LE MUSE (varia umanità, cultura)

Gli uomini s’ingannano facilmente nella scelta degli amici! I falsi amici hanno un fondo raffinatissimo di ipocrisia, essi malvagi o egoisti, o falsi in fondo al loro  spirito, fingono  apparenze  di bontà e sincerità, essi hanno sulle labbra  parole melate, hanno modi più insinuanti e fingono di interessarsi ai nostri  dolori e fingono di adoperarsi  per aiutarci.
Ma alla prima prova vera e reale questi falsi amici ci abbandonano.  E  noi comprendiamo  che ci stavano  vicini  o per  loro utile, o per loro ragioni  recondite, o per sentimento  d’egoismo, o per convenienza.
La  palestra  nella  quale  si esperimentano  i veri  amici  è il dolore, siamo  nel tempo lieto  circondati  da gente  che fa profferte  di amicizia. Per sfruttarci e per  ottenere il nostro favore. Ogni uomo che sta bene, che è ben  quotato in società, che ha aderenze, che dispone  di ricchezze, sarà sempre circondato da persone  che  lo corteggeranno, lo aduleranno, lo porteranno  alle stelle, per poter  godere i benefici che  loro  può concedere,  quell’uomo ricco e potente .
Ma quando  il  dolore giunge, a fugare la gioia ed il  benessere, si vedano questi amici di  ieri, esulare, sparire, abbandonare il campo antico,  per  andare  forse ad occupare  un altro  campo di sfruttamento, più utile e facondo.
Nel  dolore  si provano  i veri amici. Quando  la schiera dei falsi  e degli opportunisti  si è diradata, accanto all’uomo addolorato , colpito da una  sciagura, da una  tristezza  immane, resta  solo l’amico  vero e sincero accanto al capezzale  di quell’uomo afflitto da un male  fatale, accanto all’uomo colpito  dalla sventura, per lenire la sua  pena, per sussurrargli una  parola di consolazione, resterà solo l’amico  profondo, che non cercava il benessere e la  felicità per stare  accanto  all’amico, ma era spinto  sempre dall’affetto e dalla  sincerità.
Quest’affetto non muta per mutare di fortuna, ma diventa più puro e più intenso. E se nei giorni di felicità l’amico non aveva bisogno  di porgere un  aiuto a  quell’uomo, ora che egli è caduto, dopo  la sciagura sente il bisogno intimo, irresistibile, di amarlo diversamente, di amarlo oltre  che col  cuore, anche con le opere, porgendogli  quei  sollievi e quegli aiuti  che gli sono possibili. Il dolore fuga i falsi  amici, ma stringe, affratella  più cordialmente gli amici veri, e salda più intensamente  i sentimenti  sinceri  e profondi.
Il vero amico  ha per  l’amico  addolorato, tutte  le  tenerezze di una madre, tutte le bontà  di una sorella, assurge a tutte  le altezze  de sacrificio, né abbandona l’amico per un attimo solo.
E quando  non può dargli  l’aiuto  materiale, lo conforta  con   le parole,  coi  consigli, lo risveglia, lo anima.
Nulla  è più bello e più nobile  della  vera  amicizia. Quando  l’amicizia resiste anche  attraverso  ai bisogni,  alle calamità, e diviene più  forte per questo, allora è salda è perfetta, è vera. Quando alle prime  nebbie di dolore, alle  prime  incertezze di vita, ai primi morsi  della calamità sparisce, allora è una misera amicizia, indegna  della nobiltà del  cuore umano.
Con questo  mio scritto ho voluto esprimere tutta  la  mia  solidarietà ai miei  ragazzi, che ogni giorno combattono  una battaglia per sfuggire alla  morte, dove i sentimenti si intrecciano con un legame  forte di amore  e di amicizia  che nessuno  potrà mai togliere. Vedete quando una luce si spegne è un dolore intenso, perché si spegne  una  parte di me di un rapporto bello e sincero, però vivranno momenti di gioia  tutti i vissuti che abbiamo trascorso. Inoltre  vorrei  ringraziare tante  persone qui che sono state sincere di una  nostra amicizia  vera, che hanno saputo dare una prova  vera a sostenermi, sia come  persona che  come amico.
Siete  grandi e vi  voglio bene perché siete  delle  persone di sani principi vi siete  sacrificata  per sostenervi  .

Vi ringrazio anticipatamente  per una  lettura che possa farvi capire quanto è importante l’amicizia ,con un abbraccio  forte  cicco
cicco53  30 giugno 2010

AGORÀ (attualità, politica, società)

Una  vita si è spenta in modo tragico, drammatico  e plateale, i media ne hanno parlato moltissimo e su internet c’è stata una partecipazione incredibile. Pietro Taricone, è caduto falciato da un destino avverso. Ma da questo lutto io passo ad una riflessione che mi piacerebbe condividere con voi:
è giusto praticare degli sport così pericolosi? Provare piacere e divertimento affrontando un pericolo che ogni volta può essere mortale? Nessuno che pratica uno sport così violento sarà mai assicurato sulla vita da nessuna società.
Che ne pensate voi?
Il rammarico ed il dispiacere per una giovane vita persa è grande, ma non vi sembra che sia sprecato il modo come è avvenuto?


paolacon  30 giugno 2010

scritto da paolacon il 28 06 2010

AGORÀ (attualità, politica, società)

Premetto che questo mio pensiero vuole essere nel segno del rispetto, soprattutto per le persone colpite dal male, o non al massimo della salute o forza fisica. Mi riferiso al Senatore della Repubblica Bossi.
Ma secondo voi, è in grado, dopo quelle che ha avuto, di ricoprire un incarico così importate? Dico questo perché lo osservo nel parlare e nel muoversi.
Anche se non sono un medico, qui ci sono tutte le condizioni psico-fisiche di starsene a riposo.  E dico questo perché ho avuto a che fare con una persona che abitava (ora è morto) vicino a me, colpito dallo stesso male. Lo chiamerò -male-.
Siamo tutti adulti e una constatazione rispettosa credo si possa fare. Questo mio vicino di casa, stesse condizioni fisiche di Bossi, fu subito allontanato dal lavoro. Eppure ricopriva, anche lui, un incarico importante in un Ente Pubblico. Radiato, subito messo in quiescenza. Vedete: – due pesi e due misure-. So già che mi prenderò tanti di quei fulmini e saette, ma credetemi, niente di contriarità politica, ma solamente una riflessione. Dura fatica a parlare, lo devono sorreggere, accompagnare etc, e vai a casa che è meglio no? La Lega la può controllare anche dalla sua residenza e dare il posto ad un giovane e dinamico: macché, tutti uguali, non mollano la poltrona neanche se vedono la “signora con la falce” E quanti ce ne sono di…non posso dire la parola, non vorrei ritrovarmi a vedere il sole a quadretti. Però, una cosa la dice chiara :-Roma ladrona-.
Ma se non c’era questa Roma ladrona che gli dà uno stipendio da nababbo, poteva ricorrere alle cure di centri altamente specialistici? Questo mio vicino di casa, fu costretto, dopo un po’, anche a pagarsi le cure fisioterapiche… Mi fermo qui. Il solito maledetto toscano…
Giulio Salvatori  28 giugno 2010

AGORÀ (attualità, politica, società)

Io apro il giornale e questi sono i titoli: “maggioranza spaccata”,  “la truffa del Cavaliere”, “la legge-bavaglio nega ai cittadini il diritto ad essere informati”, “Expo, la verità di cui nessuno parla”, e tra le notizie principali la vicenda davvero “no comment” del nuovo ministerio  inventato a bella posta perché il neoministro possa eludere il processo. (informazioni dettagliate sul Corriere della Sera di domenica 27 giugno 2010)
E intanto Pomigliano…

Di promesse e chiacchiere ce ne sono state tante, ancora non si vede una via d’uscita ad una crisi economica serissima, che ha colpito tutto il paese, il “caso Brancher” mette in primo piano ancora una volta l’arroganza ed il tentativo di abuso di potere del governo, facendo dire addirittura che “il Quirinale è manovrato” e permettendo di mettere in dubbio  il Capo dello Stato nello svolgimento delle sue funzioni…

E adesso?

Come la mettiamo adesso?

A chi giova veramente un governo come quello che abbiamo attualmente in Italia?

Ma che cosa ci manca per essere un paese “normale”?

In un paese normale un capo di governo non dovrebbe essere (né essere mai stato) sotto processo, quindi non dovrebbe aver avuto né condanne né prescrizioni. Non dovrebbe possedere (lui o i suoi figli o i suoi fratelli) reti televisive, case editrici, assicurazioni, banche, etc…

In un paese normale l’emergenza vera sarebbe la terrificante corruzione, la criminalità organizzata ed estesa…

In un paese normale nessuno (eccetto Fede e quelli che “devono” farlo per mantenere la famiglia) crederebbe più a tutti i raccontaballe che urlano in TV!

Tutto al condizionale…

Perché non riusciamo a svegliarci da questo torpore, da questa indifferenza in cui siamo caduti, dal letargo in cui ci hanno messo, dall’accettare tutto e di pi? È come se fossimo in lista di attesa, appesi in un limbo che limbo proprio non è.

Sono indignata, voi no?

Paolacon  27 giugno 2010

Mentre scorrevo la rubrica “Parliamone”, mi sono soffermata sull’argomento”che cosa è la felicità” e vorrei dire, se me lo permettete, la mia opinione a riguardo. Oggi tutti parlano di felicità come se fosse qualcosa da rincorrere e da conquistare anche a caro prezzo,ma io credo che la felicità ci venga donata giorno per giorno.Nella mia vita ho vissuto molte esperienze negative, da quelle accettabili a quella che mi ha spezzato il cuore.  Nel 1994 per un atroce destino, perdo mio marito nel giro di un anno con un maledetto tumore ai polmoni(anche se lui non aveva mai fumato ). Lascio immaginare la tragedia! Perdere un compagno che ti ha seguito passo passo in ogni giorno della tua vita rendendo ogni momento gioioso, felice, dandoti sicurezza, protezione, affetto, compagnia, fiducia, e chi più ne ha più ne metta, credetemi è l’esperienza più dolorosa che una donna possa vivere. Ti senti annullata, non hai più il senso della vita perchè ormai con il tuo compagno è andata via anche la parte più importante di te. Nel giro di un anno sono rimasta da sola con 4 figli adolescenti ed una bambina con problemi psichici in affidamento. Cosa fare?  Non potevo arrendermi e piangermi addosso! Mi sono rimboccata le maniche e mi sono detta:”Devo fare tutto quello che facevo prima”. Ho cominciato ad organizzare la mia giornata: al mattino andavo a scuola portandomi dietro la piccola mentre gli altri in grado di camminare da soli, il pomeriggio si ritrovava la famiglia, ognuno con un compito ben preciso :pulizia casa, studio, correzione compiti o preparazione cena e a sera ci si ritrovava tutti a tavola per raccontarci come era andata la giornata.Così siamo andati avanti per anni. Ogni tanto ci prende un velo di tristezza, ma basta ritrovarsi tutti ed essere felici. Oggi i miei figli sono sposati, ho 8 nipoti e vivo anche io a milano vicino a loro. Da quando sono in pensione mi sono impegnata nel volontariato ospedaliero, collaboro con una ONLUS che si interessa di bambini cardiopatici nel mondo; inoltre aiuto bambini affetti da patologie nella sfera intellettiva e psichica e ringrazio Dio di darmi la possibilità di dare una mano a chi è meno fortunato di me. Questa è la vera felicità, tendere una mano senza mai puntare il dito, strappare un sorriso ad un bimbo che non ha mai conosciuto amore e calore umano. Io sono felice e non desidero nulla dalla vita oltre quello che ho. Grazie per avermi dato questa possibilità e scusate la lungaggine.

Vi abbraccio

26 giugno2010 NELLA (Porzia)

scritto da paolacon il 26 06 2010
AGORÀ (attualità, politica, società)

22 giugno 2010 Popof
“Papà, cos’è un evasore?”

La domanda mi lasciò un po’ perplesso. Come spiegare ad un bambino di sette, otto anni cos’è un evasore, che ne sa un bambino di IVA-IRPEF-ILOR-IRAP-TOSAP………?
Però quando i bambini domandano, noi grandi una risposta dobbiamo dargliela.
Non ricordo le parole che usai, son passati vent’anni, ma l’esempio fu: “Lo vedi il parco in cui giochi? Per poterlo costruire ci son voluti tanti soldi, quasi tutti i papà hanno dato qualcosa. Qualcuno però ha fatto il furbo, non ha dato niente e ora manda il figlio a giocare al parchetto. Ecco quel papà è un evasore”.
Rivedo gli occhi increduli che mi dicevano “No papà, quello è un ladro”
Come fanno in fretta a sintetizzare un concetto i bambini, in effetti l’evasore è un ladro perché ruba la buonafede altrui, fruisce degli stessi servizi senza versare una parte del suo tempo*.
Mi è tornato in mente l’episodio leggendo un articolo su “La Stampa”**, in cui il giornalista, in considerazione del fatto che “….un ceto di evasori fiscali, parziali o totali, continuerà ad eleggere un ceto politico che poi ne preserverà il privilegio d’immunità…” propone di togliergli il diritto di voto, precisando “prima bisogna scovarli”.
Ecco il voto è un diritto, a cui ci si è disaffezionati progressivamente negli anni. L’astensionismo è diventata una forma di protesta su cui secondo me, chi ha interesse alla perpetuazione delle sperequazioni, punta.
Mi chiedevo prima delle elezioni regionali dell’aprile 2010 “che interesse ha un partito (per di più di governo) a presentare in ritardo delle liste, e a fare tanto can can? Un simile comportamento non serve a delegittimare delle elezioni?”
A posteriori la mia sensazione non era errata, aveva lo scopo di allontanare dal voto chi stufo dell’andazzo avrebbe votato contro.
Ecco, anziché togliere il voto all’evasore (o ladro come diceva mio figlio), le persone sensibilmente democratiche, dopo aver pagato il dovuto e aver inghiottito il condono fiscale, di cui hanno beneficiato i soliti “furbi”, sconfortate, hanno rinunciato al loro diritto di voto.

*Uso volutamente il termine tempo perché ritengo che la Costituzione dicendo, all’art. 53: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”, esprima il concetto che ognuno dia una parte del suo tempo monetizzato per contribuire alla realizzazione delle varie opere: se guadagno 100 dò 30 se guadagno mille dò 300, cambia la quantità ma il tempo per guadagnare 30 o 300 è il medesimo.

** L’articolo è reperibile a questo indirizzo: http://www.selpressmm.com/aiba/immagini/180510A/2010051829580.pdf
basta un clich e ci si collega.
Popof     21 giugno 2010

AGORÀ (attualità, politica, società)

“Caro figliolo, non importa se sei buono o intelligente, basta che tu sia furbo”.
Queste potrebbero essere le parole di incoraggiamento di un “moderno” padre italiano, vista anche l’ultima possibile “sanatoria”.
E’ difficile non vederli, eppure per il Fisco non esistono, così scrive Luisa Grion su Repubblica. Sono circa 2.000.000 (duemilioni) gli edifici e gli immobili che nessuno ha mai denunciato al Catasto e per i quali non viene versato neppure un euro di tasse. Il ministro Tremonti ha una precisa idea in proposito: dall’emersione delle case “fantasma” potrebbe arrivare un gettito pari a 1,5 miliardi, allora che fare? ma una sanatoria anti-sanzioni è ovvio.
Quindi non è bastato lo scudo fiscale, che con la minima spesa del 5% , ha fatto “ritornare ” (!?!?) capitali dall’estero, favorendo i grandi evasori, ma soprattutto camorra, ‘ndrangheta e mafia.
Ma guardate, guardate…dei citati 2.000.000 di edifici, i tre quarti sono nel centro sud.
Che a quel figliolo non sia il caso di dirgli che oltre che furbo deve essere anche malavitoso?
E il povero cittadino onesto e un po’ sciocchino, che non  ha portato i capitali all’estero, che ha pagata e denunciata la casa, sulla quale paga le tasse, che è pensionato o lavoratore dipendente e quindi non riesce ad evadere neppure un centesimo, guarda attonito e pensa come consigliare i propri figli.
Franco Muzzioli giugno 2010

scritto da paolacon il 24 06 2010
LE MUSE (varia umanità, cultura)

27/05/2010, ore 21:38 – Il paziente operato è un trentottenne di Trepuzzi

Lecce: paziente salvato per miracolo grazie ad un cuore artificiale
di: Germano Milite

LECCE – E’ la prima volta, in Puglia, che si trapianta su di un paziente un cuore artificiale. L’operazione pionieristica è avvenuta all’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce ed ha visto come beneficiario un ragazzo di 38 anni originario di Trepuzzi.

Bene.
Fortunatamente una buona notizia dalla sanità. Specie nel nostro meridione.
Un uomo potrà sopravvivere grazie alla tecnologia e all’abilità dei medici , dei ricercatori.
Un uomo giovane con una giovane moglie e un figlioletto di  appena quindici mesi potranno probabilmente avere una vita normale.
Quel bambino  avrà la fortuna di  avere ancora un papà,  la mamma avrà la fortuna di avere ancora un marito.
I due genitori potranno allevare il loro  bambino con tutto il loro  cuore:
ecco?
… ti amerò con tutto il mio cuore, mi scoppia il cuore,  ti ho nel cuore, ti dò il mio cuore…
il cuore è da sempre la sede dell’amore, dei sentimenti, della vita.
Lo sarà sempre?
Anche se in futuro sarà una macchina?

per chi volesse approfondire l’argomento
http://www.julienews.it/notizia/cyber-scienza-e-gossip/lecce-paziente-salvato-per-miracolo-grazie-ad-un-cuore-artificiale/48083_cyber-scienza-e-gossip_5.html


Alfred 22 giugno 2010

AGORÀ (attualità, politica, società)

Pochi giorni fa la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della sentenza numero 215 del 9 giugno 2010, con la quale la Corte Costituzionale ha decretato un vero e proprio stop alla corsa all’atomo del governo italiano.
La legge incriminata è la numero 102, del 3 agosto 2009, conversione del decreto-legge numero 78.
Con essa, all’articolo 4, il governo apriva alle procedure d’urgenza per la costruzione di nuove infrastrutture per la produzione di energia elettrica, da leggersi più comunemente come “nuove centrali nucleari”.
Il governo aveva piena potestà esclusiva in materia di trasmissione e distribuzione e competenza congiunta con le regioni per quanto concerne la produzione e, quindi, la collocazione dei nuovi impianti.


Le nuove centrali rientravano in un piano di urgenza “in riferimento allo sviluppo socio-economico” e si stabiliva la loro edificazione per mezzo di capitali “prevalentemente o interamente privati“.
Ai fini di attuazione, il governo istituiva la figura di uno o più Commissari straordinari del governo, con poteri esclusivi e totali in tema di nuovi impianti energetici, al punto tale da poter scavalcare tutti gli enti coinvolti (comuni, regioni) per la scelta delle nuove sedi nucleari nazionali.
Sono state proprio le misure, tra “ragione d’urgenza” ed “utilizzo di capitali privati” e la privazione dei poteri decisionali delle regioni in materia, ad aver condotto la Corte Costituzionale a cassare l’intero articolo, nei commi che vanno dall’1 al 4.
Questo è quanto stabilito dalla suprema corte di giustizia italiana, “trattandosi di iniziative di rilievo strategico, ogni motivo d’urgenza dovrebbe comportare l’assunzione diretta, da parte dello Stato. Invece la disposizione impugnata stabilisce che gli interventi da essa previsti debbano essere realizzati con capitale interamente o prevalentemente privato, che per sua natura è aleatorio, sia quanto all’anche al quantum“.

Inoltre, per quanto concerne la depotenziazione delle regioni in materia, la Corte Costituzionale afferma che “se le presunte ragioni dell’urgenza non sono tali da rendere certo che sia lo stesso Stato, per esigenze di esercizio unitario, a doversi occupare dell’esecuzione immediata delle opere, non c’è motivo di sottrarre alle Regioni la competenza nella realizzazione degli interventi“.
E conclude deliberando che “i canoni di pertinenza e proporzionalità richiesti dalla giurisprudenza costituzionale al fine di riconoscere la legittimità di previsioni legislative che attraggano in capo allo Stato funzioni di competenza delle Regioni non sono stati, quindi, rispettati“.
Questo è quanto ha stabilito la Consulta, nel silenzio della stampa nazionale, apre ad una vera e propria svolta in termini energetici e ostruisce, di fatto e sin da adesso, un percorso accelerato verso la creazione di nuove centrali nucleari.
Pertanto è automatico il decadimento delle ragioni d’urgenza, e determinano il ripristino automatico della facoltà degli enti locali, ed in particolar modo delle regioni, di appoggiare o rigettare integralmente le scelte operative e territoriali dell’esecutivo nazionale.
Per i governo non si prospettano tempi facili, mentre la battaglia di chi è contro il nucleare e per i ricorrenti sembra aver portato, forse,  ad una insperata vittoria.
E mi domando… perché quando presentano una legge non vi prestano attenzione sufficiente e anzi incorrono sempre negli stessi, evitabili errori  dando modo alla Corte Costituzionale di intervenire e bocciare la legge in questione?


Giuliano 21 giugno

scritto da paolacon il 23 06 2010
LE MUSE (varia umanità, cultura)

 

festa della musica 2010

Un’esplosione di luci e colori e poi suoni, suoni di tutti i tipi e musica ad ogni livello ed in ogni angolo di strada, gente che invade le strade, le piazze a migliaia, da per tutto, piena di brio, vivacissima e gioiosa.
Col solstizio del 21 giugno siamo finalmente entrati nell’Estate, è arrivata, tanto s’è fatta desiderare ed è stata festeggiata in tutta Europa con molto onore. È questa la notte più corta dell’anno, dipende dalla latitudine naturalmente, ma al Nord oggi il sole non tramonta mai… o quasi.

E per rendere questa giornata ancora più lunga è stata istituita, nel 1984, ufficialmente, in tutta Europa e anche a New York, la “festa della musica”, in Francia in particolare, ad opera dell’allora ministro della cultura Jack Lang. Ormai è un’istituzione ed ogni anno si ripete con grande allegria.Parigi è esplosa, è tutto un suono e se ne sentono dei più disparati: rock, metallari, samba, percussioni, violini, trombe, musica araba, tamburi, quintetti classici, fisarmoniche, vecchie canzoni francesi e addirittura canto gregoriano.
Una banda di sole trombe ed un gruppo di bonghi, tre sassofoni insieme ed una corale di quaranta persone. Variazioni musicali sul tema di una melodia nota, eseguita da tre ragazze dalla voce armoniosa capaci di trascinare tutto il pubblico a cantare. Un violino, da solo, trascina tutti a ballare un vecchio valzer “musette”.
È la festa universale, tutti si sbizzarriscono e suonano quello che sanno, ma con grande impegno. Ogni cinquanta metri c’è musica diversa e si formano capannelli ed a seconda  dell’interesse che i musicisti suscitano, gli ascoltatori sono più o meno numerosi. E partecipano stimolati.


Com’è eterogeneo e colorato il pubblico… : ci sono turisti di passaggio, piacevolissimamente sorpresi dalla festa che si è presentata inaspettata per loro, tante famiglie con bambini, questi ultimi gradiscono la musica più di qualunque altro, persone di ogni età, anche gli anziani sono numerosimi; ma ci sono soprattutto giovani e giovanissimi prorompenti di chiassosa allegria. Ognuno alla festa dà un contributo attivo: cantando insieme a chi suona, ballando o semplicemente applaudendo calorosamente alla fine dell’esecuzione. È un effetto sorprendente e la città è viva e pulsante fino a notte inoltrata, come se fosse giorno. Suoni , colori, visi sereni, sorridenti, qualche volta commossi, ma tutti talmente contenti.
Ben venga l’apoteosi del suono se rende tutti un poco migliori. Evviva questa vivacità rumorosa. Ben tornata Estate, ti sei meritata un’accoglienza degna.
Paolacon  22 giugno 2010

scritto da il 22 06 2010

Sembrerebbe una barzelletta di cattivo gusto ed

Invece è una trovata di questo governo

Il decreto legge N78 del 2010 conosciuto

Come legge finanziaria che nel comma

1dell’articolo 10cancella l’assegno di invalidità

Alle persone affette dalla Sindrome di Down

Essi i nostri parlamentari hanno aumentato

La percentuale di invalidità,

gli Down avevano il 75% portandoli

Attualmente all’85%

Perciò nessuno a diritto a quella misera pensione

Di 256euro mensili

Essi altre alla sindrome devono avere gravi

Disturbi per accedervi.

Tutto questo avrà il solito risultato

Di azzerarle battaglie finora fatte.

Poi con il 100% nessuno potrà lavorare

Viene penalizzato chi già si trova in grosse difficoltà.

Mentre il vero evasore fiscale se la cava con una penale

Del 5%sul suo malloppo

Si sta preparando una revoca per annullare questo infame comma

In questi giorni seguendo i giornali ho avuto la sensazione di essere tornata indietro.

Con gli anni più tragici della storia e bui del nostro paese, si ritorna a fare sciopero per aver diritto allo sciopero, che è un articolo Costituzione, il numero 40, dove ognuno è libero di esprimersi nella legalità.
Questo i signori padroni se lo sono dimenticato. La Fiom CGIL dice che è illegittimo il contratto presentato, esso contiene dei profili contro i turni di lavoro, il lavoratore non ha più diritto alla pausa pranzo di mezzora, (questo lo deve fare a fine turno), diritto alla malattia (perdere i primi 3giorni di assenza) ; poi il massimo, lo sciopero negato e poi se scioperi sei anche licenziato. Tutto questo, dice Epifani segretario della CGIL, non succederebbe se applicassero il contratto nazionale.
Da questo è nato il referendum che i lavoratori martedì 22 giugno voteranno. Tanti sono i discorsi su questa questione, ognuno dice le cose a suo favore ma la sostanza è questa.

22 giugno2010                 Alba.ge

scritto da paolacon il 21 06 2010
LE MUSE (varia umanità, cultura)

Ho ricevuto questo “articolo” da pippo mi sembra estremamente interessante

Chi risponde?

Sono in Eldy da un paio di mesi e vorrei scrivere questo articolo come spunto per un sereno confronto anche con altri eldyani. Non passa giorno che aprendo la chatt, si debba assistere a discorsi piccanti, a doppio senso e anche un pò volgari. Sinceramente da una chatt di anziani signori mi aspettavo un po’ più di rispetto per le donne, ma, mi accorgo che, anche ad una certa età per molti uomini, le donne non sono altro che…lascio immaginare cosa. Mi sono chiesta molte volte se, questi signori, mentre chattano in questo modo così “carino”, hanno, magari nella stanza accanto, le loro mogli o figlie o nipoti…che, se sapessero, sarebbero certamente molto orgogliose! Premetto, a scanso di equivoci, che non sono una bigotta e non amo fare di ogni erba un fascio. Ci sono anche signori molto educati e gradevoli in Eldy. Mi piacerebbe, proprio da loro, avere un parere. Grazie per l’attenzione.

scritto da paolacon il 20 06 2010

Si  parla molto  nella nostra epoca di “società di  massa”, di “psicologia delle  masse”, di “fenomeni di massa”, ma non sempre è chiaro cosa si intende per massa.
Da una parte essa ci appare come un gruppo consistente, omogeneo  e compatto, di persone fra le quali  esistono rapporti di interindividualità per lo più labili e superficiali o addirittura non  esistono  rapporti; dall’altra la compattezza del gruppo risulta  discutibile, in quanto  ciascun  membro rifiuta di considerarsi  come facente  parte  della massa, che fa  coincidere invece con gli altri.
Gli studiosi  di sociologia, nell’affrontare  il problema della “irrazionalità delle masse”, l’hanno attribuita  al fatto che  l’individuo, coinvolto nella  massa, retrocede  a uno  stadio inferiore del suo  sviluppo  razionale, rinuncia  alla  sua autonomia  di pensiero  o la  perde, diventa  strumento  nelle mani  del capo e subisce la suggestione del leader.
Nel suo libro “Mein Kampf”  Hitler paragonava le folle acclamanti e inneggianti a “bambini incerti”; denunciava la  natura femminea, cioè debole e instabile del popolo; dichiarava  che la propaganda  deve esaltare  quella verità che può far presa sugli strati  più bassi  della società.
Se Hitler strumentalizzava  la massa  per il perseguimento dei suoi fini; e Nietzsche e, prima  di lui Bacone e Platone, vedevano nella massa, come contrapposta all’individuo un ostacolo al raggiungimento  della verità, Freud  cercò invece di stabilire in base  a quali meccanismi psichici il singolo accettava  di farsi  massa.
Alla base di tale scelta c’è un processo di identificazione  dell’individuo  col capo che diventa  il modello  cui confrontarsi. Finché alla base  della coesione  di una  massa  c’è  un  rapporto   di identificazione, la partecipazione  è un  momento positivo perché rappresenta  il superamento
dell’egoismo sotto  la spinta  di una  istanza sociale; nel momento in cui  tale identificazione e quindi partecipazione  profonda  e consapevole alla massa, viene meno, allora l’aggressività emerge e travolge  la razionalità delle proprie scelte. Freud ha anche parlato del  “masochismo delle masse” cioè della loro inerte accettazione  della supremazia del capo, portando  così il discorso sul delicato problema di rapporti tra massa e potere. Capisco sono concetti duri a digerire, però penso che facciano parte della  nostra quotidianità.

un  saluto  sincero e una  buona lettura

cicco53   giugno 2010

scritto da paolacon il 19 06 2010
AGORÀ (attualità, politica, società)

Quante vite salvano gli scienziati? scritto da francomuzzioli
Nel Corriere della Sera di qualche giorno fa, Federico Rampini ha scritto questo interessante articolo del quale faccio seguire uno stralcio:
“[…] Qualche genio ci ha lasciato le impronte digitali: Albert Einstein, Enrico Fermi e Robert Openheimer non sono estranei alla sorte di Hiroshima e Nagasaki. Si può ricostruire la fiducia sulla ricerca? Un sito internet americano, dedicato alla divulgazione scientifica per i giovani, ha avuto una idea originale. Altro che premi Nobel, l’unico Pantheon degli scienziati illustri deve ammetterli in base alla loro effettiva utilità sociale. Quale misura oggettiva se non il numero di vite salvate?  I risultati sono sorprendenti. Una rivelazione che sconvolge le graduatorie consolidate. Interrogate uno studente sui nomi dei padri della scienza e le sue risposte conterranno i nomi di Galileo Galilei per l’astronomia, Isaac Newton per la fisica, Charles Darwin per l’evoluzione. Ora il sito www.scienceheroes.com  promuove nomi ben diversi, per lo più sconosciuti o dimenticati. Sono i “veri eroi della scienza”. A fianco di ogni nome c’è il dato che conta: il numero di vite salvate, dalle centinaia di migliaia ai miliardi. E’ il criterio per costruire una classifica in base al merito e dà un volto umano alla ricerca, motiva gli studenti a cercare nell’attività scientifica un ideale umanistico una ragione di vita […]”
Quello che mi ha stupito è che lo scienziato al quale è stato attribuito il merito di avere salvato più vite umane è per me lo sconosciuto Fritz Haber che inventò il fertilizzante sintetico, senza il quale il 30/40% dell’umanità non sarebbe viva, si ritiene abbia salvato 2,7 miliardi di persone. Il terzo di questa top ten, è un certo N.Bolrlaug, padre della “rivoluzione verde”, ovvero la coltivazione del grano ad alto rendimento e si stima abbia salvato 245 milioni di vite umane. Tanto per intenderci Gaston Ramon (che fa sempre parte della top ten) e che negli anni venti scoprì i vaccini contro la difterite ed il tetano  si stima abbia salvato soltanto (si fa per dire) 58 milioni di persone.
L’insegnamento che si può trarre da questa classifica è che l’umanità è ancora legata al tenue filo della sopravvivenza e che il cammino da percorrere è ancora lunghissimo.

francomuzzioli    19 giugno 2010