
23 maggio 1992 ore 17:59 località: Capaci
Ricordiamo con rispetto e amore Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.
Dov’eravamo noi quel giorno in cui trucidarono ancora una volta la democrazia?
“Abbiamo imparato a volare come gli uccelli,
a nuotare come i pesci,
ma non abbiamo imparato l’arte di vivere come fratelli”
Martin Luther King
La sala d’attesa della fermata dell’autobus nei pressi di casa mia è diversa dalle altre sale d’attesa.
Le sale d’attesa oggi sono moderne, luminose, trasparenti. Hanno un design accattivante con linee semplici, essenziali.
Le sale d’attesa di oggi non sono affatto ospitali: giusto il tempo necessario a che arrivi il mezzo.
Forse per far notare che li c’è la fermata.
Nelle sale d’attesa una volta trovavano riparo i barboni: un cartone a terra, un cartone addosso
come coperta, una borsa con tutti i loro averi…..
Nella sala d’attesa nei pressi di casa mia i barboni ci dormono ancora.
Dormono in terra come sempre, dormono con l’odore di colla colata dal pennello di un attacchino frettoloso che ha appena affisso il manifesto che avvisa dell’arrivo del circo.
Dormono tra frasi d’amore scritte col pennarello sulle pareti da ragazzi che saranno subito uomini
senza sapere il perchè.
Sono fortunati quei barboni: quel tetto è solido, le pareti sono solide. Non c’è la porta: non ci sono sale d’attesa di autobus con la porta!
Quella non è nata sala d’attesa: era altro.
Quella sala d’attesa una volta erano i……… “trœggi” (i trogoli).
I trogoli, i lavatoi pubblici, il posto dove le donne andavano a lavare i panni. Tutte assieme.
Si sentiva l’odore del sapone in lontanza e il loro canto che era più per celare la fatica che per allegria,
dava un senso di vita che credevo aver dimenticato.
L’acqua correva continua, fresca, limpida, d’inverno gelata. Non c’era il rubinetto.
Il troglolo aveva sei vasche: tre davanti e tre dietro divise in due vasche più piccole ognuna.
Nella seconda delle due vasche si metteva un tappo nello scarico, la si lasciava riempire e quando era piena vi si ci mettevano i panni ” a mollo”, mentre nella prima l’acqua era sempre corrente e veniva usata
per i risciacqui.
Lenzuola, asciugamani, biancheria intima, pannolini dei bambini, fasce…… tutto si lavava li,
anche i “mandilli da naso”, anche i “scapin bœggê” (i calzini bucati), senza vergogne.
Le “bügaixe” ( lavandaie) tornavano a casa con i loro pesanti mastelli pieni di roba bagnata ancora odorante di sapone che rendeva le lenzuola ruvide come la carta gialla del macellaio.
Sovente i trogoli erano vere opere d’arte; a Genova sono famosi i “trogoli di Santa Brigida” restaurati recentemente nascosti in una piazzetta del centro storico.
Con l’avvento della modernità, purtroppo, molti di questi “monumenti” sono spariti per far posto alle auto.
Dietro la sala d’attesa dell’autobus nei pressi di casa mia, nascosti da un orrendo muro di cemento,
giacciono dimenticati, i vecchi trogoli, luogo di incontri, fatica, canti e…… ricordi!
Avete altri ricordi di quel periodo da condividere? Parliamone…
Per chi volesse curiosare e approfondire:
http://www.placidasignora.com/2007/08/06/quando-non-cera-la-lavatrice/